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Autore: geval    15/03/2014    0 recensioni
"Riuscirà Phoenix Wright a scagionare T.O.P, accusato dell'omicidio di PSY, anche se le prove sono tutte a suo sfavore?"
Ecco a voi un cross-over senza alcun senso logico fra Phoenix Wright ed alcune personalità del K-pop.
La storia è dedicata ad una persona a cui tengo molto :)
PS: scusate per la formattazione, non ce la farò mai a non sbagliarla XD
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dick Gumshoe, Il Giudice, Miles Edgeworth, Phoenix Wright
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Per la terza volta di seguito, il processo cominciò alle otto spaccate. Phoenix era molto teso, in quanto sapeva che quello di oggi sarebbe stato l'ultimo giorno a disposizione per dimostrare l'innocenza del suo cliente. Era certo di aver capito grossomodo come fossero andati i fatti, ma non aveva ancora le prove decisive per inchiodare il colpevole alle sue responsabilità. Tutto era nelle mani del detective Gumshoe, che in passato non si era proprio dimostrato un mostro di affidabilità.

-Mi dica signor Edgeworth, avete trovato il signor Yang Hyun-Suk?- chiese immediatamente il giudice.

-Si vostro onore. L'abbiamo scovato al volante della Ferrari che aveva noleggiato in questo periodo.- rispose Edgeworth, esponendo i fatti.

-Oh bene. Si può sapere per quale motivo non si è presentato ieri?-

-...ci ha spiegato che aveva un appuntamento urgente con una persona.-

-Ma questo è inaccettabile! Assolutamente inaccettabile!- esclamò il giudice, decisamente contrariato. -Fatelo sedere subito al banco dei testimoni!-

Un uomo sulla quarantina prese posto nel suddetto banco, come ordinatogli. L'aria di superiorità che ostentava stava mandando su tutte le furie Phoenix.

"Ma tu guarda che sbruffone! Ora ci penso io a te!" pensò, deciso come non mai a bettergli i bastoni fra le ruote. Perchè ne era convinto. Convinto che fosse proprio lui l'artefice di tutto. Ora doveva solo dimostrarlo, e sapeva che non sarebbe stato facile. Ma ci avrebbe provato con tutte le sue forze.

-Signor Hyun-Suk, come giustifica la sua assenza di ieri?- gli chiese subito il giudice, con tono intimidatorio.

-Beh, pensavo che il processo fosse già terminato dopo il primo giorno e che quella di ieri fosse più una formalità che altro. Per questo non sono venuto. Pensavo che avrei sprecato il mio tempo.- rispose il testimone, con una notevole dose di spavalderia.

-Bando alle ciance! Mi consenta di farle qualche domanda, e badi bene di dirci tutto quello che sà. Si ricordi che è sotto giuramento.- gli disse Edgeworth, anch'egli infastidito dall'atteggiamento dell'uomo.

-Ma certo, ma certo. Chieda pure, non ho nulla da nascondere.-

-Innazitutto, che cosa sa di questo fantomatico sosia di PSY?-

-Niente.- rispose Hyun-Suk, senza troppi giri di parole.

-Come niente? Lei era l'organizzatore della serata, no?- chiese Edgeworth, stupito e contrariato dalla sentenza precedente.

-Si, esattamente.-

-E vuole farci credere che non sapeva nulla del sosia? Tal Choi Sung-Kuk, trovato morto ieri pomeriggio in un capannone abbandonato della zona industriale.-

-Si. Non ne sapevo assolutamente niente.- confermò l'uomo, ostentando una grande sicurezza.

"Bugiardo del cazzo!" pensò Phoenix, che osservava con grande attenzione la scena. Aveva deciso di lasciare campo libero al procuratore, almeno per il momento.

