Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Rose1487    01/07/2008    15 recensioni
<< Buio. Era quello che sentiva, dentro e fuori. Buio sulla pelle,buio per tutto il tempo in cui respirava,in cui viveva, se la poteva ancora chiamare vita.Buio ovunque fosse.Sempre. Questo concetto era l’unica sensazione che avvertiva chiaramente, e non era per nulla piacevole. >>
[Sasu x Hina] [Accenni di Naru x Ino]
Per la mia senpai, AyuTsukimiya
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 6

Under The Pain

 

Capitolo 6

 

 

 

 

Hinata sospirò affranta, osservando nel frattempo la minuta figura nera ai suoi piedi.

Un animale era di sicuro l’ultima cosa che poteva permettersi di avere, nella situazione in cui si trovava.

Senza contare in fattore Padre, che non le avrebbe mai permesso di tenersi un gatto.

Lo sapeva bene, lei, che quando per puro caso si era imbattuta in quella piccola palla di pelo, dietro l’Ichiraku, avrebbe dovuto lasciarla là. Ma, per carità, pioveva a dirotto, e quella povera creatura se ne stava in quel buio angolino della strada, tutta bagnata a miagolare triste triste; non aveva potuto resistere.

E ora si trovava nella sua stessa stanza, all’oscuro di tutto e tutti. Logicamente non poteva rimanere in quella casa, per nessuna ragione al mondo.

Era già tanto che avesse passato la notte nel suo letto senza che le domestiche se ne accorgessero, e proprio non se la sentiva di rischiare ancora.

Ragion per cui, doveva assolutamente consegnare il cucciolo - sempre che fosse un maschietto - a qualcuno.

E, per quanto si sforzasse di pensare a chi sarebbe stato davvero disposto a tenerlo con sé, era solo una la persona che per lei era giusta. Per il gatto, ovviamente.

E fu così, che Hyuga Hinata raccimolò tutto il suo coraggio, si infilò un abito decente e scese le scale in punta di piedi, pregando che a quell’ora del mattino non vi fosse nessun membro del Clan sveglio.

Si sbagliava, ovvio.

Quando intravide una lunga chioma castana dirigersi tranquilla verso di lei, il suo cuore mancò di un battito. Sostenne lo sguardo indagatore del cugino, stringendo forte a sé la sacca della borsa a tracolla, decisa più che mai a non cedere, nonostante fosse al corrente del fatto che lui sapeva.

“Hinata-sama. Come mai esce a quest’ora del mattino?”

“Vado a fare una passeggiata, magari passo anche da Ino.”, sorrise lei, reggendo il gioco.

Il viso di Neji si rilassò, e lui sfiorò con la mano destra la guancia di lei; il suo corpo s’irrigidì, a disagio.

“Buona fortuna, sai a cosa mi riferisco.”, sussurrò il ragazzo, superandola.

Hinata indugiò un attimo, impreparata:

“Grazie, Neji-san!”, fu l’unica cosa che si sentì in grado di biascicare, prima di varcare la soglia correndo.

La casa di Sasuke non distava molto da dove abitava lei; si riscoprì infantilmente felice di questo dettaglio, mentre titubante si avvicinava all’imponente abitazione.

Titubante, appunto.

Man mano che procedeva, di passo in passo, la sua sicurezza diveniva sempre più una fumosa nebbiolina inconsistente, fino a svanire del tutto nel momento in cui la ragazza si ritrovò di fronte alla porta di Villa Uchiha.

Il ricordo della giornata precedente, passata verso la fine della festa assieme al moro, non fece che peggiorare la situazione.

Imbarazzo. Tremendo, odioso, indistruttibile Imbarazzo.

Guancie in fiamme. Era arrossita. Di nuovo.

Una profonda irritazione si fece strada dentro di lei, e solo allora si decise ad abbozzare un’apparente sicuro bussare alla porta.

La voce che le rispose era roca e strascicata, ma nonostante tutto la riconobbe all’istante, accogliendola con un fremito.

“Entra pure.”

A quell’affermazione ubbidì automaticamente, varcando la soglia di casa Uchiha in un misto di insicurezza e riverenza.

Erano tante le voci che circolavano su quell’edificio, la maggior parte delle quali raccomandava di non avvicinarsi a esso in nessun caso, poiché vi aveva vissuto un Clan Maledetto. Sinceramente, Hinata non ci aveva mai creduto, come la maggior parte dei giovani abitanti del villaggio.

