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Autore: Dejanira    30/06/2008    6 recensioni
Col passare del tempo molte cose cambiano, e a volte è difficile che tutto ritorni come un tempo. Hermione Granger è ormai stanca della vita, e quando torna a Londra non è più quella di una volta. E se fosse proprio Draco Malfoy a farle tornare la forza di ricominciare a sperare?
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Luna Lovegood, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO VII

ASHES

 

La reazione di Ron e Luna era stata anche migliore di quel che aveva previsto. Alla fine del racconto a Luna era scappata qualche lacrima, dovuta al fatto che, dopotutto, Harry si sarebbe potuto salvare, ma non aveva dato per un solo istante la colpa a Hermione. Aveva detto che la sua paura erano comprensibili, e che, in fin dei conti, alla fine lei aveva cercato di aiutare Harry ma l’esplosione e le fiamme glielo avevano impedito.

Ron non era stato altrettanto comprensivo. Quando Hermione aveva smesso di parlare non aveva detto nulla per alcuni minuti, poi era sceso al piano di sotto borbottando qualche scusa. L’espressione che aveva rivolto alla ragazza prima di uscire dalla stanza era stata triste e un po’ amareggiata, ma alla fine era stato lui a stesso a prendere l’iniziativa e a parlare con Hermione un paio d’ore dopo. Le aveva fatto capire, piuttosto goffamente, che nonostante tutto non ce l’aveva con lei, ma che sicuramente sarebbe stato meglio se Hermione avesse detto tutta la verità fin dal primo momento anziché scappare.

E forse, se solo non fosse stato per Draco che, una volta fuori da Casa Riddle, aveva mentito a tutti tacendo sul fatto che loro avevano avuto la possibilità di salvare la vita di Harry, magari avrebbe raccontato la verità fin dall’inizio..

Il gesto di Draco, che aveva mentito solo perché sapeva che Hermione si sarebbe tormentata l’anima pensando di non aver cercato subito di salvare Harry, le aveva fatto pensare che sopportare il senso del rimorso sarebbe stato più facile se nessuno avesse conosciuto la verità, ma quando aveva capito che in quella maniera si stava solo comportando nuovamente da vigliacca, aveva deciso di passare del tempo da solo per riflettere, cosa che avrebbe dovuto fare quella notte di giugno anziché lasciare che la disperazione e il terrore prevalessero sulla ragione.

Tutto quello che seguì al momento in cui lei e Draco riuscirono a uscire da Casa Riddle era solo un ricordo piuttosto confuso. Ricordava vagamente gli Obliviatori che avevano modificato la memoria ai Babbani presenti, i giornalisti che cercavano in tutti i modi di intervistare gli Auror e i membri dell’Ordine, ottenendo però solo risposte decisamente poco carine.

Rita Skeeter si era premurata di dedicare alla morte di Harry un articolo strappalacrime alquanto lungo, e Hermione aveva provato un moto d’ira, leggendolo.

Le dava fastidio il modo in cui Rita parlava di Harry, come se fosse stata una sua grande e intima amica quando in realtà aveva cercato in tutti i modi di diffamarlo specialmente durante il loro quarto anno.

I giornali avevano parlato di quella notte di giugno per mesi, tanto che su giornali come la Gazzetta del Profeta o Il Cavillo, che aveva sempre sostenuto Harry, non c’era quasi per nulla spazio per le altre notizie.

Neanche dopo la notte della morte di Harry Hermione era riuscita a versare qualche lacrima, il che per lei era stato terribile poiché non poteva nemmeno sfogare il suo immenso dolore e la sua frustrazione piangendo. Arrivata nella casa dei suoi in Irlanda, si era chiusa in camera per tre giorni di fila senza toccare cibo, era stata poi Jane Granger a costringerla a mettere qualcosa sotto i denti.

Le lettere che aveva spedito a Ron e Luna – poche per quei due anni in cui era stata via – erano sempre molto brevi e sbrigative, mandava solo regolarmente i suoi saluti e rispondeva solo vagamente alla domande di Luna e Ron.

Per Draco invece non aveva speso mai nemmeno una sola riga, ma il ricordo di quel bacio era tutt’ora nitido nella sua memoria. Ci aveva pensato diverse volte mentre era in Irlanda, ma aveva giudicato quell’impeto appassionato come un gesto dettato unicamente dalla disperazione. E in parte era vero, eppure, a volte, ripensando a quanto bene l’avesse fatta sentire lui persino in un momento doloroso come quello, avrebbe voluto avere di nuovo quella bocca sulla sua.

