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Autore: saretta_    30/06/2008    12 recensioni
« Sono zingari. »
« Allontanate i bambini! »
« È magia nera! »
Tenten avvicinò una mano all’orecchio, sorridendo sorniona, e sbattendo le folte ciglia.
« Magia nera? »
Cinguettò, mentre con l’altro mano continuava a far muovere dei nastri.
« Oh, no, no, no » disse, offesa « questo… è molto meglio della magia! »
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Venite a vedere lo spettacolo più esclusivo di tut le monde!
[ShikaIno / NaruSaku / KibaHina / NejiTen]
[ Ordine Cronologico ]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Ino Yamanaka, Tenten
Note: Alternate Universe (AU), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Briciole Parigine



Paris, 1894


« Approche, venite, messeri e madame! »
Trillava una giovine dal fisico sodo e asciutto, che piroettava con grazia in mezzo alla piazza, mentre i lunghi nastri colorati che le stringevano due graziosi mucci castani sopra la testa roteavano con lei in un turbine vivace.

« Venite a vedere lo spettacolo più esclusivo di tut le monde! »

Disse ammiccando, mentre un nugolo di plebei allungava incuriosito il collo. I bambini si erano già raggruppati sotto il piccolo palco di legno.

« Io sono Tenten, venite tutti qua » cantilenò la giovane, iniziando a tirarsi fuori dalle piccole tasche nastri che sembravano non avere fine « c’è qualcosa che vi stupirà! » rise forte e, con un gesto veloce, tirò fuori dalle tasche anche della polvere grigia che gettata in aria provocò scompiglio.

Ma dopo pochi attimi, la polvere si era diradata, e Tenten esibiva un diverso abito, con un maglia che sembrava più che altro un incidente fra colori e pantaloni aderenti verde acido, che scomparivano in scarpette da giullare.
Iniziò a roteare i lunghi nastri, in una coreografia mozzafiato. Sembrava avere mille mani per quelle mille fasce che volteggiavano nell’aria, si incrociavano e  mischiavano. I bambini ridevano, e sempre più gente si avvicinava,
sussurrando fra loro.

« Sono zingari »
« noi lavoriamo e loro fanno volare dei pezzi di stoffa »
« sono sporchi, e malati »
« allontanate i bambini! »
« È magia nera! »

Tenten avvicinò una mano all’orecchio, sorridendo sorniona, e sbattendo le folte ciglia.

« Magia nera? »

Cinguettò, mentre con l’altro mano continuava a far muovere dei nastri.

« Oh, no, no, no » disse, offesa « questo… è molto meglio della magia! »

E, come chiamati, dai tendoni dietro il palchetto improvvisato spuntarono personaggi ambigui, coperti da maschere, con gonne svolazzanti o pantaloni stravaganti, tutti con paccottiglia al posto di gioielli che tintinnava, strideva, luccicava.
 I compagni circensi di Tenten scesero fra la folla, urlavando e ridendo sguiatamente.

Nel frattempo Tenten, con un balzo agile, salì sulle spalle di un omaccione dalla faccia gentile e i capelli rossicci, entrato con gli altri suoi compagni.

« Vai Choji! » gli disse all’orecchio. Il ragazzo annuì, le prese le caviglie, e la lanciò in aria. Tenten roteò con graziose capriole e giravolte, seguita dagli ooooh degli spettatori.
 Mentre scendeva a terra, Choji la prese in braccio, poi la lanciò nuovamente, e Tenten atterrò sulle spalle di un ragazzo dietro Choji, dai canini acuminati luccicanti in quella giornata di maggio, appena entrato.

Con un ennesimo salto, la moretta sparì dietro il tendone.

« Piacere, Kiba è il mio nome, di questo cagnolino sono il padrone! » intonò con voce forte il ragazzo dai canini acuminati, mentre da dietro le sua gambe appariva il muso tenero di un cagnolino bianco.

Fu accolto dal gridolino eccitato dei bambini e, ben addestrato, il cane andò a leccare le loro mani tese.
Kiba posizionò cerchi, asticelle da saltare, e altro. Il cane fece tutto quello richiesto, compresi salti difficili persino per gli essere umani.

