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Autore: MilesRedwing    11/03/2014    2 recensioni
La zia Quickdraw e Nonna Sparrow, due personaggi dai libri ispirati a pirati dei caraibi, due donne molto simili e due agguerrite piratesse. Come è cominciata la loro storia? Quante avventure hanno passato insieme? E perché si odiano al punto di non potersi vedere senza abbordare l'una la nave dell'altra?
Un grazie speciale a FannySparrow che mi ha dato l'ispirazione per questa mia prima long con le sue Famiglia, dalla raccolta del capitano e Noose- Accalappiati, di cui sono appassionata, grazie, Fan! ^.^
Ah, buona lettura e figli maschi
Milletta
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noia, gelo, rabbia, note. Il cielo aveva già mietuto parecchi animi quel giorno e ancora non era soddisfatto. Trenta vittime sotto le asce dei suoi uomini, dieci sotto le onde e venti al kraken. Eppure, infine, il diavolo dei mari era insoddisfatto sì come la marea, continuando a sciabordare a zonzo per la sua cabina. A strimpellare melodie meste e poco intonate. Cosa avrebbe dato per un animo distrutto. Cosa?! Ah, ma gli animi non apparivano certo tutti uguali ai suoi occhi assetati di dolore e sofferenza. E anche la più intrisa di fango delle piume l’avrebbe capito, osservandoli spegnersi, che l’anima d’un mozzo non vale quanto quella d’un capitano. Perché era questo quel che Davy Jones cercava in quel frangente di sereno antecedente alla tempesta: un nobile animo da spegnere per sempre tra le gelide acque.

 

Spruzzi, assi che si spezzavano, morsi che cedevano, sartie come impazzite, cannoni alla volta dell’uragano, uomini che volavano come stracci consunti. La Bloody Mary solcava scaltra le onde d’un maelstrom nei pressi di Hispaniola.

“Non ci dobbiamo fermare, scansafatiche! Su con quei pennoni oppure vi ci appendo per le palle!” La Capitana strillava fulmini d’odio e bile verso la ciurma che, terrorizzata, eseguiva senza batter ciglio. Molti speravano di morire affogati o sbranati dagli squali piuttosto che trovarsi a bordo ad affrontare l’ira della sanguinaria donna semmai ella li avesse scovati bighellonare. Mildred Sparrow era famosa quasi quanto Black Barth in fatto di torture, delitti e supplizi a detta dei più esperti gentiluomini delle bettole di Tortuga e dintorni. E nessun povero pazzo avrebbe mai osato mettere in discussione la parola di quei poveri diavoli.

“Peschiamo troppo, signora, dobbiamo disfarci di parte del carico o caleremo a picco!” sputò mastro Pintel, tenendosi a una corda di fortuna.

“Parola mia, Capitana, mai viste onde così alte in una intera vita miserabile! Ah!” Tenne a puntualizzare il compare, mastro Ragetti, un tipo da perle di verità in momenti opportuni quanto lo fosse mai stato il chiodo che teneva conficcato in bocca.

“Beh che aspettate, merde di gabbiano!” Con decisione quella li spronava a non indugiare “Gettate fuori bordo tutto il superfluo, casse, ferri, barili, scialuppe, tutto via, a cominciare dai prigionieri e i moribondi!”

E la ciurma rapida e a tempo con la marea eseguì, mentre la nave oscillava da un’onda all’altra, più e più avanzando verso il gorgo infernale.

 

“Folle! Come puoi pensare di immischiarti là fuori?” Il giovane s’alzò e riprese a camminare lungo le assi marce. Lo osservò pensieroso tenerla d’occhio mentre si cingeva la vita con la cintola e il federo della sciabola e divertiva a celare pugnali e pistole tra le cosce e gli stivali. Aveva sempre provato un’indescrivibile quanto insana attrazione per il pericolo e le tempeste, specie quando queste fossero attorniate da ammutinamenti, fughe o battaglie. Era maestra dell’inganno, artista della lama e assassina a tempo perso, quegli spari la nutrivano, quell’acqua bagnava le sue vene sin dal primo istante di vita, i polmoni come vele le si gonfiavano nel petto, il suo cuore batteva al ritmo delle folgori. Fu allora che Quickdraw si rese conto d’essere tale e quale a sua sorella Grace.

“Abbiamo una sola speranza, John, una sola!” rispose caricando l’ennesima sputa fuoco che poi provvide a occultare sotto un nastro che teneva come d’abitudine avvolto sotto al corsetto, all’altezza della vita.

“Il maelstrom è a soli due nodi, due, porca vacca, non hanno molto tempo, non possono certo preoccuparsi di starci appresso.” Infilando il lungo cappotto prese il tricorno, gli diede una spolverata e chiuse ogni mobile, ogni botola, ogni fessura che l’avrebbe potuta esporre agli occhi gelidi e crudeli della sorellastra. “La vendetta ti sta consumando, sei ... matta se pensi di poter sopravvivere su una scialuppa in mare aperto con questo tempo!” Un tuono.