-...- Edgeworth rimase in perfetto silenzio per qualche istante, contemplando il testimone. Quindi aggiunse: -Cosa può dirci allora del fantomatico pacco?-

-A quale pacco si riferisce?-

-A quello presente sulla scena del crimine. Quello che chiese di recuperare alla signora Mindy Jostyn.-

-Ah, si... quel pacco. Conteneva alcuni CD di una nuova band emergente, come omaggio agli invitati. Sa, per farci un po' di pubblicità.- rispose con fare calmo e tranquillo il proprietario della YG Entertainment.

-Un modo un po' insolito per farsi pubblicità... Ma comunque, perchè il pacco si trovava proprio in quella stanza?- domandò Edgeworth, deciso a fare luce sull'accaduto.

-Beh, da qualche parte doveva pur stare, no?- esclamò Hyun-Suk, come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo.

-...come prego? Vuole farci credere che sia una coincidenza?- chiese ancora Edgeworth, nel tentativo di incalzare il teste.

-Sinceramente non so cosa dirle. Sta forse facendo qualche accusa velata?-

-Quello che il procuratore stava cercando di dirle, signor Hyun-Suk, è che sappiamo che è stato lei a commettere l'omidicio, tentando di incriminare T.O.P per pararsi il fondoschiena.- disse improvvisamente Phoenix, interrompendo il suo lungo silenzio.

-Cosa?- esclamò il testimone, con espressione fortemente stupita. -Ha voglia di scherzare, avvocato dei miei stivali?-

-Oh, non sono mai stato più serio di così. E soprattutto ho le prove per dimostrarlo.- gli rispose Phoenix, mentendo. Sapeva di dover guadagnare tempo nella speranza che Gumshoe svolgesse l'ultima delle tre richieste, quella decisiva.

-Signor Wright, le sue accuse sono molto pesanti. È sicuro di quello che dice?- chiese immediatamente il giudice, ricordando all'avvocato che ogni sua eventuale ipotesi infondata sarebbe stata punita severamente.

-Si vostro onore. Sono sicuro.- disse Phoenix, questa volta senza mentire. Lui sapeva di avere ragione, ne era davvero convinto. Sapeva che era stato Hyun-Suk, e sapeva anche come. Doveva solo provarlo. "Dai Gumshoe, non deludermi proprio oggi..." pensò, mentre si sforzava di apparire il più tranquillo e deciso possibile.

-Molto bene. Allora proceda pure.- concluse il giudice, muovendo il capo in segno di approvazione.

-Dicevamo, signor Hyun-Suk?-

-Dicevamo che io sono ovviamente innocente. E che lei è un pagliaccio.-

-Lei è molto sicuro di sè, forse perchè convinto di non aver commesso errori, di non aver lasciato tracce. Mi dispiace contraddirla, ma si sbaglia.-

-Ah si? E come mi spiega l'arma del delitto? Se non erro non sono le mie impronte quelle ad essere presenti sul manico.- affermò sicuro il testimone, ormai diventato accusato.

-Ed è proprio qui che volevo arrivare.- rispose Phoenix, estraendo un manipolo di fogli dalla sua ventiquattrore. -Vostro onore, chiedo di aggiungere agli atti questo documento.-

-Che cosa sarebbe?-

-Una seconda analisi sull'arma del delitto.-

-Molto bene.- annuì il giudice, che naturalmente non aveva nulla in contrario.

-Vedete, c'era un dettaglio particolare sul coltello. Una cosa che ci era sfuggita la prima volta.- disse Phoenix, battendo il dorso della mano destra sui fogli. -Nell'attaccatura fra la lama e il manico sono state trovate tracce di colla.-

-E quindi? Non vorrà farmi credere che un po' di colla sia più sospetta di un set completo di impronte digitali!- affermò contrariato l'accusato.

-Oh si, perchè queste tracce sono compatibili al cento per cento col pezzo di nastro adesivo trovato sull'attizzatoio del camino presente nella scena del crimine.- spiegò l'avvocato, sfoggiando un sorriso a trentasei denti.