Quando l’aveva rivisto, fare finta di nulla era stata la mossa più semplice, ma ignorare del tutto l’accaduto era stato impossibile, dato che Draco stesso aveva tirato fuori la questione. Sentiva che avrebbe dovuto parlare ancora con lui, ma per dirgli cosa? Che le dispiaceva di essersela squagliata senza avvertire? O che il pensiero di quel semplice bacio la faceva tremare ancora di piacere?

Quel senso di vergogna che si portava dietro da due anni non le era di certo passato: non c’era ricordo più doloroso di quello degli occhi delusi e tristi di Harry, quando lei aveva esitato prima di gettarsi verso di lui.

Dopotutto, se solo non avesse perso tutto quel tempo magari sarebbe riuscita a tirarlo fuori da Casa Riddle, o forse no.

Impossibile stabilirlo.

L’unica speranza che le rimaneva era che Harry avesse visto che alla fine, nonostante l’esitazione, aveva tentato di salvarlo, ma ormai era davvero troppo tardi e Draco aveva pensato soltanto a metterla in salvo, come aveva promesso a Harry.

Aveva mantenuto la sua promessa, lui.

Se solo fosse stato possibile cambiare il passato, sarebbe corsa subito incontro a Harry, rischiando di finire a sua volta carbonizzata, ma quel che era fatto era fatto. Inutile piangere sul latte versato.

Il pensiero che non smetteva un solo attimo di tormentarla era: Harry l’aveva perdonata? Aveva perdonato la sua debolezza e la sua codardia? In cuor suo, Hermione sperava ardentemente di sì.

Non c’era modo di scoprirlo, ovviamente; poteva solo confidare nella nobiltà d’animo di Harry.

Intanto Luna era riuscita a realizzare il suo desiderio: aveva organizzato una serata insieme a Hermione, Ron, Lavanda Brown, che ancora stava insieme a Ronald, e Neville Paciock.

Non era stato facile riunirsi insieme dopo tanto tempo, ma alla fine la serata era stata passata abbastanza serenamente. Un pomeriggio Hermione aveva anche avuto modo di scambiare qualche parola con Remus Lupin e Ninfadora Tonks, e proprio grazie a quest’ultima era riuscita a incontrare Draco Malfoy.

La vigilia di Natale Ninfadora, una persona molto fantasiosa che dopo aver visto Hermione sparire insieme a Draco la sera della conferenza di Gambacorta aveva tratto le sue conclusione affrettate, aveva trascinato Hermione fino a Malfoy Manor. A nulla erano servite le proteste di Hermione, che non ne voleva sapere di mettere piede nel maniero dei Malfoy per subire le occhiate astiose della padrona di casa, ma alla fine Tonks aveva avuto la meglio.

Così Hermione si ritrovava adesso all’ingresso di Malfoy Manor, in compagnia dell’allegra Ninfadora che esibiva quella sera un’appariscente chioma di un rosso accesissimo. Per adattarsi al clima natalizio, aveva detto di lei. Con sommo disappunto di Hermione, un elfo era venuto ad accoglierle alla porta, e quando fu dentro al maniero la ragazza non poté non stupirsi della ricchezza e dello sfarzo di quella tenuta.

La bellissima e algida Narcissa Black Malfoy accolse Hermione con uno sguardo scettico, e le sue sopracciglia bionde e sottili si arcuarono ancora di più quando Ninfadora presentò Hermione come una cara amica di Draco che fremeva dalla voglia di rivedere il vecchio compagno di scuola che non incontrava da tanto tempo. Testuali parole.

Narcissa, che conosceva Hermione di fama e che da Draco ne aveva sempre sentito parlare tutt’altro che bene, assunse un’espressione corrucciata ma non disse niente. Tuttavia, per tutto il tempo non fece che squadrare Hermione dall’alto in basso, con un’aria così insopportabilmente superba che la ragazza le avrebbe volentieri lanciato contro la raffinata ed elaborata cornice che aveva notato poco prima all’ingresso.

Quando Draco, scendendo al piano inferiore incuriosito da tutto quel chiacchiericcio (a voler essere precisi era Ninfadora che parlava, dilungandosi in appassionate descrizione di come Hermione fosse stata entusiasta all’idea di far visita a Malfoy Manor, accrescendo la perplessità della padrona di casa) vide Hermione, rimase anche lui alquanto stupito, ma intuendo che lì dentro non tirasse una buona aria trascinò la giovane ospite nel giardino per fare quattro passi. Una volta che i due ragazzi furono fuori, Ninfadora smise di sprecarsi in futili descrizioni e corse insieme a Narcissa alla finestra per spiare Hermione e Draco.

