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Autore: Alue    15/03/2014    2 recensioni
A un tratto il ritmo si fermo per dare spazio al balletto e il battito di un cuore attraverso un elettrocardiogramma. Uno dei ragazzi, quello che come pettinatura aveva scelto una lunga frangia nera a ricoprirgli gli occhi, si collocò al centro del palco, mentre gli altri si misero attorno a lui, per dar vista al pezzo forte dello spettacolo: “Il leader…”, pensai fra me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XXVII
 
Qualche giorno dopo l’annuncio della partenza di Hyun Joong, cioè il due maggio, il professor Rhee comunicò che la professoressa Nam, colei che dirigeva la sala teatro e tutti gli eventi importanti che si svolgevano all’interno, cercava qualcuno che potesse aiutare ad allestire il palco per la gara finale dei gruppi.
Quel giorno non ero di buon umore, piuttosto mi sentivo abbattuta e triste, perciò non prestai particolare attenzione alle ragazze che si accapigliavano soltanto per ricevere un posto nel gruppo che avrebbe aiutato con i disegni e la scenografia, né ai rimproveri del signor Rhee. Restai a guardare fuori dalla finestra a pensare a quello che ci eravamo detti Hyun Joong ed io, giocherellando distrattamente con una matita.
-…La professoressa Nam ha chiesto inoltre l’aiuto di Miss Kim -, disse Rhee senza ricevere nemmeno uno sguardo.
-Miss Kim?-, domandò ancora Mr. Rhee e all’improvviso ricevetti una gomitata dal mio compagno di banco, Lee Jong Suk, dato che ormai con Tiffany si erano chiusi tutti i rapporti. Uscii bruscamente dai miei pensieri.
-Eh?-, chiesi imbambolata guardando prima Jong Suk, che m’indicò il prof con gli occhi, e poi il professor Rhee:  -Bentornata fra noi! –disse ironico Rhee- dicevo soltanto che la professoressa Nam ha chiesto di lei per l’allestimento del palcoscenico della gara fra gruppi musicali. Se parteciperà farà bene a scrivere il suo nome sul foglio che sta ancora girando fra di voi-.
-Ah... va bene. Cheosong-inmida…-, annuii con la testa, per poi scusarmi della mia distrazione.
Quando ricevetti il foglio che mi era stato indicato lo guardai attentamente e scorsi i vari nomi: c’erano anche Federica e Sara, ciò voleva dire che partecipavano anche altre classi oltre la nostra.
-Parteciperanno in parecchie ragazze e pochissimi ragazzi-, commentai sottovoce, arrivando a leggere il nome di Jong Suk.
-Sì, ma la cosa brutta è che ci saranno anche quelle due vipere di Krystal e Tiffany-, disse Jong Suk accanto a me.
Alzai gli occhi su di lui, per poi guardare le due e tornare a foglio. In effetti era vero, c’erano scritti anche i loro nomi sul foglio e immaginai che il motivo per cui lo facessero non era per il saper disegnare bene, bensì per la voglia di vedere i ragazzi che si sarebbero esibiti. Con un sospiro firmai anch’io e continuai a far girare il foglio.
-Professor Rhee, perché la professoressa Nam ha chiesto solo di miss Kim?-, sentii domandare da Krystal con la mano alzata. Ci girammo tutti a guardarla e il prof rispose: -Perché è stata la sua insegnante nel corso artistico dell’anno scorso e sa che è molto brava, ma detto ciò, questi non sono affari che possano riguardarti, Krystal-.
Trattenni una risata, mentre sentivo sghignazzare Jong Suk accanto a me e gli altri trattenersi. Rhee ci richiamò all’attenzione e fu fatto silenzio.
-Non ti da fastidio che ci siano anche loro? Insomma, stai con Hyun Joong e Krystal continua a ronzargli intorno come una zanzara fastidiosa-. Jong Suk sapeva tutto di me e in classe era diventato il mio confidente da quando Tiffany non era più nella mia vita di tutti i giorni. Mi fidavo di lui, perché era una di quelle poche persone che sanno mantenere i segreti, e per il fatto che fosse gay, mi rimaneva ancora più simpatico.
-No, neanche un po’- risposi abbozzando un sorriso.
-Io sarei geloso-, commentò tornando al professore, che aveva ripreso la lezione.
Sorrisi guardandolo ed io tornai alla mia finestra: “Sono gelosa anch’io… ma ora sono troppo triste per pensare a certe cose. Hyun Joong partirà a breve e ciò che voglio è solo stare con lui con lui senza problemi…”.
 
Le lezioni finirono presto e quando suonò la campanella, uscii dalla mia classe per andare a chiedere alla professoressa Nam l’orario del corso pomeridiano in cui avremmo disegnato gli sfondi del palco. La prof mi disse che i corsi sarebbero iniziati quel giorno stesso alle quattro e che avrebbe voluto realizzare qualcosa di astratto con tante macchie di colori per non perdersi troppo in dettagli, e mi chiese se potevo pensare subito a un qualche bozzetto per quel giorno. Avevamo solo due settimane scarse e capii il suo intento, così appena rientrai a casa lanciai lo zaino nel solito angolo, salutai di fretta i miei genitori, che avevano chiesto un giorno di riposo, e Jonghyun appena rientrato per correre in camera a disegnare. Avevo qualche idea, così presi un foglio e una matita al volo, cominciando a tracciare le prime linee alla mia scrivania.
Quando fui a metà dell’opera sentii bussare alla porta della mia stanza: -Avanti-, dissi con gli occhi concentrati sul foglio.
-Sorellina? –chiese Jong alle mie spalle- non mangi oggi?-, domandò un po’ sorpreso, mentre si avvicinava.
-No, non ho fame-, dissi alzando lo sguardo su di lui, che si stava sedendo accanto a me.
-Oh, è per la gara? –chiese guardando il foglio- Feffe mi ha detto che ci sarai anche tu-, disse sorridendo.
-Sì, ho voluto partecipare per distrarmi un po’ e rendermi utile-, sorrisi a mia volta, continuando a finire il disegno che sembrava ormai un turbinio di colori.
-Distrarti? Perché? C’è qualcosa che ti preoccupa?-, domandò Jong premurosamente.
Posai la matita nera con cui stavo ripassando i contorni e sospirai: -Jong… ricordi quando ti dissi che c’era un ragazzo che cominciava a piacermi?-, domandai, guardando il foglio tristemente.
-Sì, perché?-, domandò curioso. Abbozzai un sorriso, vedendolo tornare il mio fratellone confidente e non iperprotettivo, per poi rispondere: -Non ti arrabbiare… volevo solo dirti che lo sto frequentando da un po’ -, risposi confessando in parte la mia storia con Hyun Joong.
-Ah… veramente era da un po che ti vedevo inventare scuse e finalmente capisco perché –sorrise, continuando- quindi eri preoccupata che potessi fare una delle mie scenate? Per questo sei triste da qualche giorno?-, domandò perplesso.
Scossi la testa, sospirando: -Jong… come ti sentiresti se Federica dovesse partire all’improvviso per sette mesi, che non sai nemmeno se si potranno trasformare in dieci, undici o peggio anni?-, domandai ripensando alle parole di Hyun Joong.
Mio fratello rimase a pensarci un po’ su, sorpreso per la domanda inaspettata e per il mio umore: -Credo che sarei abbastanza triste da non voler mangiare-, rispose sincero. Stava capendo come mi sentivo?
-E’ per questo che sei così giù?-, domandò. Annuii e sentii una lacrima percorrermi una guancia. Non sapevo nemmeno quando avevano cominciato a pizzicarmi gli occhi.
-Yha… non fare così. Sono sicuro che tornerà presto-, mormorò Jonghyun facendomi sedere sulle gambe per potermi abbracciare. Posai la testa sulla sua spalla e gli bagnai il collo.
