Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |       
Autore: LaraPink777    05/03/2014    3 recensioni
Una tranquilla nottata di pattuglia si trasforma nel peggiore dei loro incubi.
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Shredder/Shrell/ Oroku Saki
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PdV di Donatello. Prima persona.
(Qualche ora prima.)
La serata è tranquilla. L’aria è fresca, ma non fredda. Sento odore di pioggia: da qualche parte, in lontananza, sta piovendo.  Inizio ad essere affaticato, stiamo correndo da un bel pezzo. Non mi dispiace correre e saltare di tetto in tetto insieme ai miei fratelli, tutt’altro. Ma non è un mistero che io sia il meno atletico di noi quattro. Per quanto mi alleni, non riuscirò mai a raggiungere la velocità di Mikey, la forza muscolare di Raph, la perfezione di movimenti di Leo. Ma non me ne faccio una malattia. D’altronde, io sono quello intelligente, no? Non si può avere tutto, dalla vita.
Ma poi sono davvero tanto intelligente come dice mio padre, o sono solamente molto portato per riparare le cose? Fossi un genio, come dice lui, non mi sarei incasinato stasera con quella formula. Ho sbagliato nuovamente a bilanciare le dosi in base al tempo di reazione, non ho tenuto presente del…
No no no, stop Donnie. Quando si è in pattuglia, non si pensa al laboratorio. Non ci si distrae, si resta concentrati da veri ninja, quali noi siamo. Veloci, invisibili, silenzios-…
“Ahh Mikey! Se ti prendo, ti distruggo! Ti sbriciolo, testa di legno!” Ecco un poco silenzioso e molto furioso grido di Raph.
Cosa avrà detto la testa di legno alla testa calda? Da qua dietro non ho sentito, ma dubito che sia stata una dichiarazione d’amore fraterno. Vedo Raph che rincorre Mikey, cerca di agguantarlo. Non è veramente arrabbiato, si capisce che è divertito dal gioco dei ruoli. Certo, per fortuna Mikey corre come il vento, perché se Raph lo agguanta due pugni in testa se li becca di sicuro, eh eh…
Un sorriso mi sale alle labbra. Le risate argentine del mio fratellino. Leo che scuote la testa e borbotta rimproveri ai due litiganti, ma sorride anche lui. Mi piace stare con i miei fratelli. Voglio bene ai miei fratelli.
Per mia fortuna ci siamo fermati, su un largo tetto in cemento di un vecchio palazzo di cinque piani. Non ce la facevo proprio più. Sono l’unico ad avere il fiato corto? Un po’ di respiro, grazie. La serata è tranquilla, ma non si può mai sapere. Negli ultimi mesi ne abbiamo viste tante. Troppe, tenendo presente che abbiamo solo sedici anni e che la maggior parte della nostra vita si è svolta tra le riparate e silenziose mura del sottosuolo di New York.
Ne abbiamo viste abbastanza da sapere che il nemico può essere sempre in agguato. E di nemici, tra Dragoni Purpurei,  bot ninja del Piede e alieni Kraang, abbiamo solo l’imbarazzo della scelta. Ne incontreremo qualcuno stasera, o sarà un’altra ordinaria serata di pattugliamento e di ricerca degli innumerevoli contenitori di mutageno alieno che noi imbecilli abbiamo disseminato per errore su tutta la città? Trasformando il padre di April in un mostro. Il padre della mia piccola, dolce, fantastica April…
Si, anche questa sera sembra tranquilla, come le ultime in questa settimana. Non abbiamo trovato ancora alcun contenitore, ma non abbiamo neanche incontrato alcun problema. A me non piace la battaglia. Sotto questo aspetto sono completamente diverso da Raph, che è sempre pronto a menar le mani per poi farsi incerottare ben bene dal sottoscritto. Certo, sono ben addestrato e quando l’aria si fa calda so farmi valere, ma penso che è sempre meglio evitare la lotta, se è possibile.
Ma stasera non sarebbe stato possibile. Tutt’intorno a noi, si materializzano decine di bot ninja.
