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Autore: Alue    21/03/2014    1 recensioni
A un tratto il ritmo si fermo per dare spazio al balletto e il battito di un cuore attraverso un elettrocardiogramma. Uno dei ragazzi, quello che come pettinatura aveva scelto una lunga frangia nera a ricoprirgli gli occhi, si collocò al centro del palco, mentre gli altri si misero attorno a lui, per dar vista al pezzo forte dello spettacolo: “Il leader…”, pensai fra me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XXVIII
 
Dopo qualche minuto alle mie spalle sentii Federica consolare mio fratello, ormai entrato in stato di trans inevitabile, mentre gli dava delle leggere pacche sulla schiena: -E’ tutto a posto, Jong. Non è successo niente. A volte capitano queste cose. Passerà…-, disse ironica, ridendo sotto i baffi.
-Ma… lei…e lui… e io...eh?-, piagnucolò indicandoci uno ad uno con un dito a mezz’aria.
-Sssh… E’ tutto ok-, continuò Federica trattenendo una risata.
-Ragazzi, prendete dei sali, perché ci sta per svenire!-, scherzò Kibum prendendo mio fratello da sotto le ascelle e sorreggendolo.
-YHA! –sbottò Jong- Voi sapevate tutto!?-, urlò.
-Certo, che domande fai?-, chiese Taemin sorridente.
Minho gli sorrise, mentre Hyun Joong ed io scioglievamo il nostro abbraccio tornando alla realtà, e chiese: -Pensi davvero che l’avremmo lasciata andare fra le braccia di qualcuno di cui non ci fidavamo?-.
-SI!-, urlò Jong.
-Sbagli, mio caro Kim Jonghyun-, commentò Kibum lasciandolo andare. Colsi una vena d’ironia nelle sue parole, ma lasciai correre, lanciandogli uno sguardo veloce.
-Jong, non pensarci, supereremo anche questa-, commentò divertita Federica, che non riusciva a trattenere le risate.
Jong la guardò truce: -Vuoi smetterla di prendermi in giro?-, domandò serio.
-Oh, mamma mia, come siamo suscettibili! Povero paperotto che non sapeva niente!-, continuò Federica lasciandosi andare finalmente alle risate, mentre dava un pizzicotto s’una guancia.
-YHA! SMETT… NON CHIAMARMI PAPEROTTO IN PUBBLICO!-, urlò Jong montantando su tutte le fuorie. Mio fratello non amava molto sentirsi dire che era carino, o peggio che lo si apostrofasse con nomignoli teneri.
-Paperotto?-, domandò Kibum.
-Yha…-, borbottò Jong fulminandolo.
-Che carino “paperotto”!-, cinguettò Taemin aggiungendo ilarità alla situazione.
-Ragazzi, state firmando un contratto con la morte! Fermatevi finchè siete in tempo!-, dissi cercando di placare l’ira di Jong che notavao stava per uscire.
Hyun Joong scoppiò a ridere proprio come sua madre e Hyung Jun, e fui felice che i miei amici, compreso mio fratello, stessero sdrammatizzando la situazione per renderla più leggera. Lo guardai e mi strinsi a lui, sentendolo sussurrare: -Dopotutto quello che ho pensato in passato, gli Shinee mi piacciono-.
Sorrisi a quell’affermazione e tornai ad ascoltare gli Shinee, che non finivano di schiamazzare e prendere in giro Jong: -Taemin! Yha! Basta!-, sbraitò Jong impotente guardandoli uno ad uno.
-Perché? In fondo è un nomignolo carino-, commentò Minho, mentre gli altri si piegavano in due dalle risate.
-Almeno abbiate la compiacenza di non continuare di fronte agli altri-, disse Jong glaciale, prmai rassegnato.
-Credevo di essere io quello crudele, ma mi sbagliavo. Mia sorella fa il lavoro di dieci persone insieme!-, disse Hyun Joong unendosi agli altri.
-Quando si dice “buon sangue non mente!”-, commentò Kibum sempre più divertito.
Jonghyun lo fissò dritto negli occhi e contrasse le mascelle prima di parlare: -Infatti non sei cambiato tanto! Prima la mia ragazza… e ora mia sorella!-.
-Non è una tragedia, Jong-, commentò Federica continuando a punzecchiarlo.
-Zitta, tu! Ci manca solo che cominci a chiamarmi in qualche altro modo!-, sbottò Jong arrabbiato, ma Taemin lo fermò subito: -Yha! Come osi parlarle così!?-.
-Taemin ha ragione, non dovresti trattarla così-, commentò Hyun Joong fermo, mentre intrecciava una sua mano con la mia.
Gli Shinee sospirarono e guardarono Jong che cercava di non esplodere, poi passati cinque minuti la mamma di Hyun Joong, che fino a quel momento era rimasta in silenzio parlò: -Credo che sia meglio che io torni a casa. Vedo che voi ragazzi avete molte cose di cui parlare. Mi accompagni tu, Hyung Jun?-.
-Certo, signora Kim-, sorrise Jun. Ci salutarono con una mano e Hyung Jun mi sorrise, mentre noi rimanemmo lì a consolare Jong per l’improvvisa notizia.
-Che cos’ho fatto di male per meritarmi due donne come voi?-, domandò Jong più a se stesso che a noi.
-Noi?! La famiglia non si sceglie, ma per quanto riguarda me è tutta colpa tua! Sei tu che mi hai dedicato “Kiss-kiss-kiss” prima di metterci insieme!-, sbottò Federica.
-Certo, come no! Se tu non mi avessi consolato dopo Krystal non saremmo in questa situazione e io non mi farei venire una crisi di nervi!-, ribattè Jong. Gli Shinee risero e Hyun Joong faticava a trattenere le lacrime: stava diventando rosso.
“Sta implodendo?”, mi domandai guardandolo.
-Scusa tanto se mi facevi pena!-, continuò Feffe.
-Krystal? –domandò Hyun Joong rimettendo in moto il cervello- Stavi con Krystal?-, domandò cercando di darsi un contegno.
-Ah! Ti prego, non ricordarcelo-, commentò Kibum teatralmente, alzando gli occhi al cielo ai tristi ricordi.
-E da quando t’interessa?-, chiese Jong.
-Da quando Krystal andava dietro a lui, finché non ha ricevuto due di picche per colpa di tua sorella, Jong-, spiegò Sara che sembrava quella che riusciva a mantenersi più seria, non nascondendo un sorriso.
-Brutti momenti per tutti-, concluse Federica infine con un ultimo slancio di sarcasmo. Avevo quasi l’impressione che si stesse vendicando di Jong per i mesi passati e futuri.
-Già, è una lunga storia, che forse un giorno ti racconteremo, ma per ora è meglio tornare a casa-, disse Onew prendendo in spalla il suo zaino con tutti i vestiti dello spettacolo.
Hyun Joong sorrise ancora, poi sentimmo Jong bofonchiare: -Ho l’impressione che dovrò rassegnarmi anche a questa notizia-, mi guardò negli occhi.
Annuii lentamente, sorridendogli per fargli capire che si poteva fidare e sospirò: -Va bene, ma vi tengo d’occhio-, mormorò serio.
Federica si era alzata e aveva recuperato la sua borsa, avviandosi verso Taemin e Sara che stavano andando verso la macchina, ma alle parole di mio fratello si girò lentamente: -Quanto d’occhio, Jong?-.
Jong la guardò e sorrise angelicamente: -Quanto basta per garantire tempo anche a te, amore mio-.