-Aigoo… in questo periodo sono talmente impegnato a pensare a me stesso, che non mi sono nemmeno accorto dei tuoi sentimenti. Sfogati, ti sentirai meglio quando avrai finito-, mormorò Jong cullandomi.
Singhiozzai, lasciando uscire quello che avevo trattenuto quei pochi giorni e continuai ad ascoltare il suono della sua voce: -Di un po’, quella volta non mi hai detto come si chiamava questo ragazzo. Ora posso sapelo?-.
Alzai la testa e lo guardai, asciugandomi le lacrime: -Promettimi che non farai una scenata-, dissi quando mi fui calmata.
Jong alzò dapprima un sopracciglio scettico, poi si rassegnò e sorrise: -Va bene-.
-Per ora posso solo dirti che fa parte dei SS501, ma non dirò altro. Sta a te indovinare chi è-, dissi alzandomi e preparando lo zaino con il disgno e le mie matite.
-Che cosa? I SS501!?! Sei impazzita!?!-, urlò.
-Avevi detto che non ti saresti arrabbiato-, dissi tranquillamente, richiudendo lo zainetto.
-AISH! –sbottò tirandosi i capelli, già mezzi scompigliati- Diventerò pazzo!-.
-Non per così poco, Jong-, risi per poi avviarmi fuori dalla stanza.
Scesi nel bagno di sotto e mi sciacquai il viso, applicando un po’ di fondotinta per coprire il rossore dei miei occhi, sentendo Jong continuare a dare in escandescenza.
-Spero solo che non sia chi penso io!-, disse scendendo le scale.
-Non so a chi tu stia pensando, ma ora devo andare -dissi sorridendo- Grazie per la chiacchierata fratellone! Mamma, papà devo andarea scuola, ci vediamo dopo!-, urlai  prendendo le chiavi e uscendo da casa. Fuori la porta mi ricordaidi una cosa e riaprii per fare capolino: -Jong, ricordati le prove, altrimenti gli Shinee ti daranno fuoco!-, urlai e uscii definitivamente da casa. Salii in sella al motorino e freccia fra le auto per andare a scuola.
 
Dopo essere arrivata a scuola, in tutta fretta mi avviai nell’aula teatro, dove mi aspettavano Federica e Sara sedute in prima fila sulle poltrone rosse. La professoressa Nam era già con noi, come Krystal e Tiffany, ma l’unico a mancare era Jong Suk, che arrivò con un quarto d’ora di ritardo.
Mi sedetti accanto a Federica, la quale mi sorrise contenta, e ricevetti uno sguardo fiammeggiante di Sara di natura sconosciuta. Aggrottai la fronte non capendo, ma lasciai correre quasi subito, perché la professoressa Nam cominciò a illustraci ciò che avremmo fatto; ascoltai con attenzione, fin quando non ci chiese i bozzetti, che solo io e qualcun altro avevamo preparato. Avevo optato per qualcosa di semplice come macchie e grandi spazi di colore che ricordavano il vestito di Arlecchino, mentre altri per qualcosa di più elaborato come note musicali giganti, spartiti e i nomi personalizzati dei gruppi in gara.
La professoressa Nam osservò attentamente i bozzetti per una buona mezz’ora, in cui gli studenti si presero la libertà di parlare aspettando il verdetto finale, mentre io me ne restavo a fissare un punto indefinito nel vuoto, pensando a come si stesse disperando mio fratello nel sapere che sua sorella amava uno dei suoi rivali.
-Hai saputo di Hyun Joong?-, domandò ad un tratto Federica risvegliandomi.
-Intendi la partenza?-, chiesi a mia volta.
Federica annuì ed io sospirai: -Sì, me l’ha detto qualche giorno fa-, risposi.
-Come l’hai presa?-, continuò Federica, mentre Sara messaggiava con Taemin.
-Diciamo che lo accetto e basta, anche se sono triste. Spero solo che vostro padre non se lo tenga a tempo indeterminato-, risposi senza guardarla.
-Già, Hyun Joong mi ha spiegato com’è fatto… nostro padre-, commentò Federica e la parola “nostro” suonò piuttosto strana e amara.
-E tu? Come l’hai presa?-, le domandai fissandola.
Federica sorrise amareggiata e sospirò profondamente prima di parlare: -Non bene. Diciamo che l’ho presa piuttosto male. Ho conosciuto mio fratelllo da poco e mio padre me lo porta via così. Nostro padre voleva che andassi anch’io con loro, ma ho detto di no quando l’ho incontrato una settimana fa. La mia famiglia è con Taemin e non posso lasciarli. Non voglio. Mi hanno cresciuta e non ho intenzione di andarmene via su due piedi con il primo che mi dice di essere mio padre biologico-.
La guardai e capii che il suo vero padre non le piaceva affatto, proprio come a Hyun Joong. Non andai oltre e mi limitai a dirle: -Capisco, Jong mi aveva accenato qualcosa-, prima che la professoressa Nam si avvicinasse e cominciasse a illustrarci ciò che aveva scelto.
-Molto bene, ragazzi. Ho scelto cosa dovremo fare per il palcoscenico: per lo sfondo iniziale e per gli Shinee ho intenzione di adottare il bozzetto della signorina Kim, essendo molto semplice, d’inserirci il progetto a scritte di Jong Suk, perciò avremo uno sfondo con nome gigante; per i SS501 e i Super Junior andrà bene il bozzetto di Tiffany e Krystal. Con Jong Suk e Ilaria lavoreranno Federica e Sara, gli altri si uniranno all’altro gruppo che ha bisogno di più persone. Cominciate!-, sorrise la professoressa una volta assegnati i compiti.
Prendemmo il necessario già pronto sul palco e cominciammo a disegnare sui pannelli del palco. Mi divertii a lavorare con i miei amici e per tutto il tempo ignorai la presenza di Tiffany e Krystal che nel frattempo lanciavano sguardi acidi e fiammeggianti nella nostra direzione. Lavorammo per più di due ore e quando fu il momento di lasciare il posto ai ragazzi delle prove eravamo tutti distrutti, ma soddisfatti dei nostri disegni quasi ultimati. Andando avanti di quel passo saremmo riusciti a finire tutto anche in anticipo.
Raccolsi ciò che avevamo utilizzato e lo portai nel dietro le quinte, dove Krystal e Tiffany stavano confabulando a bassa voce e sorrisi soddisfatta, una volta lasciate gomme e matite sul tavolo da lavoro.
Mi avviai per tornare nella sala teatro, ma Krystal mi fermò con la sua voce irritante: -Hyun Joong partirà a breve. Non sei dispiaciuta, tesoro?-, domandò compiaciuta di potermi infastidire.
Mi girai lentamente verso di lei e la fissai senza un’espressione precisa sul volto: -Sì, e tanto anche-, dissi sincera, ma apatica.
-Non mi sembri tanto convinta. Se hai questo umore anche quando sei con lui sicuramene tra voi finirà anche prima che parta-, ridacchiò e Tiffany con lei.
Sospirai e la guardai incrociando le braccia al petto: -Che cosa vuoi da me, Krystal?-, domandai leggermente irritata. In qualche modo le sue parole non mi colpivano, se non per farmi provare pena per loro.
-Io? Nulla –sorrise- mi chiedo solo che cosa ci possa trovare in te Hyun Joong e cosa ci trovi tuo fratello in Federica. Ah! Siete così… poco-, disse acida.
Sorrisi e sciolsi le mie braccia, guardandomi intorno: -Lo sappiamo anche noi che siamo… poco, come dici tu, parlando a livello fisico, ma dentro abbiamo sicuramente molto più di te e di Tiffany che ti corre dietro come se fosse il tuo cagnolino personale. Sai, Krystal, provo compassione per te-, dissi sorridendole con tutta la calma possibile. Non avevo voglia di discutere con loro, perché avevo cose più importanti a cui pensare.