-Urgh!- esclamò Hyun-Suk, che come d'incanto aveva perduto buona parte della sua sicurezza.

-Può spiegarsi meglio signor Wright? Sono curioso di sentire le sue conclusioni al riguardo.- chiese il giudice.

-Certo vostro onore. Spiegherò come secondo me sono andati i fatti.- rispose prontamente Phoenix, battendo vigorosamente le mani sul banco. -Il coltello utilizzato per consumare il crimine, fa parte dello stesso servizio di quelli utilizzati durante la cena che si è svolta prima della festa, alla quale erano presenti alcuni degli invitati al party, fra i quali T.O.P, PSY e il signor Hyun-Suk. Quest'ultimo ha approfittato dell'occasione per entrare in possesso dell'arma, ed utilizzarla per compiere il delitto. Avrebbe potuto maneggiarla con i guanti, ma così facendo avrebbe rischiato di cancellare parte delle impronte, che erano fondamentali per la buona riuscita del suo piano. Per questo ha utilizzato il banale stratagemma del nastro adesivo. Incollando saldamente l'arma ad un bastone, è riuscito a fabbricare una vera e propria prolunga, perfettamente utilizzabile senza problemi di impronte, in quanto l'attizzatoio era comunque di sua proprietà ed eventuali sue impronte su di esso non avrebbero causato alcun sospetto.-

-Ma questo è ridicolo! Come può del semplice nastro adesivo essere abbastanza resistente per permettere tutto ciò?- sbuffò Hyun-Suk, contrariato dalle conclusioni dell'avvocato.

-Sono pronto a scommettere che una discreta quantità di nastro telato sarebbe più che sufficiente allo scopo. Nastro che, immagino, ha dovuto rimuovere utilizzando un paio di forbici.- lo incalzò Phoenix, prontamente.

-E del portafogli che mi dice? Come avrei potuto trafugarlo senza farmi scoprire? Le ricordo che anche io sono stato perquisito.-

-Infatti non è stato lei a prenderlo. È stato lo stesso PSY a consegnarlo al suo sosia. I due erano d'accordo, come si può scoprire leggendo questo.- spiegò Phoenix, mentre mostrava a tutti l'agendina trovata nell'hotel.

-Cosa sarebbe?- chiese il giudice.

-Una piccola agenda, appartenente a PSY. È stata ritrovata nel doppiofondo della sua valigia. Dentro di essa ci sono molte informazioni interessanti, sa? Come ad esempio, il suo nome, signor Hyun-Suk. Lei veniva ricattata dalla vittima, è scritto chiaramente qui. È questo il motivo che l'ha spinta ad uccidere PSY, per recuperare le scottanti prove che egli aveva contro di lei, in modo da non subire più minacce.-

-No... no... tutto questo è assolutamente ridicolo...- disse Hyun-Suk, con uno sguardo sempre più in crisi.

-Se vuole posso andare avanti. Ebbene, dopo aver ucciso PSY ha appunto tentato di recuperare le prove, ma non ci è riuscito perchè la vittima le aveva consegnate poco prima al suo sosia. Ma questo ovviamente lei lo sa già... dato che ieri ha tolto di mezzo anche quest'ultimo!- esclamò Phoenix, puntando il dito indice contro l'accusato, come a sottolineare la sua colpevolezza.

-No! Mentre PSY veniva eliminato, io stavo conversando assieme a svariati ospiti. Ho un alibi di ferro!- affermò l'accusato, nel tentativo di appigliarsi a qualcosa per non affondare.

-Siccome lei ieri non era presente in aula, la avviso che sappiamo già del trucco della termocoperta. Il suo alibi è valido come una banconota da tre dollari.- gli rispose Phoenix, non senza nascondere la sua soddisfazione nel vedere Hyun-Suk perdere tutta la sua arroganza, pezzo dopo pezzo.