-Jong –Feffe sorrise bonariamente, nascondendo il suo istinto omicida- se provi solo a farti passare per l’anticamera del tuo cervello di andare a spiarli durante il nostro anniversario, non credo che potrai reggerti sulle tua gambe il giorno dopo, chiaro?-, domandò fingendosi dolce.
-Un cristallo, tesoro-, rispose Jong con la stessa finzione nella voce. Hyun Joong trattenne a stento una risata e Jong lo fulminò con una saetta dello sguardo: -E tu non ridere, perché se farai soffrire mia sorella, so dove cercarti, e so dove abiti-.
-Sto tremando-, lo punzecchiò Hyun Joong scherzando. Gli diedi una pacca sulla schiena, cercando di fargli capire di non innervosirlo ancora e lui mi guardò non capendo, così scossi la testa in segno di disapprovazione.
Ci avviammo alle macchine dopo qualche minuto e salutammo tutti. Entrai in macchina con Jong e Federica, la quale quella sera sarebbe rimasta a dormire da noi su richiesta di papà che aveva visto Jong molto affranto per la perdita della gara, e dopo aver salutato Hyun Joong con un rapido bacio s’una guancia e un sorriso, partimmo.
Arrivati a casa, a tutti spetto una bellissima doccia, specialmente a Jonghyun che cominciava a puzzare tremendamente di sudore dopo aver ballato: lui entrò nel bagno del piano inferiore, mentre Federica occupò quello vicino alle camere da letto. I miei genitori erano rientrati da un po’: si erano fati la doccia e concessi un po’ di relax, mentre Nanà aveva giocato con le sue bambole, per poi dedicarsi alla cucina e al lavoro da sbrigare. Aspettai che Jong e Federica finissero il loro da fare nei rispettivi bagni, salendo in camera mia e indossando una semplice tuta da casa, riaprendo dopo tanto tempo il mio diario.
 
Caro diario,
non ci crederai… ricordi quando ti ho detto che Hyun Joong ed io ci stavamo frequentando e non sapevo come potesse prenderla Jonghyun? Ebbene, grazie all’aiuto degli SHINee l’ha presa MOLTO BENE. Credevo che avrebbe scatenato la terza guerra mondiale, radendo al suolo la Corea, ma in realtà, dopo aver dato in escandescenza per qualche minuto, Federica è riuscita ad attirare la sua attenzione sui nomignoli con cui di solito lo chiama quando sono in intimità. Sai… Jong non ama che lo si denomini con soprannomi coccolosi, perché crede che non faccia bene alla sua virilità. Non chiedermi perché -.-“ Mio fratello è stupido quando comincia a fare o dire certe cose e questa è l’unica spiegazione che mi sono data da quando sono nata. Non gli piace che lo si chiami “dolce” o “carino”, figuriamoci oggi che è stato chiamato “paperotto” davanti ai suoi amici e a quello che è stato il suo rivale fino a questa sera XD
Ah… a proposito della gara… Hanno vinto i Super Junior. Ciò significa che non vedrò Hyun Joong per molto tempo a partire dal primo giugno. Diario… non credo di potercela fare, specialmente nei primi tempi. Mi mancherà tanto…
Sai? Anche se ci siamo messi effettivamente insieme da poco, ci siamo sempre visti anche prima, quando faceva di tutto pur di rendermi la vita impossibile. A suo dire anche lui si è innamorato presto di me, ma per la sua stupidità e orgoglio non voleva ammetterlo. Aigoo… che dovrò fare? Mi rinchiuderò a lavorare, così almeno vedrò Minho e Siwon (fino a settembre, perché poi partirà anche lui con i Suju per la vincita). Ci saranno gli Shinee? Non lo so… Kibum da quando siamo tornati dopo la vacanza insieme per il capodanno si è molto riavvicinato a Federica. Sono migliori amici da sempre e credo che nel periodo in cui Key si è preso una cotta per me, si siano allontanati anche loro. Inoltre papà aveva intenzione di organizzare qualcosa per gli Shinee e le loro rispettive ragazze con l’aiuto degli altri genitori, se non avessero vinto la gara. Vuole comunque mandarli all’estero per una vacanza ed è un bel gesto.
Forse però c’è una bella notizia! ^^ Jongsuk, che io mi diverto a chiamare Sukkie, il mio compagno di banco, è entrato definitivamente nella mia vita da un po’ e indovina? Sta riempiendo bene il posto di Tiffany e mi sembra piuttosto contento. E’ simpatico e molto allegro, ma soprattutto non c’è il rischio che possa diventare come tutti i ragazzi che da un po’ di tempo, per non so quale insano motivo, miei pretendenti ._. Poverini… davvero, sono dispiaciuta per loro XD
Alla fine il “bad boy” ha rapito il mio cuore, diario! E fra poco volerà via… proprio ora che stava diventando di nuovo un bravo ragazzo su cui potevo fare affidamento… Però ha promesso di portarmi a cena il venticinque maggio! Proprio il giorno dell’anniversario di Jong e Feffe xD
Diario, devo andare. Jong ha finito di farsi la doccia. Ci sentiamo! Bye-bye! ^^
 
Yaya
 
Non appena sentii Jong chiamarmi, chiusi in fretta il diario e presi il cambio per la doccia, scendendo le scale velocemente e rinchiudendomi in bagno. Mi concessi molto tempo, dato che mamma aveva cominciato a cucinare da poco, e riaffiorai dal bagno solo un’ora più tardi, pulita, pettinata e vestita comodamente per la casa.
-Ce l’hai fatta-, osservò Jong sdraiato sul divano a guardare un cartone animato della Disney insieme a Nanà, seduta sulla sua pancia, e Federica.
-Perché? Tu di solito ci metti di meno?-, domandai ironica, alzando un sopracciglio e andandomi a sedere sul divano vicino a Federica.
-Mi sembra che sta sera abbia fatto presto-, continuò acido sotto gli occhi di Federica che nel frattempo ci guardava ridendo insieme a Nanà.
-Vorrei vedere! –sorrisi controbattendo- ci mancava solo che ti rinchiudevi in bagno come tutte le volte e avremmo mangiato a mezzanotte!-.
Papà sbuffò e ci guardò esasperato: -Possibile che voi due dobbiate discutere di cose futili anche quando ci sono ospiti? Sapete, mi mancano i bei tempi in cui non parlavate ancora!-.
-Papà ha ragione-, disse Jong.
-Ho ragione?! Crollerà qualche palazzo sta notte!-, commentò papà sconvolto e divertito per ciò che le sue orecchie avevano sentito, mentre Federica non smetteva di ridere.
-…sì, hai ragione –continuò Jong, mettendosi a sedere con Nanà in grambo- parliamo di cose serie: tu e Hyun Joong, per esempio!-, disse deciso. Mamma uscì dalla cucina, asciugandosi le mani con il grambiole, mentre Federica smise di ridere all’istante, sbuffando e alzando gli occhi al cielo: -Oddio… ti prego, non ricominciamo!-.
-Hyun Joong? Che cos’è questa storia, tesoro?-, chiese mamma già al settimo cielo solo per aver sentito il nome.
-Diglielo zia! Cos’è questa storia!? Potevi scegliere qualcun altro, visto che sapevi che è anche il nuovo fratello di Federica!-, commetò Jong guardando prima mia madre e poi me.