Mi girai nuovamente per uscire dal retro scena, ma fui fermata ancora: -Hyun Joong non ti ama. Sai che è solo per far preoccupare tuo fratello e allontanarlo dagli Shinee, vero?-, domandò ferma, ma colsi la sua disperazione di fronte alla mia indifferenza.
Sorrisi e la guardai: -Era ciò che pensavo qualche tempo fa, ma poi ho capito che si è davvero innamorato di me. Smettila di provare a scoraggiarmi, Krystal, non ci riuscirai. Ne abbiamo passate più di quante tu non immagini-, dissi per poi lanciare un ultimo sguardo a Tiffany, che per tutto il tempo non aveva fiatato.
-Sii una buona amica per lei-, dissi a Krystal, per poi uscire da quella stanza.
Jong Suk si avvicinò a me sorridendo e mi chiese perché ci avessi messo tanto, così raccontai ciò che era successo sia a lui che a Federica e Sara. Quando finii di raccontare vidi gli Shinee entrare in sala teatro: Federica venne travolta da Jong, mentre Taemin diede un leggero bacio a Sara, che gli sorrise. Subito dopo arrivarono i SS501 ed i Super Junior.
I Suju si misero all’opera sistemando il palco a loro piacimento, mentre i ragazzi che qual pomeriggio ci avevano aiutato cominciavano ad andare via insieme a Krystal e Tiffany, e i SS501 prendevano posto nelle prime file. Da qualche tempo tutti i gruppi si riunivano insieme per provare uno dopo l’altro creare discussioni, e il temperamento ormai cambiato di Hyun Joong faceva andare avanti i programmi con successo. Tutti lavoravano in armonia.
Quel giorno però Hyun Joong entrando mi sembrò stranamente felice, nonostante fosse preoccupato per la presunta partenza. Mi chiesi il perché di quel buon umore, ma poi sorrisi vedendolo allegro e il mio sguardo non sfuggì a Jonghyun.
-Yha… non dirmi che è lui-, borbottò scurendosi in volto. Gli Shinee si guardaro preoccupati, non capendo.
Trattenni una risata e risposi: -Non te lo dico. Dovrai scoprirlo da solo, fratellone!-.
-Gli hai detto qualcosa?-, domandò Kibum divertito, sotto gli occhi maliziosi di tutti.
-Che cosa mi avrebbe dovuto dire?-, domandò Jong.
-Sì, gli ho detto che sto frequentando un ragazzo. Voi però non dite niente, deve scoprire da solo chi è!-, sorrisi e mio fratello rimase sconvolto.
-Voi sapete? Sapete chi è e non mi dite niente!?-, sbottò Jong alzando la voce.
-Calmati, Jong. Noi sappiamo tutto, ma non possiamo rivelarti niente. Abbiamo promesso-, sorrise Minho sempre più diverito.
-Yha! Vuoi morire?! Ditemi subito chi è!-, continuò Jonghyun sempre più sconvolto, anche se non arrabbiato. Sembrava offeso di essere l’ultimo a sapere le cose, ma volevo che soffrisse un po’ prima di scoprirlo. Avevo la sensazione che non si sarebbe arrabbiato quando avrebbe scoperto che si trattava di Hyun Joong, però mi divertivo a vederlo così in ansia.
-Jong, ricominciamo?-, domandò Federica ammonendolo.
-Yha… anche tu?-, domandò offeso Jong.
-Sì, io so sempre tutto, amore mio, ma come gli altri non dirò niente. Spremi le tue meningi una volta tanto-, sorrise Feffe.
Jong sbuffò, blaterando qualcosa sull’essere perfidi, ma non ebbero tempo per continuare la discussione, perché i Super Junior dovevano cominciare a provare, così chiesi a Federica e Sara un passaggio e dopo aver recuperato il mio zaino, salutati gli Shinee, rivolsi un sorriso ai SS501, ammiccando a Hyun Joong, che ci sorrise e salutò la sorella con una mano.
Uscimmo dalla sala teatro ridendo e scherzando, raggiungendo l’androne principale della scuola, quando fummo raggiunte da Kyu Jong, che corse dietro di noi in tutta fretta.
-YHA! Fermatevi!-, urlò in fondo al corridoio.
-Kyu, che succede?-, domandai preoccupata, guardandolo piegarsi in due con il fiatone.
-Hyun Joong… ti manda questa…-, riuscì a dire, porgendomi una lettera.
-Kyu, cerca di non morirci però, altrimenti ti avremo sulla coscenza-, scherzò Federica, mentre io prendevo la lettera.
“Perché una lettera? –mi domandai- che strano…”, pensai rigirandomela fra le mani, mentre ridevo alla battuta di Feffe.
-Ha detto che devi leggerla quando sarai da sola. Ora torno dagli altri. Ci vediamo ragazze-, disse Kyu quando ebbe ripreso fiato per respirare.
Lo salutammo e ci avviammo alla macchina, entrando. Feffe mise in moto e una volta in strada Sara passò all’attacco dietro di noi: -Che ti avrà scritto?-.
-Non ne ho idea, ma spero sia qualcosa di buono-, sorrisi guardando la lettera che stringevo in mano.
-Non credo che siano cattive notizie, Yaya. Fossi in te starei tranquilla-, sorrise Feffe senza togliere gli occhi dalla strada.
-Tu sai qualcosa, vero?-, domandò Sara scrutandola.
-Come ho già detto, io so sempre tutto-, rispose compiaciuta Federica, mentre svoltava l’angolo per arrivare a casa mia.
-Dai, Feffe, di che si tratta?-, insistette Sara.
-Non posso dirtelo ora-, sorrise Federica perfidamente.
Ridacchiai e la macchina si fermò di fronte casa, scesi e le salutai guardandole andare via. Erano le cinque quando rientrai e trovai mia madre in casa intenta a cucinare la cena, mentre Nanà giocava con le sue bambole in salotto.
-Ciao, tesoro! Com’è andata con i ragazzi di disegno?-, sorrise mamma emergendo dalla cucina, mentre mi avviavo per le scale.
-Oh, è andata benone, mamma. La professoressa ha adottato il mio bozzetto e sia mo già a buon punto solo con il primo giorno. Mi sono divertita-, sorrisi allegra.
-Sono contenta. Tuo fratello torna per la cena o resta da qualche amico?-, domandò asciugandosi le mani con il grembiule da cucina. Salii le scale.
-Credo che torni a casa!-, urlai in cima alle scale per poi rintanarmi nella mia stanza.
Chiusa la porta alle mie spalle, lasciai la lettera sulla scrivania e mi tolsi dalle spalle lo zainetto che portavo con me, lasciandolo sulla sedia.
-Aigoo… che stanchezza-, mormorai gettandomi con la faccia nel cuscino del mio letto.
Chiusi gli occhi e caddi subito nel sonno, dormendo pprofondamente due ore intere. Mi svegliò il suono della vibrazione del mio cellulare: era arrivato un messaggio. Aprii gli occhi, gonfi e ancora stanchi, e presi con un gesto pigro il telefono, rimanendo con la faccia sul cuscino.
Lessi il nome sul display: “Hyun Joong… non dovevi provare? Perché mi hai svegliato, se dormivo così bene!”.
“Se non l’hai ancora fatto, leggi la lettera! U.U”, aveva scritto. Guardai il cellulare per cinque minuti inebedita, poi decisi di rispondergli e mi misi a sedere sul letto: “Che fai, ora mi spii? XD”.