“Ragazzi, abbiamo visite” Leo ci richiama all’ordine, e in una frazione di secondo siamo già tutti in posizione di battaglia. Armi alle mano, ci avviciniamo tra noi per coprirci le spalle a vicenda, ed aspettare gli ordini del nostro leader mascherato in blu. Avrebbe sicuramente imposto una ritirata, con grande dispiacere di Raph, perché stasera i nemici sono davvero tanti: una trentina? Forse più. Ma dove li trova quel pazzoide schizzato di Shredder tutte queste risorse?
Prima che Leo possa parlare, però, la fila di bot davanti a noi si apre rapidissima a ventaglio, svelando un macchinario, una specie di grande balestra. Non faccio neanche in tempo a chiedermi cosa diavolo sia che un mugolo di centinaia di piccole frecce si riversa su di noi.
Non c’è tempo per spostarmi, ma ruoto il mio bo e devio senza difficoltà tutte le freccette. Un gioco da ragazzi. Pure Leo accanto a me ha deviato l’attacco senza problemi, ruotando le sue katana così velocemente da farle apparire un lucente scudo d’argento.
Un’occhiata anche agli altri miei fratelli, e noto con sgomento che per loro la situazione è diversa. Le loro gambe sono trafitte da innumerevoli freccette. Le loro armi erano troppo corte per proteggere tutto il loro corpo! Li vedo accasciarsi al suolo, mentre mi preparo a riparami dall’assalto delle decine di bot ninja che si dirigono verso Leo e me.
L’adrenalina scorre velocissima nelle mie vene, la paura mi toglie quasi il fiato, mentre prego con tutto me stesso che le freccette non contengano un veleno mortale. Voglio andare dai miei fratelli, vedere se stanno bene, ma non posso. I bot ninja mi hanno assalito tutti insieme. Ruotando il mio bo, ne getto due lontano. Mi abbasso per deviare un colpo che mi sfiora la testa. Faccio scattare la naginata e trafiggo da sotto il bot che ha cercato di colpirmi. Rotolo, mi alzo, altro giro di bo e stacco la testa ad un altro bot, testa dura, il contraccolpo mi indolenzisce i polsi. Un altro colpo per tenerne un altro a distanza, ed ancora un altro, e un altro…
Mi accorgo con angoscia che mi stanno allontanando da Mikey e Raph. Pure Leo che combatte pochi metri accanto a me viene spinto verso il bordo del tetto, anche lui è in difficoltà, anzi sembra ancora più in difficoltà di me: noto con la coda dell’occhio che i suoi movimenti non sono fluidi. Non posso però prestargli attenzione, devo cercare di allontanare i bot da me, diventa sempre più difficile cercare di non farmi colpire; un bot armato di sega rotante mi sfiora un braccio, che inizia a sanguinare leggermente, un altro mi ferisce di striscio ad una gamba. Sono in difficoltà, non posso fermarli tutti. Mi hanno spinto ormai sul bordo del tetto. Leo è accanto a me. Mi guarda (cosa hanno le sue pupille?) e capisco che non abbiamo altra scelta che fare un salto verso l’edificio dietro di noi, un piano più in basso di dove siamo adesso, prima di finire scaraventati di sotto. Saltiamo. Atterro facilmente, flettendo le ginocchia e facendo una rapida capriola. Ma Leo non è accanto a me. E’ in bilico sul bordo! Come può aver sbagliato un salto così semplice! I suoi occhi si spalancano mentre mi guarda per un attimo confuso; mulina le braccia e cade all’indietro.  Mi gela il sangue nelle vene: è caduto di sotto, da un edificio di quattro piani!
 “Leooo!” grido mentre corro verso il bordo, il cuore stretto in una morsa. Guardo giù con terrore. Lo vedo. Mio fratello è lì, steso sull’asfalto, quattro piani più sotto, immobile.
