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Autore: LizDream    30/06/2008    7 recensioni
Capitolo 9 dedicato a Titty90!!!!----Allora, ragazze questa è la mia prima long- fic, anche se in realtà non so quanto lunga sarà! Ditemi che ne pensate! “Bene, le lezioni per oggi sono finite. Posso andarla a trovare “– si disse sollevato un ragazzo sui 18 anni, uscendo da quel liceo che ormai odiava tanto. Lo odiava perché lo teneva lontano da lei. Percorse velocemente il giardinetto compreso dall’istituto, fino ad arrivare al cancello. Lo passò e prese il primo autobus che conduceva al centro della città. Scese alla fermata più vicina all’ospedale Albuquerque Medical Ospital e una volta arrivato vi entrò. Raggiunse con trepidante emozione la ormai nota stanza bianca, numero 202. Sorrise spontaneamente nel vederla addormentata lì, in quel letto privo dei colori genuini e vivaci che si addicevano alla vita.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gabriella Montez, Troy Bolton
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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cap9

Capitolo dedicato a Titty90, perchè secondo me è una delle migliori scrittrici di Efp!!!Titty sei grande, spero di diventare brava come te un giorno!!!!Kiss!

Buona lettura!!!

CAPITOLO 9

- Sono tua sorella –

- Sono tua sorella –

- Sono tua sorella –

Sempre la stessa frase rimbombava continuamente nella testa di Gabriella.

Samantha …. o Cassidy … o come diavolo si chiamava, la ragazza che le aveva rovinato la vita, la ragazza che l’aveva investita, la ragazza che diceva di amare Troy, la ragazza che la odiava profondamente …. era sua sorella?

No,  non poteva essere vero. Probabilmente era solo un’altra delle sue tecniche per sconvolgerla e mandarla in confusione.

Non doveva cascarci, no, non ci doveva credere.

Fece un respiro profondo e cercò di calmarsi, ripetendosi che era tutta una farsa.

- Senti, io non ho ancora capito perché tu ce l’abbia così con me, al punto di investirmi, di rovinarmi la vita, di arrivare a mentire così spudoratamente per cercare di confondermi, ma ti chiedo di finirla. Non riesco più a sopportare questa situazione. Sto cercando di andare avanti nonostante tutto quello che ho passato, sto cercando di rifarmi una vita, ripetendomi ogni giorno che anche se non posso camminare, ho tante altre cose belle intorno a me per le quali combattere. Come la mia famiglia, come Troy, come cantare. Ma ogni volta che la mia felicità arriva al massimo compari tu e butti giù tutte le mie speranze. Ho sopportato tutto, ma questa volta l’hai combinata grossa. Finché la questione riguardava me e te mi stava anche bene, perché quella a soffrire sarei solo stata io,ma ora osi parlare di mia madre,e questo non posso perdonartelo. Assolutamente-

Cassidy la guardò per la prima volta con uno sguardo diverso. Uno sguardo deciso, uno sguardo sicuro, non provocatorio.

- Ti ho sempre odiata, e probabilmente continuerò a farlo, perché tu mi hai portato via tutto,ma se non fosse stato vero, non sarei mai venuta da te a raccontarti una cosa simile. Tu pensi sempre di essere dalla parte della ragione. Tu combatti, tu soffri, tu sei la vittima. E io? Io sono la strega cattiva che si mette in mezzo tra la principessa e il principe e che fa di tutto perché non ci sia un lieto fine.

Da quello che dici sembri una persona profonda, ma le apparenze hanno ingannato perfino te stessa. In realtà sei incredibilmente superficiale, perché non hai saputo guardare al di là. Non hai saputo vedere la verità. Io sono tua sorella, e tu devi accettarlo!!Che tu lo voglia o no!-

La mora si guardò intorno e poi si rivolse nuovamente a Gabriella.