Risi e inviai il messaggio di risposta, per poi alzarmi e andare a prendere la lettera sulla scrivania. Tornai sul letto e l’aprii, rivelando un figlio di quaderno strappato, ma con una calligrafia curata nei minimi particolari:
 
Amore mio,
abbiamo poco tempo per stare insieme dopo il giorno della gara e anche se non so come andrà a finire, se con la vittoria dei SS501 o degli altri gruppi, voglio solo passare il maggior tempo possibile con te.
Non abbiamo avuto molti momenti felici da quando ci conosciamo e il più delle volte ti ho fatto piangere, così ho intenzione di rimediare, almeno quando e se partirò avrai qualche ricordo più dolce di me. A questo proposito volevo invitarti a cena il 25 maggio. Ti ricorda niente questa data? Sì, proprio così, ho scelto il giorno dell’anniversario di Federica e Jonghyun! Perché? Perché almeno quel giorno potremmo stare tranquilli se loro usciranno insieme!
Ho intenzione di dire tutto a tuo fratello prima di partire, così che possa tenerti d’occhio se non ci sarò. E poi perché credo sia arrivato il momento di dirglielo, no? Voglio fargli sapere che sono io il ragazzo che ti ha rubato il cuore e non altri, anche se potrà prenderla male. Voglio che sappia che non ti farò del male, che sappia che sono tornato quello che ero grazie a te e che può fidarsi di me.
Yaya… in questi giorni non sarò presente perché le prove richiedono più impegno del previsto e devo darci dentro con le materie per ottenere il massimo dei voti, perciò perdonami già da adesso. Ci rifaremo in seguito.
Stringi forte il ciondolo che ti ho regalato e non toglierlo mai. In questo modo sarò sempre con te.
Non accetto un “no” come risposta all’invito, perciò preparati bene, perché ne avrai tutto il tempo! E per i vestiti, per la tua gioia (so che mi odierai per questo, ma lo faccio per te ^^”), ho chiesto a Kibum di aiutarti e dopo un momento di esitazione ha detto che ti sequestrerà per portarti a fare shopping con lui! :D
A domani.
Saranghae <3
Tuo
Hyun Joong.
 
Lessi la lettera più di una volta per recepire bene tutti i messaggi e mi soffermai qualche minuto in più sulle ultime righe. Che c’entrava Kibum? Perché aveva chiesto a Kibum? Non era geloso di lui!?
-E’ impazzito…-, mormorai alzando gli occhi sconvolta al solo pensiero di dover ancora sopportare Kibum durante lo shopping. Trattandosi di un’occasione così speciale avrebbe sicuramente scento qualche trappola mortale e non un vestito qualunque! Mi preoccupai più di quello che avrei patito nei negozi, che dell’invito.
Saltai giù dal letto e camminai avanti e indietro per la stanza, stringendo la lettera fra le mani: -Non può darmi in pasto a Key come carne da macello! E poi come ha intenzione di dire tutto a Jong! Dovrebbe essere lui a scoprire tutto! Aish! Non è possibile!-.
Rilessi ancora una volta la lettera e sospirai affranta: -Beh, almeno mi porti a cena fuori –sorrisi- dovrei essere più che felice! Ah… che ragazzo difficile che mi sono andata a scegliere!-, dissi scuotendo la testa, realizzando finalmente ciò che mi aspettava.
-Mi porta a cena!-, urlai saltellando di gioia per tutta la camera. Sentii mia madre chiamarmi per la cena e scesi le scale a due a due per la felicità.
Jong era tornato, così come papà e tutti mi stavano aspettando. Mi sedetti insieme a loro e cominciai a mangiare, non riuscendomi a togliere il sorriso dalla faccia.
-Come mai così felice sta sera?-, domandò Jong.
-Mi porta a cena…-, ripetei ancora nel mondo delle favole.
-Chi? Il tipo con cui esci!?-, scattò subito, attirando gli sguardi dei miei genitori.
Mamma sorrise e non stette più nella pelle e chiese: -Chi è?-.
-Non vuole dirmelo. Dice che devo scoprirlo da solo –borbottò Jong, per poi cambiare l’espressione contrariata in una più furba- ma visto che la zia vuole saperlo, perché non rivelarlo, sorellina?-.
Li guardai ancora sorridendo e risposi: -Non te lo dirò neanche morta-.
-Noi però vogliamo saperlo-, commentò grave papà.
-Vi dirò quello che ho detto a Jong: fa parte dei SS501. Niente di più. Quando lo scoprirà Jong, lo saprete anche voi-.
-Oh! –papà sorrise compiaciuto- Quei simpatici ragazzi della settimana bianca! Buona scelta, Bocciolo. Mi piacciono tutti quei ragazzi!-, disse papà irritando Jong.
-Papà! Dovresti essere geloso di lei, come ogni padre che si rispetti!-, piagnucolò mio fratello.
-Ci sei già tu che fai il mio lavoro, perché dovrei scomodarmi?-, chiese ironico papà.
Jong si ammutolì, ma mamma continuò: -Spero che sia Hyun Joong-.
-Se è Hyun Joong, dichiarati morta-, commentò Jong a parlando a bocca piena.
“Voglio proprio vedere chi morirà fra me e te, fratellone. Sarai sicuramente colto da un infarto quando saprai che è proprio lui”, pensai ridendo, mentre lo fissavo.
-Anch’io voglio che shia Hyun Joong oppa! Così io sposerò Kyu Jong oppa! Lui mi aspetterà e potremmo innamorarci!-, sorrise Nanà.
-Nanà, anche tu mi tradisci così!?-, frignò Jonghyun.
-Non vedo l’ora di saperlo! -cinguettò mia madre- la mia bambina ha finalmente trovato il ragazzo giusto per lei!-, sorrise ormai entrata anche lei nel paese delle meraviglie.
-Già… io non speravo nemmeno più che qualcuno potesse prendersela-, sogghignò papà divertito.
-Appa!-, lo ammonii ridendo.
-E quando dovresti andarci a cena?-, chiese Jonghyun.
-Il giorno del tuo anniversario-, risposi.
-Quindi potremmo uscire e andare a trovare Kangin e Sooyoung!-, commentò contento papà.
-Papà! Non sei nemmeno un po’ preoccupato!?-, sbottò Jong.
-Assolutamente no. Tu uscirai con Federica; noi usciremo con la famiglia di Hongki e tua sorella con il suo nuovo ragazzo. Qual è il problema?-, sorrise papà.
Mio fratello lo guardò truce, poi guardò me: -Ti tengo comunque d’occhio-, sibilò fra i denti.
“Povero Hyun Joong. Non sa che cosa gli aspetta in questa famiglia”, pensai ridendo.
-Ti viglio bene, fratellone-, dissi con un sorriso innocente sulle labbra.
Terminammo lì la discussione e continuammo a mangiare senza interruzioni, ascoltando soltanto mamma e papà parlare di lavoro.
Una volta finita la cena, salii di nuovo in camera mia e parlai con pc con Federica e Sara, aggiungendo Jong Suk alla conversazione e decidemmo tutti insieme come si sarebbe organizzata quella sera, per tenere lontano Jong da qualche inssurrezione non programmata.
Quando fui abbastanza stanza da non reggermi più in piedi, spensi tutto, m’infilai il pigiama e andai a dormire.
***
I quindici giorni che ci dividevano dalla gara passarono senza che nemmeno ce ne potessimo accorgere e tutti lavorarono sodo.
I ragazzi del gruppo di disegno allestirono i pannelli che sarebbero serviti da sfondo ai gruppi della gara in pochi giorni, fra una risata e l’altra, e macchie di colore sui vestiti; così ci fu molto tempo per le rifiniture. Quando il lavoro fu terminato, avevamo realizzato i più bei sfondi scenografici che si potevano chiedere e la professoressa Nam era orgogliosa di noi.