« Ma state attenti, miei cari signori, niente è come appare, applaudite a priori! »

Il cagnolino inarcò la schiena, abbaiò aggressivo e si trasformò in una versione di se stessa tre volte più grossa. Il sorriso appuntito del cane era molto simile a quella del padrone.
I bambini urlarono di paura, uno più piccoli degli altri si mise a piangere.

« Oh piccolo non disperare, Akamaru anche piccolo sa tornare! »

Ubbidiente, il cane riprese la sua forma minuta.

« Ehi Kiba, adesso tocca a noi! »

Gridavano gli altri zingari, spingendolo scherzosamente verso il tendone.
All’improvviso, scoppiarono alcune bombolette poste ai lati del palco, e quando i coriandoli smisero si svolazzare, tutti gli attori erano spariti, compresi gli attrezzi per Akamaru.
Rimaneva solo una piccola figura accartocciata contro il tendono.
La figura si alzò piano, facendo roteare i polsi. D’un tratto partì una musica allegra e ritmata, suonata con chitarre piccoli, tamburelli e flauti dai suoi compagni che erano ancora fra la folla; la figura prese vita, e con una ruota veloce completata da un salto all’indietro arrivò davanti alla folla.
 Fece una bella e ironica riverenza al pubblico, tenendosi in alto un lembo della gonna rossa, e mostrando spudoratamente il seno appena sbocciato che si intravedeva dalla camicetta aderente e con scollatura quadrata; un tripudio di scialli, collanine e fasce completava l’abbigliamento.

Era una bella ragazza, dai grandi occhi smeraldini e strambi capelli rosa. La gente li indicava sogghignando maligna.

« Ecco Sakura, la più bella danzatrice del mondo! Avanti tesoro, gira in tondo, gira, gira! » la incitò Tenten, comparendo dalla cima del tendone – chissà come ci era arrivata, poi.

Sakura rubò con una linguaccia il tamburello a una zingara fra il pubblico, e incominciò a suonarlo in armonia con i tintinnii dei braccialetti alle caviglie e al polso.
In una danza compitata, mostrò la sua abilità da contorsionista, portandosi entrambe le gambe dietro il collo e camminando sulle mani.

Mentre scendeva in spaccata, strizzò l’occhio a un ragazzo fra la folla, un tipo alto e con una zazzera di capelli biondi in testa.
Il ragazzo, che sembrava un plebeo come gli altri, scattò invece in direzione del palco, e accompagnò Sakura nel ballo.

Il biondo la fece roteare su se stessa sempre più veloce, poi la prese in braccio, la girò sulla schiena in posizione orizzontale, e presa a roteare lui, così veloce che si vedeva solo una sfumatura gialla e rosa.
Poi si fermarono in posa, e il ragazzo rubò un bacio appassionato a Sakura.
Una testa mora fece capolino da dietro la tenda rosso porpora.

« Sakura, Naruto, prendetevi una stanza! »

Gridò Kiba, ampliando la voce con le due mani a forma di cono vicino alla bocca.
Questo scosse l’ilarità generale.
Sakura fece un sorrisetto che aveva anche un non so che di imbarazzato. Si perse un istante negli occhi cobalto di Naruto, e riacquistò il coraggio per finire la scena.


« Che ci volete fare, Parigi è la città dell’amore! »

Disse al pubblico, stringendo la mano del ragazzo, che arrossì impercettibilmente. Naruto fece un passo, ridendo imbarazzato, ma cadde dal palco.
 Il pubblico rise, soprattutto i bambini.
Quando risalì sul palco, aveva un nasone lucido e rosso al posto del suo vero naso.


« Sakura, dammi un bacinoooo… » gridò Naruto, la voce impastata per quel naso supplementare. Tese le braccia e sporse le labbra, ma Sakura, con una finta espressione disgustata, lo spinse all’indietro.
Il biondo cadde con  un tonfo.
 Gli venne lanciato un triciclo minuscolo, e Naruto provò ad andarci sopra.


« Lo faccio per te, Sakura! »
Ma dopo pochi giri, cadde rovinosamente, con un ruzzolone studiato e ridicolo.

I bambini piangevano dal ridere.
Tenten tornò sul palco, con un sorriso smagliante.