- Comunque non è un discorso che si può affrontare in cinque minuti. Devo parlarti in privato, in un posto dove si può stare tranquilli-

Gabriella la guardò scettica, poi le rispose.

- Sono da sola in casa, non c’è nessuno. Quindi se vuoi continuare questa farsa, fallo pure –

- Non riesci proprio a credermi, eh?Comunque visto che adesso vivi a casa del tuo caro fidanzatino, ci saranno i suoi genitori-

- Arrivano tra poco-

- Appunto, quindi andiamocene-

Senza ascoltare le sue imprecazioni, Cassidy si avvicinò, le si posizionò dietro e prese a spingere la sedia a rotelle, dopo aver aperto nuovamente la porta.

Ormai arresa, Gabriella la fece fermare un attimo, scrisse un bigliettino a Troy e ai signori Bolton per avvisare che era da Taylor e che avrebbe mangiato da lei quella sera. Poi prese il cellulare azzurro cielo e mandò un messaggio anche a lei, chiedendole di coprirla.

- Possiamo andare – disse a Cassidy, che senza proferire parola, cominciò a condurla al parco.

Una volta arrivate, Gabriella parlò.

-  Il parco è la tua idea di posto tranquillo e soprattutto riservato?- le chiese ironica.

- Nei weekend resta aperto fino alle nove e mezza della sera, ora sono le otto, e come vedi a quest’ora è deserto, la gente sta cenando-

- Ok, va bene … lasciamo perdere e arriva al punto. Naturalmente non ti credo, ma sono disposta ad ascoltare la tua versione dei fatti-

Cassidy si accomodò su una panchina proprio di fronte a Gabriella, e cominciò a parlare.

- Durante le vacanze estive, prima di cominciare la prima media, tornata a casa dopo uno dei miei soliti pomeriggi in bicicletta, trovai in camera di mia “madre” una lettera. Non era in vista, era ben nascosta, infatti la trovai dentro una scatola riposta sull’ultimo cassetto del comodino-

- E come mai hai aperto quella scatola?- la interruppe Gabriella.

- Stavo cercando un braccialetto, non lo trovavo da nessuna parte e così cominciai a cercarlo dappertutto. Quando vidi la scatola rossa mi incuriosii e pensai che magari era lì dentro,ma quando la aprii, trovai una busta bianca, contenente una lettera che risaliva a una settimana dopo il parto. L’aveva scritta tua madre, ed era indirizzata a me-

Gabriella man mano che ascoltava si interessava sempre di più a quella storia e inconsapevolmente cominciava a pensare che forse non erano tutte menzogne quelle di Cassidy …

- E cosa diceva questa lettera?-

- Scoprilo tu stessa –

Cassidy tirò fuori un foglio piegato in quattro dalla tasca posteriore dei jeans e glielo porse.

Gabriella l’afferro e l’aprì, spalancando gli occhi. Quella era proprio la calligrafia di sua madre, per niente cambiata sebbene fosse passato tutto quel tempo, l’aveva riconosciuta subito.

 

 