Ma in quel momento, proprio mentre osservava la figura pallida del suo compagno, gli occhi socchiusi per la forte luce del sole che filtrava dalla porta, tutto ciò che si presentava dinnanzi a lei assumeva un’aria piuttosto spettrale.

Solo allora si accorse che Sasuke era quanto più si avvicinasse alla sua idea di Fanstasma.

Gli atteggiamenti silenziosi, gli sguardi indecifrabili e l’irrequietezza perennemente dipinta sul volto. Ma non fu certo questo il motivo della sua improvvisa paura.

La verità era che adorava da matti anche questo lato di Sasuke Uchiha.

Il solo aver formulato un pensiero simile bastò per metterla a disagio, mentre camminava insicura verso la terza porta del corridoio a destra dell’entrata, dalla voce che l’aveva accolta. Un leggero mugolare all’interno della borsa le fece ricordare del piccolo cucciolo per cui era uscita quella mattina.

“Io..Ecco, sono venuta per chiederti un favore.”

Alzò il viso verso il volto di lui, educatamente, ma la voglia di distogliere le iridi fredde da quel volto, quello che la ossessionava, era forte.

[Gli occhi le bruciavano.]

Sasuke non replicò, attendendo il seguito del discorso. Hinata non osservava il suo viso, ma negli occhi d’inchiostro dinnanzi a lei era comparso un debole spiraglio di curiosità.

La ragazza aprì la bocca per proseguire, ma le sue labbra non si mossero. Allora sospirò, poggiò la tracolla sul pavimento [fresco e piacevole al contatto, in quella afosa giornata] e attese che la minuscola testolina del felino sgusciasse all’esterno.

Quando ciò accadde, Hinata si stupì non poco nel vedere il pericoloso Sasuke Uchiha afferrare immediatamente il micio per la collottola, portandolo a pochi centrimetri dagli occhi scuri.

“Oh. Ciao, micio. Immagino di doverti tenere qui con me.”

Sorrise appena, voltandosi poi verso di lei. Hinata si morse il labbro inferiore, imbarazzata.

“Scusami, ti devo un enorme favore. Naturalmente pagherò tutto io, e mi prenderò la responsabilità di curarlo, perciò non dovrai preoccuparti di nulla..E scusami ancora.”

Non comprese il motivo per cui Sasuke non accennava minimamente a cessare di sorridere, ma anzi, lo faceva in modo appena più evidente, sforzandosi quasi di non ridere. E si sa, questo è un fatto non associabile ad un Uchiha.

“Va tutto bene?”, domandò preoccupata, nonostante le labbra che si curvavano verso l’alto, contagiate dal quell’evidente buonumore.

Lui annuì, porgendole la mano sinistra. Solo allora Hinata si accorse di essersi accucciata, per posare la tracolla a terra, in precedenza. La afferrò meno esitante del solito, mentre raggiungeva il braccio destro del ragazzo raccogliendovi il piccolo micio, aggrappatovisi a forza di artigli.

“Dovrai passare di qui parecchie volte, se hai intenzione di curarlo.”

Quella era solo una constatazione, tuttavia le parve di cogliere una nota vagamente maliziosa nel tono con cui Sasuke aveva appena pronunciato la frase.

“Oh, solo se avrò il permesso di entrare alla villa! Non ti disturberò di nuovo. Mi dispiac-“

“Ti prego, non finire la frase. A me va bene così.”

Sasuke levò il dito indice posato pochi istanti prima sulle labbra rosee di Hinata, proseguendo il discorso.

“Le chiavi di casa sono nella fessura in basso a destra della finestra.”, concluse, un sorriso furbo sulle labbra solitamente rigide.

S’incamminò per il corridoio, raggiunto in poco tempo dai passi affannati di lei.

“Grazie davvero, Sasuke.”

Quella frase, soffiata con una spontaneità e un’innocenza disarmanti, ebbero un effetto quasi distruttivo sul corpo del giovane. Spalancò le palpebre, fissando la figura ignara e più tranquilla di Hinata procedere al suo fianco, e un’espressione trionfante gli si dipinse sul volto.

Quando giunsero nell’ampio salotto, Hinata fu felice di accomodarsi al suo fianco. Posò delicate carezze sul manto nero della piccola creatura adagiata sulle sue ginocchia, in cerca del  modo migliore per domandare a Sasuke di risolvere il suo imbarazzante quesito.