Nelle stesso tempo i gruppo in competizione provarono quasi notte e giorno, perciò, come previsto da Hyun Joong, non ebbi il tempo nemmeno per scamibiare con lui nemmeno uno sguardo, proprio come Federica con Jonghyun e Sara con Taemin. Mandai un sms di risposta alla lettera di Hyun Joong, ma nulla di più. Tutti avevano troppo da fare, perciò nel tempo libero che mi rimaneva cercai di studiare il più possibile da sola per recuperare altre materie oltre matematica, e di coprire i turni di lavoro che Minho e Siwon non potevano lavorarsi. Ogni giorno ero sempre più distrutta, ma nonostante tutto ero soddisfatta di me stessa.
Il giorno prima della gara mi recai in biblioteca con Jong Suk per studiare e quando tornai a casa verso le otto, trovai Jong sdraiato sul divano a dormire come un bambino, mentre Nanà guardava la tv, e i miei genitori erano intenti l’uno a scrivere relazioni di lavoro a ìl pc, e l’altra a cucinare.
“Uh? –pensai lasciando lo zaino sulle scale e avvicinandomi a Jong - guarda come dorme! E dire che non lo vedevo così stanco dai tempi delle elementari!”, risi fra me e m’inginocchiai di fronte a lui, osservandolo meglio.
-Che cosa stai facendo?-, domandò papà dubbioso, alzando le sopracciglia.
Lo guardai e sorrisi: -Pensavo che Jong deve tenere davvero tanto a questo concorso, visto che si riduce ad un brodino tutte le sere-.
-Già… Per quanto sia sfaticato, non l’ho mai visto darsi da fare così tanto per qualcosa. Spero solo che vincano, altrimenti dovrò inventarmi qualcosa per tirare su il morale a tutti-, commentò papà sorridendo e guardando dolcemente Jonghyun.
-Mmh…uh… Dazzling Girl… Dazzling Love…-, mormorò all’improvviso Jong nel sonno, girandosi verso la spalliera del divano.
Papà scoppiò in una fragorosa risata e Nanà lo seguì a ruota: -Non gli basta provarle a scuola, adesso le canta anche nel sonno! Ah, veramente… questo ragazzo sta impazzendo sul serio!-.
Ridacchiai e mi alzai, avviandomi in camera mia. Una volta dentro mi misi la solita tuta che utilizzavo per dormire e impostai la sveglia del cellulare alle sette del mattino, per poi aggiornare il mio diario, che ormai non toccavo più da mesi. Raccontai di ciò che stava succedendo e cosa non volevo che accadesse, quando sentii arrivare un messaggio.
Presi il cellulare, richiudendo il diario, e lessi il nome sul display: Kibum. Mi domandai che cosa fosse successo e aprii il messaggio: “Domani è il gran giorno e comunque vadano le cose, dovrete salutare per un po’ di tempo alcuni di noi… Yaya, Feffe non abbattetevi! Vi vogliamo bene e fate tanto tifo domani! ^.^   P.S. Oltre Yaya, voglio che a fare shopping per il venticinque venga anche Feffe, perciò preparatevi perché dovrete camminare tanto e provare tanti vestiti! :D I love You!”.
Ridacchiai nel leggere il messaggio e risposi: “Non preoccuparti! Anche se ciò che temo di più è proprio fare shopping con te! L’unica cosa che mi consola è che non sarò la sola a soffrire! Ti vogliamo bene anche noi, Key! <3 A domani!”.
***
La mattina dopo, cioè il venerdì della gara, quando la sveglia squillò, scattai giù dal letto e la spensi al volo. M’infilai di corsa i vestiti che avevo preparato la sera prima, una camicietta bianca a maniche corte e un jeans verde, e scesi di corsa le scale per andare a preparare la colazione. I miei genitori quel giorno non lavoravano, così li avevo avvertiti che sarei uscita presto quella mattina, anche se avessero continuato a dormire. Mi ero ripromessa di far trovare qualcosa accanto al letto di Jong, così che quando si fosse svegliato avrebbe fatto colazione senza tardare a scuola, e in poco tempo misi a scaldare il latte, versai un po’ di succo di frutta in un bicchiere e tostai del pane. Feci colazione di fretta e quando il latte fu caldo lo versai in un termos e posai tutto s’un vassoio, aggiungendo un barattolo di marmellata e dei biscotti.
Una volta pronto salii le scale ed entrai in camera di Jong senza far rumore: come previsto dormiva ancora e sorrisi nel sentirlo canticchiare ancora le canzoni nel sonno. Posai il vassoio sul sulla scrivania e presi un pezzo di carta per lasciargli scritto un bigliettino: “Fighting, fratellone! Oggi è il giorno in cui puoi brillare come una vera stella! Dacci dentro e fai vedere a tutti di che pasta è fatto Kim Jonghyun! Oggi esco presto da casa e visto che non ci vedremo a scuola dato che avete il permesso di rimanere tutti a casa… CERCA DI NON FARE RITARDO! Saranghae! <3”.
Posai il bigliettino accanto al vassoio e uscii dalla stanza in punta di piedi. In quel momento vidi mia madre uscire dalla stanza da letto e la salutai con una mano silenziosamente.
-Buongiorno, mamma!-, sussurrai avviandomi verso le scale.
-Buongiorno, tesoro! Sono le sette e mezza. Sbrigati, altrimenti farai tardi dalla tua dolce metà!-, sussurrò a sua volta scendendo le scale dietro di me.
-Sì, ci vediamo alle cinque alla gara! Mangerò del ramen per strada. Siate puntuali e sgrida Jong se è in ritardo!-, dissi infilandomi un giubbino leggero.
-Lo faremo senz’altro! Stai attenta per strada-, sorrise mamma entrando in cucina.
-Va bene! Bye!-.
Uscita da casa, saltai in sella al motorino e sfrecciai per le strade di Seoul verso casa di Hyun Joong, ma prima mi fermai al “paradise Caffè, dove incontrai Cloe, la nostra collega di lavoro, che mi sorrise sorpresa quando mi vide: -Ehi! Come mai così presto? A quest’ora non è il tuo turno di lavoro e dovresti essere a casa a dormire-, ridacchiò.
-Già, ma oggi Minho e gli Shinee hanno la gara di canto a scuola e così anche Hyun Joong. Volevo portare la colazione anche lui, visto che a Jong l’ho preparata a casa-, sorrisi avvicinandomi al bancone per vedere che pasticcini offriva la casa.
-Oh, che dolce! Sei un amore! Magari il mio ragazzo facesse certe cose per me-, cinguettò Cloe.
Le sorrisi: -Puoi farmi un vassoio piccolo con dei biscotti?-, domandai.
-Certo, arriva subito!-, confermò allegra.
Cloe mise in un vassoio dei pasticcini assortiti per la prima colazione e la pagai. La sentii augurare buona fotuna ai gruppi quando uscii e una volta vicino al motorino misi al sicuro i pasticcini e arrivai a casa di Hyun Joong in poco tempo.
Mandai un messaggio alla mamma di Hyun Joong, la quale avevo avvisato il giorno prima, così che potesse aprirmi e salii con l’ascensore. Pian piano sul mio viso si era allargato un sorriso enorme, così quando la signora Kim mi aprì la porta continuai a sorriderle.
-Ciao, cara!-, mi salutò dolcemente, abbracciandomi.
-Annieong-haseyo, signora Kim-, salutai a mia volta.
-Come stai? Oh! Questi sono per Hyun Joong?-, domandò prendendo il vassoio che le avevo porto.
-Sì, li ho presi per lui, così avrà un risveglio dolce-, dissi arrossendo.
-Sei un tesoro. Vieni, entra-, mi esortò. Mi tolsi le scarpe ed entrai, infilandomi della pattine, e la seguii in cucina.
-Posso offrirti qualcosa?-, domandò sorridendomi.
-No, grazie. Ho già fatto colazione. Hyun Joong dorme ancora?-, domandai guardandomi intorno.
