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Autore: severus89    13/03/2014    1 recensioni
Hermione Granger, prima di andare ad Hogwarts, all'età di undici anni, va indietro nel tempo all'epoca dei fondatori: essa farà parte della storia di Hogwarts, oppure cercherà di nascosto ad aiutare i quattro fondatori??
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Capitolo 2 Il libro


Era passato appena qualche giorno da quando, sotto l’esperta guida della professoressa Minerva McGranitt, Hermione e i suoi genitori avevano visitato Diagon Alley. Eppure la bimba aveva già esaminato ogni stramberia acquistata, sfogliato gran parte dei libri di testo e proprio ora, alla vigilia della partenza, era tutta concentrata a leggerne uno in particolare.

Quando qualcuno bussò alla sua porta.

-Allora, come sta la mia streghetta preferita?-

La bimba sorrise radiosa. -Oh, benone!- rispose. –Questa roba è… wow! Lo sapevi che la scuola è un castello? Lo dice proprio qui, in questo libro! Ed è stata fondata da due maghi e due streghe potentissimi e quando arriverò lì mi metteranno un cappello parlante in testa! Ti rendi conto? Un cappello parlante!-

Il Signor Granger soffocò una risata davanti all’evidente entusiasmo di sua figlia. -Dev’essere un posto davvero interessante, questa Hawargs.-

-Non Hawargs, papà- replicò lei con un sorrisetto saccente. -Si chiama Hogwarts.-

-Oh, scusa, scusa. Hogwarts- si corresse l’uomo, decisamente divertito. Pensò che gli sarebbe mancata la sua piccola durante la sua assenza, ma scacciò dalla mente quel pensiero e la raggiunse sul letto. Le sedette accanto. -E a che capitolo sei arrivata?-

-Ventuno- rispose lei soddisfatta. -Me ne mancano solo tre, poi saprò tutto quel che c’è da sapere su Hogwarts!-

-Di già?-

Hermione annuì. -La maggior parte dei miei compagni si sono preparati a dovere negli anni passati, io non voglio esser da meno. Arriverò preparata, non vi farò fare brutta figura!-

L’uomo sorrise ancora, fiero. -Brava la mia bambina, così mi piaci.- Sì, pensò, gli sarebbe mancata da morire. La strinse in un tenero abbraccio, le scoccò un bacio sulla fronte e la lasciò alla sua lettura, raccomandandole di non fare tardi poiché l’indomani avrebbe affrontato uno dei viaggi più incredibili della sua vita.

Hermione annuì ancora, ricambiò la buonanotte e s’immerse nuovamente tra le righe del vecchio libro.

In verità, sapeva la piccola, non avrebbe dovuto averlo lei.

***

-Oh, wow! Questo posto è… straordinario!-

Il Ghirigoro era una delle librerie più frequentate di Diagon Alley. Lì, le venne spiegato, la maggior parte degli studenti di Hogwarts acquistavano i libri di testo e questo era il motivo per il quale anche loro avevano varcato la sua soglia. Ma non solo: il Ghirigoro era anche una delle librerie più fornite del Mondo Magico e gli scaffali gremiti di ogni genere di volume ne era la dimostrazione.

-Signorina Granger, è libera di visitarlo se vuole ma la prego di non allontanarsi troppo. Come il mondo dei babbani, quello magico più essere più o meno sicuro per una bambina della sua età.-

-Babbani?-

Che termini buffi utilizzava a volte la professoressa McGranitt, doveva ancora abituarsi.

-Babbani, certo. Qualcosa o qualcuno privo di magia, esattamente come i suoi genitori. E questo mi fa pensare che dovrebbe chiedere loro il permesso prima di andare.-

Afferrato il concetto, Hermione rivolse uno sguardo implorante ai due. -Posso? Per favooore!-

I coniugi Granger si guardarono e, con un sorriso, annuirono all’unisono. Bastò questo per far sparire la loro figlioletta tra gli scaffali e fu proprio in quell’occasione che la bimba vide per la prima volta quel vecchio libro, ingiallito e consumato, intitolato “Storia di Hogwarts”.

Una volta a casa, lo scoprì tra i propri libri di testo senza sapere come e quando vi fosse capitato.

