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Autore: Carotina91    08/03/2014    2 recensioni
Credevo che uccidere fosse la mia priorità, più importante di qualsiasi altra cosa. Non pensavo ad altro che sangue e a come torturare le mie vittime. Fino al giorno in cui ho conosciuto lui, Cato. Ci siamo odiati dal primo momento, sempre in perenne confronto. Ci sfidavamo di continuo io dovevo essere migliore di lui. Ma poi una notte è cambiato tutto...ho cominciato a guardarlo con occhi diversi, ma a lui non ho mai fatto capire niente. Quando ci sono di mezzo gli Hunger Games tutto il resto passa in secondo piano. Mi sarei offerta volontaria ma speravo che lui non facesse lo stesso, non potevo ucciderlo...non ne avrei mai avuto il coraggio, eppure il fato ci ha voluti entrambi in quella maledettissima arena...
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove, Enobaria, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cato's Pov


-Tesoro, è ora di svegliarsi-

Non voglio alzarmi…sospiro girandomi stancamente e dandole le spalle.

-So che sei sveglio. Farai tardi Cato-

Le tende vengono spostate, i raggi del sole entrano prepotenti accecandomi, distruggono tutte le mie barriere, costringendomi ad aprire gli occhi. Inutile obbiettare, quando lei decide una cosa non puoi dirle di no. Controvoglia abbandono il letto. Faccio una lunga doccia calda. Sento mi mamma che dalla cucina urla “la colazione è pronta, vestiti tesoro” rido, in realtà adoro quando fa così.
Non fraintendetemi fuori casa devo assumere un certo atteggiamento, mentre quando sono qui con lei posso essere me stesso, solo Cato. Non devo fare il duro, non devo indossare nessuna maschera.
Rientro in stanza, sul letto ci sono i vestiti puliti.

-Finalmente, credevo di dover venire a ripescarti anche in bagno-
-Ahah, molto divertente mamma- L’abbraccio, lei mi tira un po’ i capelli.
-Dai mangia che si raffredda-

Faccio come dice ma noto che ha uno sguardo strano, era felice e ora sembra piuttosto triste. Mi chiedo quale sia il problema. Io e lei viviamo da soli, mio padre è venuto a mancare da ormai troppi anni. Lei ha sempre detto che è morto a causa di un incidente a lavoro, ma io, faccio fatica a crederle.
Quando racconta di lui, il suo sguardo la tradisce, sono sicuro che c’è dell’altro.

-Cosa c’è?- Le chiedo addentando una brioche.
-Niente, stavo solo pensando che…- Sospira –Non sono molto contenta che tu frequenti quel posto, tesoro. E mi preoccupa che vedi quella ragazza-
Parla di Clove. –Perché non ti piace?- Infondo ci alleniamo e basta, non la vedo ne prima ne dopo gli allenamenti.
-Non è che non mi piace, è il modo in cui la gente parla di lei-
-Da quando ti importa il parere della gente?-
-Cato, io mi preoccupo per te, non voglio che ti succeda nulla-
-Mamma so badare a me stesso. E poi Clove…lei non è un nemico-
-Non difenderla…dicono che potrebbe aver ucciso sua madre-

Smetto di mangiare, non so cosa dire, non può essere vero. Mia mamma sembra crederci, ma io non voglio. Odio chi sparla, nel distretto siamo abituati a sentire i pettegolezzi, solo perché delle persone amano sparlare per sentito dire. Non voglio credere che Clove abbia ucciso davvero sua madre, io non potrei mai fare del male alla mia. Mi farei uccidere anziché procurarle dolore.

Conosco poco Clove per poterla giudicare. Di lei si sa niente o poco, è molto riservata. A volte durante gli allenamenti resto a guardarla, solo per poco, e tutto ciò che vedo è solo una ragazzina. Lei non sarà mai una macchina da guerra. Anche se si presenta aggressiva e menefreghista io so che in lei c’è molto di più. Non posso esserne certo, ma quando la guardo non vedo un mostro.