-E’ lui il ragazzo di cui abbiamo parlato l’altra volta?-, domandò mamma speranzosa. Sorrisi a mia madre, sentendo una leggera gomitata d’incoraggiamento di Federica, e annuii.
-Aah! Sono così contenta, Bocciolo!-, pigolò mia madre correndo ad abbracciarmi, mentre alle sue spalle Jong non finiva di borbottare e papà cercava di trattenere una risata.
-Sei grande, Yaya! Oppa, piace un sacco a’cche a me! Fighting!-, sorrise Nanà gioiosa e Jong sbuffò.
Mamma sciolse l’abbraccio e quasi saltellando tornò ai fornelli per girare la carne, mentre Nanà e Federica tornarono alla tv. Notai che papà non aveva smesso di trattenersi e lo guardai chiedendomi il perché di tanta ilarità, quando Jong, con la mia stessa espressione confusa, gli chiese: -Appa… perché ridi?-.
Papà alzò la testa verso di lui e rispose: -Perché, figliolo, mentre tu eri impegnato a riprenderti dietro le quinte dietro il palco oggi pomeriggio, noi abbiamo assistito all’esibizione dei SS501 e tua sorella mostrava molto interesse per quel ragazzo che non puoi vedere-.
-E non sei stato nemmeno un po’ geloso?!-, domandò Jong tra il curioso e il vinto.
-No, al contrario, mi sono divertito a capire che il cuoricino di tua sorella batteva forte per Hyun Joong in quel momento. Jong, tu pensi di capire tua sorella al volo in ogni situazione, rimproverando me di non essere abbastanza attento. E’ vero, lo sono, ma a me sono bastati pochi secondi per capire chi fosse il misterioso ragazzo di tua sorella, mentre tu a quanto pare non sei stato in grado d’identificarlo fino a… oggi?-, continuò papà.
-Fino a qualche ora fa-, sorrise Federica divertita, mentre mamma raggiungeva papà.
-E’ per questo che ridevi quando mi hai guardata nel buio della sala, papà? Mi hai vista troppo presa?-, domandai sorridendogli.
Pappà annuì: -Mmh… sì-.
-Jong, forse ci consideri troppo superficiali e troppo entusiasti nel sapere certe cose, ma noi siamo vostri genitori… o almeno in parte –disse mamma con un po’ di tristezza nelle ultime parole-, e sappiamo riconoscere quando dobbiamo controllarvi per proteggervi e quando dobbiamo incoraggiarvi. Perché non lasci in pace tua sorella? Verrà da te come sempre se non riesce a gestire da sola i suoi problemi, no? Dedicati di più a te stesso e a Federica-, sorrise mamma dolcemente.
-Infatti, Jong, dedicati di più a me!-, commentò Feffe sarcastica.
Scoppiammo in una risata generale, per poi sentire Jong rivolgersi a me: -Va bene, va bene. Sorellina, ti lascerò in pace e terrò la mia apprensione per me! Almeno ci proverò… -disse fra sé, per poi guardare mia madre dolcemente- Zia… forse non è il momento adatto per dire certe cose, ma tu sei la persona che mi ha fatto da mamma, visto che non c’è lo più, perciò…-, Jong fece una pausa, sorridendo come un criceto, spiazzandoci tutti per il modo leggero in cui aveva preso quell’argomento e continuò: -…cercherò di riuscirci per te! I love you!-.
-Jong, cerca di riuscirci anche per me e per tutti noi, perché non ho più intenzione di sopportare i tuoi piagnucolii ogni volta che prometti questa cosa-, disse Feffe ironica.
Ci lasciammo andare ancora ad una risata, poi mamma tornò ai fornelli e poco dopo ci sedemmo a mangiare tutti insieme. A tavola si discusse di molte cose, come per esempio cosa avrebbero voluto fare Jong e Federica dopo la scuola, che per loro stava per finire, o il posto in cui avrebbero voluto andare tutti gli Shinee per le vacanze.
-Papà, davvero mi mandaresti in vacanza nonostante non abbia vinto?-, domandò Jong sorpreso.
-Certo, in fondo ti sei impegnato non solo per la gara, ma anche a scuola e come ho premiato tua sorella, voglio farlo anche con te. Perciò scegliete bene la vostra destinazione, perché sia io e che gli altri genitori, vogliamo che vi divertiate sia tu che gli Shinee e le vostre ragazze, che ogni giorno vi sopportano-, sorrise papà dall’alto del posto da capotavola.
-Appa… -cominciò Jong un sorrisone sul viso- ti voglio bene!-, disse aggrappandosi a un suo braccio come un bambino.
-Yha! Smettila, mi metti in imbarazzo! Non le fai mai queste cose e ora te ne esci così proprio quando c’è la tua ragazza?-, scherzò papà, anche se non fondo sul suo viso si leggeva che gli faceva piacere vedere suo figlio comportarsi così.
-Dopo avermi chiamato “paperotto” davanti agli altri, posso dire addio alla mia reputazione, perciò oggi non mi disturba comportarmi così in casa mia-, spiegò Jong tornando alla sua tazza di riso.
Federica mise in bocca teatralmente un pezzo di carne con le bacchette e masticando lentamente, guardando Jong con un viso angelico: -Scusa-, disse fingendosi dispiaciuta e sorrisi.
-Prima che Jong possa cominciare un altro battibecco, parliamo veramente di cose serie: sta notte dormirai in camera di Ilaria, va bene?-, chiese papà a Federica.
-Certo-, sorrise Feffe.
-Perché non può dormire con me?-, domandò Jong sconsolato.
-Jong, c’è Nanà… -rispose a bassa voce papà alludendo a cose ovvie- secondo te perché?-, domandò ironico.
-Non è giusto però!-, obbiettò Jong.
-Vuoi dormire in camera con tua sorella, cedendo il posto a Federica in camera tua?-, domandò sarcastico papà.
-No! E’ già tanto che ho condiviso la stessa stanza in montagna con lei! Russa!-, sbottò Jong.
I miei occhi saettarono su di lui e lo fulminarono: -Io russo?! Ma se tu canti in continuazione!-.
Federica si godette lo show, ma mamma si stava spazientendo per la stanchezza a forza di sentirci litigare, così tagliò corto: -Ragazzi, smettiamola, ho la soluzione ai nostri problemi. Ognuno dormirà nelle proprie stanze. Spostiamo il lettino di Nanà in camera d’Ilaria e Federica dormirà nel letto grande di Nanà-.
-Per me va comunque bene-, scrollò le spalle Feffe che aveva tutta l’aria di non volersi ritrovare nella stessa stanza di mio fratello: mi domandai perché.
-Va bene-, sbuffò Jong fra i denti.
-E comunque non russo-, fu il mio ultimo commento sottovece, mentre riprendevo a mangiare.
La serata continuò tranquillamente e finimmo di mangiare dopo poco. Una volta aiutata mia madre, che quella sera era piuttosto stanca, a lavare i piatti, tutti salimmo nelle nostre camere. Augurai la buonanotte a Jong, mentre passavo di fronte la sua stanza per accompagnare Federica in quella di Nanà, e l’augurai anche a lei non appena riuscimmo a spostare il lettino in camera mia.
Mamma mi aiutò a preparare il letto di mia sorella e quando fu pronto ci baciò i capelli e andò in camera sua. Papà poco dopo venne ad augurarci la buonanotte, ma sospettai che fosse una scusa per vedere se Jong fosse ancora nella sua stanza.