- Credo che tua madre non sia molto lieta di vedermi qui – disse Hermione, passeggiando accanto a Draco per il giardino.

Malfoy si strinse nelle spalle.

- Fa sempre così –

- Fa sempre così con i Mezzosangue – lo corresse lei, ma lui non rispose.

La neve aveva ricoperto tutto di un sottile strato bianco, dando a quella casa un aspetto meno tetro del solito. Hermione aveva sempre immaginato Malfoy Manor come un luogo assai più cupo, eppure, complice la neve e quella giornata fresca e soleggiata, la villa le appariva anzi piuttosto bella.

- Hai parlato con Weasel e Lunatica? – domandò a un certo punto Draco, voltandosi a guardarla.

Lei annuì.

- E allora? Come è andata? –

- Sono stati molto più comprensivi di quel che immaginavo –

- C’era da aspettarselo – rise di rimando Draco. – Sono pur sempre tuoi amici, no? –

- Sì, ma erano anche amici di Harry, e io ho lasciato che lui morisse –

- E basta con questa storia, per Merlino! – sbottò Malfoy, esasperato.

- Non credo che mi passerà mai il senso di colpa. Il rimorso mi tormenterà per il resto della mia vita, non passerà giorno in cui non penserò almeno una volta a come io abbia abbandonato il mio migliore amico mentre lui mi implorava di salvarlo. E’ la giusta punizione per i miei errori –

Draco scosse la testa, arrendendosi. Farla ragionare era un’impresa incredibilmente ardua.

- Te l’ho già detto e te lo ripeto: sei impossibile, Mezzosangue –

Lei per tutta risposta scoppiò in una risata sincera, la prima da quella notte di giugno. Era passato talmente tanto tempo dall’ultima volta che aveva riso che adesso persino la sua risata le appariva quasi sconosciuta.

Buffo che fosse proprio Draco a farla ridere dopo tanto tempo.

Continuarono a passeggiare sulla neve, e Malfoy fu lieto di constatare che nonostante tutto la Mezzosangue sembrava assai più sollevata. E questo, inspiegabilmente, rese un po’ più felice anche lui.

- Comunque, – riprese Malfoy. – anche se ti ostini a continuare a sentirti in colpa, parlare con quello squinternato di Weasley e con quella matta della Lovegood ti ha fatto bene, no? –

- Già. Mi sono tolta un peso – convenne, godendo di quella giornata in cui tutto sembrava brillare di una nuova speranza.

- Però… - meditò Hermione, rallentando il passo. – C’è ancora qualcosa che devo fare. Qualcosa che avrei dovuto fare tanto tempo fa, ma che trovo il coraggio di fare solamente adesso –

Non si spiegò con maggiore precisione e Draco preferì non fare domande.

Si fermarono vicino alla grande fontana. Hermione sospirò, e Draco, di fronte a lei, la guardò a sua volta.

- Anch’io ho ancora qualcosa da fare – le sussurrò, e la ragazza intuì le sue intenzioni ancora prima che lui abbassasse il viso verso il suo.

Il loro secondo bacio fu meno impetuoso del primo. Più dolce, avrebbe osato dire Hermione, anche se quello era l’ultimo aggettivo che avrebbe accostato a Draco Lucius Malfoy. Eppure non trovava altro modo per definire i movimenti gentili della bocca del ragazzo sulla sua, quei lievi morsi sul suo labbro inferiore e le carezze della sua lingua. Si alzò sulla punta dei piedi e poggiò le mani ai lati del viso di Draco, che immediatamente le circondò la vita con le braccia, mentre lei gli accarezzava le guance.

Poi si spostò verso il suo orecchio, sfiorando anch’esso con le labbra e sussurrandole parole con tono gentile.

- Posso farti una confessione? –

- Spara –

Pausa.

- Sono un Legilimens –

 

 

 

25 dicembre.

Quella mattina di Natale tirava un fresco piacevole. Il sole splendeva anche sul piccolo cimitero di Godric’s Hollow, completamente vuoto tranne che per una figura che si aggirava solitaria tra le lapidi. Ogni tanto si soffermava su qualcuna di esse, leggendo i nomi incisi sulla pietra, e poi proseguiva non avendo trovato quello che cercava.

Hermione Granger si allacciò meglio gli alamari del mantello. Il fresco era piacevole, ma le causava comunque qualche brivido sul collo.

Proseguì tra le lapidi, lenta e silenziosa.

