Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Yennefer    10/03/2014    3 recensioni
[Sheriarty] Finale alternativo della seconda stagione.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano le cinque del pomeriggio e John aveva appena finito il suo turno del noioso lavoro occasionale che si era trovato. "Sono a casa!" esclamò entrando nell'appartamento. "Che giornataccia...". Convinto di poter trovare come al solito Sherlock intento a leggere un buon libro o a suonare si era già preparato psicologicamente alla freddezza con cui lo trattava ultimamente. Salì le scale e salutò il vuoto senza guardare, tirandosi dietro la porta; ma c'era troppo silenzio in casa e di solito una risposta almeno al saluto la riceveva sempre.
"Sherlock?" si girò cercandolo inutilmente con lo sguardo. John si grattò il capo bloccato davanti all'uscio, forse era uscito per farsi un giro, non poteva starsene sempre chiuso in casa. Fece un giro notando che l'appartamento era esattamente come l'aveva lasciato quella stessa mattina, tranne per il suo cellulare che era stato attaccato alla corrente.
Sospettoso scese al piano di sotto, chiamando a gran voce la padrona di casa per chiederle informazioni.
"Cosa c'è, John? Ti va del tè?" domandò la anziana donna facendo capolino dalla cucina, aveva appena messo le bustine dentro la teiera.
"Ha visto Sherlock? Di solito mi aspetta sempre a quest'ora." Chiese mentre con una mano rifiutava gentilmente l'invito "E' uscito stamattina di fretta, urlando che sarebbe tornato tardi o qualcosa del genere." John annuì e tornò nel suo appartamento. Lanciò la giacca sul divano e vi si sedette qualche minuto per pensare. Perchè aveva messo il suo cellulare in carica?
Si alzò e lo staccò dalla corrente, constatando che oramai era completamente carico ed acceso, non appena vide i messaggi capì immediatamente che Sherlock era andato a leggerglieli. "Certo, avrebbe anche potuto avvisarmi, lasciarmi un biglietto..." esclamò non appena lesse i due messaggi di Lestrade. Ormai era tardi per raggiungerli sul luogo, così compose il numero e decise di chiamarlo.
La linea era libera e il cellulare squillava e squillava... ma nessuno venne a rispondere, neanche al cellulare di Sherlock. John si buttò sul divano chiedendosi cosa stesse succedendo.



"Cosa credi che succederà?" chiese Sherlock seduto su un divano.
"Non credi che qualcuno si chiederà che fine ho fatto prima o poi?" il suo cellulare gli era stato sequestrato e aveva appena finito di squillare nelle tasche di Jim. Dopo l'incontro al Cafè era stato bendato lungo il tragitto in macchina, e lui l'aveva portato in una delle sue tante case sparse per Londra. In particolare si trovavano nel salotto in una villa con un giardino enorme, Sherlock ci aveva già dato un'occhiata e a giudicare dai rumori che aveva percepito in macchina poteva dire con tranquillità che si trovavano a sud, appena fuori Londra.
"Dov'è Lestrade? Per quanto hai intenzione di tenerlo coinvolto?" Per tutto il tempo Sherlock non aveva fatto altro che riempirlo di domande. Jim si appoggiò ad una parete incrociando le braccia, era dannatamente serio.
"Quanto sei noioso, perchè non ti godi il soggiorno?" Sherlock si appoggiò coi gomiti sulle sue ginocchia, assumendo un'espressione di finto stupore "Vorresti farmi credere che mi hai portato qui solo per godermi il soggiorno?" Jim andò a sedersi accanto a lui, assumendo la sua stessa postura. Non era in vena di battute, a dire il vero era molto nervoso e non voleva rispondere. Sherlock invece era perfettamente a suo agio, guardava davanti a sè e aspettava semplicemente la prossima mossa.
Per qualche minuto la sala fu attraversata da un silenzio imbarazzante, a cui Sherlock non diede alcun peso, dopodichè Jim si voltò e aprì la bocca come per dire qualcosa, ma non ne uscì nessuna parola. Frustrato si alzò e fece per lasciare la stanza "Fa come fossi a casa tua." disse prima di andarsene.

La prima cosa che Sherlock notò nei giorni successivi fu la totale assenza di telefoni o connessioni a internet che probabilmente erano stati tolti prima che venisse portato lì, dopodichè notò la maniacale cura dell'ordine che veniva sempre tenuta nelle stanze, totalmente il contrario della sala disordinata e polverosa del suo appartamento.
Ma la cosa che cominciava a inquietarlo erano i silenzi di Jim. Ogni volta che si aspettava dicesse o succedesse qualcosa egli cambiava stanza, lasciandolo da solo. Per quanto fosse intelligente quando voleva era davvero instabile e irrazionale. E anche se Sherlock ancora non voleva ammetterlo più passava il tempo in quella villa e più i dubbi sul loro legame si rafforzavano e prendevano forma in qualcosa che non poteva accettare.