Lascia che Nanà si addormentasse accanto a me, mentre gli leggevo una favola da un vecchio libro mio e di Jong, per poi portarla nel nel suo letto una molta che Morfeo l’ebbe presa fra le sue braccia.
-Dormi bene, piccolina-, dissi spostandole i capelli dalla fronte e rimboccandogli le coperte.
Tornai al mio letto e spensi la luce non appena fui sotto le coperte anch’io, poi mi lasciai scivolare dolcemente nel sonno, stringendo in mano il ciondolo di Hyun Joong.
 
***
La mattina seguente mi svegliai prima di mia sorella, così le abbassai la sbarra del lettino, in modo che se si fosse svegliata sarebbe potuta scendere tranquillamente, e mi avviai di sotto per la colazione. Erano le dieci e mamma si era alzata verso le otto del mattino per poterci preparare una colazione con i fiocchi con pancake, succo d’acero, nutella e tanto altro ben di Dio; la salutai con un bacio sulla guancia mentre si sedeva a tavola e notai scendere Federica per le scale.
-Buongiorno –ci sorrise- questo bagno è occupato? Jong è svenuto nell’altro-, commentò sarcastica.
Risi e le risposi: -Sì, è libero-.
Federica andò a prendere le sue cose per cambiarsi ed entrò nel bagno; contemporaneamente si sentì papà cominciare a dare di matto per far uscire Jong dal bagno: -Esci, Jong! Non ci sei solo tu in questa casa con bisogni fisiologici!-.
-Ho quasi fatto! Usa il bagno in camera tua, no?-, rispose Jong dal bagno.
-E’ rotto! Sbrigati!-, ribattè l’altro.
Papà si avviò a passo pesante per le scale e ci passo davanti, aprì il frigo e in rigoroso silenzio prese un po’ di succo d’arancia: -Che problemi ha quel ragazzo? Ogni giorno deve rinchiudersi in bagno per almeno un’ora!-, disse versando un po’ del contenuto del cartone in un bicchiere.
Mamma ingoiò il boccone di pancake che stava mangiando e lo guardò sorridendo: -Ti ricordo che anche tu avevi questo vizio, prima che crescesse Jong-.
-Sì, ma io almeno uscivo quando gli altri ne avevano bisogno!-, sbuffò papà sedendosi a tavola.
-Non ricordo questo particolare, papà-, commentai punzecchiandolo, ricevendo un’occhiataccia.
Jong si decise a scendere poco dopo e guardò papà, che lo fulminò, con la coda dell’occhio, per poi andare a versarsi un po’ di choco-milk e prendere qualche pancake. Papà sospirò gettando fuori tutta l’irritazione e riaquistò la sua solita calma quando mio fratello si sedette a tavola.
-Ah, un’altra cosa, figliolo…-, cominciò papà con una serietà tale da sfiorare l’ironia.
-…cosa?-, domandò Jong a bocca piena innocentemente.
-La notte cerca di dormire e non andare a gironzolare nelle stanze altrui-, continuò papà, facendo andare di traverso il boccone a Jong. Cominciò a tossire sistematicamente e Mamma si affrettò ad avvicinargli il bicchiere di latte, che Jong afferrò al volo e tracannò per non soffocarsi.
-Cosa!? Io non sono andato in camera sua!-, sbottò Jong riprendendo fiato.
-Ah, no? Allora quello che ho visto entrare in camera sua, quando sono andato in bagno, era un fantasma giusto? Dobbiamo chiamare “Ghost buster” perché abbiamo la casa infestata-, commentò sarcastico papà.
Jong non rispose, perché in quel momento Federica uscì dal bagno vestita e sistemata: -Che succede?-, chiese.
-Niente-, rispose Jong cupo, mentre lei si sedeva a tavola.
-Parlavamo di fantasmi. Ce ne sono moltissimi in casa nostra-, commentai ridendo e guardando Jong di sottecchi.
-Eh?-, domandò ancora Federica non capendo.
-Non preoccuparti, cara, in tutto ciò che Jong combinerà in questa casa, tu non sarai mai la colpevole. Questo è certo-, disse papà a testa passa, continuando a mangiare.
-Appa-, lo ammonì Jong sotto gli occhi di Federica che cominciavano a capire.
La guardai e notai che si stava vergognando come una ladra, così spostai l’argomento su qualcos’altro, sperando di attirare l’attenzione di tutti: -Papà, il venticinque Jong ed io non saremo a casa, tu e mamma andrete da Hongki ed i suoi?-.
Ebbi l’effetto desiderato e Federica mi ringrazò con gli occhi, mentre mio padre mi rispondeva: -Sì, ma pensiamo anche di andare a cena fuori-.
-Fatelo lontano dai posti di mare, per favore. Voglio stare tranquillo con la mia ragazza quel giorno-, commetò Jong acido.
-Quindi mi porti al mare?-, chiese Federica con gli occhi luccicanti di gioia.             
“Chissà quant’è che non vanno da qualche parte insieme senza problemi?”, mi domandai guardandoli.
-Sì… ho messo da parte un po’ di soldi per questa occasione e ho cercato di preparare le cose con cura, perciò non voglio che qualcuno mi rovini la serata-, rispose Jong dolcemente.
-Ha persino chiesto consiglio a Kibum e Taemin-, aggiunsi guardandolo.
-Oh, che carino!-, disse mamma sorridendo.
-Zia...-, l’ammonì Jong monotono.
-Scusami-, rispose mamma, accarezzandogli dolcemente i capelli.
Sospirai e pensai a dove mi avrebbe portato Hyun Joong, ma papà mi lesse nella mente e diete voce ai miei pensieri: -E tu dove andrai? Dove ti porta Hyun Joong?-.
-Non ne ho idea-, risposi scrollando le spalle.
-Ah, io lo so!-, commentò Federica sorridente.
-Dove?-, chiese Jong.
-Non ve lo dico. Perché dovrei rovinargli la sorpresa? Posso solo dirvi che starete bene e passerete una bellissima serata-, rispose Feffe.
Finimmo di mangiare e papà si alzò per prepararsi e ad andare a lavoro: -Bene, dopo questa bella mangiata in famiglia, posso solo augurarvi buon divertimento per quella serata!-.
-Grazie-, rispondemmo in coro sorridenti e spareccchiammo la tavola.
La giornata si concluse in fretta con la solita monotonia: saliti in camera Jong e Federica discussero a lungo sui commenti di mio padre e la nottata precedenti come avevo previsto, ma lascia correre, mentre davo da mangiare a Nanà; Hyun Joong ci venne a trovare per conoscere più a fondo mia mamma, che fu davvero felicissima di rivederlo, tanto da invitare sia lui che Federica a pranzare da noi. Fui un po’ imbarazzata per la strana situazione, ma mi divertii: mamma parlò in continuazione a Hyun Joong, Jong invece non lo perse d’occhio per un po’, finché non si convinse che forse era meglio smetterla per davvero, mentre Federica gli chiese come andassero le cose col padre; Nanà, che da parte sua era la più felice lì in mezzo, finito di pranzare chiese di vedere un film tutti insieme e si appropriò delle gambe di Hyun Joong non appena si sedette sul divano accanto a me.
A fine giornata Federica tornò a casa sua accompagnata da Hyun Joong, ed eravamo tutti abbastanza stanchi, ma tutti avevamo aquisito qualcosa in più l’uno dell’altro, specialmente Jong che dopo una giornata passata con il suo vecchio acerrimo nemico, cominciò a vederlo sotto una luce diversa, anche se mantenne il suo astio solo perché era diventato il mio ragazzo.