-Ma dei testimoni hanno sentito PSY e T.O.P discutere animatamente! Come può ignorare un fatto di questa gravità?-

-Infatti io non lo ignoro. Anche perchè questo è l'ennesima prova a suo sfavore. Vede queste?- disse l'avvocato, mentre recuperava l'ennesimo oggetto dalla sua valigetta. -Sono delle cimici, trovate la notte scorsa il detective Gumshoe su mia richiesta. Erano presenti in una dei salottini della sua villa, in quello in cui PSY e T.O.P hanno litigato. Quello vero intendo, non quello vicino al bagno. Lei li ha lasciati di proposito in quella stanza sapendo che avrebbero sicuramente discusso, e li ha registrati. Quindi ha successivamente fatto partire la traccia audio nell'altra camera, quella appunto vicino alla toilet, aspettando che qualcuno passasse di lì, in modo che potesse sentire tutto e testimoniare a sfavore del mio cliente. Il suo è stato un piano un po' contorto, ma piuttosto geniale, lo devo ammettere. Ho avuto diversi problemi a capire il corretto svolgimento degli eventi.-

-...- Hyun-Suk rimase in totale silenzio, spiazzato dalle conclusioni di Phoenix.

-Signor Edgeworth, non ha nulla da ridire al riguardo?- domandò il giudice.

-No vostro onore. La ricostruzione è un po' bizzarra, questo si, ma credo che il signor Wright non sia in torto questa volta. Basta guardare la faccia del nostro testimone per accorgersene.- rispose il procuratore.

-Ricapitolando: lei ha organizzato questa festa con il solo scopo di eliminare PSY, scaricando ogni responsabilità su T.O.P, in quanto sapeva che anch'egli aveva un valido motivo per compiere l'estremo gesto. Durante la cena ha trafugato il coltello utilizzato dal mio cliente, utilizzando lo stratagemma del nastro adesivo per affondare il colpo senza cancellarne le impronte. Ma prima di uccidere PSY incastrando T.O.P, doveva registrare una loro conversazione compromettente. Avrà chiesto ad entrambi di raggiungerla in una stanza appartata, per poi uscire con una scusa qualsiasi, magari fingendo una telefonata. I due, ignari di essere registrati, si saranno scambiati delle parole poco educate, d'altronde lei sapeva che fra di loro non scorreva buon sangue. Quindi ha ucciso PSY, coprendone il corpo con la termocoperta per alterare i rilievi della polizia scientifica. Sicuramente avrà tentato in tutti i modi di evitare di macchiarla, facilitato dal fatto che il cadavere era in posizione prona e che la ferita era nel torace, ma purtroppo per lei non ci è riuscito completamente. Quindi si è affrettato a caricare la conversazione registrata nel videoregistratore del salotto vicino al bagno, presumibilmente utilizzando una chiavetta USB. Poi ha gettato il pugnale nei bidoni della cucina, stando attento a non contaminarlo con delle impronte digitali a sua volta. Sapeva che la polizia avrebbe controllato anche lì, e che quindi la colpevolezza di T.O.P sarebbe stata assodata oltre ogni ragionevole dubbio. Ma doveva ancora fare i conti col sottoscritto.- spiegò Phoenix, illustrando per filo e per segno lo svolgimento degli eventi, o perlomeno la sua idea. Ne era comunque molto sicuro.

-...dove sono le prove?- chiese Hyun-Suk, interrompendo un lungo periodo di silenzio.

-Non credo servano altre prove a stabilire la sua colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio. Come detto dal nostro caro procuratore, basta guardarla in faccia per capirlo.-

-Ma davvero? Sa la sua ricostruzione è molto interessante, dico davvero. Eppure... continuano a mancarle le prove. Sull'attizzatoio è possibile che ci siano delle mie impronte, ma mi stupirei del contrario. Dopotutto quella è casa mia, no? E poi ancora, l'idea della discussione è molto fantasiosa, però dov'è la prova che questa registrazione esista veramente? Poi il movente quale sarebbe esattamente? Lei afferma che PSY mi ricattava... ma per cosa? Vede, le sue ipotesi non sono poi così solide come credeva.-

-In effetti l'imputato... cioè il testimone... cioè il signor Hyun-Suk non ha tutti i torti. Ha qualche prova da mostrare, signor Wright?- affermò il giudice, in parte confuso dalla situazione.

