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Autore: Rodashi95    09/03/2014    2 recensioni
[Cronache del Mondo Emerso]
Prima fanfiction della mia vita; a voi l' opinione :) ATTENZIONE SPOILER: LEGGETE TUTTI I LIBRI DELLA SAGA DE "LE CRONACHE DEL MONDO EMERSO E LA SAGA DI ERAGON SE NON VOLETE AVERE SORPRESE"
- Cosa è sarebbe accaduto se Aster avesse vinto? Questa è la domanda che mi ha tormentato per un' eternità, tanto da spingermi ad approfondire questo argomento... cosa sarebbe accaduto al Mondo Emerso? Sarebbero tornati gli elfi? I draghi? Oppure sarebbe tornato al suo stato di mondo-vergine?
e cosa sarebbe successo al Tiranno stesso? Ecco cosa viene esaminato, il luogo Oltre-Il-Mondo dove finiscono le coscienze, e il Mondo vero e proprio, dove l' incantesimo finale del Tiranno ha agito in modo.... inaspettato.
Oltre a questo il compagno di viaggio che il protagonista troverà sarà una vecchia conoscenza dei fan di Eragon... Preparate i popcorn, stanno arrivando...
Genere: Fantasy, Guerra, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Incontri

Dopo qualche tempo (se di tempo si può parlare, in un luogo ove non esiste sole, luna, o altri mezzi per calcolare il suo trascorrere), Aster cominciò a vedere qualche cambiamento nel panorama. Sembrava che più lo sguardo tentasse di vedere lontano e meno si vedesse, come se vi fosse una sorta di foschia, come quella che compare a mezzogiorno su una strada di ciottoli riarsi dal sole.

Eppure, talvolta, Aster avrebbe potuto giurare di aver visto attraverso questo velo il profilo di una montagna o quello di una valle, di un bianco più chiaro di quello del cielo che lo sovrastava. La strada sembrava fatta di un legno latteo e abbagliante, ma del tutto privo di scanalature o imperfezioni. Avrebbe potuto essere cristallo se non fosse stato per la sua temperatura e la sua consistenza al tatto.

-Sempre più bizzarro- borbottò Aster contemplando la strada

-Bizzarro, hai detto? È esattamente il termine con cui l’ avrei descritto io- Aster fece un balzo, pronto a scagliare incantesimi, ricordandosi poi che era del tutto impotente

-Chi sei? Fatti vedere- fece con voce autoritaria, anche se non riuscì a non far uscire l’ ultima sillaba in una nota lievemente stridula

-Prima del CHI cerca di capire COSA sono e poi DOVE sono; allora forse potrai avere una risposta alla tua domanda. Quanto al vedere, io sono qui, sei tu che non sei in grado di usare i tuoi occhi per vedermi, sciocco- replicò la voce in maniera arcigna

-Potrei presumere che per la tua eloquenza tu sia una sorta di oracolo- replicò colui che un tempo fu il Tiranno, indispettito. Poi iniziò a scandagliare ogni centimetro nelle vicinanze finché non trovò un punto dove la foschia sembrava concentrarsi di più.

-Ecco, bravo, sei riuscito ad individuarmi. Ora, credo che ti farò la grazia di vedere il mio vero aspetto, anche se dubito che ti piacerà-
Detto ciò la foschia sembrò lentamente dissiparsi lasciando intravedere una figura umana. Aster poté finalmente vedere il suo interlocutore, e capì il motivo del commento precedente. Era un uomo alto e imponente, calvo con una barba corta ma che gli copriva parte del mento e si congiungeva ad un paio di baffi altrettanto corti. Ma la caratteristica peggiore erano i nervi e le vene del volto, che pulsavano e sembravano sul punto di uscire fuori dalla faccia. Tuttavia il ragazzo, che aveva fatto esperimenti orribili in passato, sezionando corpi e arti ancora vivi e pulsanti, non fu minimamente impressionato da tale spettacolo.

-I miei complimenti, non molti avrebbero sopportato la vista della mia faccia- l’ uomo aveva mantenuto un sorrisetto beffardo da quando era apparso, e non accennava a mutare espressione. –Ho visto e fatto di peggio- replicò Aster mestamente.

-Bene- l’ uomo non sembrava minimamente impressionato –Posso sapere il tuo nome, ragazzino? Sempre che tu ne abbia uno, si intende-

-Il mio nome non lo usava nessuno, da dove vengo. Molti mi appellavano semplicemente come “il Tiranno”- Aster notò che il suo interlocutore non dava segni di interesse né di stupore.

-Molti facevano lo stesso con me- replicò l’ uomo –Sai, ora che ti vedo e riesco a parlarti non sembri così male come avevo pensato quando sei arrivato-

-A tal proposito, sapresti dirmi dove siamo? Non penso di aver mai visto, letto o immaginato un luogo come questo?-

-Devi avere ben poca immaginazione, ragazzino. Comunque il fatto è che non lo so, dove sia questo posto, o COSA sia. Ho passato del tempo, se è lecito parlare di tempo in un posto simile, supponendo cosa sia e facendo esperimenti, fino a controllare la foschia che mi copriva e mi celava alla tua vista, e credo di avere raggiunto una buona approssimazione di verità su questo luogo. Ma per fartelo capire, penso che dovrei stare a parlare per un po’, quindi credo che faremmo meglio ad accomodarci.

-D’ accordo- disse Aster – ma vorrei prima sapere il tuo nome

- Sei molto scaltro ragazzino, hai evitato la mia domanda, ritorcendomela contro. I Veri nomi sono cose potenti, e non intendo dirti il mio- il modo in cui l’ uomo aveva pronunciato la parola “vero” aveva fatto rabbrividire Aster per un istante – e non intendo darti neppure un mio appellativo qualsiasi se tu non mi dirai quantomeno come ti chiamavano quelli che conoscevi-

-Se può servire a farti finire con queste storie- fece il giovane mezzelfo dai capelli blu, esasperato –Mi chiamo Aster. E tu?-

-Galbatorix. Tu puoi chiamarmi Galbatorix-
  
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