 
***
Volarono velocemente i giorni che succedettero quella giornata in famiglia e, mentre io sfruttavo il mio tempo per stare con Hyun Joong tanto da predere delle ferie anticipate a lavoro (che potei ricevere solo grazie a Minho, offertosi per coprire le mie giornate mancate), Jong continuava a preparare con cura la serata che avrebbe passato con Federica con l’aiuto di Kibum, che portò sia lei sia me a fare shopping per trovare dei vestiti da capogiro.
Aveva deciso di portarla al mare, in un posto carino e romantico: la mia famiglia c’era già stata una volta e ricordavo che il ristorante era piuttosto piccolo, ma con nu enorme spiaggia davanti; il giorno in cui ci andammo avevano addirittura allestito la spiaggia per un matrimonio con i fiocchi. Jonghyun aveva pensato a tutto: sapevo che ci sarebbe stata una bellissima rosa rossa sul tavolo, con i petali sparsi sopra, dalla buona musica e tanto divertimento sulla sabbia per il dopo cena; Federica ne sarebbe rimasta entusiasta, anche perché mio fratello aveva intenzione di regalarle un bellissimo ciondolo: un mezzo cuore d’oro buanco con le loro iniziali che avrebbero potuto portare sempre con loro; Jong aveva speso parecchio per quella sera, ma era felice di utilizzare gran parte dei soldi che aveva messo da parte per il viaggio a New York mancato. Avrebbero addirittura dormito fuori quella notte e sarebbero tornati il giorno dopo.
Hyun Joong d’altra parte stava organizzando qualcosa per noi, ma non avevo la minima idea di che cosa potesse essere. Avevo in mente qualcosa di estremo, molto alla Kibum, ma c’era un vocina che mi sussurrava si potesse trattare di altro, così arrivata la sera del venticinque mi preparai con cura.
Kibum ed io avevamo scelto un vestito a dir poco troppo scollato e attillato per i miei gusti semplici, ma non ero riuscita ad aver il polso duro come per il “no” al rosa, così mi ritrovavo con un vestito con una fantasia floreale che mi faceva assomigliare ad un giardino: il seno, come i fianchi, erano fasciati da stoffa a fiori gialla, rosa e verde, mentre fra i due pezzi della stoffa nera fasciava il busto; il tutto era coronato da una giacca nera, una borsetta e delle semplici ballerine delle stesso colore (che ero riuscita miracolosamente a comprare all’insaputa di Key e delle sue scarpe dal tacco chilometrico), e da una cascata di boccoli castani che avevo preparato con due ore di anticipo. Fra i capelli avevo poi messo una molletta brillantinata, scegliendo un trucco fresco come i colori del mio vestito.
Alle sette, quando fui pronta scesi in salotto, dove mi attendevano Jong e Federica, la quale era stata accompagnata a casa nostra da Taemin. Hyun Joong aveva chiedo a Jong di accompagnarmi al locale e anche se inizialmente mio fratello era stato restio, sotto minaccia di Federica si era convinto.
-Kibum ha esagerato-, borbottò Jong una volta che fui scesa dalle scale.
-Yaya, sei bellissima! Hyun Joong quasi non ti riconoscerà! Quasi quasi t’invidio per non aver dato retta a Kibum!-, esclamò Feffe sorridendomi. A lei era andata meglio, perché Kibum aveva scelto scelto un semplice vestito che le fasciava il corpo e le sue forme abbondanti, ad una sola spallina larga; lungo il bustino da seno in giù, miriadi di strass davano luce al nero del vestito e anche lei aveva scelto si lasciarsi sciolti i capelli neri e ribelli; una matuta blu le contornava gli occhi e un po’ di ombretto bianco mischiato al nero gli li incorniciavano; Federica non era però fuggita del tutto dalla pazzia di Kibum, infatti era stata condannata ai tacchi, che ben presto arrivati in spiaggia, si sarebbe comunque tolta per non sembrare più alta del suo ragazzo.
-Non hai dato retta a Kibum?! Ti sembra un vestito che metteresti di solito?-, domandò sconvolto Jong, che stava mangiando la sua ragazza con gli occhi, alle parole di Federica.
-Sì, voleva che mettessi un abito rosso fuoco. Direi che il nero è molto da me-, rispose tranquillamente, infilandosi lo spolverino bianco, pronta ad andare.
-Parliamo di questi tacchi altissimi e del girovita attillato, però! Per poco non svenivo quando sei entrata!-, commetò Jong.
-Quindi sei dispiaciuto che abbia messo questo vestito?-, domandò Feffe avvicinadosi pericolosamente al viso di Jong per stuzzicarlo.
-N-no… solo che… Aish! Andiamo, si sta facendo tardi!-, farfugliò Jong in imbarazzo per poi cambiare discorso. Risi senza farmi sentire e mi misi la giacca, seguendoli; i nostri genitori erano già usciti, perciò chiudemmo la casa a chiave e partimmo.
-Dove mi dovete accompagnare?-, domandai una volta in auto.
-A...> cominciò Jong.
-Non possiamo dirtelo-, lo interruppe Federica curdando in cagnesco Jong e sorridendomi dallo specchietto dell’auto.
Misi il broncio sospirando, ma poi tornai a sorridere chiedendomi cosa avesse organizzato Hyun Joong.
Arrivammo di fronte ad un piccolo ristorante che non avevo mai visto prima di allora, se non in una foto di un giornale, che diceva fosse il più elegante di tutti i ristoranti in circolazione. Guardai l’entrata del ristorante con un enorme sorriso sul volto e sentii la sensazione che quel posto piccolo, ma elegante mi sarebbe piaciuto più di tutti i posti costosissimi e grandissimi, che il povero Kibum aveva cercato in vano di farmi piacere in vacanza.
-Wow… -disse Jong smicciando anche lui l’entrata dalla postazione di guida.- Non deve aver badato a spese-, commentò.
-Vorrei ben dire, è mio fratello!-, disse Feffe orgogliosa di sé stessa.
-Yha… il posto in cui ti porto non sarà così, ma è bello anche quello-, brontolò imbronciato Jong con un calo d’autostima improvviso.
Sorrisi a Jong e gli accarezzai i capelli per tirarlo su di morale, rivolgendomi a Feffe: -E’ vero. Sta volta ha fatto un buon lavoro. Sono stata anch’io in quel ristorante e credo proprio che ti piacerà tantissimo-.
-Lo so, spero solo che non combini guai-, confermò Federica sorridendo a Jong.
Sorrisi: -Va bene, io allora vado. Vi lascio alla vostra serata. Bye!-, dissi scendendo dalla macchina.
Aspettai che andassero via, salutandoli con la mano e mi avviai all’entrata.
“Chissà perché mi ha dovuta accompagnare Jong… e adesso dove si sarà cacciato Hyun Joong?”, mi domandai guardandomi intorno: osservai che non c’era molta gente quella sera. Chiesi ad un cameriere quale fosse il mio tavolo, dando il nome di Hyun Joong, ma questo mi disse di andare nel giardino sul retro con un sorriso, senza fornire nessun’altra spiegazione. Restai un po’ perplessa, ma mi avviai, non sapendo cosa aspettarmi.
“Aish! Ed io che pensavo fosse diventato un cavaliere con i fiocchi. Magari è anche in ritardo!”, pensai acida fra me.