Fu lui a renderle le cose più semplici, parlando con lieve imbarazzo, abilmente mascherato.

“Allora, questo felino..E’ maschio o femmina?”

Hinata sollevò di scatto il viso, osservandolo ansiosa.

“Veramente..Non ne ho la più pallida idea. Io..Non me la sento di controllare.”

Ci fu un attimo di silenzio. Poi, accadde.

Era una cosa che succedeva spesso, quando stava in compagnia dei suoi amici. L’aveva visto fare da moltissime persone, e aveva sempre provato un flebile senso di serenità, se si trattava di qualcuno a cui voleva bene.

Ma sentire il suono della Sua risata era totalmente differente. Era..La Felicità. La mente di Hinata si svuotò, in quel momento; si svuotò, inebriandosi di quella melodia incostante e leggera, costellata di tanto in tanto da sospiri per riprendere aria.

Vederlo, il volto di Sasuke, mentre le labbra si schiudevano e lui sorrideva, sorrideva davvero, le fece mancare per un attimo il respiro.

E sapere che la causa di tutto quello era lei, la fece sentire dannatamente contenta.

Rimase a fissare il ragazzo al suo fianco anche quando si fu ripreso, sul viso dipinta un’espressione  quasi luminosa, e anche quando lui la osservò interrogativo, non riuscì a mutare comportamento.

Solo quando Sasuke  le chiese il motivo del suo mutismo, riuscì a riscuotersi dallo sbigottimento.

“Oh, scusa, ma ti stavo osservando e mi sono..Incantata.”

Quella mezza verità la fece arrossire più moderatamente del necessario, e fu enormemente sollevata quando il ragazzo decise di non indagare oltre, afferrando il micio con entrambe le mani.

Sasuke lanciò un’altra occhiata di sottecchi verso Hinata, curioso e un poco imbarazzato per la sua affermazione.

E gratificato, da quella sorta di complimento.

“Ehm, credo che controllerò io.”

Il viso della ragazza si accese di curiosità; si avvicinò ulteriormente alla minuta figura del felino, sfiorando con la chioma scura la spalla dell’Uchiha, il quale sorrise fugacemente.

Vederla così, nel suo vestito leggero color lilla, anziché nella aderente divisa Anbu, mentre fissava un poco agitata il piccolo micetto nelle sue mani, gli fece provare l’istinto di coccolarla.

La sua espressione si fece per qualche attimo scettica. Sasuke Uchiha non era solito pensare a quel tipo di smancerie.

Eppure, non riuscì del tutto a disprezzare quella bizzarra idea.

“Ti consiglio di chiudere gli occhi: ciò che stai per vedere potrebbe scioccarti.”, la stuzzicò, sarcastico.

Lei, d’istinto, fece una piccola smorfia imbronciata, per poi domandarsi con una punta di nostalgia da quando non si comportava in quel modo. Da quando non  ritornava indietro nel tempo, per essere di nuovo bambina.

Era cresciuta troppo in fretta, Hinata. E il suo lavoro non permetteva molti svaghi, esigeva solo persone mature, intelligenti, e schifosamente adulte.

Voltò lo sguardo sulla parete scura in legno massiccio dinnanzi a sé, curiosa di sapere cosa le avrebbe annunciato Sasuke.

Furono attimi, quelli, in cui una sorta di imbarazzata tensione aleggiava nella stanza.

Quando Sasuke aprì la bocca per parlare, Hinata in un certo qual modo era già certa della notizia che stava per ricevere.

“E’ un maschio.”, constatò, con voce incolore.

La ragazza sorrise, cominciando a carezzare il pelo soffice della piccola testolina nera sulle ginocchia di Sasuke.

“Non so dirti perché, ma lo immaginavo.”

In quel momento Hinata non osservava il suo viso, ma l’occhiata profonda che il ragazzo le riservò la trapassò con un’intensità tale da farle vibrare ogni centimetro di pelle.

Era sempre così dannatamente potetente, quello sguardo.

Tremò vistosamente. Non di terrore. Era una sensazione diversa, piacevole nella sua particolarità.

Alzò di scatto il proprio volto, e sli occhi di Sasuke erano rossi.

Aprì la bocca per dire qualcosa, ma la voce era stata ingoiata dallo stupore. Improvvisamente il piccolo felino balzò sul pavimento, allontanandosi impaurito.

Sasuke la fissava insistentemente, e le sue iridi insanguinate [così impregnate di dolore] la perforavano intense, incatenandola a loro senza più lasciarla.

