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Autore: tsubasa_rukia3    14/03/2014    0 recensioni
Mi chiamo Sara ed è successo un disastro: mi sono sposata con l'ultimo maschio della specie. Fin qui si può anora tollerare, il problema è la corte reale: loro, si sono immischiati e il re non può permettere la nascita di una figura che possa togliergli potere. Che fare? Normalmente non me ne importerebbe, ma a quanto pare non posso vivere senza di lui, LETTERALMENTE. E recentemente forse ho scoperto una sorpresina, non so se dovrei esserne felice o meno, aiutatemi voi....
Questa storia è la continuazione di "The last male and me".
QUESTA STORIA è SOSPESA
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Prologo
Camminò a passo sicuro sentendo con piacere il suono dei suoi tacchi battere deciso il terreno asfaltato. Sebbene stette attraversando vie strette e quasi totalmente all’oscuro si sentì a suo agio. I suoi ricci molleggiavano al ritmo del passo mentre un cappotto color cremisi mostrava un vestito in seta lungo fino alle ginocchia con disegni floreali in oro.
Senza farsi notare scivolò per una porta secondaria che si stagliava sotto ad una scritta al neon: “La locandiera”. Si ritrovò in un locale ben arredato, anche nei minimi particolari, e dall’aria sofisticata. Porse il suo cappotto all’uomo alla sua sinistra e si lasciò guidare verso il bancone dall’abitudine.
Vide i suoi occhi smeraldini splendere per un istante nel riflesso dei bicchieri.
«Un B-25, per favore» ordinò con disinvoltura. Un uomo con una massa muscolare da far invidia ad un praticante di body building la squadrò.
«Intendete forse un B-52?».
«No, ho detto  quello che intendevo. Un B-25» sottolineò con voce sensuale.
Il barista le porse dentro ad un tulipano( è un tipo di bicchiere, largo e ampio, ma sinuoso utilizzato per servire succhi di frutta n.d.a) una strana bevanda liquida color della pece e lei prese il bicchiere dirigendosi ai bagni. Una porta sbarrata da dei nastri fu abilmente aperta senza essere notata e l’ospite furtivo vi entrò. Nel nuovo buio sentì un movimento alla sua destra.
«Sarei interessata alla vostra bevanda, signorina» pronunciò una voce metallica.
«Dovreste conoscerla bene, ha fatto molti morti, non è così? B-25?» appena finì di pronunciare il numero un sentiero illuminato da luci soffuse incastrate nel terreno le indicò la via.
«Sempre la solita scena» bofonchiò fra i denti.
Una porta liscia di marmo fu illuminata di una luce argentea, al fianco un tubo iniziò a sbucare dal terreno. Il liquido scuro fu versato dentro e la porta si produsse un rumore di meccanismo, ma niente la aprì. Sbuffando, senza fatica apparente, la figura femminile aprì il passaggio pesante in pietra candida.
L’interno fu quello che ai giorni attuali verrebbe definito come un “salone esclusivo di un club”. Un estraneo avrebbe tranquillamente affermato che quello dovesse essere un club per sole donne poiché i maschi sembrarono essere banditi fra quelle quattro mura.
Con movimenti che per un uomo sarebbero stati incantevoli la nostra donna misteriosa si diresse su un palchetto al fondo della sala dopo aver ordinato un bicchiere colmo di liquido scuro. Quel bar pieno di bottiglie di diverse forme non offriva altro che una sola bevanda: sangue.
Si sedette in un tavolino rialzato con rifiniture in legno da fare invidia a qualunque artista che non ne fosse l’artefice. Lì, seduta con aria distratta, una donna dai lineamenti giovanili disegnava freneticamente con velocità rapida su un taccuino, costeggiata da piccoli  fogli sparsi ovunque perfino sul terreno.
I capelli raccolti in una treccia disordinata che le andava fino al fianco le corniciavano il viso corrucciato in un espressione di attenzione intensa nei gesti che faceva.
Senza essere degnata di uno sguardo si mise seduta spostando alcuni foglietti. Assaggiò con piacere il liquido scuro e ristoratore.
Non si rivolsero neanche una parola fra di loro perché sapevano che la disegnatrice era muta.
Come se fosse stata chiamata guardò verso l’alto e si fermò. Schiacciò un bottone sotto la superfici del mobile e una taschina uscì silenziosa mostrando un sfera in vetro.
Tutte le presenti fermarono le loro attività: se parlavano si zittirono, se ridevano chiusero le bocche, se suonavano si ammutolirono e porsero le loro attenzioni alla ragazza dai capelli bruni intrecciati.
Sollevò il braccio e cullò la sfera, immagini nebulose iniziarono a comparire e fulminee e confuse: una profezia.
 Pallida e tremante poggiò la mano sulla donna in rosso e come se le avesse trasmesso un brivido tremò.
«Chiamate la corte reale! Notizie per il re!» urlò spaventata.
Alcune iniziarono a commentare fra di loro e le altre chiesero come mai si dovesse comunicare tale notizia al re.
La donna vedendo che non fu ascoltata aggiunse: «Mie simili, un maschio della nostra specie è comparso e sembra dotato di poteri». Per l’incredibilità delle sua parole la gente si pietrificò. Era il caso di crederle? Lo sapevano tutti che una cosa del genere non poteva esistere, ma notando la tensione nelle due donne e il loro respiro mozzato una donna iniziò ad allontanarsi e lentamente iniziò un viavai frenetico.
«Fatima, ne sei sicura?» domandò la donna riccioluta. La ragazza con la treccia annuì.
«Che fortuna che avuto tua sorella-, commentò- o forse dovrei dire sfortuna» aggiunse in tono più basso.
 
Lontana in un rifugio lontano dal mondo una ragazza starnutì nel sonno abbracciata da un corpo maschile.
 
Yeah, ho fatto questo prologo finalmente. Scusate ma ci è voluto un po’ per pensare come strutturare la storia e sono ancora indecisa xD allora che ne dite? Mmmh, forse dovrei smetterla di chiederlo xD spero che sia di vostro gradimento e grazie per aver letto fin qui <(_ _)>
Tsubasa_rukia3
  
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