Visita al cimitero. Modo bizzarro di passare il giorno di Natale; Luna l’avrebbe uccisa non appena sarebbe tornata. L’amica aveva programmato tutto: il pranzo con Ron, Neville, Lavanda, Tonks, Lupin e pure Draco (la presenza di quest’ultimo era colpa di Ninfadora, aveva spiegato Luna a un infuriato Ron che non ne voleva sapere di passare il venticinque dicembre col Furetto Rimbalzante) e di prima mattina lei se ne andava invece a osservare le lapidi.

Individuò abbastanza velocemente le tombe di Lily e James Potter, e si soffermò qualche istante di fronte ad esse, ringraziando silenziosamente quei semplici maghi che ormai per molti erano come degli eroi.

Subito dopo, proprio accanto alle lapidi dei coniugi Potter, Hermione scorse il nome tanto amato.

 

Harry James Potter

31/07/1980 – 21/06/1998

 

Passò i polpastrelli delle dita su quel nome inciso sulla fredda pietra grigia, soffermandosi ad accarezzare ogni linea e ogni curva. Si mise in ginocchio sulla neve, pregando in silenzio.

- Mi dispiace – sussurrò con voce rotta, accarezzando quella pietra. – Mi dispiace, Harry, perdonami… Io avrei voluto salvarti, lo avrei voluto davvero, ma non ce l’ho fatta… Harry… -

Sentiva gli occhi farsi più lucidi, e tirò sul col naso, passando le dita su quelle date.

- Mezzosangue –

Si girò immediatamente quando sentì la voce di Draco Malfoy alle sue spalle. Fece per voltarsi ma lui fu subito accanto a lei, in ginocchio, abbracciandola da dietro. Hermione respirò il suo buon profumo e nascose il capo sulla sua spalla, scoppiando in un pianto dirotto.

Sentire le lacrime che le rigavano copiose le guance fu un’immensa soddisfazione.

Potersi sfogare, piangere e singhiozzare come una bambina, quanto aveva desiderato poterlo fare!

Draco la strinse più forte senza proferire una sola parola, mentre lei stringeva il suo maglione grigio fumo tra le mani chiuse a pugno, strattonandolo debolmente.

Non cercò di trovare parole appropriate per consolarla, non era molto abile in questo e sapeva che al massimo avrebbe potuto strapparle qualche risata coi suoi tentativi goffi e impacciati, ma preferì lasciarla sfogare, lasciando che piangesse le lacrime che per tanto tempo si era tenuta dentro.

Non sapeva da quanto stesse lì, inginocchiato di fronte alla lapide di Harry Potter, con Hermione Granger che piangeva tra le sua braccia, ma alla fine le lacrime della ragazza cessarono.

Draco strinse il suo corpo esile scosso ogni tanto da singulti, appoggiando le labbra alla sua fronte.

Lei lo strinse a sua volta, lasciandosi cullare e socchiudendo gli occhi.

Si staccò da lui dopo un tempo che le sembrò infinito. Guardò un’ultima volta la lapide di Harry, ringraziandolo in silenzio.

Lo ringraziò per essere stato suo amico, lo ringraziò per averla trascinata in guai dai quali credeva non sarebbero mai usciti, lo ringraziò per tutte quelle volte che le aveva strappato un sorriso, lo ringraziò per averla difesa quando a scuola la prendevano in giro per i suoi genitori, lo ringraziò per avergli regalato avventure che avrebbe conservato per tutta la vita nel suo cuore.

Afferrò poi la mano che Draco le porgeva, aiutandola ad alzarsi.

- Allora? Adesso puoi dire di aver fatto tutto? – le chiese.

Lei continuò a guardare la lapide prima di rispondere.

- Già. Ormai ho proprio fatto tutto –

Gli rivolse un flebile sorriso, ma venne scossa da un altro singhiozzo.

Probabilmente avrebbe potuto piangere per tutto il giorno, ma non era proprio il caso. Era Natale, e non aveva intenzione di rovinare la festa a Luna.

- Vuoi stare ancora un po’? – le chiese Draco, vedendo che ancora esitava.

Lei scosse la testa.

- No. Andiamo pure –

Fece per seguire Draco che stava già per incamminarsi, ma prima di andare rivolse un ultimo sguardo alla lapide di Harry.

E fu allora che vide.

Dapprima le era sembrato solo un gioco di luce, ma poi guardando meglio vide che c’era un’altra incisione che la neve aveva nascosto.

- Aspetta – disse a Draco, che si fermò guardandola incuriosito.

- Che c’è? –

- C’è qualcosa… ma con la neve non si vede bene –

Raggiunse nuovamente la pietra e si inginocchiò sulla neve fredda.