-Io, conoscevo sua madre…-
-Cosa?- Non l’ascoltavo da un pezzo, ero preso dai miei pensieri.
-Lei era una feccia dell’esercito- Mia mamma sospira torturandosi le mani –Eravamo amiche un tempo, poi come tutte le cose belle, la nostra amicizia finì. Non sapevo il motivo, ma lei andò via dal distretto. So che le guardie di Capitol City la portarono via, e io non la rividi più.
Un giorno invece, si ripresentò nel nostro distretto, io ero felice perché la mia amica era tornata. Ma lei non era più la stessa. Era cambiata, loro l’avevano trasformata in un'altra persona.
Al suo ritorno stringeva tra le braccia un fagottino. Lei non è mai stata un tipo da famiglia, e vederla con un bambino mi sorprese molto. Non ho mai saputo chi fosse il padre di Clove, lei non lo ha mai detto ma io ho immaginato che fosse qualcuno di città, doveva per forza essere di Capitol City-

-Mamma, che stai cercando di dirmi?-
-Ti sto dicendo che forse c’è un motivo, per cui la madre di Clove è stata assassinata-
-Mamma, non mi sembra che accusare Clove, sia giusto-
-Può essere pericolosa- Io sbuffo –Cato, devi ascoltarmi, nel distretto nessuno ne parla perché è pericoloso sapere certe cose-

Sembra molto impaurita, non l’ho mai vista così. Anzi una volta l’ho vista, quando un ufficiale del distretto ci informò che mio padre era morto. Solo allora l’ho vista spaventata e indifesa come un agnellino. Lei è sempre stata forte oppure è solo una maschera per farmi pensare che potesse farcela senza suo marito.

-Non mi importa cosa dicono- Dico io guardandola intensamente.
-Promettimi di stare attento, non voglio perdere anche te tesoro- Dice abbassando la testa.
Faccio il giro del tavolo andando ad abbracciarla –Non mi perderai mai mamma- Non sono sicuro delle mie parole, perché solo una cosa mi può tenere lontana da lei, i maledetti hunger games.
-Mi fido di te Cato, ma continuerò a sperare che non verrai scelto alle prossime mietiture-

Non le rispondo perché non potrei farlo mai, continuo a stringerla ancora. Prendo le mie cose e mi avvio verso l’accademia, il tragitto non è lungo anzi distanzia solo un paio di case. Quello che mi ha detto non lo posso ignorare Clove assassina? Beh lei è un po’ strana lo ammetto, in accademia non parla mai con nessuno ma questo non vuol dire che lei sia un assassina.
Non ho mai ascoltato le dicerie e non lo farò ora. Anche se mettendola su questo piano, nel distretto 2 sia tutti un po’ assassini. Ma venire ad uccidere un proprio familiare?

Quando Brutus mi disse che mi sarei allenato con qualcuno, credevo che volesse solo accertarsi delle mie capacità, ma mettermi in squadra con Clove? Mi chiedo quale sia davvero il vero motivo di tutto questo. Sento strani rumori man mano che mi avvicino all’accademia. La porta di una delle sale è semiaperta, mi avvicino e vedo lei, Clove. Si sta allenando con le lance, sorrido, non è proprio il suo genere.
Noto che ad ogni lancio, si massaggia continuamente il polso destro, deve fargli molto male, anche se sul suo volto non vedo nessuna traccia di sofferenza. È impassibile, come se fosse una statua di marmo. Non riesco mai a capire se è felice, triste o arrabbiata.
Il suo viso non mostra emozioni o semplicemente non vuole che nessuno sa cosa si nasconde dietro quel muro.

-Hai finito di spiarmi?- La sua voce è tagliente quasi come la lama di un coltello.

Sento la sua voce e in pochissimo tempo un coltello mi sfiora la guancia, deglutisco perché sinceramente non me lo aspettavo, e mi do dello stupido imbecille, perché avrei dovuto prevedere un qualsiasi tipo di gesto da parte sua.