Cara Cassidy,
non so con chi sei adesso o che nome ti abbiano dato,ma questo era quello che avevo scelto per te.
Ti scrivo questa lettera per quando sarai grande. Si lo so, sei appena nata e già comincio a parlare del futuro.
Ma questo è l’unico modo che ho per farti capire la mia scelta.
E’ vero a te sembrerà che io ti abbia abbandonata, ma non è così.
O meglio si è così, ma a tutto c’è un perché.
Ed ora io proverò a spiegarti il mio.
Solo un anno fa è nata Gabriella , la mia prima bambina.
Io e Dave avevamo appena festeggiato il nostro terzo anniversario di matrimonio. Infondo non era poi molto tempo, ma a me sembrava tutta una vita. Eravamo molto giovani, ma io lo amavo profondamente.
Lui era l’unico uomo che esisteva per me, l’unico che avrebbe potuto darmi quello che avevo sempre voluto. Una famiglia.
E quando lei nacque noi eravamo così felici. O almeno questo era quello che credevo io.
In realtà, lui non aveva mai desiderato avere un bambino, non con me e non in quel momento comunque.
Dopo che Gabriella compì il suo secondo anno di vita, lui ci lasciò.
Se ne andò, abbandonandoci per andare a vivere con un’altra donna. Il nostro rapporto si era incrinato, è vero ma non credevo fino a quel punto. Ero sconvolta, e non sapevo cosa fare, così pensai di rifugiarmi a casa di amici di vecchia data.
Era il mio gruppo del liceo. Io andai principalmente da Katia e John, ma in appartamenti vicini al loro vivevano tutti gli altri. Maria, Jessica, Nick, Mike.
Passai la notte da loro. E fu proprio quella notte a cambiare tutto.
Ai tempi della scuola, io frequentavo proprio John. Lui era stato il mio primo amore.
E  un po’ per l’alcol, un po’ perché John provava ancora qualcosa per me, un po’ perché io non volevo più sentirmi sola, finimmo per fare l’amore.
Il giorno dopo, parlammo subito dell’accaduto e decidemmo di comune accordo di dimenticare quello che era successo.
Però, dopo quattro settimane da quel giorno, scoprii di essere rimasta nuovamente incinta.
Non avevo le forze per crescere un altro bambino, e nemmeno la disponibilità economica visto che ero diventata una ragazza madre. Non cercai nemmeno di contattare John, non volevo distruggere anche la sua di famiglia.
Non riuscivo nemmeno a pensare all’aborto, così ho deciso di darti in adozione.
Ma voglio che ti resti almeno qualcosa di me, della tua vera madre.
Non odiarmi, se puoi, ti prego.
Non vorrei mai ferirti, perché anche se non posso tenerti, ti amo.
Spero che tu ti trova bene nella nuova famiglia e che possa trovare quel calore che io non posso darti.
Con amore,
Amy Montez.

 

Gabriella era rimasta sconvolta da quello che aveva appena letto.

Stava in silenzio e piangeva. Ormai non c’era più tempo per dubitare, Cassidy era sua sorella. O meglio, sorellastra.

Ancora una volta il destino le aveva giocato un brutto scherzo. Tutto quello che sua madre le aveva raccontato, non era vero. Tutt’altro, era stata proprio lei a mentirle.

Cassidy la osservò senza dire niente, e poi decise di intervenire.

 

- Ehi, è tutto a posto?Ti senti bene?-

- Da quando ti preoccupi per me?- le rispose ironicamente lei, alzando lo sguardo sui suoi occhi nocciola, così simili ai suoi. Non tentò nemmeno di asciugare le lacrime, lasciandole libere di scendere e di rigarle le guance delicate.

- Perché stai piangendo?- Cassidy ignorò la sua domanda, rivolgendogliene un’altra.

- Mia mad … nostra … madre mi ha sempre detto che mio padre è morto quando io ero piccola, in un incidente stradale –

Cassidy rimase senza parole. Per un po’ stettero in silenzio, lanciandosi un’occhiata ogni tanto.

Poi fu proprio lei a riprendere.

- Vuoi sapere perché ti ho sempre odiata?- le chiese all’improvviso.

Gabriella la guardò dritta negli occhi, annuendo.

Cassidy si alzò in piedi, e confessò tutto quello che per anni si era tenuta dentro.

- Nostra madre aveva scelto te. Aveva deciso di crescere te, e di abbandonare me. Si, probabilmente adesso mi dirai che è solo perché io sono nata dopo e che se le cose fossero state al contrario, i ruoli si sarebbero invertiti. E saresti stata tu quella abbandonata. Ma non è così. Io sono la bambina non voluta, io sono quella cresciuta in una famiglia adottiva che ha solamente sprecato i suoi soldi, io sono quella costretta a soffrire ogni giorno per quello che sono diventata. Ti ho reso la vita impossibile perché volevo che anche tu provassi almeno un minimo di quel dolore che io mi sono sempre portata dietro.