Con una mano scostò la neve dalla lapide, e si accorse che quel che vi era scritto sopra era un po’ più lungo di quel che aveva creduto.

Draco le fu di nuovo accanto.

Leggendo quelle parole, le labbra di Hermione si curvarono in un sorriso.

Erano state incise la notte stessa in cui Harry aveva perso la vita, e la ragazza non aveva il minimo dubbio su chi fosse stato a comporle e a imprimerle sulla pietra.

- Albus Silente – mormorò infatti. – C’è sempre il suo zampino –

Lesse più volte quelle parole di ringraziamento che Silente aveva voluto lasciare a Harry. Anche Draco, al suo fianco, si soffermò su quelle frasi.

- Beh, direi che adesso possiamo proprio andare – disse Hermione, alzandosi in piedi, e poi, insieme a Draco, si diresse verso l’uscita del cimitero, e nessuno dei due si voltò più indietro.

Ma, sulla lapide sulla quale era stato impresso il nome di colui che per molti era stato molto più che un fratello, quel ringraziamento inciso su pietra era ben leggibile:

 

Ore 23.19, 21 giugno 1998

Il mondo tace.

Questo giorno, che da oggi in poi verrà ricordato nei libri di storia come

il più importante del nostro secolo, segna un importante passaggio

per la comunità magica. Perché oggi, 21 giugno 1998,

è stato sconfitto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato,

e con lui tutto il terrore che ha regnato da sovrano in questi ultimi anni.

Ma oggi ha perso anche la vita colui che a solo un anno di vita

è diventato leggenda: Harry Potter, il Prescelto, che ha dato la vita

per la salvezza del Mondo Magico.

Oggi l’intera popolazione china la testa di fronte a un mago

il cui coraggio e audacia verranno sempre ricordati,

un eroe il cui ricordo rimarrà sempre nei nostri cuori

e il cui nome verrà impresso nelle pagine di storia e non cadrà mai nell’oblio.

Grazie, Harry Potter. Il tuo nome sarà sempre leggenda.

 

 

 

 

 

- Fine -

 

 

 

NOTE AUTRICE

E siamo giunti alla conclusione di questa breve fan fiction. Siccome proprio non riesco a farmi piacere un finale eccessivamente felice, ho voluto terminare questo breve epilogo con una nota un po’ più malinconica.

Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto questa fan fiction, chi l’ha aggiunta tra i suoi preferiti e chi ha recensito: è stato un piacere leggere le vostre belle parole. 

roby the best: ma povero Draco xD Alla fine si sa che è un po’ un egoista, e dovendo scegliere ha preferito salvare Hermione piuttosto che lo Sfregiato.

Superfrency95: grazie, grazie, grazie per le tue parole fantastiche ^^ Addirittura una delle storie più belle che tu abbia mai letto? Ma stiamo parlando della stessa fan fiction? xD Comunque, per rispondere alla tua domanda: seppur vaga, avevo già un’idea per questa fan fiction. Poi, casualmente, ho ascoltato la canzone e ho cercato il testo, che sicuramente mi ha ispirato per scrivere la storia. Un bacio!

yayax: Grazie, yayax, mi fa piacere che ti sia piaciuta ^^

PolarLight: Grazie anche a te! Sono contenta che la storia ti abbia coinvolto nonostante la ship trattata non sia tra quelle che preferisci ^^

Lights: sono riuscita a rispettare i tempi dell’aggiornamento (quasi non mi sembra vero xD). Un grosso grazie, per aver seguito questa storia fin dall’inizio. Baci!

pei_chan: tranquilla, non fa assolutamente nulla se non hai recensito ^^ Ebbene sì, questo capitolo è l’ultimo, questa storia è nata per essere breve (pensa che all’inizio era addirittura una one-shot, poi ho deciso di farne una long fiction non molto lunga). Quanto a Hermione hai ragione, magari inizialmente, quando ancora era con Draco, avrebbe cercato subito di salvarlo, ma poi la stanchezza, il terrore, e la salvezza che era lì a pochi passi da lei, l’hanno fatta esitare. Non si darà mai pace per questo, rimpiangerà per sempre questo suo attimo di egoismo. E Draco… sì, a lui di Harry in fin dei conti non importava molto, e poi non è neanche il tipo di persona che sacrifica la sua vita per gli altri. Quindi, quando ha capito che era arrivato il momento di darsela a gambe, ha preso Hermione, l’unica della quale gli importava qualcosa, ed è scappato lasciando Harry che ormai, tra l’altro, era perduto. Un bacio ^^

  
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