-Bel tiro Clove, peccato per la tua mira-

Ridacchio estraendo la lama incastonata nel legno della parete. Lei mi guarda socchiudendo gli occhi, mi sono accorto che adoro prenderla in giro. Vederla sbraitare e poi voltarmi le spalle sbuffando infastidita. È adorabile e inquietante al tempo stesso.

-Fammi vedere- Dico allungando la mano verso di lei.
-Vedere cosa?- Non si fida, posso capirla.
-Il polso. Ho notato che lo massaggiavi-
-Non ha niente che non va, preoccupati di te piuttosto- Fa per andare via ma la fermo.

Mi impossesso della sua mano, non so perché lo sto facendo. Guardo l’interno del polso, sembra apposto è solo un po’ indolenzito credo che abbia avuto una distorsione. Noto che chiude gli occhi quando muovo le dita in un certo punto. Lascio la sua mano prendendo delle fasce dallo zaino. Le mi guarda ma non dice una parola, niente. Ciò mi fa capire che il mio gesto non la infastidisce più di tanto.

Allungo ancora la mano e questa volta è lei a porgermi la sua, sorrido non facendoglielo notare, e prendo a fasciarle il polso.

-Le lance non fanno per te-
-Tu non sai niente, non mi conosci-
-Permettimi di farlo- Dico carezzandole il braccio.
-Perché dovrei? Noi siamo nemici- Ancora con questa storia? È vecchia Clove.
-Siamo alleati, dobbiamo aiutarci a vicenda Clover- Alzo un angolo delle labbra nel dirlo.
-Non chiamarmi Clover, lo odio e hai finito?- Dice ritirando la mano e dandomi le spalle.
-Un grazie sarebbe appropriato sai?- So che non me lo dirà mai, ma sperare non fa male, anzi.

Non risponde come ho predetto, ma non importa c’è tempo per un “grazie Cato per avermi fasciato il polso” le vado dietro posando una mano sulla schiena di lei, sussulta ma non fa una piega.

-Cato?-
-Si, Clover?-

Non faccio in tempo a dire altro che uno dei suoi coltelli è puntato dritto alla mia gola. Sento la lama fredda provocarmi un brivido lungo la spina dorsale ma non mi preoccupo lei non mi ucciderà, non ora almeno.

-Vuoi uccidermi Clover?- Dico provocandola.
-Non chiamarmi Clover…-
-Ti sfido Clover, uccidimi- Sorrido cingendole la vita.
-Non sfidarmi non mi conosci Cato e si, non vedo l’ora di ucciderti- Disse ad un soffio dal mio viso.
-Parli ma non lo fai…cosa aspetti Clo?

La stringo di più a me, voglio proprio vedere fin dove si spingerà. Sento qualcosa di caldo scorrere lungo il collo, credo sia il mio sangue. Ad un tratto lascia cadere il coltello, la spingo contro la parete stringendo la presa in modo che non scappi via. Voglio scoprire chi sei Clove.
Guarda il piccolo taglio sul collo, sto per dirle qualcosa quando le sue labbra toccano la mia pelle.

-Clove…?-

Lei sta zitta, ma sento chiaramente il suo bacio sulla mia ferita. Si allontana dopo poco, c’è il mio sangue sulle sue labbra. Mi avvicino e lei non fa una piega, quando sento un dolore atroce che mi fa inginocchiare sul pavimento. Mi ha appena dato un pugno allo stomaco.

-Coff…coff…sei imapazzita?- Dico tossendo.
-No, sono perfettamente lucida, sei tu quello pazzo- Dice avvicinandosi hai suoi amati coltelli.

-Cato che ci fai li in terra? Poltrisci come al solito vero?-
-No, sono solo inciampato- Non potevo certo raccontargli cosa è appena successo.
-Bene, oggi faremo qualcosa di diverso. Tu Cato ti allenerai con Brutus e gli allievi del secondo anno-

Fantastico, e io che pensavo seriamente che oggi avrei oziato almeno un po’. Clove non sembra molto d’accordo a stare chiusa in palestra con Enobaria. Mi chiedo che tipo di rapporto c’è tra loro. È da pochissimo che cerco di capire che tipo è. Enobaria la conoscevo già, non personalmente ma non mi sono perso la sua mietitura e i suoi giochi, ma Clove…parlare di lei è tutt’altra cosa.
Sento le forti braccia di Brutus che mi tirano verso una altra stanza, odio tutto questo ma devo sopportarlo, purtroppo.