Ti ho sempre invidiato anche per il fatto che tu stai con Troy, e che lui ti ama. L’unico ragazzo di cui mi ero mai veramente innamorata, aveva scelto te. Anche lui. Perché eri sempre tu quella voluta?Perché per una volta non potevo essere io quella amata?

Ma come sempre, ho sbagliato. Ho sbagliato i miei calcoli. Tu hai sempre creduto di non avere un padre, perché era morto. Ma non era vero. Hai vissuto nella menzogna per quasi diciotto anni. E per colpa mia adesso sei su una sedia a rotelle.

Ti confesso di aver anche indagato su di te. E così ho scoperto di essermi sbagliata anche su Troy. Non è stata una passeggiata per te, hai dovuto lottare per averlo. Contro Sharpay, contro l’intera scuola.

Quindi la persona che per sei anni della mia vita ho odiato non esiste. Ormai non ho più un motivo per odiarti. Perché tu sei completamente diversa da come ti immaginavo.

E per la prima volta, chiedo scusa a qualcuno. Scusami, per tutto quanto. Probabilmente non servirà scusarmi adesso, ma sento che devo farlo.

Dovrei essere dietro le sbarre per quello che ti ho fatto, ma sai i miei genitori adottivi non potevano mettersi di infangare così il nome della loro famiglia. Anche perché adesso siamo in banca rotta, gli affari vanno male e un altro scandalo avrebbe significato la fine di tutto. Così mio padre ha pensato bene di corrompere i poliziotti, facendomi solamente assegnare 500 ore di servizio per la città -

 

Cassidy si fermò, riprendendo fiato dopo quella lunga e dolorosa riflessione.

 Poi si rivolse di nuovo a Gabriella, confusa da tutte quelle rivelazioni in una giornata sola.

- Chi sono io? Cosa ne ho fatto della mia vita?-

Si buttò in ginocchio, cominciando a singhiozzare. Solo un’altra persona l’aveva vista così debole. Oliver.

Gabriella mosse la sedia a rotelle, in modo da avvicinarsi a lei.

Le posò una mano sulla spalla.

Cassidy alzò lo sguardo sorpresa. Che intenzioni aveva?

- Non poso certo dire di non provare rancore verso di te. Ma non avrei nemmeno mai immaginato che tu avessi un passato del genere. Non posso prometterti che riuscirò a perdonarti, ma giuro che farò uno sforzo per cercare di comprenderti. Infondo siamo sorelle. E’ un inizio, no?-

Spostò la mano dalla sua spalla e gliela tese davanti.

Cassidy allungò la sua e strinse quella della neo- sorella.

Sorrise.

- Si. Questo è un inizio. L’inizio della nostra nuova vita –

***

TA- DAAAAN!!!

Allora, che ne pensate? Ho cercato di aggiornare prima stavolta, e spero di esserci riuscita!!!

Chiedo immensamente scusa per non aver ringraziato le persona che hanno commentato gli ultimi capitoli, ma non ho avuto tempo!

Comunque mi rifaccio adesso ^-^!

X IL CAPITOLO N°6 GRAZIE 1000 A:

Tay_,romanticgirl,armony_93,ciokina 14 e Vivy93.

X IL CAPITOLO N°7 E 8 GRAZIE 1000 A:

Tay_, romanticgirl, ciokina14 e Titty90(hai recensito al primo capitolo,ma fortunatamente sono riuscita a trovare la recensione ^-^!!!)

Inoltre volevo chiedervi una cosa: qualche parere o suggerimento sul mio modo di scrivere. Anche le critiche sono ben accette, purchè siano costruttive!!!

Forse come stile è troppo semplice, non saprei, a voi l'ardua sentenza!!!

Conto molto su un vostro consiglio!!!

Allora, alla prossina!!!

Ciao a tutti!
kiss
by
LizDreamer

 

 

  
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