Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Fanni    11/03/2014    2 recensioni
-"E' ghiacciata."- rabbrividii al solo tocco.
-"E' morta."- gesticolò con le mani.
-"Siete sicuri?"- alzò un sopracciglio.
-"Ovvio, siete dei cretini, è da milioni di anni chiusa in un cubo di ghiaccio."-
-"Dio, questo è spaventoso."- afferrai la prima cosa che mi capitò tra le mani.
Un urlò riempì la stanza. spalancai gli occhi, correndo via.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Pattie Malette, Ryan Butler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FROST
Capitolo1.

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Mio padre si era avvicinato di più, aveva scavalcato le protezioni avvicinandosi al pezzo di ghiaccio -“Vieni Justin, non ti mangia.”- rise battendo le mani, roteai gli occhi scavalcando quella specie di balconcino. -“Sai che paura.”- la mia voce era risultata così acida che vidi mio padre perdere il sorriso per un minuto, ma lo riprese subito dopo. -“Guarda le sue mani, sono davvero umane.”- sorrise piegandosi sulle ginocchia, fece segno di avvicinarmi.-“Penso che i suoi capelli siano neri, però il ghiaccio avrebbe potuto compromettere delle cose, sai abbiamo paura di prenderla, potrebbe rompersi.”- mise una mano sul ghiaccio, accanto a quella della ragazza.-“Sarebbe una catastrofe, penso morirei.”- annuì frenetico.-“Jeremy, non mi sembra così importante, voglio dire, potreste trovarne tanti altri.”- mi guardò male. -“Non troveremmo altri in queste condizioni, così perfette.”- fissò intensamente il ghiaccio, quasi come se avesse potuto scioglierlo.-“Come vuoi, ma io tutto questo lo trovo stupido, e noioso.”- sorrise-“Anche io da ragazzo dicevo così, odiavo questo lavoro, lo odiavo con tutto me stesso, e guardami adesso.”- si indicò.-“Darei la vita per tutto questo.”- sbuffai appoggiandomi al ghiaccio, milioni di brividi percorsero la mia schiena-“Ma io non sono te, senti, sarà anche interessante, ma non m’importa.”- mi scostai e risalii.-“Torna a casa, Justin, è tardi.”- lo vidi serrare la mascella e prendere un piccolo scalpello.
Uscii fuori, senza nemmeno capire le ultime parole che mi aveva detto.
Odiavo quando mio padre era convinto di conoscermi, quando era convinto di sapere chi sono, come poteva?
Nemmeno io sapevo chi ero.
-“Già finito il tour, Justin?”- sorrise facendo schioccare la lingua, le sorrisi guardandola dalla testa ai piedi.-“Deasy, eh beh, sai queste cose mi annoiano.”- annuì e si grattò una mano-“Che ne dici, di andare a fare un giro?”- le porsi il braccio e risi leggermente -“Non ho altri appuntamenti, quindi.. perché no.”- sorrise afferrando il mio braccio-“A proposito, tu che ci fai qui?”- la guardai, era poco più bassa di me, era bellissima, davvero.-“Mirtlos è mio nonno.”- fece spallucce accarezzandomi con il pollice il braccio.
Senza nemmeno accorgermene eravamo già all’uscita-“Ti ha fatto vedere la scimmia?”- rise, aveva una risata quasi stridula, ma infondo nessuno è perfetto.
Arriccia il naso-“Non era una scimmia, ma una ragazza del paleolitico, se non sbaglio.”- mi guardò corrugando la fronte-“Oh dio, dimmi che non sei uno di quei fissati.”- si morse il labbro, scossi la testa-“No, ma per la prima volta ho prestato attenzione a mio padre, sembrava così contento di quella scoperta.”- guardai avanti, mi sentivo in colpa, riuscivo sempre a farlo deprimere, riuscivo sempre a fargli cambiare umore, ma mai, in modo positivo.
-“Oh menomale, non li sopporto, sono troppo”- fece dei versetti con la bocca simili a ‘cin-cin-cin’.
