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Autore: Cocconut_N    11/03/2014    1 recensioni
Durante la WW2, ci sono state molte storie che poche persone conoscono, qui vi racconto una storia di un gruppo di giovani partigiani proveniente da tutta l'Europa.
E tutto ciò dobbiamo iniziare dal Marzo di 1939, sul punto di fine della guerra civile spagnola, quando le Brigate Internazionali e gli spagnoli stessi sono obbligati ad abbandonare la Spagna. Alcuni ritornano alla patria, alcuni immigrarono in una delle poche nazioni non in guerra, e ci sono altri che poi divennero uno dei partigiani in Italia.
E uno di loro, un ragazzo di nome Antonio fece parte della prima brigata "Garibaldi", e proprio dei membri di questa brigata parleremo, il ragazzo italiano Lovino, il "filosofo" tedesco Gilbert, la zingara Elizabeta, il vide comandante francese della brigata Francis, il misterioso Robinson Arthur e la bellissima russa Natalia.
coppie: SpaMano, PruHungary, FrUk.
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Decimo capitolo

Nella sala riunioni del secondo piano, tutti i comandanti hanno fatto il consiglio fino a sera tardi. L’ufficiale Nicola da tutte le direttiva, e di volta in volta corregge i discorsi dei comandanti, dando anche dei suggerimenti. Tutto ciò che ha corretto sono tutti ragionevoli, anche necessaria ed opportuna. Ma Francis sembra di trattenersi, infatti non dimostrò la sua ripugnanza per questo ufficiale.
Lui sapeva che Nicola è un uomo diligente e competente. Ma quello che è successo il mese scorso: un brigante di nome Claude, mentre perlustrava si era addormentata nella foresta. Per questo la squadra di Francis hanno incontrato i nemici, e solo dopo una dura lotta riuscirono ad abbandonare la collina. Ma l’ufficiale ha punito tutta la terza brigata innocente insieme a Claude, per il motivo di essere allontanati dal punto di riunione senza permesso. Si arrabbiò in un modo esagerato il generale Zavattini, torse tutti la punizione del ufficiale alla terza brigata. E per Claude, gli tolse soltanto gli armi, e doveva occupare tutti i lavori di pulizia.
L’ufficiale Nicola si scusò dicendo che era soltanto troppo agitato, ma Francis notò il suo fare iniquo. Se i francesi possono tollerare tutti questi modi iniqui, allora le cose successe all’anno 1792, 1848 e nell’anno 1871 non sarebbero mai accadute.
Francis Bonnefoy è un vero uno francese. Come dice Victor Marie Hugo: Nascere non è per trascinare le catene, ma per aprire le ali e volare. Queste persone saranno le prime a sollevare la bandiera, uccisi in battaglia; ma se è necessario, si può ritornare subito nella vita normale, ritornare dei fiori e vini. La nonna di Francis aveva detto una frase del genere: la felicità appartiene a queste persone.
Nicola parlò delle operazioni che si svolgono nel 19 ottobre. Con motivi sufficienti dimostrò l’importanza di quest’azione, ed ha insistito che tutte le forze principali si distaccano dal proprio gruppo e riunirsi alla prima brigata temporaneamente. Quando tutti gli altri erano d’accordo con ciò, Francis era in contrario. “Il nostro Bonnefoy, alla fine è sempre un francese, deve sempre essere l’unico a dire sempre di “no”” Nicola gli rispose. In ogni decisioni ci dovevano essere almeno tre brigate ad essere d’accordo, l’ufficiale era sicuro che il generale stava da parte sua, per tutti coloro che hanno portato tutte le notizie, corrispondevano perfettamente ai suoi suggerimenti.
Il suo obiettivo era realizzato. L’ufficiale operativo rivelò un sorriso da vittoria al vice comandante.
Le proposte dell’ufficiale, ha avuto tutti i voti d’accordo: con le forse principali della brigata avrà un grandissimo successo invadendo l’area Savannah dei soldati tedeschi. Ma soltanto il vice comandante non vuole fare questo rischio, anche se non ha il motivo per convincere i compagni. Mica Francis doveva dire che gli stava antipatico l’ufficiale?
Il motivo per cui Francis non  tollerava l’ufficiale Nicola, non era soltanto Claude, ma è tutta la sua curiosità per Robinson. Sono già due volte, Nicola sembra di arrivare senza accorgersi su questo argomento. Una volta è nella riunione, un’altra in un dialogo quotidiano, ma sembra che anche Francis senza accorgersi inizia a parlare di un altro argomento. Tutte le volte che pensa che tutti i segreti di Robinson, sa soltanto lui e il piccolo Peter, si sente più che orgoglioso.
Negli anni della guerra, i dubi innecessari potrebbero portare veri ferite ai compagni. Anche se l’ufficiale è un vero compagno, il suo iniquo, la sua agitazione e la troppa curiosità, potrebbe portare grandi problemi alla brigata, non riesce a capire questo per caso l’ufficiale Nicola?