La signora Kim sorrise: -Sì, ha detto che avrebbe dormito a lungo oggi, approfittando del perfmesso che hanno dato a scuola. Però tu sei qui. Aspetta, vado a chiamarlo-.
-Oh, anyo! –la fermai delicatamente per un braccio- non fa niente. Lo lasci riposare, oggi sarà dura per lui, perciò non c’è problema. Avremo modo di vederci dopo la gara-, sorrisi.
La signora Kim non insistette a capì, così dopo una pausa, lanciai un’occhiata fuggevole all’orologio e decisi che era ora di andare a scuola: -Signora Kim, devo andare. Per me oggi c’è scuola… Ci rivedremo nei prossimi giorni-, sorrisi chinando il capo in segno di saluto.
La madre di Hyun Joong annuì e sorrise dolcemente, accompagnandomi alla porta e mi diede un leggero bacio sui capelli prima che uscissi dalla sua casa: -Stai attenta quando sei in strada-.
-Lo farò. Non si preoccupi. Gampsa-inmida-, la ringrazia dell’ospitalità e la salutai con una mano, scendendo le scale. Uscii dal palazzo e rivolsi un ultimo sguardo alle finestre di Hyun Joong, per poi salire sul motorino e rimettermi il casco.
“Fai dolci sogni, amore mio. A più tardi!”, pensai con un sorriso, rimettendomi in strada.
 
La giornata scolastica non fu pesante. I programmi era no quasi giunti al termine e passai il compito in classe di coreano in tranquillità: avevo studiato molto e non ebbi problemi nel mettere insieme le idee per un saggio breve leggibile e decente.
Alla fine delle lezione feci un salto nell’aula della professoressa Nam, che ci aspettava per darci i suoi compliementi per il duro ed in tenso lavoro che avevamo portato a termine, e per dirci che non bisogna va preoccuparsi oltre: i tecnici della scuola avrebbero fatto il loro dovere aggiustando i pannelli nel modo più opportuno; a noi rimaneva solo il compito di divertirci durante la gara e di spalleggiare i nostri amici.
Jong Suk mi fece compagnia tutto il giorno e con una carica innature mi mise di buon umore. Non vedeva l’ora di vedere i gruppi salire sul palco, specialemnte i Super Junior.
-Non sei emozionata!?-, mi urlò in un orecchio, uscendo finalmente da scuola. Dovevamo prenzare insieme e fare un giro per Seoul aspettando le cinque quel giorno.
-Sì, Sukkie, ma cerca di non ridurre il mio timpano destro in una poltiglia-, sorrisi sentendo un fischio all’orecchio.
-Scusa… è solo che non faccio altro che pensare a loro, invece tu non sembri molto contenta-, borbottò mettendo su un musino triste.  Lo guardai, aggiustandomi lo zaino in spalla, e risi: -Sono elettrizzata almeno quanto te, ma io mi contengo. Sukkie, non sono brava ad esternare i miei sentimenti quando sono felice-.
-Mmh… allora non contenerti! A parte la gara, cosa mangiamo?-, domandò guardando la strada davanti a noi.
-Conosco un buon posto in cui cucinano manzo. Se vuoi andiamo lì-, sorrisi e scrollai le spalle.
-M-manzo? Yaya, non ho così tanti soldi per mangiare carne-, farfugliò dispiaciuto.
Gli diedi un’amorevole pacca s’una spalla: -Oggi è un giorno importante, perciò non preoccuparti dei soldi. Offro io!-, dissi tirando fuori il portafoglio.
-Ma… non posso lasciati pagare tutto! Sono pur sempre un ragazzo!-, obbiettò con la sua voce roca e profonda
-Allora metti anche tu la tua parte e io pagherò di più-, dissi facendogli una linguaccia, per avviarmi al negozio.
-Yha! Non puoi trattarmi così! Anche se sei più grande di me di pochi mesi non significa niente!-.
-Muoviti, lumaca!-, risi.
Pranzammo nel nogozio di manzo insieme e dopo aver riempito le nostre pance, a sukkie venne l’idea di andare nel centro commerciale più vicino per passare il tempo. Accettai, ma quello fu lo sbaglio più grande della mia vita, perché come oltrepassò la porta scorrevole del negozio, Jong Suk impazzì e cominciò a correre da un negozio all’altro peggio di Kibum. Non avevo calcolato che la sua inclilnazione sessuale lo avrebbe sicoramente portato a fare shopping sfrenato, e rimpiansi il momento in cui gli dissi “si, andiamo”; anche se mentre mi trascinava con sé e mi trasformava a poco a poco in un manichino umano per i suo abinamenti da stilista improvvisato, mi divertii, perché sentirlo squittire per ogni cosa mi metteva allegria e non mi faceva pensare alla partenza di Hyun Joong. Jong Suk si stava rivelando un buon amico e mi domandai in quei pochi istanti se avrebbe potuto colmare il vuoto che aveva lasciato Tiffany.
Sorrisi nel vederlo schiacciarsi il naso contro una vetrina e scoppiai a ridere, quando adocchiò da lontano uno dei Super Junior che casualmente si trovava lì per fare compre prima della gara. Era Lee Donghae e Sukkie gli stava sbavando dietro senza ritegno.
-Vuoi darti una calmata? A volte mi chiedo seriamente dove sei cresciuto! –risi- in America o in Corea?-, domandai.
-Non puoi negare che sia bellissimo-, commetò continuando a guardare Donghae finchè non entrò in un negozio di scarpe sportive.
-Sì, meraviglioso –dissi distrattamente, guardando l’ora sul cellulare- Sukkie, dobbiamo andare. Gli Shinee stanno per arrivare a scuola-.
-Va bene. Andiamo-, sorrise e mi prese sotto braccio. Mi fermai e guardai prima il suo braccio e poi lui.
-Che c’è?-, domandò non curante.
Risi: -Sei incredibile… almeno spiegalo a Hyun Joong se ci vede così-, risposi.
-Oh, a scuola sanno tutti del mio orientamento, perciò stai tranquilla-, disse scompigliandomi i capelli.
Ci avviammo a scuola e arrivammo mezz’ora prima. Predemmo posto nella quarta fila e occupammo i posti che c’interessavano: per la mia famiglia, la famiglia di Sukkie, Feffe e Sara. Erano arrivate anche Tiffany e Krystal, che subito ci incendiarono con lo sguardo quando salutammo gli Shinee che entravano e si dirigevano nel retro scena. Venimmo a sapere che metà dei Super Junior era già arrivata, proprio come i SS501, e dopo un po’ vedemmo Donghae raggiungere gli altri. Hyun Joong non uscì per salutarmi e ci rimasi un po’ male, ma me ne feci una ragione: “Sarà nervoso… forse è meglio così. Fighting, Oppa! I love you!”, pensai.
La mia famiglia arrivò presto e prese posto accanto a noi, mente Feffe e Sara ci raggiunsero poco prima dell’arrivo dei giudici. A poco a poco arrivò tutta la scuola a quell’evento importante, con le famiglia dei partecipanti e notai dopo un po’ che c’era anche la mamma di Hyun Joong. La salutai energicamente con una mano e mamma si girò curiosa: -Chi è?-, domandò.
-La mamma della mia dolce metà-, risposi sorridente.
Papà sorrise: -Noto una certa somiglianza con qualcuno –insinuò- mi sa che ho già capito di chi si tratta-.
-Ssh! I giudici stanno per parlare!-, ci sgridò Jong Suk con l’adrenalina già nelle vene.
Papà si sorprese, ma mamma non commetò e si limitò a chiedere con lo sguardo. Scossi la testa come per dire: “Poi ti spiegherò anche di lui”, e cominciammo a fare silenzio.