Alla mattina del quinto giorno Jim si trovava sdraiato sul suo letto guardando il soffitto, per tutto quel tempo aveva cercato un modo di passare del tempo con Sherlock e fargli capire cosa stava provando. Ci aveva provato e non ci era ancora riuscito, qualcosa lo bloccava e la cosa lo frustrava alquanto. Non si era mai trovato in quella situazione, era come se stesse dipendendo totalmente da una persona ed era una cosa che non riusciva a concepire.
Nella sua vita era sempre stato libero da legami di quel tipo ed era abituato anzi al contrario, ovvero che la gente dipendesse da lui. Si alzò e andò a guardarsi davanti allo specchio, situato sopra una scrivania. Un impeto d'ira lo colse, prese l'oggetto e lo scaraventò a terra distruggendolo per poi ritornare come se nulla fosse un secondo dopo, decise che non poteva andare avanti così poichè si stava rendendo ridicolo e vulnerabile, forse sarebbe tornato al suo piano originale e prima o poi l'avrebbe direttamente ammazzato, togliendo il problema alla radice.

Quel pomeriggio si recò in giardino, dove Sherlock era intento a leggere sotto un grande albero.
Jim si posizionò davanti a lui lanciandogli il cellulare "Vattene." disse semplicemente "Scusami?" Sherlock chiuse il libro con un gesto, alzando la testa "Sei libero, per il momento."
Sherlock lo guardò per un attimo dal basso all'alto "E che mi dici di Lestrade?"
"Era un bluff, gli ho solo fregato il cellulare." disse Jim come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo. Sherlock si alzò scuotendo la testa "Non me ne vado." Jim sorpreso si apprestò a chiedere perchè "Mi hai tenuto qui per cinque giorni e in ognuno di essi hai provato in tutti i modi a dirmi qualcosa, credi che non me ne fossi accorto?" chiese. Jim fece una smorfia e lo squadrò dalla testa ai piedi, dopodichè si avvicinò bagnandosi le labbra con la punta della lingua. Sherlock lo osservava aspettandosi una risposta, ma Jim non disse nuovamente nulla, non rispondeva. Si limitava a fissarlo negli occhi con una smorfia di incertezza in volto. Uno psicopatico e un sociopatico nello stesso luogo, entrambi clinicamente quasi incapaci a provare amore o quanto meno a comprenderlo. Eppure si trovavano lì, l'uno davanti all'altro, consapevoli dell'attrazione reciproca senza però capirla veramente a fondo.
Così Sherlock, una volta che capì che non avrebbe ricevuto alcuna risposta, fece un passo avanti e gli mise una mano sulla spalla, avvicinandosi al suo orecchio con disappunto "Sei un codardo, Jim." sussurrò. Dopodichè lo guardò negli occhi e in un attimo, senza sapere cosa stava per fare,  intrecciò le sue dita tra i capelli di Jim e avvicinò le sue labbra. Lo baciò con una sorta di disgusto e ammirazione.
Egli si lasciò trasportare ricambiando con passione, al contrario di quella volta che l'aveva baciato sul tetto per sbeffeggiarlo. Una volta che si staccò Sherlock si appoggiò alla sua fronte "Cosa sto facendo?" si chiese fissando il vuoto, Jim gli sollevò il volto impulsivamente "Stai ammettendo la verità."
"Che verità?" Chiese egli prontamente.
"Il nostro legame".
"Mi pare che neanche tu volessi ammetterlo fino ad un secondo fa." Sherlock non voleva e non poteva accettare di avere un qualche sorta di legame con un malato mentale. Uno che rapiva le persone e minacciava di farle esplodere per noia, era contro sè stesso. E se non era amore ma pura e semplice attrazione, come poteva fare per evitarla?
 Nonostante tutti i suoi dubbi quella situazione lo eccitava ed erano giorni che non avrebbe voluto altro che trovarsi proprio lì davanti a lui. Inoltre Jim, non comprendendo l'amore, fino al rapimento era rimasto convinto di poter sfruttare in qualche modo quella situazione a suo favore e di averlo in pugno. Il tutto si era ribaltato nel momento in cui aveva provato a dichiarare i suoi sentimenti e ora era Sherlock a tenere le redini. Senza che se ne rendessero conto si lasciarono andare per la seconda volta, si baciarono come due adolescenti che scoprono per la prima volta di piacersi. Jim lo attirava a sè con le mani sotto la giacca, Sherlock gli tormentava i capelli. Si attiravano quasi volessero diventare un tutt'uno e niente avrebbe potuto fermarli.

Un minuto dopo si ritrovarono sdraiati sul prato, Jim gli slacciò il cappotto. "Questa cosa è diventata più grande di noi, devi accettarla." Sherlock rotolò in modo di trovarsi sopra di lui. "Non posso." Disse semplicemente, così Jim rotolò nella direzione opposta "Ma non puoi negarla." In tutta risposta Sherlock gli sfilò la camicia dai pantaloni accarezzandogli i fianchi, gli stava fancendo perdere il controllo più di quanto egli pensasse e questo lo metteva leggermente a disagio. Jim passò a baciargli il collo compulsivamente mentre la sua giacca veniva abbandonata sul prato. Rotolarono avvinghiati infrangendo i muri che fino ad allora ognuno di loro si era dato in quel campo. Senza più le giacche le loro camicie si sporcavano di terriccio e prato, ancora bagnato dall'ultima piovuta e i brividi di freddo non facevano che incrementare quell'eccitazione.
 Sherlock sapeva che non avrebbe dovuto lasciarsi andare ma la cosa era davvero diventata più grande di loro.
Rimasero su quel prato, cercando di far durare quel momento il più a lungo possibile, poichè in cuor loro sapevano che le cose sarebbero presto cambiate.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Yennefer