« Va bene, adesso però via, tocca anche agli altri! Sparite! »

Sakura si sciolse uno scialle viola dalla vita, lo aprì con un movimento ampio, e lo adagio sopra lei e il ragazzo. In meno di un attimo, lo scialle cadde a terra con uno svolazzo leggero.
Tenten prese lo scialle, per far vedere alla incredula folla che sotto non c’erano più i due fidanzatini. Si levò un crosciare di applausi.

« Mi hanno preso alla lettera » constatò sorpresa Tenten, mentre il pubblico rise di nuovo. « Credete che sia finita qui? Ce ne sarebbe da far vedere per tutto il dì…»


« Ma andate a lavorare. »

La interruppe una voce femminile, proveniente dal pubblico.
Tenten ridusse gli occhioni color cioccolato: « chi ha parlato? » chiese.
Una ragazza si fece spazio fra la folla. Portava sotto il braccio un grande cesto contenente violette, bocche di leone e margherite di campo.
Dalla cuffietta candida spuntavano lunghi capelli biondi raccolti in una coda bassa.


« Io. » disse solamente, mentre poggiava la mano libera su un fianco.

Tenten si inchinò beffardamente nella sua direzione « con chi abbiamo l’onore di parlare? »

« Ino Yamanaka, e posso vantarmi di lavorare. »

Rispose, alzando il viso. Aveva un nasino alla francese, squisitamente all’insù, un espressione spavalda e due grandi occhi turchini.
Tenten la invitò a salire sul palco.

« Vedi, Ino, anche noi lavoriamo. Solo che noi ci divertiamo a farlo »
spiegò con un sorriso a trentadue denti « e non ci ridurremo a vecchie zitelle che non hanno mai visto il mondo. »
Concluse. Ino divenne rossa dall’ira « come ti permetti, schifosa, lercia, infimo scarto della società! »
Tenten assottigliò le labbra, pronta per una rissa. Ma si contenette: prima di tutto lo spettacolo.

« Su, su non ti arrabbiare! Guarda, per fare pace ti faccio conoscere un mio amico, cosa ne dici? »


« Te lo ripeto, io devo lavorare. »


«Dai, due minuti! »

Dalle tende fecero capolino tre ragazzi, uno portava due sedie, l’altro un tavolo – che posizionarono sul palco – e l’ultimo si trascinava stancamente, le braccia molle lungo i fianchi.

« Ecco a voi, Shikamaru Nara! L’uomo più intelligente del mondo! »

Ino inarcò un sopracciglio chiaro: quello? Quello che continuava a sbadigliare e a grattarsi il sedere sarebbe l’uomo più intelligente del mondo? Si lasciò sfuggire uno sbuffo scettico.
Tenten quasi la prese da sotto le ascelle, e la fece sedere davanti a Shikamaru.
Lui sbadigliò, poi disse: « ti chiami Ino. Fai la fiorista, sin da quando eri bambina, perché anche tuo padre è fiorista. Ti atteggi a donna di strada, ma brami al perfetto bon ton delle aristocratiche. Sei frivola, a tratti superficiale. Però ti piace stenderti sui prati, quando vai a raccogliere i fiori, perché nascondi un animo profondo sotto quella patina. Sei diffidente per natura, perché è la strada che ti ha insegnato questo. »
Ino lo fissava a bocca aperta, e si rendeva conto che c’era un silenzio assurdo. « Cosa diavolo… »
Shikamaru non la fece finire, e alzò il viso, incontrando i suoi occhi per la prima volta. Sembrò leggervi qualcosa, perché per un secondo perse quell’espressione annoiata.

« E hai un gran bisogno d’amore. »

La bionda aprì e chiuse la bocca, bofonchiando un « che cavolo dici », ma la discussione finì lì, perché il pubblico iniziò a urlare e a correre come topi in trappola.

« Sono arrivati! » gridavano.
Dal fondo della piazza arrivò un crosciare di zoccoli: appartenevano a soldati a cavallo, con lucenti armatura addosso, che si dirigevano spada sguainate verso gli zingari. Ma loro erano pronti.