Portò la mano sinistra verso il suo collo pallido, lentamente. Scostò ogni singola ciocca buia dal viso e le accarezzò piano la clavicola, lo sguardo perso neglio occhi di lei assorto.

Hinata gli afferrò il braccio, invitandolo a fermarsi, preoccupata.

Notò due particolari importanti, in quel momento.

Il primo, era che a quel gesto un po’ affannato, le iridi rosse erano tornate del consueto buio totale dei suoi occhi affilati. Il secondo, era che quel comportamente così strano da parte sua era cessato immediatamente, lasciando spazio a un’espressione pentita e tormentata.

Un lamento roco e sofferente gli uscì dalle labbra, prima di allontanare bruscamente il suo braccio dalla mano di Hinata, disgustato da sé stesso.

La ragazza rimase immobile e muta, la mano tesa a mezz’aria. Si avvicinò timidamente al corpo perfetto di lui, che nel frattempo la guardava, arrabbiato e ferito [da sé stesso].

Lei avvertì un lancinante dolore al petto, nel momento in cui lo vide afferrarsi il capo tra le mani e soffrire silenziosamente.

[Non lo aveva mai visto in quello stato pietoso.]

“Perdonami, se puoi. Io..Non riesco a controllarlo.”

Se aveva cominciato a pronunciare flebilmente le sue scuse, l’ultima parte della frase era densa di rabbia repressa.

E’ straziante, non me ne rendo nemmeno conto.”, proseguì, “Ma si attiva lo stesso, se..”

Non finì di pronunciare la frase, distogliendo lo sguardo.

“Vai a casa, Hinata. Lo dico per il tuo be-“

Ammutolì, nell’istante in cui si ritrovò ad un soffio due iridi color del ghiaccio. Le mani di lei vagavano febbrilmente alla ricerca delle sue, e quando si trovarono, finalmente, si strinsero in una dolce morsa.

I suoi occhi, così splendidamente chiari, s’incatenarono ai suoi. Sasuke appoggiò la fronte a quella di lei, senza interrompere quel contatto visivo, quasi fosse l’unica cura per il suo dolore.

Hinata si scordò addirittura di arrossire, troppo impegnata ad alleviare quel dolore che, dannazione, avvertiva come fosse suo. Si sentì circondare il volto dalle mani di lui, infuocate, e le premette con le proprie sulla sua pelle fredda.

Rimasero così, in quella bizzara posizione, per un lasso di tempo relativamente lungo, ma che sembrò loro durare solo pochi attimi, durante il quale Sasuke era rimasto incollato a quelle iridi lilla, quasi assorbendone tutto il contenuto.

Quando si staccarono, fu come se il tempo che prima si era quasi bloccato ricominciasse a scorrere. Solo allora Hinata si accorse del miagolio insistente del piccolo micetto ai loro piedi, molto probabilmente affamato.

Diede una veloce occhiata all’orologio da parete posto alla sua destra, e un forte senso d’agitazione si impossessò di lei, quando constatò di essere in mostruoso ritardo per il pranzo, alla Villa del Clan.

“Ci penso io al gatto, tu vai pure.”, la rassicurò Sasuke.

Lei annuì incerta.

“Grazie, davvero. Non so cosa avrei fatto se non avessi accettato di tenerlo.”

Sorrise radiosa, prima di raggiungere correndo l’entrata.

Fece per varcare la soglia, quando due braccia forti la afferrarono da dietro.

 

Tutto ciò che avvertì poi, furono due labbra sulla guancia, vicino all’orecchio, e un saluto riconoscente.

 

 

 

 

 

Eccomi tornata con un aggiornamento! Chiedo perdono per il ritardo mostruoso, mi dispiace sul serio.

Fra tre giorni parto per le vacanze, quindi aggiornerò [e sta volta prometto che sarò costante] fra 14 giorni all’incirca.

Scusate se non vi rispondo dettagliatamente come al solito, ma ho pochissimo tempo e tra 5 minuti arrivano ospiti xD

.Special Thanks to : mart, Tsuyuko[scusa per il ritardo dell’aggiornamento xD] , Princess Hina, hinata21, nana89, minority girl, AliDiPiume, AyuTsukimiya.

 

Vi adoro tutte!

 

Grazie mille anche a chi ha aggiunto la fict fra i preferiti!*-*

 

Un bacio, adesso scappo!

 

SecchY

  
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Rose1487