-Voglio testare le tue abilità. Combatti con loro, uccidili, falli male fai ciò che vuoi, hai campo libero Cato- Sta scherzando? Dovrei ucciderli?
-Ucciderli?- Non credo a ciò che ha detto.
-Era solo un idea, ma tu sei il cacciatore, loro sono solo prede, avanti fammi vedere di ciò che sei capace- Andò in un angolo a sedersi, aspettava che io facessi la mia mossa.

Gli allievi del secondo anno sono definiti “pivellini” non sono abbastanza bravi come quelli del terzo o del quarto.
Per questo non vengono mai scelti per gli addestramenti “speciali” come li chiama Brutus.
Sono una quindicina, molti deglutiscono immagino che non vorrebbero essere qui.
Ma pazienza non posso di certo disubbidire al mio maestro. Prendo il machete e parto all’attacco, li farò solo un po’ male, non voglio di certo averli sulla coscienza.

Qualche ora più tardi…

Mi tocco lo stomaco brontola da un po’. La lezione è finita e io sono sfinito. Mi asciugo il sudore con un asciugamano, l’unica cosa che mi è piaciuta di oggi è stata quella di non sentire la voce di Brutus attaccarmi di continuo. È stato in quell’angolo zitto e muto come se non fosse veramente con noi in palestra. Cosa gli passi per la testa non voglio nemmeno saperlo, ora reclamo solo cibo.

Un'altra cosa che amo di questo posto è la mensa, almeno per qualche ora ci lasciano liberi di fare ciò che vogliamo. La mensa è abbastanza grande e spaziosa. Almeno qui non siamo allievi ma siamo solo ragazzi che chiacchierano e scherzano tra loro. Qui possiamo dimenticare per un attimo quello che siamo realmente. Mi guardo intorno ma lei non c’è, scuoto la testa mi do dello stupido perché non dovrebbe importarmi eppure continuo a pensarla.

-Cato, vieni a sederti qui!-
-Qualcosa di nuovo? Questo cibo non è il massimo-
-Smettila di fissarla-
-Fissare chi?-
-La ragazza dei coltelli- Disse facendomi notare che effettivamente, si, la stavo guardando.
-Non è come pensi…-
-È pericolosa, e prima o poi qualcuno di Capitol City, verrà a reclamarla-
-Che vuoi dire?-
-Presto lo vedrai-

Vedo Clove uscire dalla mensa, e dirigersi dietro l’accademia. Devo seguirla, devo fare in modo che si fidi di me.

******

Enormissimo ritardo. Troppo, troppo tempo.
Non so cosa dire, l'ho proprio abbandonata questa storia. Avevo pensato anche a cancellarla, perchè effettivamente i primi capitoli non mi piacevano tanto.
Cato e Clove sono i miei preferiti e ho provato a scrivere su di loro. Ho cercato di descrivere una Clove cattiva, menefreghista, una che se ne frega degli altri, che pensa solo ed esclusivamente a se stessa. Una pronta ad uccidere...ma non mi riesce molto bene.
Vado più per il genere romantico etc..però tentare non nuoce e non ha mani ucciso nessuno xD
Questa storia ho deciso di continuarla. Lo farò pubblicando un capitolo 1 volta a settimana se tutto va bene. L'errore che faccio è quello di iniziare nuove storie e non riuscire più a gestirle tutte insieme.
Ma cercherò di impegnarmi e riuscire a postare. So anzi è una cosa risaputa che dopo un anno questa ff ormai sta nel dimenticatoio. E ho pensato di rispolverarla e farle riprendere vita xD
E niente...i cap da ora saranno leggermente diversi da come li avevo pensati, e ci sarà una Clove un pò diversa dai primi capitoli. E boh, spero che piaccia ancora a qualcuno e a sabato prossimo!

  
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