-Forse dovrei restituitlo…- si era detta subito. Ma poi aveva fatto spallucce e aveva deciso di studiarlo prima di riportarlo in libreria e dichiararlo ufficialmente un “errore di distrazione”.

***

Un movimento accanto alla porta le fece alzare lo sguardo. Ferma sulla soglia c’era la sua mamma, con il suo bel sorriso e lo sguardo assorto nella contemplazione della sua bambina.

-Oh,non far caso a me. Continua pure a leggere- disse la donna. Hermione sorrise e accantonò il libro.

La donna si avvicinò lentamente, la camicia da notte rosa antico frusciava ad ogni passo, finché cessò nell’attimo in cui si accomodò accanto alla figlia.

-E’ interessante?- le chiese.

La piccola annuì. -Molto.-

Ci fu un attimo di silenzio, in cui la donna la scrutò bene in volto. -Come ti senti?-

-Bene! Benissimo!- rispose lei.

-Hermione…-

La bimba sbuffò appena. -Dico davvero, mamma. Sto bene.-

La donna parve riflettere un attimo. -Hermione, tesoro, forse potrai darla a bere a tuo padre ma non a me.-

Hermione abbassò lo sguardo sulle proprie mani.

-Cosa c’è che non va?-

-Nulla…-

La Signora Granger sospirò, un sorriso mesto le piegava le labbra.

-E’ solo che…- riprese la piccola. -… è successo tutto così in fretta. Sembra assurdo, davvero, però è tutto vero e…-

-Sei tesa- concluse per lei la madre.

Hermione annuì.

-Amore mio, è normale.- La donna strinse le mani della bambina tra le proprie e le carezzò sui dorsi con i pollici. -Sfido chiunque a restare tranquillo dopo tutto quel che è accaduto. E vuoi sapere una cosa?- Si chinò in avanti, avvicinando il volto a quello della figlia. -Ho paura anch’io- le sussurrò, proprio come fosse un segreto.

Hermione la guardò un po’ stupita.

-Ma tengo duro, e sai perché?-

La bimba scosse la testa.

-Perché so quanto tu sia coraggiosa e intelligente e sveglia e sono sicura che starai benissimo. E quando tornerai a casa sarai la strega più brava, più forte e più bella di tutte e io sarò orgogliosa di te, ancor più di adesso.- Sentimenti contrastanti trapelavano dalla sua voce. -E poi avrai pur ripreso da qualcuno, sono o non sono la tua mamma?-

Hermione si sciolse in un tenero sorriso commosso e gattonò fino a raggiungerla, accoccolandosi tra le sue braccia. La donna la strinse forte, le accarezzò i capelli ricci per un tempo indefinito; quando parlò, la sua voce tremò appena.

-Hermione- la chiamò. -Qualunque cosa accada, in qualsiasi momento tu decidessi di tornare a casa non devi far altro che dircelo. Verremo a riprenderti immediatamente.-

La bambina annuì, dopo un po’ salutò sua madre per la notte e con un sospiro sollevato tornò al suo libro. Sfogliò le ultime pagine come ad accertarsi del numero preciso, quando giunse all’ultima un’iscrizione dorata spiccava in fondo alla pagina. Era certa che prima non ci fosse.

Assottigliò gli occhi, vi passò sopra i polpastrelli e questa parve illuminarsi ancora di più. Hermione si inumidì le labbra e lesse ad alta voce:

Oggi il tempo al suo posto deve tornare
e con lui ti toccherà giocare.
Non c’è modo che tu lo possa evitare,
gli orologi indietro bisogna riportare.

Non appena terminò di pronunciare quelle parole, l’intero libro brillò di luce propria inondando l’intera stanza di un bagliore dorato tanto affascinante quanto spaventoso che costrinse Hermione a serrare gli occhi per non ritrovarsene accecata. Si sentì avvolta da una strana sensazione, radunata in prossimitià dell’ombelico; era come se qualcuno cercasse di trascinarla e d’istinto si strinse al vecchio tomo che avrebbe tanto voluto scaraventare via ma che, in contraddizione, sentiva essere la sua unica via di salvezza. Aveva le vertigini, la sua cameretta iniziò a vorticare e- L’ultima cosa che udì fu la sveglietta suonare.

L’attimo successivo la luce era sparita e con lei anche la piccola strega.
  
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