Scossi la testa-“Comunque sia.. non parliamo di questo, parlami di te.”- sorrise-“Ho diciannove anni, ho lasciato la scuola qualche anno fa, mi piace divertirmi e beh..”-rise, feci un cenno con la testa per incitarla a continuare, si avvicinò al mio orecchio e sussurrò ‘scopare’, mi morse piano il lobo.
-“Sono davvero contento per te, però sai, pensavo fossi più interessante.”- sbuffai.
Odiavo le ragazze così, ero uno stronzo, ci provavo con tutte, ma.. non così.
Mi piacevano le ragazze con carattere, le ragazze semplici, e ragazze capaci di pensare.-“Che intendi dire?”- la sua voce diventò acuta, misi un dito accanto all’orecchio-“Che sei una delle tante puttanelle.”-sorrisi.
Dopo poco sentii la guancia in fiamme, mi venne da ridere, ma trattenni le risate-“Questo mi fa solo capire che ho ragione, bello schiaffo comunque.”-risi-“Non sei nessuno per trattarmi così justin.”- sorrisi e mi allontanai da lei.-“Ripeto, pensavo fossi più interessante, ma in questo periodo sbaglio parecchio.”- sorrisi ancora e presi la strada di casa.
Mi aggiustai il ciuffo e camminai con le mani in tasca, le mani si erano gelate, quasi non riuscivo a muoverle.
Adoravo camminare verso quell’ora, non c’era nessuno in giro, o meglio, a causa del freddo le persone si rifugiavano nei bar, e per strada non c’era nessuno.
Mi rilassava quel silenzio, mi faceva pensare, riuscivo a pensare meglio.
Sentii lo stomaco contorcersi, mi sentivo in colpa, avrei dovuto trattare meglio mio padre, in fondo lui non aveva fatto niente, e tutta la rabbia che tenevo dentro, la sfogavo su di lui..
Arrivai a casa, dalla finestra vidi l’ombra di mia madre, correva dovunque.
Stava cucinando, ne ero sicuro, sorrisi al pensiero dei suoi capelli scombinati e della musica ad alto volume.
Mi risvegliai dai miei pensieri ed entrai in casa. -“Mamma, sono tornato a casa.”- sentii la musica ad alto volume, e sorrisi per aver indovinato, le mie parole si persero, non mi sentì.
Mi avvicinai a lei abbracciandola da dietro, la sentii sobbalzare e risi-“Oh tesoro mio, sei tu.”-sorrise-“Ho preparato gli spaghetti alla bolognese, su metti la tavola, tuo padre sta arrivando.”- le stampai un bacio sulla guancia e presi il necessario per apparecchiare-“Com’è andata la giornata, mammma?”-sorrise -“Davvero bene tesoro, ho venduto altre quattro case, un affare.”- saltellò correndo alla porta.
Aveva visto mio padre dalla finestra, ed era corsa ad aprirgli.
Si amavano, si amavano da morire.
Questo è l’amore che vorrei.
Quello dei miei genitori. -“Ciao papà.”- accennai un sorriso e mi avvicinai a lui.
Di scatto mi abbracciò. -“Lo so, non c’è bisogno dirlo.”-sorrise -“Scusa, lo stesso.”- mi diede un buffetto affettuoso sulla spalla.-“Dai, mangiamo che ho fame, che hai cucinato donna?”-rise.
Gli era tornato il buon’umore.
Passammo la serata a parlare del più e del meno-“C’è qualcosa che non mi convince però.”- posò i piatti nel lavandino.
-“Cosa?”- mia madre lo guardò-“Sai, vogliono esaminare il corpo della ragazza, vogliono vedere se è tutto uguale a noi, ma non mi convince questa cosa.”-scosse la testa.-“Dai papà che sarà mai, voglio esserci anch’io.”-sorrise.
Sapevo d’averlo fatto contento.










 
SPAZIO AUTRICE:
Saaaalve gente.
Allora, ammetto che questo capitolo non mi piace tanto..
però ho la testa fusa, e so che se non l'avrei scritto 
oggi.. probabilmente avrei dimenticato di farlo.
anyway.
Spero che vi piaccia.. 
ho passato mesi a pensare ad una storia"nuova."
non volevo scrivere le solite cose.. 
diciamo che la vera storia inizierà dal secondo, o terzo capitolo.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci, Fanny.


 


 
  
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