Phoenix sapeva che questo era il momento decisivo. Sapeva che doveva affondare il colpo finale. Ma non sapeva come.

-Ecco... Veramente io...- disse poco convinto, mentre si passava la mano destra fra i capelli nel tentativo di pensare a cosa dire.

-Come volevasi dimostrare. Lei non ha nulla contro di me, solo congetture. E non potete certamente incriminarmi senza una prova schiacciante!- esclamò soddisfatto Hyun-Suk.

-Un momento!- una voce interruppe tutti i presenti. Era quella del detective Dick Gumshoe, appena entrato in aula come un deus ex machina. -Signor Wright, sono riuscito ad eseguire l'ultima sua richiesta.-

-Oh, bene! Ha trovato qualcosa?- chiese immediatamente Phoenix, sapendo che l'esito del processo sarebbe dipeso dalla risposta del detective.

-Si, aveva ragione lei! Ecco!- disse quest'ultimo, mentre porgeva una piccola busta all'avvocato, che la aprì subito, rivelando delle fotografie inquivocabili.

-Oddio, non posso crederci...- esclamò Phoenix, stupefatto dalla rivelazione. -Signor Hyun-Suk, direi che abbiamo trovato il movente. Ed è bello grosso.-

-Che... che cosa?- balbettò l'accusato, in evidente difficoltà.

-Mi corregga se sbaglio, ma questo qui non è forse lei?- disse l'avvocato, mentre mostrava le fotografie a tutti i presenti. Esse ritraevano Hyun-Suk in atteggamenti decisamente piccanti con una ragazza. -E questa qui, non è forse Minzy delle 2NE1?-

-No... come fa ad avere quelle foto? Io le ho distrutte!- esclamò contrariato il diretto interessanto, lasciandosci sfuggire una confessione fatale.

-Il nostro prode detective le ha trovate nell'alloggio di Choi Sung-Kuk, il sosia di PSY. Nell'agendina ho scoperto che i due erano in combutta, ed il cantante usufruiva dei suoi servigi non solo come controfigura, ma anche come spia personale. Era grazie a lui che infatti possedeva così tante informazioni utili a ricattare tutta quella gente. Inoltre, proprio come sospettavo, Sung-Kuk non era affatto stupido e si teneva una copia di tutte le informazioni passate al suo committente. Mi dispiace, ma l'averlo ucciso non le impedirà a finire in galera-

-Ma perchè darsi così tanto da fare per delle fotografie?- chiese il giudice, in parte confuso.

-Vostro onore, è scritto qui nel retro. C'è una data. Sette febbraio duemilanove.- rispose deciso Phoenix.

-Si la vedo. Ma continuo a non capire cosa ci sia di strano.-

-Vostro onore... Minzy è nata il diciotto gennaio del millenovecentonovantaquattro. All'epoca aveva quindici anni.- spiegò l'avvocato, generando immediatamente un brusio di incredulità fra i presenti. -Dica un po' signor Hyun-Suk, quello cos'era? Il prezzo che la giovane doveva pagarle per poter fare carriera? Sesso in cambio di fama?-

-......- l'accusato continuò a rimanere in perfetto silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto.

-Risponda alla domanda!- lo incalzò prontamente Edgeworth.

Hyun-Suk esplose improvvisamente, riempiendo il banco dei testimoni di pugni. -Si cazzo, ok? Lo fanno tutti in corea! Funziona così nel business musicale! È tutta colpa di quel cazzo di PSY, fottuto figlio di puttana! Non poteva farsi i cazzi suoi? Ma ora non romperà più il cazzo a nessuno!-

-Sbaglio o... ha appena ammesso le sue colpe?- chiese il giudice, con espressione seria e severa.