Tenten tirò fuori i suoi nastri, e a questi attaccò dei piccoli pugnali che maneggiava con competenza incredibile. Attaccava un soldato dopo l’altro, senza ucciderne nessuno.
Sakura balzò su un cavallo insieme a un cavaliere, e diede un portentoso calcio al conducente, disarcionandolo.
Akamaru si attaccò alla gamba di un altro, e il suo padrone fece lo stesso con il braccio del cavaliere.
Ino guardava spaventata la scena, e vide per caso una carrozza in lontananza, con lo stemma degli Hyuuga.
Chiaro. Erano stati gli Hyuuga – loro che odiavano ogni tipo di confusione, divertimento o quant’altro non nella norma -  a ordinare l’attacco, sguinzagliando persino l’esercito reale. Alla fine, erano loro che comandavano, mentre il Re faceva la bella vita a corte.
Ino prese d’istinto la mano a Shikamaru, conducendolo a forza fuori da quel bordello.
 Per condurlo a casa, il primo posto sicuro che le venne in mente, doveva passar per forza vicino alla carrozza. Cercarono di essere invisibili, appiccicandosi al muro, ma sentirono lo stesso molto bene le voci provenienti dal cocchio.

« Capitano Uchiha, li voglio tutti fuori da Parigi. Vivi, o morti. »


« Sì, signore. »

Ino, curiosa, sbirciò nella cocchio, allungando il collo: Sasuke parlava da cavallo a Neji Hyuuga; questo non era che il gelido nipote dell’ormai defunto Hiashi Hyuuga, il vecchio capofamiglia, ma la vera primogenita – Hinata, al fianco di Neji nella carrozza – era troppo dolce e troppo debole per prendere il comando.
E Neji non se l’era fatto ripetere due volte.  

Ino fece segno a Shikamaru di fare ancora più piano, e cercò di sgattaiolare nei vicoli parigini. Erano quasi arrivati allo sbocco di una stradina sicura, quando una voce tagliente e canzonatoria li bloccò sul posto. 

« Dove vai, Yamanaka? »

Ino si girò lentamente, incontrando il muso sbuffante del cavallo.
Sasuke la fissava dall’alto al basso.


« Vado dove voglio, Sasuke. »

Rispose beffarda.

« Capitan Uchiha, per piacere. »


« Sasuke, guarda che quando Itachi torna dalla sua scappatella con Shisui, ridanno a lui il ruolo di capitano, cosa credi? »

Sasuke la fissava con incredibile cattiveria: « non fare la furba con me, Yamanaka… e chi è lui, un tuo amico? » domandò con ironia, accennando con la testa a Shikamaru.
Ino deglutì. Sasuke sapeva che era uno zingaro.

« Lui è il mio ragazzo. »

Rispose prontamente.
Prima che l’Uchiha potesse ribattere, arrivarono degli schiamazzi piuttosto alti dalla piazza.


« Vai Sasuke, il dovere ti chiama. »

Sorrise vittoriosa Ino, salutandolo con la mano tesa.
Sasuke arricciò il naso, e poi si diresse verso gli schiamazzi. Vedendo che arrivavano dalla Carrozza Hyuuga, spronò il cavallo a correre.
Tenten camminava sulle mani sopra la cocchio, acclamata dal pubblico.
Tutti i soldati si diressero verso di lei, e Kiba ebbe il tempo di rubare Hinata e portarla in piazza, ballando con lei e Akamaru.

« Ehi dolcezza! Sei troppo bella per un tipo così. »

Hinata arrossì furiosamente, lasciandosi trascinare come una marionetta.

« È-è  mio cu-cugino. »

Balbettò, nascondendo il viso fra le mani. I lunghi capelli le scivolarono in avanti.
Kiba le tirò indietro la chioma corvina, le alzò il viso con le forti e ruvide mani, e accarezzò le sue pallide guance con i pollici.