Uno dei giudici salì sul palco e, preso un microfono, cominciò a parlarci: -Buonasera a tutti. Come sapete siamo qui per poter finalmente, dopo mesi di prove e duro lavoro, mettere alla prova questi ragazzi e metterli alla prova. I miei colleghi ed io abbiamo studiato i vari generi dei gruppi; le loro movenze; i loro errori e quando abbiamo ricevuto i cd che hanno gentilmente inciso per noi- sorrisi al ricordo di quel giorno; fu il primo bacio con Hyun Joong- abbiamo cercato di aiutarli per portesi perfezionare – il giudice prese un foglio dalla tasca interiore della sua giacca e lesse. - Comincieremo dagli Shinee, che porteranno sul palco “Dazzling Girl”, “1000 years” e “Breaking News”; continueremo con i SS501, che porteranno “Déjà-Vù”, “Let me be the one” e “Snow Prince”; per finire con i Super Junior e le loro  “Opera”, “Sexy Free and Single” e “It’s You”. Siamo impazienti come voi di vederli esibirsi, perciò vi lasciamo a loro e ci rivediamo fra un po’-, concluse riponendo il microfono.
“Oddio… -pensai, facendo scattare una lampadina nel mio cervello- oddio!”.
-E’ Jong che canta per primo!-, mormorai sentendo l’adrenalina che saliva nelle mie vene più veloce della luce.
-Cosa?-, chiese Jong Suk.
-FIGHTING, FRATELLONE!-, urlai nel buio, ignorando Jong Suk.
Nello stesso momento sentimmo dei finti passi nel buio sulla sulla base, poi le luci si acceso di colpo e la musica partì: gli Shinee erano in posizione e subito cominciarono a muoversi, imitando l’assenza di gravità. Jong era piegato davanti agli altri, ma subito fece tre passi avanti cominciando a cantare, poi fu la volta di Taemin, poi Onew e di nuovo Jong, che con i suoi acuti riempì tutta la sala teatro. E ancora Kibum, Jong e tutti insieme cominciarono a saltellare e ballare la coreografia di “Dazzling Girl”.
Erano tutti meravigliosamente bravi e il loro impegno si vedeva: erano cambiati molto da quando avevano fatto la prima audizione ed erano stati scelti. Erano cresciuti e stavano mettendo in gioco tutti loro stessi.
Seppur tutti bravissimi e con la loro colorata carica, che aumentava ogni istante di più la mia adrenalina, tanto da volere saliree sul palco con loro e ballare, non avevo occhi che per mio fratello. Lui che si abbatteva spesso. Lui che con un sorriso mi faceva andare avanti. Lui che non la sua gelosia ossessiva da fratello iperprotettivo mi aveva sempre protetto. Non sapevo fino a che punto Federica stesse amando il proprio ragazzo, ma il mio cuore stava scoppiando nel vedere Jong così pieno di vita e prontamente combattivo per difendere i suoi sogni di cantante.
Fu la volta di “1000 Years” e gli Shinee si sciolsero di più, avendo ormai familiarizzato con il palco e preso confidenza con il pubblico. Di nuovo fu Jong a cantare per primo e al seguito gli altri. Era una toccante canzone di un amore duraturo per mille anni; quasi una poesia, più che il testo di una canzone.
A seguire ci fu“Breaking News”: gli Shinee non ci avevano fatto mai sentire quella canzone e l’avevano scelta all’ultimo minuto, cambiando la loro iniziale idea di “Girls-Girls-Girls”, perché ci credevano fortemente. Era un mistero sia per i giudici, sia per tutti noi.
Con quella canzone gli Shinee dimostrarono qualcosa di diverso e raggiunsero i picchi d’emozione di tutti i presenti in sala, perché mio padre fu talmente colpito che urlò tutta la sua stima per suo figlio e per i suoi amici: -FIGHTIIING! GO, JONGHYUN, GO!! GO, SHINEE!!!-. Eravamo tutti sconvolti per quell’urlo e scoppiammo in una risata generale nella seconda fila, tanto che fummo rimproverati.
Quando la musica finì, tutti rimanemmo a bocca aperta, ma non avemmo il tempo di battere le mani per loro che subito si spensero le luci per poi dare il via alla prima canzone dei SS501: “Deja-Vu”. Ero emozionata, dopo tanto tempo avevo la possibilità di rivedere anche loro su quel palco.
Sorrisi nel sentire i soliti suoni decisi, potenti e aggressivi, mentre nello stesso tempo le luci andavano a tempo con la musica. Il primo ad alzarsi nella coreografia fu Jung Min, che diede il via al testo, il secondo Hyun Joong, che si guadagnò il centro del palco e così gli altri.
Rividi l’angelo nero di cui mi ero innamorata e la decisione con cui cantava era data anche dalla rabbia che si stava portando dentro da giorni. Sentivo che su quel palco non era nervoso, piuttosto stava dando forza ai suoi compagni, liberando tutto quello che aveva trattenuto e mostrandosi forte per loro. Lo guardavo con tanto d’occhi, che mi appoggiai con le mani allo schienale della poltrona davanti a me per sporgermi, quasi a volerlo toccare. Sentii papà fissarmi e ridacchiare accanto a me, e gli lanciai un’occhiataccia. La musica fini e le luci si spensero. Tutti appludirono e ci fu il tempo per fargli riprendere fiato.
Passati cinque minuti vedemmo le luci accendersi a poco a poco e una tenera melodia alzarsi in sala: la voce di Hyung Jun accompagnò le prime note, per poi lasciare il posto alla voce di Hyun Joong. Quelle parole, quella musica, mi diedero la sensazione che gli Shinee e i SS501 in quei giorni avevano donato gli uni agli altri, perché negli Shinee avevo visto la decisione dei SS501 e in quel momento stavo vedendo nei SS501 l’immensa dolcezza degli Shinee.
-”Guarda. So che è stato un lungo periodo di tempo, lo sai. Adesso, devo dirti qualcosa, quindi guarda qui”-, aveva cominciato Hyung Jun.
E Hyun Joong aveva continuato guardando nella mia direzione: -”Prima cosa: le parole che voglio dirti, anche se non so da dove poter iniziare…”-.
E ancora Kyu: -”Sono stato abbastanza ansioso, anche se adesso mi sento un po’ timido…”-.
-”…Proverò a raccogliere più coraggio. Sai che non riesco a dire questo tipo di frasi…”-, continuò Jung Min.
-”…Una volta nella vita pensò che quel momento sia arrivato…”-, cantò Young Saeng.
Poi Hyung Jun: -”…Inizierò da qui, baby, ascoltami..”-, con dietro la voce di hyun Joong che non aveva smesso, nel buio di guardare verso di me: -”Fammi essere l’unico”-.
Quella parole mi davano la sensazione che non erano tutti a parlare, ma solo il ragazzo, l’uomo che aveva rubato il mio cuore, che lo aveva trattato male, griffiato, rotto e che ora lo stava curando con il suo amore solo per me.
Sentii una lacrima scendermi lungo una guancia e mi affrettai ad asciugarla, anche se Jong Suk se ne accorse: -Sta piangendo?-, domandò.
-Sì… -risposi sorridendo- che stupida, eh?-, dissi continuando a guardarli.
-No, sei dolce-, sorrise stringendomi a sé.
Tornai a vedere i SS501 che stavano per finire di cantare quella canzone e iniziare a ballare “Snow Prince”.
Hyun Joong mi aveva accentato di voler aggiungere “Snow Prince” alle tre canzoni che avrebbero portato, perché quella era stata la canzone che aveva unito il gruppo, facendolo conoscere all’insegnate di musica dalla scuola che li aveva sempre seguiti. Rivelava la loro iniziale spensieratezza e vidi Hyun Joong sorridere nel modo sgembo che adoravo, mentre cantava.