Uscendo sul portico notai subito che quello era un meraviglioso giardino tradizionale e ristai affascanata dalle miriadi di fiori di ciliegio in fiore bianchi e rosa, uniti al verde delle foglie dei cespugli e dell’erba: davanti alle scalette del portico si apriva un piccolo sentiero che mi domandai dove portasse, quando arrivò da me un nuovo cameriere, il quale mi disse di segure il sentiero fin quando non fossi arrivata al laghetto a pochi passi da lì. Quando andò via presi a camminare e ringraziai me stesse di essermi messa le ballerine e non i tacchi, dato che la strada era ricoperta di brecciolini.
-Che meraviglia!-, esclamai guardando con un sorrisone gli alberi in alto.
Proseguii per quel viale finché davanti ai miei occhi non si aprì la vista di un laghetto illuminato dai lampioni che cominciavano ad accendersi. Nell’acqua, ricoperta qui e là da distese di petali di fiori, si specchiava il cielo ancora illumanto dal sole.
Mi avvicinai alla ringhiera del lago e mi appoggiai, guardandomi intorno: -Non pensavo fosse così bello qui-, dissi fra me ricordando che la foto che avevo visto aveva immortalato solo l’entrata di quel posto stupendo: -Ma dov’è Hyun Joong?-, mi domandai.
All’improssiso qualcuno mi coprì gli occhi con le mani e, allarmata, tentai di toglierle dal mio viso ma queste non cedettero.
-Ti fidi di me?-, domandò l’uomo alle mie spalle e riconobbi la voce profonda e inconfondibile di Hyun Joong.
Sorrisi e risposi: -Sì-.
-Allora non avere paura-, disse togliendo le mani da davanti ai miei occhi e facendole scivolare lungo i miei fianchi, fino ad abbracciarmi da dietro. Mi diede dolcemente un bacio fra i capelli e girai poco la testa per guardarlo.
-Perché non sei venuto a prendermi?-, domandai curiosa, mentre mi sorrideva.
-Volevo che scoprissi questo giardino da sola. Se fossi stato con te dall’inizio non ci sarebbe stato mistero, né magia-, rispose sincero e gli diedi ragione.
-Come siamo romantici-, osservai divertita.
-Qualche volta mi piace esserlo… -disse dandomi un bacio di sfruggita su una guancia- e poi è un giorno da dover ricordare questo-, continuò strigendo le braccia intorno ai miei fianchi, mentre guardavamo avanti a noi il magico giardino.
-Ti amo-, mormorai sorridendo e stringendogli le mani.
-Lo so -, commentò, ridacchiando dietro di me.
Hyun Joong sciolse l’abbraccio e mi girò verso di sé, posando una mano s’un mio fianco e scostando i capelli per potermi prendere il viso nell’altra: -Ti ricordi la canzone che ti ho inviato tempo fa? Quella a cui avevo allegato quello stupido frammento vocale in cui ti dicevo che ormai eri cotta di me? “I’m your man”?-, domandò ed io annuii, ricordando quanto mi ero illusa quella sera.
-”Perché tu non conosci il mio cuore…Sono uno stupido che non conosce nient’altro che te. Ora mi confesserò... Sono il tuo uomo… Per favore, dimmi che ami solo me...”-, Hyun Joong aveva preso a cantare all’improvviso quella canzone dolcemente, sorridendomi. Fece di nuovo una pausa, come se stesse cercando le parole e si avvicinò esitante al mio viso.
Le sue labbra toccarono le mie nel momento esatto in cui chiusi gli occhi. Dolcemente Hyun Joong dischiuse le sue labbra, giocando con le mie. Fu dolce e incredibilmente romantico in quel luogo calmo e avvolgente che sembrava dover imprimere quel momento importante nel nostri cuori. Aggiunse più passione e mi attrasse di più a sé, prendendo il mio viso con entrambi le mani, per spostare i capelli da davanti al mio viso. La punta della sua lingua raggiunse  presto la mia, giocando con essa che non si fece pregare, mentre le mie mani finirono sotto la giaccia del vestito elegante, che solo in quel momento notai indossasse, posandosi sul sui ventre.
Hyun Joong si discostò da me e posò la sua fronte sulla mia, mentre assaporavo ancora il bacio: -Quella sera mi sono confessato davvero per la prima volta, anche se inconsapevolmente. Volevo ancora giocare con te, ma in realtà mi ero già innamorato –disse guardandomi. – Ero convinto che non fosse vero, ma in realtà il bacio che ti diedi in quell’albergo a Natale… è il primo vero bacio che ho sentito di doverti dare. Così ho colto al volo la scusa del vischio-.
Lo ascoltai attenta e continuò: -Quella sera eri maledettamente bella e non ho resistito alle tue labbra. Come vedi mi tentano ancora! -osservò sorridendomi.- Te l’avevo già detto e forse ti sembrerò scontato ormai, ma volevo solo ricordarti che non ti ho sempre preso in giro. Molte volte ci sono state incomprensioni a causa mia, anche se ciò che facevo veniva dal cuore. Mi dispiace…-, disse scrollando le spalle.
-Non preoccuparti, ormai è passato. Adesso pensiamo a noi-, sorrisi sfiorandogli le labbra con le mie.
-Vogliamo mangiare?-, domandò poco dopo una breve pausa, sorridendomi.
-Sì, sto morendo di fame-, dissi toccandomi lo stomaco che cominciava a brontolarmi.
Hyun Joong mi squadrò da capo a piedi, notando ogni piccolo dettaglio: -Girati un po’?-.
Alzai un sopracciglio non capendo ma feci una firavolta su me stessa: -Che c’è? Non ti piaccio?-, domandai scettica.
-No, no. Stavo solo pensando che Kibum ha fatto un bel lavoro! Devo chiedergli di portarti a fare shopping più spesso-, disse prendendomi in giro.
Misi il broncio e lo guardai in cagnesco: -Yha… non va bene come mi vesto di solito?-, domandai scontrosa, rovinando tutta l’atmosfera di poco prima.
-No, solo che così sei più sexy del solito-, commentò mordendosi un labbro. Arrossii, sentendo il cuore battere più forte.
-YHA! Smettila di fare così! Mi metti in imbarazzo!-, dissi dandogli una forte schiaffo s’una spalla.
-Ahi! Che ho fatto?! Ti stavo solo facendo un complimento e tu mi ripaghi così!?-, sbottò massaggiandosi il braccio.
-Apprezzami in qualche altro modo, ma non così! Non siamo ancora abbastanza vicini per certe cose-, dissi stizzita.
-Yha… non ho detto niente di male-, borbottò.
-Lo so, ma… quando fai così mi metti in soggezione-, brontolai a mia volta, sfreganfomi un braccio.
Hyun Joong sospirò divertito, guardandosi intorno e mi sorrise: -D’accordo, allora per adesso posso dirti che sei la ragazza più bella che io abbia mai visto?-, domandò ironico.
-No, ce ne sono tante più belle-, dissi scherzando, facendo la sostenuta.
Hyun Joong scoppiò a ridere e mi prese per mano: -Andiamo a mangiare, fra poco cominceranno ad arrivare i piatti che ho ordinato-, disse avviandosi verso il ristorante.
Lo seguii, guardandolo sorridere: “Mi mancherà discutere con te per stupidaggini come questa, Hyun Joong…”, prensai, ma poi distolsi quei tristi pensieri ed entrammo nel ristorante, dove Hyun Joong chiamò il cameriere che ci accompagnò al tavolo.
