Capitolo 2
Parcheggiata la macchina in garage, Goku pensò di ritornare a sdraiarsi sull’amaca, credendo che nessuno ora lo avrebbe più disturbato. Appena poggiata la testa sul soffice cuscinetto, si addormentò subito; questa volta senza né musica e né conti matematici.
Proprio nel più bello ascolto suonare il cellulare, pensò per quale motivo non l’aveva spento. Lo poggio vicino all’orecchio ma si accorse che in realtà non funzionava, allora subito gli venne in mente il momento in cui l’aveva chiuso. Allora pensò “Ma se questo è spento, quale cellulare sta suonando?” subito rammentò “L’ALTRO CELLULARE”. A quel pensiero cadde egli stesso dall’amaca senza che questa volta ce lo buttasse qualcuno.
Caduto a terra infilò
la mano in tasca e poi la tolse tenendo il telefonino, stretto nel
palmo. Rispose
Chiese subito senza
pensarci due volte
Lei lo guardò con quegli occhi che avrebbero fatto paura anche a l’uomo più temerario al mondo, ma Goku le resistette. Poi senza staccarle gli occhi da dosso camminò a schiena all’indietro dirigendosi in camera da letto.
Si fece la barba, la doccia e indossò lo smoking, era vestito come il giorno del suo matrimonio. Ci impiegò si e no solo dieci minuti. E poi non mi venite a dire che gli uomini non sarebbero disposti a fare i salti mortali per le donne.
Uscito passò
nuovamente dalla cucina e Kiki gli chiese
Goku che nel frattempo le
aveva girato le spalle per dirigersi fuori, si fermò di botto
e si girò lentamente
A quanto pare la sua tanto desiderata scappatella si sarebbe tramutata in un vero e proprio pasticcio.