Per un lungo, lunghissimo secondo, il mio cuore si è fermato. L’orrore assoluto si è impossessato di me. Il ghiaccio ha stretto il mio stomaco, bloccato il mio respiro. Realizzo perfettamente, col tutta la mia logica da scienziato, chi sono, dove mi trovo, e quello che sta succedendo intorno a me. Tutto è bloccato in un istante immobile, come cristallizzato nel vetro. Sono fermo sul tetto di un palazzo, nel bel mezzo di una notte newyorkese fresca, ma non fredda. Sono Hamato Donatello, una tartaruga mutante di circa sedici anni. Ho lasciato sul tetto di fronte a me due fratelli accasciati tra decine di nemici. L’altro mio fratello giace riverso dopo una caduta che le statistiche danno come quasi sicuramente mortale.  So chi sono, dove mi trovo, e quello che succede intorno a me. Ma non so che fare.
Resto paralizzato nello stato di assoluta impotenza dell’indecisione per quello che sembra al mio cervello sconvolto un tempo lunghissimo, anche se secondo un osservatore esterno saranno passati solo pochi secondi. Dovevo soccorrere Leo nella debole speranza di una miracolosa sopravvivenza alla caduta o tornare a combattere per allontanare i bot da Raph e Michey?
Con la morte nel cuore per l’incerta sorte del mio fratello più grande, facendo leva sul mio bo ritorno con un salto sul tetto della battaglia, dove però adesso, con la velocità sovrumana che li contraddistingue, i bot si stanno ritirando: figure rapide dai movimenti disgustosamente fluidi e meccanici che scompaiono tra i tetti. Con un groppo alla gola, mi accorgo che Raph e Mikey non ci sono più, sono stati catturati. Per terra sono rimaste le loro armi, ed i loro T-phone ridotti in frantumi per evitare qualsiasi tracciamento. Unico sollievo alla mia angoscia è la conferma che i dardi con i quali erano stati colpiti non contenevano veleno mortale, ma solo un narcotizzante: non avrebbe senso altrimenti la loro cattura.
A questo punto senza esitazione devo controllare mio fratello Leonardo. I gradini della scala antincendio che portano alla strada di sotto sembrano infiniti. Ogni passo mi richiede una fatica enorme, il cuore mi scoppia nel petto per la paura di quello che potrò trovare una volta sceso giù.
Leonardo potrebbe essere morto. Mio fratello è quasi sicuramente morto.
Le lacrime mi offuscano la vista. Leo, mio fratello, il mio eroe, quello che mi porta il caffè in laboratorio, che mi consuma tutta l’acqua calda quando devo fare la doccia, che mi ha regalato la tazza “I’m a Genius”, che si è quasi sacrificato per me durante la fuga dalla nave Kraang, è quasi sicuramente morto. Mi avvicino, mi inginocchio accanto a lui. Riverso sul suo piastrone, Leo ha gli occhi chiusi, le code blu della maschera sono sul suo viso, il braccio è piegato in un angolo innaturale. Devo controllare se c’è battito, devo controllare…
Avvicino le dita tremanti al suo collo… niente niente niente… ecco, un battito. Mi lascio scappare un singhiozzo.
Solo adesso noto una piccola freccia conficcata nella nocca della sua mano sinistra. Anche Leonardo è stato colpito, da una sola freccetta. Questo mi spiega tutto. Le sue movenze affaticate durante la battaglia, la sua caduta per un salto così semplice. Leonardo era intontito da qualche droga.
Devo portarlo subito alla tana e al mio laboratorio per vedere le sue condizioni. Ha sicuramente un braccio rotto, probabili lesioni interne, probabile trauma cranico. Me lo carico a fatica sulle spalle. Quanto pesi fratellone, sicuramente più di me. Al primo tombino lo calo giù con la piccola fune che mi porto dietro, e me lo ricarico sulle spalle nelle fogne. Dovrò farmi un bel po’ di strada a piedi, e dovrò farla il più velocemente possibile. Per adesso non voglio pensare a Raph e Mikey, devo concentrarmi su Leo. Devo salvare Leo.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: LaraPink777