Sulla tavola, apparecchiata egregiamente, e sulla tovaglia di un delicato color “carta da zucchero”, c’erano sparsi dei petaili di margherite e rose bianche, mentre al centro una piccola ampolla di vetro, che ricordava una bolla di sapone, teneva accese tre candele azzurre. Hyun Joong mi fece sedere, accostandomi da dietro la sedia, e subito dopo si sedette di fronte a me, sorridendomi: -Ho già ordinato tutto. Non bisogna far altro che mangiare-, disse prendendomi una mano che avevo posato sul tavolo.
-Io volevo scegliere però-, borbottai per finta.
-Non fa niente, ho chiesto a chi ti conosce meglio di me e mi hanno saputo suggerire i tuoi piatti preferiti, perciò mangerai tutto quello che arriverà-, replicò lui con la stessa ironia.
-A chi hai chiesto? A mia madre? Jong?-, domandai scettica guardandomi intorno.
-No, Kibum-, rispose tranquillamente.
I miei occhi scattarono su di lui: -Kibum? Ancora?-.
-Sì. E’ stato molto gentile-, commentò scrollando le spalle, mentre si sistemava il tovagliolo di stoffa sulle gambe.
“Kibum? Quel Kibum che odiavi con tutto te stesso?! Quel Kibum a cui ai rubato il suo amore?”, pensai spalancando gli occhi.
-Chi sei tu e che ne hai faii del Kim Hyun Joong che conoscevo? Lui non avrebbe mai detto una cosa del genere di Kibum!-, chiesi, mentre Hyun Joong mi guardava non capendo, ma poi sorrise e si mise a ridere.
-Yha… non ridere-, lo ammonii.
-Non rido di te. Rido del fatto che hai ragione-, disse calmandosi.
-Già, ho ragione –dissi ma poi riflettei un attimo- Ho ragione? Anche questo è strano-, commentai.
-La smetti di fare domande e pensare a quello che succede? –domandò Hyun Joong tornando serio, ma sempre con un sorriso- Non voglio discutere nemmeno per un secondo sta sera, perciò sto cercando di comportarmi come un perfetto cavaliere-.
-Vuoi proprio che non mi dimentichi di te, vero?-, domandai abbozzando un sorriso e giocando con la sua mano.
Hyun Joong sembrò un po’ amareggiato e sospirò profondamente: -Potresti… te l’ho già detto, ce ne sono molti che non ti hanno fatto mai soffrire e a cui potresti avvicinarti…-.
Gli strinsi la mano e lo interruppi: -Smettila. Non potranno riuscirci perché tornerai e non starai via per molto. Mi dispiace, ma ti aspetterò –sorrisi e poi gli chiesi- e tu… tu mi dimenticheresti? In fondo ci sono tante belle ragazze anche in Inghilterra-.
-Non credo. Non saranno mai mediterranee come te. Le Inglesi non hanno mai soddisfatto i miei gusti-, osservò serio.
-Neanche io…- mormorai sotto voce, allontanando la mia mano.
Hyun Joong mi guardò e alzò un sopracciglio: -Seriamente… pensi davvero che sia uno facile che si metta con la prima che incontra?-.
-No, ma…-.
-Allora non farti questi complessi. C’è un motivo valido per cui tutte le altre non mi piacciono, ma tu si. Sei fragile, triste, allegra, decisa… viva. Non finta e con tutti quegli “Oppa” che sento continuamente in giro-, disse e ciò che aveva detto sembrava non ammettere repliche.
Restai muta, ma poi sorrisi pensando che quella decisione stonava con l’immagine di gentiluomo che quella sera si era costruito attorno: -Così deciso mi piaci di più-, dissi guardandolo di sottecchi.
Hyun Joong rise e nello stesso momento cominciarono ad arrivare i piatti. Aveva scelto molte portate tradizionali coreane che mi piacevano molto e mi sorpresi ancora nel constatare che Kibum mi conoscesse meglio di chiunque altro. Hyun Joong aveva fatto bene a chiedere a lui e in cuor mio fui felice che quei due fossero diventati quasi amici.
La serata passò piacevolemente e fui contenta di passare tutto quel tempo col mio ragazzo. Non ci furono balli o canzoni come avrebbe fatto qualcun altro, solo buona musica tradizionale ad accompagnare la nostra cena, e alla fine di tutte le portate mi sentivo scoppiare così come Hyun Joong, che dovette allargare la cintura dei pantaloni che cominciava a stringere. Quando finimmo, Hyun Joong andò a pagare; mi sentivo come al solito in colpa nel vedere spendere tanto per me, ma non accettò che lo aiutassi.
-Non ci posso credere, ho mangiato così tanto che tornerò a casa rotolando!-, esclamò una volta fuori il ristorante.
-Te l’avevo detto di smettere di mangiare-, sorrisi seguendolo, deretti verso la macchina.
-Lo so, ma era tutto così invitante!-, osservò prendendomi per mano.
-Aigoo… a volte mi sembri Jong-, dissi guardandolo.
-Yha, non paragonarmi a lui-, commentò accigliandosi.
-Perché? Pensavo cominciasse a piacerti-, dissi fermandomi e pizzicandogli una guancia.
-Yha… -mormorò massaggiandosi il viso- io sono molto meglio-, disse con finta aria di superiorità. Scoppiai a ridere per il modo in cui l’aveva detto e  proseguii verso la macchina: -Certo, come no. Voi uomini alle fine parlate, parlate, ma siete tutti uguali-.
Mi raggiunse e mi cinse le spalle con un braccio: -Da dove escono queste “perle di saggezza”?-, domandò ironico.
-Da nessuna parte. Lo so e basta-, dissi indifferente. Eravamo arrivati all’auto.
Hyun Joong mi riaccompagnò a casa e subito mi accorsi che i miei genitori non erano ancora rientrati. Tutte le luci erano spente e la macchina non era parcheggiata nel solito posto accanto al cancello.
-Vuoi aspettarli con me?-, domandò Hyun Joong smicciando le finestre sporgendosi in avanti da lposto di guida.
-No, non fa niente. Mi andrò a mettere il pigiama e poi a domire-, sorrisi accarezzandogli una guancia, quando il suo viso si curvò in un sorriso malizioso.
-Potrei farti compagnia io, allora-, disse malizioso, ma una mano lo spintonai.
-Certe allusioni non cambiano mai, eh?-, dissi stizzita ripensando a tutte le volte che aveva provato a sedurmi con quel sorriso, pensando di potermi far cadere ai suoi piedi.
-Non alludevo a niente, semplicemente pensavo di farti compagnia a casa. Perché devi pensare male?!-, sbottò irritato.
-Fatti due domande, Hyun Joong-, risposi acida.
-Yha… non roviniamo la serata proprio ora-, disse avvicinadosi a me e puntando i suoi occhi neri nei miei. Sostenni il suo sguardo, ma poi mi addolcii e lo baciai di sfuggita.
-Hai ragione. Niente discussioni oggi-, sorrisi e aprii la portiera della macchina.
-Ci vediamo domani?-, domandò sporgendosi versoo di me, quando fui fuori.
-Se posso, sì. Devo chiedere, perché i miei vogliono che studi-, dissi un po’ triste.
-Oh… va bene. Ci sentiamo-, sorrise.
-Saranghae-, dissi.
-Da du, saranghae-, replicò.
Chiusi la portiera della macchina ed entrai nel giardino di casa, aspettando che andasse via per richiudere il cancello. Salii le scalette davanti la porta, entrai e cominciai a prepararmi per la notte.