La ragazza si fermò improvvisamente, tirando un lungo sospiro volto a contenere l’impulso di freddare l’inesperto mozzo che aveva dietro le spalle con una pallottola in piena fronte, girò i tacchi e si limitò ad asserire:

“Proprio per questo vinceremo.” Il giovane indiano rimase a fissarla imbambolato e quella, intanto, puntandogli e poi porgendogli una pistola aggiunse “O sei con me o contro di me, compare, ho fatto la mia scelta, quale sarà la tua?”

Esitò un momento, ma poi le dita furono più rapide della stessa volontà e, prima che la sua presunzione mostrasse tanto coraggio da rendersi conto di quel che stava accadendo, era già appresso alla bella rossa tra i lampi impietosi e densi della tempesta.

“Voi due!! Stanno scappando! Prendeteli!” Sfoderarono le sciabole i due amanti e si batterono come pesci diavolo in quell’orrida conquista, per istinto che la vita istruì a vincer sul destino riuscirono a farne fuori tre, poi quattro, poi sette. Sferzando, lacerando, sparando, menando e squarciando s’aprirono la via e ghermendo remi e legno come avvoltoi affamati guadagnarono le onde, accecarono il cielo, domarono l’uragano. Sul viso della bella vermiglia si dipinse un ghigno soddisfatto: la sua vendetta stava per andare a buon fine.

“Poveri diavoli, osate ingannarmi, volete che vi mangi le ossa, forse?” Jimmy Leggs strillava in mezzo a quella bolgia reclamando la sua dignitosa parte di bottino a seguito dell’ennesima sfortunata scommessa a dadi.

“Dodici sette era mia la posta, Jim, non oserai contraddirmi, vero?” Ribatteva fiero il nostromo, mentre cirripedi, molluschi e parassiti d’ogni sorta s’aprivano come rughe su quel che rimaneva del suo grugno impietoso.

“Rozze anime a bordo d’un legno marcio, ecco che siete, tutti voi!” Sentenziò borbottando William Turner, il mozzo, intento a strofinare le vecchie assi dell’Olandese. Sapeva cosa lo avrebbe atteso se avesse osato contraddire quei bastardi senz’onore, ma se non altro si limitava a intrattenersi, divertendosi a guardarli azzuffarsi a vicenda e mordersi le code come gatti randagi per le fogne di Fleet Street.

“Silenzio, brutti pescivendoli! Il Capitano ci fa onore della sua presenza.” E bastarono queste poche parole dalla bocca di Maccus a far rivoltare come donzelle Ratlin, Penrod e Angler. Jimmy Leggs e Ogive si limitarono a chinare il capo, mentre l’inconfondibile schiocco della gamba di carapace di Jones unita al tonfo del suo unico stivale risuonava implacabile e crudele sul legno marcio della nave fantasma.

“Oziosi.” Sputò, scrollando la pipa sulla chela che si ritrovava al posto della mano sinistra. “Bighellonanti, marci, affannosi e stupidi animali da tiro!” Continuò, a quelle parole tutta la ciurma sussultava. “Mi allontano per concedermi del riposo e del buon vino a seguito della scarsa pesca di quest’oggi e delle poche dipartite, thze, e voi … osate trastullarvi in futili occupazioni azzuffandovi come cani rognosi alle mie spalle?!”. Sussulti, sussurri, sibili. Jones era furioso e presto lo avrebbe dimostrato. Gli uomini squalo si guardarono intorno, qualcuno alzò lo sguardo al cielo invocando una tempesta a placare l’animo del capitano, qualcun’altro lo abbassò invocando grazia, altri ancora provvidero a tenersi occupati con una qualsiasi occupazione da sentina pur di non divenire possibili prede di sfogo alla rabbia della crudele piovra. E mentre assecondando i venti favorevoli e gli istinti del suo animo Jones brandiva il gatto a nove code pronto a farlo stridere su ogni singolo lembo di carne della noncurante ciurmaglia, dalla coffa si levò un grido: “Scialuppa!! Scialuppa!! Anime, signore, anime!!” Avido, rapido, affannoso, l’oscuro nocchiere s’apprestò al timone e impugnando il cannocchiale scorse un uomo e una donna che invano tentavano di gettare via a secchiate l’acqua che stavano imbarcando. Le viscide labbra s’incresparono in un sorriso e gli occhi di ghiaccio si spalancarono alla vista del vessillo contornato da teschio e rondine: “Sparrow”, pensò.

“Finalmente, un’anima nobile cadrà in mano mia, ah!” sancì a bocca serrata, porgendo all’ignaro Maccus il fedele cannocchiale.

 

 

 

  
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