-Io... io...- rispose l'accusato, ormai con le spalle al muro. -Si, sono stato io. Dovevo farlo. Erano anni che PSY mi torturava coi suoi ricatti... non ce la facevo più.-

-Ma perchè accusare T.O.P? Cosa le ha fatto quest'ultimo?- domandò Phoenix.

-A dire il vero niente. È solo che anch'egli era ricattato da PSY, per la faccenda della relazione con G-Dragon. Ho pensato di incastrarlo per non dover finire in galera, tutto qui...- ammise Hyun-Suk, ormai rassegnato all'evidenza. I media coreani presenti in sala impazzirono subito nel sentire le rivelazioni dell'accusato su T.O.P e G-Dragon. Era di sicuro una notizia di gossip incredibile. Ok, magari non tanto quanto il sapere che Hyun-Suk fosse il vero colpevole, ma di sicuro quella giornata era stata molto generosa con loro. Avevano materiale a sufficienza per riempire giornali su giornali.

Hyun-Suk venne immediatamente arrestato e scortato in carcere, in attesa di venir processato a sua volta, anche tutti sapevano che si sarebbe trattato più di una formalità che altro. Il giudice prese quindi in mano il martello di legno, ed esclamò: -Molto bene! In seguito alle ultime rivelazioni, dichiaro l'imputato, il signor Choi Seung-Hyun, in arte T.O.P, non colpevole. E con questo è tutto!-

T.O.P abbracciò immediatamente G-Dragon, felice come una pasqua per essere stato finalmente riconosciuto innocente. I due si prodigarono immediatamente di ringraziare il loro brillante avvocato, senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile.

-Signor Wright, la ringrazio di cuore! Lei mi ha salvato la vita... è stato a dir poco incredibile!- esclamò T.O.P, entusiasta.

-Ho fatto solo il mio lavoro. Lei era stato incastrato, ed io l'ho dimostrato. Ordinaria amministrazione.- gli rispose Phoenix, cercando di apparire modesto. -Mi dispiace solo che Hyun-Suk abbia rivelato ai quattro venti il vostro segreto... come farete ora?-

-Non si preoccupi. Tutto questo grandissimo equivoco è nato per colpa nostra, per la nostra riluttanza ad ammettere pubblicamente quello che proviamo. È giunto il momento di fare il grande passo...- rispose G-Dragon, prima di uscire dall'aula assieme al compagno. Appena fuori i due furono subito aggrediti da una miriade di fotografi e di reporter, pronti a tempestarli di flash e di domande. Per contro, T.O.P e G-Dragon si baciarono appassionatamente di fronte a tutti, lasciando letteralmente senza parole i cronisti. Phoenix osservò divertito la scena, orgoglioso del coraggio che i due erano finalmente riusciti a sfoggiare.

L'avvocato si ricongiunse con l'amico procuratore, e si strinsero la mano in segno di rispetto.

-Ottimo lavoro oggi, Phoenix.- gli disse Edgeworth, sinceramente compiaciuto dalle capacità sfoggiate dal rivale.

-Comunque, se sono riuscito a risolvere questo intricato caso, è buona parte merito tuo. Quindi, grazie. Sul serio!- rispose l'avvocato, con un grande sorriso stampato sulle labbra.

-Beh, non potevo certo permettere di incriminare qualcuno senza prima dissipare ogni dubbio rimasto. Non è quello il modo in cui lavoro io. Non più almeno...-

-Si lo so. Ma non posso comunque fare a meno di rigraziarti. Sai cosa? Siamo davvero una bella coppia noi due!- affermò Phoenix, con un'espressione compiaciuta.

-Già... hai ragione. Lo siamo.- confermò Edgeworth, anch'egli soddisfatto. -Lo siamo proprio.-

  
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