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Autore: Amrita    11/03/2014    0 recensioni
Serendipità: trovare fortunosamente una cosa mentre si sta cercando qualcos'altro.
Caro diario, ancora non ci posso credere! Sono riuscita a sistemare tutti i miei impegni per oggi e riuscirò ad andare alla première di "Charlot"! Vedrò Robert dal vivo! Non ci posso ancora credere, mi sembra un sogno... e semmai lo fosse davvero, non provate a pizzicarmi!
Ho ancora due ore per prepararmi, dato che sembra che dovrò andare da sola. Cosa dovrei indossare?Fa dannatamente freddo fuori e... sta anche nevicando! Come se non bastasse...

Nota: ripubblico questa storia con qualche modifica dopo averla cancellata per sbaglio (sigh).
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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18 Dicembre 1992.

Caro diario, ancora non ci posso credere! Sono riuscita a sistemare tutti i miei impegni per oggi e riuscirò ad andare alla première di "Charlot"! Vedrò Robert dal vivo! Non ci posso ancora credere, mi sembra un sogno... e semmai lo fosse davvero, non provate a pizzicarmi!
Ho ancora due ore per prepararmi, dato che sembra che dovrò andare da sola. Cosa dovrei indossare?Fa dannatamente freddo fuori e... sta anche nevicando! Come se non bastasse...

Valentina scrisse le ultime parole con una calligrafia tremolante, dovuta al brivido di freddo che le attraversò la schiena in quell'esatto momento.
Chiuse il diario e, con un immancabile sbuffo dovuto alla sua infinita pigrizia, si alzò dal letto morbido per chiudere la finestra.
Poi, aprì l'armadio, sospirando. Tirò fuori tutti e vestiti e si cambiò minimo otto volte. Riuscì a trovare una combinazione decente, stivali da pioggia alti fino al ginocchio a parte.
«Maledetto tempaccio londinese...» borbottò mentre sistemava i capelli ricci in una lunga treccia.
Si guardò allo specchio soddisfatta e poi uscì di casa con il colletto della giacca tirato su.

La neve cadeva pacata, e la treccia della ragazza ondulava morbidamente ad ogni passo.
Una volta sul posto, respirò profondamente, per poi iniziare a sgomitare tra la folla come il più rude dei giocatori di rugby. Forse non era molto femminile, ma almeno si era guadagnata un posto in prima fila.
Mancava una ventina di minuti all'arrivo degli attori, e Valentina era ben decisa a non cedere quella postazione privilegiata, quindi non si fece molti problemi a malmenare chiunque le si avvicinasse perché non la usurpassero.
Quando finalmente gli attori arrivarono, Valentina li osservò passare annoiata, sollevandosi sulle punte di tanto in tanto per cercare l'unico che gli interessava davvero incontrare.
Una volta che le star furono entrate, anche le persone affluirono nel cinema per assistere alla proiezione del film.
Valentina però non si mosse. Robert non era venuto. Rimase lì per un po' di tempo a fissare il vuoto. Poi si girò, decisa a tornare a casa, ma...un momento, non poteva perdere quell'occasione.
Si guardò attorno furtiva: la strada era deserta.
Zampettò velocemente fino all'inizio del tappeto rosso, si lisciò gli abiti e partì. Con un sorriso stampato in faccia, camminò lentamente sul tappeto, salutando dei fan inesistenti.
Quando incespicò sui suoi stessi piedi, una risata maschile la riportò alla realtà.
Si rimise in equilibrio e tentò di allontanarsi velocemente coprendosi il viso in fiamme con una mano.
Qualcuno, però, la bloccò con un braccio e lei, istintivamente, l'afferrò e lo torse. La stessa voce di prima stavolta urlò, ma Valentina l'aveva già sentita.
Il giovane si tirò su massaggiandosi la spalla. Era di una decina di anni più vecchio di lei, vestito in giacca e cravatta. Un leggero fiatone faceva sì che dalla sua bocca uscissero tante nuvolette vaporose.
Gli occhi di Valentina s'illuminarono e la sua bocca si aprì automaticamente con sgomento.
«Sei sempre così sull'attenti?»
«Hnn? Aaah... uhm... Robert?» esitò lei.
«Ti sembro forse James Dean?» replicò Robert ironico.
Valentina sorrise e si diede un pizzicotto di nascosto sulla coscia per svegliarsi dalla lentezza mentale.
Una volta riappropriatasi delle sua facoltà comunicative, chiese «Scusa l'impertinenza, ma come mai non sei venuto prima?»
«Tutta colpa dell'autista: mi ha lasciato a piedi all'ultimo minuto.» rispose storcendo il naso «Ho dovuto fare svariati metri di corsa per cercare di arrivare in tempo, ma evidentemente...»
Valentina ridacchiò.
«Oh, io non riderei tanto se fossi in te sai?» disse lui, e scimmiottò la camminata altezzosa sulla passerella.
Lei, nonostante fosse arrossita come un peperone (di nuovo), non potè fare a meno di ridere di gusto a quella imitazione. Effettivamente, era stato piuttosto stupido da fare.
Robert la guardava soddisfatto mentre lei rideva, e, quando smise, lui sembrò riscuotersi.
«Comunque credo che se bussi, o qualcosa del genere, ti faranno entrare: sei il protagonista, dopotutto.»
«Già, immagino di sì» rispose Robert «Andiamo?»
«Eh? Ah, uhm, no. No, non sono in vena, sul serio.»
«Allora perché sei qui?»
«Ehm, be'... per la première?»
Robert la guardò annuendo piano e strizzando gli occhi, fingendo un'aria sospettosa.

«Be', io dovrei veramente andare...» esordì Valentina sorridendo dopo un po'.
«Oh, sì, si sta facendo tardi» rispose lui lentamente, continuando a fissarla.
«Esatto, già, già...»
Ma nessuno dei due si mosse.
«Senti, visto che sei qui... posso... una foto assieme?» chiese lei tirando fuori una Polaroid.
Robert annuì sorridente.
Quando la ragazza pigiò il pulsante, il flash li accecò per un momento. Lui si portò le mani agli occhi, strillando teatralmente «Aaaah! Brucia! Brucia!»
Valentina sorrise, ma si limitò ad estrarre la foto e a sventolarla in aria.
«Aspetta... mi fai un autografo?»
«Se riesco a vedere...»
Robert firmò con il suo nome e disegnò un cuore attorno ai loro visi.
Lei ringraziò e fece per andarsene, ma lui la fermò di nuovo.
«Oh! E il tuo?»
«Il mio cosa?»
«Autografo, mi sembra ovvio. Oh, e pretendo anche una foto» rispose Robert sorridendo.
 Valentina rise «Sì, come no...»
«Guarda che sono serissimo.»
«Ma...? Oh, come vuoi» disse lei, facendo spallucce.
Scattò un'altra foto, e stavolta fu Robert a sfilarla rapidamente e sventolarla per aria con forza. Poi la porse a Valentina come fosse una scarpetta di cristallo.
Lei scrisse semplicemente il suo nome sulla foto e la riconsegnò a Robert, che la rigirò un paio di volte, per poi chiedere «Be'? E il numero di telefono?»
Valentina diventò rossa un'altra volta, borbottò qualcosa di incomprensibile, salutò con la mano e si allontanò correndo.
Robert si avvicinò al cinema. Lesse il nome sulla foto «Valentina. Hm.»
Con uno sbuffo e un sorriso, sparì dietro le porte.
   
 
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