“E’ stata una bellissima serata, amore. Comawo”, pensai.
 
***
I pochi giorni che rimanevano passarono in fretta. La sera prima avevo trascorso una magica serata con Hyun Joong, e la sera dopo cercavo di non pensare al fatto che sarebbe partito. In quei giorni però studiai per distogliere la mente da quel pensiero e andai a trovarlo a casa per aiutarlo a fare le valigie. Trascorremmo un bel pomeriggio insieme, giocando fra di noi e parlando con sua mamma di ciò che avrebbe fatto una volta lì: doveva iscriversi a scuola, fare molti giri per entrare e studiare per l’ammissione. Erano pochi mesi, ma che gli sarebbero serviti per perfezionare la lingua e imparare di più sul lavoro del padre, che forse avrebbe potuto fare anche lui un giorno. Dubitavo però di quella fievole speranza del padre, perché Hyun Joong amava la musica tanto quanto mio fratello, perciò non l’avrebbe abbandonata. Ero sicura del fatto che i rapporti con il padre non si sarebebro riallacciati facilmente con quel viaggio, ma per il suo bene era buono fare un tentativo. Sua madre era molto dispiaciuta della partenza, ma non poteva fare niente proprio come me, così lo incoraggiò e cercò di fargli forza.
Hyun Joong suonò molto quel pomeriggio, così mi diedi al disegno, ritraendoci insieme. Quando finii il disegno lo tenne per sé, ipegandolo e mettendolo nel suo portafogli.
-In questo modo avrò anch’io qualcosa di tuo da tenere con me-, sorrise mentre lo metteva via. Mi abbracciò forte, avvolgendomi con le sue braccia scolpite dai giorni passati in palestra e mi rifugiai nel suo petto.
Mi rattristai molto dopo quella visita, ma Jong cercò di essermi accanto. Al contrario di ciò che aveva fatto fino ad allora, silenziosamente mi preparava la cena e mi convinceva a mangiare quando dicevo di non averne voglia; mi strappava un sorriso, raccontandomi della cena era andata bene con Federica, anche se aveva combinato un disastro versandole del vino addosso; e mi abbracciava spesso.
Uscii con gli Shinee, che avevano preso a frequentarsi con i SS501 e notai come Miinho e amber, Jung Min e IU fossero diventati delle coppie molto affiatate, anche se Minho mi lasciava un po’ perplessa, pensando che Amber non fosse per nulla il genere di ragazza ideale che mi aveva sempre descritto.
Arrivò quindi il giorno della partenza e Jong con Taemin accompagnarono sia me che Federica all’aereoporto per salutare Hyun Joong.
Parcheggiammo la macchina quando vedemmo in lontananza Hyun Joong aspettare con il padre, il quale mi sembrò molto impaziente. Era una persona imponente, con i capelli brizzolati e dal taglio degli occhi per niente simile a quelli di Hyun Joong: i suoi erano piccoli e felini, mentre Hyun Joong aveva gli occhi grandi ed espressivi della mamma. Non piaceva nemmeno a me quell’uomo, perché mi sentii subito in soggezione quando lo vidi che mi squadrava di sottecchi, come se dovesse dare un giudizio. Federica lo salutò educatamente, ma anche a lei non piaceva e si capiva anche lontano chilometri. Abbracciò forte Hyun Joong, però, quando ne ebbe la possibilità, senza badare alla prenseza di Taemin e Jong che sorissero malinconicamente a quella scena.
-Prenditi cura di te, fratellino, e comportati bene in Inghilterra-, sentii dirgli mentre scioglieva l’abbraccio.
-Sì, prenditi anche tu cura di te. –si rivolse poi a Jong e Taemin- Sono comunque tranquillo, visto che ci sarete voi come sempre-, sorrise.
-Ti aspetteremo anche noi-, disse Taemin sorridendo dolcemente.
-Fate buon viaggio-, disse Jong rivolgendosi sia a Hyun Joong che al padre, il quale si schiarì la voce mormorando un grazie e abbozzando per sbaglio un sorriso. Mi ricordò molto Hyun Joong all’inizio: lo stesso modo astioso di comportarsi.
-Dobbiamo andare-, disse il padre ad un certo punto.
Hyun Joong annuì tristemente, ma spostò gli occhi su di me, che ricambiai lo sguardo con un mezzo sorriso: si avvicinò e mi strinse forte a sé. Ricambiai la stretta, sentendo il cuore stringersi e sciolsi l’abbraccio, reprimendo le lacrime prima che potessi scoppiare a piangere. Quell’abbraccio bastò come ultimo saluto, senza aggiungere parole. Poi presa la sua valigia, si avviò dietro al padre salutandoci con la mano.
-Fighting, fratellino!-, urlò Feffe mentre loro entravano dentro l’aereoporto.
Taemin cinse le spalle di Federica con un braccio e Jong fece lo stesso con le mie. Strinsi un braccio attorno alla sua vita, chiudendo un lembo della sua camicia in un pugno stringendo forte, mentre il cuore cercava di battere ancora, e lui fece altrettanto.
Tornati alle macchine salutammo Federica e Taemin, per poi tornare a casa. Durante il tragitto restai muta guardando fuori dal finestrino, ma una mano di Jong afferrò una mia, costringendomi a girare lo sguardo per chiedere che cosa succedesse con lo sguardo.
-Farà il bravo, perciò non preoccuparti. Sta volta mi fido di lui-, disse per tirarmi su il morale, stringendomi la mano, mentre teneva lo sguardo sulla strada e guardando ogni tanto me.
Abbozzai un sorriso a quelle parole, ma tornai di nuovo al finestrino, pensando solo ad una cosa:
 
-Hai organizzato tutta  questa serata solo per trascorrete un po’ più di tempo con me?-, domandai curiosa affondando le bacchette nella scodella piena di ramen.
-Sì, ma anche perché non ci sarò al tuo compleanno. Farai diciotto anni e non sarò presente ad un evento così importante. Se il tempo si prolungherà, forse non sarò presente nemmeno a Natale…-, rispose Hyun Joong.
-Tornerai in tempo-, dissi sorridendo per incoraggiarlo, ma senza credere pienamente alle mie parole.
 
Sospirai sonoramente, guardando le casa e le auto sfrecciare davanti ai miei occhi e strinsi più forte la mano di mio fratello: “Non mi spaventa la fedeltà di Hyun Joong, fratellone, ma piuttosto il tempo che potrebbe passare. Sette mesi sono lunghi ed è vero, non sarà presente nemmno al mio compleanno. –sospirai- ed io al suo”.


{Spazio Alue! :D}
Ma ciao!!! :D XD Come va? Spero bene :3 Or dunque stiamo giungendo rapidamente alla fine ç_ç Ma Hyun Joong tornerà? DDD: Ho quasi l'intenzione di non farlo tornare mia più u.u Voi che dite? La mia inclinazione verso le tragedie mi spinge a fare ciò XD Bene, bene, bene, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo! E... ma a proposito, vi è piaciuto il modo in cui Jonghyun ha preso la notizia del fidanzamento? Direi piuttosto bene, no? XD Mmm... e la serata con Hyun Joong? Che ne pensate? Lì ho dato sfogo a tutta la mia dolciosità *^* Hyun Joong <3 E non sarà l'unico momento ROMANTICO! u.u 
Bene, vi lascio, bamboli e bambole, ci risentiamo la settimana prossima e scrivetemi! <3 Kiss kiss for everyone! 


 
  
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