« Allora ho ancora una speranza. »

Hinata si morse il labbro inferiore, e lo seguì placidamente mentre Kiba la trainava via dalla piazza rumorosa. Non urlò, ne cercò di ribellarsi: chi l’avrebbe sentita, o aiutata, in quel casino? E poi, difficile ad ammetterlo, la mano di quel selvaggio sconosciuto era calda e rassicurante.
Nulla a che vedere con la freddezza tipica dei suoi parenti.
Intanto i soldati erano arrivati sul tetto della carrozza e Tenten, con una destrezza e un’abilità incredibile, li fece fuori con qualche calcio e legò gli altri con un nastro, buttandoli giù in strada. Gli abitanti della Parigi povera la acclamavano come se fosse un'eroina.
Poi la moretta entrò nella carrozza, sedendosi composta vicino a Neji.
Lui si allontanò velocemente, con un espressione disgustata.
Era una zingara, mentre lui, lui era un nobile d’alto livello.
 Tenten fece finta di non capire perché lui si scostò, e si odorò le ascelle.
« No, non puzzo. »
Disse ridendo, poi gli saltò cavalcioni e li prese il viso fra le mani.
Prima che potesse fare altro, lo baciò con foga.
Aveva strani occhi quel nobile – non sapeva che erano simbolo dell’essere un Hyuuga – freddi e glaciali, ma erano così, com’era quella parola inglese? Sexi. Sensuali. Sensuelle, direbbero i francesi.
 Il bello di essere una girovaga è la moltitudine di lingue che si imparano, pensò scioccamente, mentre accarezzava la lingua del ragazzo con la sua – approposito, chissà come si chiama?
Poi si staccò, strizzando un occhio, e fuggì dalla finestrella: ma venne afferrata da Sasuke, arrivato appena in tempo.

« Ehi! » gridò, scalciando.


« Ne ho presa una, Signore. »


« Capitano, pensi a recuperare mia cugine invece. »

Ordinò Neji, sbucando dalla finestra.

« Ma… »


« Mia cugina, capitano. La trovi, immediatamente. »

Ribadì.
Sasuke lasciò Tenten, che appena tocco terra, raggiunse i suoi compagni per fuggire; non senza rivolgendo prima un ennesimo sguardo significativo a Neji.
Si, non sarebbero andati via così presto, da quella città.
Naruto e Choji, insieme agli altri, combattevano sfoderano armi e agilità, ma i soldati continuavano ad arrivare.

« Ritirata! » urlò Tenten, e in men che non si dica, lei e i suoi compagni si mischiarono fra la folla, dileguandosi. Si erano portati dietro tendaggi e costumi, ma il palchetto di legno era ancora lì: i soldati lo distrussero, tanto per fare qualcosa.
Sasuke e i suoi sottoposti intimarono la plebe ad andare alle loro faccende, ma nessuno si premurò di ascoltarli troppo: quello era un pettegolezzo troppo succulento per non sparlottare subito.
Ma, credetemi, a Paris rien n'est étrange.
Basterà qualche settimana, e la storia dei misteriosi e bellissimi zingari sarà dimenticata, una briciola fra le mille strane storie di quella magica città.
Una briciola, come quelle del pane che la vecchietta pazza della casa lillà divide con i piccioni.
Eppure, una briciola è composta da particelle ancora più microscopiche.
Vi interessano? In fondo, ci sono storie più grosse, più importanti.
Ma ricordate, è nelle cose piccole che si riconoscono i grandi.
Non sottovalutate le briciole.





Naruto © Kishimoto-sensei
___
Sau ^^
Lo so, devo ancora aggiornare [shin], la mia prima raccolta, ma dovete capirmi, devo scrivere una - la mia prima - ShikaTema, e visto che ci sono scrittrice bravissime che dedicano anima e corpo in questa coppia, voglio almeno fare una shot decente su di loro >.<
Quindi ho un piccolo blocco ^^ e quest'idea del circo a Parigi... e poi intrufolarmi fra le piccole coppie che si formeranno... mi ha troppo ispirata, non potevo resistere xD
In ordine cronologico, e non d'importanza, le coppie saranno:
ShikaIno - NaruSaku - KibaHina  - NejiTen /piccolo spunto SasuTema
Devo dire che con Tenten mi sbizzarisco!xD
Ultimo capitolo, sarà un epilogo semplice semplice.
La struttura è questa.
Gli aggiornamente saranno il più rapidi possibili, ma sabato parto, quindi fino all'inizio d'agosto poi le mie longfic saranno sospese.

Un bacio a tutti ^^
sa
  
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