“Snow Prince” era allegra, effervescente e simpatica allo stesso tempo. Nulla a che vedere con la cupa  “Love Ya”. Ogni membro del gruppo si divertiva a cantarla e questo mi fece molto piacere, perché con quella musica capii finalmente cosa intendevano i SS501 quando mi avevano detto: “Hyun Joong è tronato quello di una volta con te”.
Finì anche quella canzone e lasciarono tutti il posto ad una spumeggiante e oscura “Opera” dei Super Junior, dietro ai quali Jong Suk non ebbe abbastanza tempo di sbavare per Donghae. Mi ricordò “Love Ya”, ma i Super Junior mi sembravano più adatti a quel genere di musica.
“Sexy Free and Single” si rivelò per tutti una vera bomba che lasciò ci lasciòsenza parole: Jong Suk si stava ormai disidratanto, mentre accanto a lui io cercavo di non pensare che aveva avuto ragione quando aveva detto che Donghae era straordinariamente bellissimo; ai miei occhi anche Siwon, che nei mesi precedenti avevo conosciuto meglio a lavoro e che tutti definivano il più bello del gruppo, impallidiva di fronte a Donghae. Donghae che poi mi ricordava stranamente Jonghyun nei lineamenti.
“It’s You” fu la caramella dolce dopo una ricca bevanda amara, perché nonostante fosse la più triste delle tre canzoni, mi colpì molto nel significato, mentre continuai insieme a Jong Suk a riempire di bava le poltrone.
Finita anche l’ultima canzone le luci si riaccesero, facendoci bruciare gli occhi, e i giudici di gara si ritirarono per qualche istante in una stanza per decidere chi far vincere.
Passò una buona mezz’ora in cui mi sorbii gli squittii di Sukkie e i gli urletti di Federica e Sara, che insieme formavano una coppia esplosiva, mentre i miei pensieri andavano solamente a Hyun Joong. Pregai con tutta me stessa che i SS501 vincessero la gara contro ogni mio principio, perché avevo sempre sperato il contrario, cioè che gli Shinee potessero raggiungere quel traguardo, ma l’idea di non averlo accanto per chissà quanto tempo mi spaventava.
All’improvviso i giudici rientrarono in sala in tutta fretta. Si sedettero, confabulando ancora qualche secondo, mentre i gruppi si disposero sul palco: i Super Junior al centro, gli Shinee a destra e i SS501 a sinistra. Giunto il momento di dare il verdetto finale il giudice che prima ci aveva parlato salì di nuovo sul palco: -Eccoci di nuovo. Signori, sappiate che quest’oggi è stata veramente dura scegliere il gruppo che vincerà la borsa di studio a New York. Ci dispiace per gli altri, ma potendo e dovendo decidere solo uno, il nostro giudizio positivo, nonostante tutti loro si siano impegnati, dimostrando di essere cresciuti per tecnica, ballo, canto, e presenza scenica, va…-.
Il giudice lasciò scorrere un po’ di tempo, quei pochi minuti di agonia snervanti che di solito mantengono i conduttori televisivi in uno show, per poi urlare a tutti i vincitori: -…i SUPER JUNIOR!-.
La sala scoppiò in un boato di approvazione e i Suju si abbracciarono, saltandosi addosso e ricevendo i complimenti degli altri gruppi. In quegli istanti fui felice per Siwon e i Suju, travolti da una bolgia di gente che voleva salutarli e abbracciarli, ma il mio cuore si stava spezzando. Incontrai gli occhi di Hyun Joong, disperato anche se felice per l’esibizione, che mi sorrise debolmente.
Mi rattristai, alzandomi e mi avviai con la mia famiglia fuori dalla sala teatro, aspettando che gli Shinee riemergessero dalla folla, mentre Sukkie rimase a salutare i Suju.
 
Un’ora dopo eravamo tutti fuori nel giardino della scuola a parlare della gara. Gli Shinee erano un po’ delusi, ma la felicità di mio padre nell’aver visto quello spettacolo in cui suo figlio aveva dato il meglio di sé, contagiò presto tutti, facendoci dimenticare chi aveva vinto. Dopo un po’ i miei genitori andarono via, portandosi dietro Nanà ormai stanca e ci lasciarono con i soldi per andare a mangiare tutti insieme. Gli Shinee furono grati e ringraziarono di cuore, rimanendo con noi.
I SS501 nel frattempo erano usciti quasi tutti da scuola, con le rispettive famiglie e tutti erano corsi a salutarmi, così potei fargli i miei complimenti con calma. Gli unici a mancare all’appello erano Hyung Jun e Hyun Joong.
Jong li tenne sott’occhio tutti quanti, proprio come aveva promesso, ma rimase deluso nel non aver visto nessuno di loro dimostrare effusioni eccessive, perciò cominciò ad irritarsi.
-Smettila, Jong. Mi stai innervosendo-, disse acida Federica dopo un po’.
-Cosa? Io t’innervosisco?! Ho già capito di chi si tratta e ancora non si è presentato!-, ribattè scontroso Jong.
-Ah, si? E chi è?-, domandai sorridendogli per stuzzicarlo.
-Yha! Pensi che non sappia che si tratta di Hyung Jun?! E’ dall’inizio dell’anno che continua a venirti dietro e non ha mai smesso!-, sbottò Jong, parlando senza pensare.
Federica alzò gli occhi al cielo, sbuffando esasperata, e stavo per ribattere, quando vidi arrivare in lontananza Hyun Joong con sua madre e Hyung Jun. Mi alzai dalla panchina su cui ero seduta e feci tre passi avanti per raggiungerlo, ma venni avvolta all’improvviso dall’abbraccio caldo e forte di Hyun Joong, che era corso verso di me, rivelando tutta la sua frustrazione nella stretta.
Amore mio, stai crollando…”, pensai con il cuore a pezzi.
-Perdonami, non ho fatto abbastanza-, mormorò nel mio orecchio, mentre lo sguardo attonito di Jong e la sua mascella arrivavano a terra.
-Hai fatto il tuo dovere e tutto ciò che ti era possibile. Non abbatterti, superemo insieme i prossimi ostacoli-, gli sussurrai a mia volta.
“Ho paura, Hyun Joong… Ho paura che nei prossimi mesi tu possa incontrare qualcun’altra megliore di me”, pensai stringendolo più forte che potevo.
Non c’era più nessuno intorno a noi, né gli Shinee, né la madre di Hyun Joong, comprensiva come sempre, né Hyung Jun, Federica o Sara. C’eravamo solo noi. Noi e i nostri cuori che non riuscivano ad accettare di essere divisi così in fretta.
Hyun Joong sciolse l’abbraccio e prese le mie mani, guardandomi per qualche secondo negli occhi e sorrise facendomi forza. Lessi nei suoi occhi ciò che voleva fare e gli sorrisi a mia volta, dandogli il permesso. -Saranghaeyo-, disse davanti a tutti, per poi prendere il mio viso fra le mani e lentamente darmi un leggero bacio sulla fronte. Chiusi gli occhi e sorrisi dolcemente: “Saranghaeyo, Hyun Joong…”.


{Spiazio Alue! :D}
Ciao a tutti!!! Eccomi qui con un altro capitolo! ^^ Allora! Ci siamo arrivati alla fine! I gruppi hanno finalmente partecipato alla gara! Delusi che abbia fatto vincere i Suju? XD Eh, lo so. Fra i due litiganti il terzo gode XD Ma poiiii! Hyun Joong ha baciato Yaya davanti a tutti! DDDDD: E ora!?!? Eheheheh! Beh, se volete scoprirlo dovete aspettare ancora un po', ma vi assicuro che ci sarà da ridere :D 
Grazie a tutti per essere passati! ^^ UN baci oe fatemi sapere le vostre impressioni o pensieri con una recensione o con un commento! Bye!

 
  
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