“Stanotte, o domani, devo andare da Zavattini di nascosto. Devo dire tutto ciò che mi preoccupo, devo far lasciare almeno una strana di ritorno.” Il vice comandante pensò e si dirige verso la stanza del generale.
La prima persona che incontrò Francis sotto le scale è il piccolo Peter. I due camminano insieme verso il giardino.
“Senti, fratello.” Quando arrivano nella stalla, sicuri che nessuno li stia sentendo, Francis sussurrò vicino alle orecchie di Peter, “d’ora in poi non vai a trovarlo direttamente.”
“Che è successo?”
“Niente, poi ti darò il modo per andare a trovarlo.” Francis continuò, poi all’improvviso con un tono spaventoso, “C’è qualcuno che ti ha chiesto di lui?”
Il ragazzo negò.
“Veramente?”
“Chi è che non è stato bravo?” Il ragazzo domandò, “Perché non posso più a trovare Ar…Robinson?”
“Adesso sei tu che non stai comportando da bravo bambino, e stai cercando di sapere qualcosa dal tuo generale? Ok, in verità non è successo niente, è solo per essere più sicuri.” Francis alla fine ha mentito, per non far preoccupare al ragazzo.
I due uomini, uno piccolo uno un po’ più maturo, escono dalla stalla. E le stelle iniziano brillare nel cielo.
“Hey, Fran, te lo ricordi la lezione di fisica dell’altra volta?” il più piccolo rompe il silenzio, “mi avevi detto  che i segni zodiacali non esistono. Gli antichi osservavano il cielo, e immaginavano delle linee tra le stella formando ogni forma, così c’è stato l’orso maggiore, orso minore e tutti gli altri…”
“Sì, è così.” Il vice ufficiale iniziò a disegnare nell’aria, “Pete, se vuoi disegnare con le stelle delle sopracciglia doppie, lo potresti chiamare il segno Kirkland, è tutto possibile.”
“Il segno Kirkland delle sopracciglia giganti! Sono io, Francis!”
Tutte le stelle sono uno distaccate dall’altra per migliaia di kilometri anche di più, ma la gente della pensano che siano vicini di casa. Perché gli uomini e le stella sono veramente troppo lontane, se non riescono a preoccuparsi della propria solitudine, come fanno a preoccuparsi della solitudine della stella.
Nel mondo non ci sia la cosa più spaventosa della solitudine. Specialmente quando di apre una porta, tutto il buio entra nel corpo, sia nella brigata pieno di confusione, oppure nelle strade di Parma pieno di gente, tutto è digerito dalla solitudine.
Lovino si appoggiò vicino al muro. Quello è l’unica cosa resistente nella solitudine, ed è anche l’unica cosa che lo separa dal mondo vivace e pieno di vita. Anche se il mondo è crudele, ma è sempre vivace e pieno di vita. Quando sta ancora andando avanti, serve sempre qualcuno che gli sta accanto—sia in un esplosione di una bomba, sia sotto un colpo di fucile. Infatti, prima che arriva questo terribile giorno, non capirà cos’è la paura.
Ma questo terribile giorno deve sempre arrivare per Lovino. Nella prima missione che deve compiere da solo, nel mercato di Parma, senza avviso, dei soldati gli saltano addosso, persino il cappello viene preso da loro. Era un cappello per niente male, gli aveva regalata l’ufficiale, adesso è finito nella meni di qualche soldatino.
Non riesce ancora a capire, dove c’è stato l’errore. Se Lovino potrebbe calmarsi adesso, potrebbe pensare così: potrebbe essere che tutti questi soldati sono solo impauriti da tutto ciò che sta accadendo, acchiappa ogni persona che vede—infatti prima che scoprono qualcosa, poteva far finta di non sapere nulla.
In questo momento sente il rumore della porta, c’è qualcuno che gli sta portando da qualche parte. Se qualcuno adesso gli fa compagnia, non avrebbe paura nemmeno se gli stanno per uccidere.
Ma non c’è nessuno, questo è l’inizio di tutta la paura,
“Basta che non muoio.” Lovino parla tra se e se, “basta che non muoio!”
Non si ricorda persino che cosa stia dicendo il Gestapo che si trova di fronte a lui, si ricorda solo che il loro tono sembrano di aver capito qualcosa, e si ricorda anche che sta dicendo soltanto “Non lo so”.
Le cose che seguì, deve solo ricordare che quel giorno la sua vita si era terminata…
Un Gestapo gli fa mettere vicino al muro, e non farlo muovere. Poi “Bang”, quel suono forse, sembra che tutto l’universo sia esploso vicino alle sue orecchie. Sembra di essere passata un secolo, poi capisce che: loro hanno sparato colui che gli stava accanto.
Un’altra intelligentissima invenzione degli uomini di punizione, così che hanno fatto l’esempio a Lovino Vargas: in una stanza interrogatoria, un statua alla forma del corpo umano pieno di buchi di pallottole.

 
Parole dell’autrice:
Okay, sono tornata, come sempre spero che mi piaccia, ho notato che questo capitolo è veramente difficile e lungo e.e 
  
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