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Autore: SheilaUnison    21/03/2014    0 recensioni
Mark è innamoratissimo di Dakota ed un giorno esce con lei ed Erik e sta per rivelarle il suo amore, quando un oscuro personaggio del passato della sua amata spunta fuori e minaccia di rovinare i suoi piani...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Andammo in cucina di malumore, in silenzio.

Ci sedemmo al tavolo, la tavola già imbandita.

“Bene, cara! Sai che Daniel parte domattina presto?” mi chiese Sandra, mentre afferrava il contenitore dell’insalata.

“Sì, me lo ha detto.”

Il solo pensiero fu come una coltellata al petto. La giornata era stata confusa; l’unica certezza era stata lui e ora se ne stava per andare.

Mi morsi le labbra per trattenere le lacrime che stavano salendo.

Avrei voluto spegnere il cervello, cercare di consolare me stessa e Daniel, ma non ci riuscivo.

Devo essere felice. Sono gli ultimi attimi che passo con lui. Devo essere forte cosicché anche lui lo possa essere.

Con la forza della disperazione mi sforzai di partecipare attivamente alla cena. Sandra ci diede del pudding, preoccupandosi se fosse buono o no.

Era delizioso – magra consolazione -, le feci i complimenti.

“Oh, merito del mio caro George, vero?” disse con orgoglio, guardando con affetto il marito. Le guance del signor Lucas arrossirono lievemente. La cosa riuscii ad intenerirmi ed a rallegrarmi un po’. Questo fece sorridere Daniel. Chissà se anche io e lui saremmo riusciti mai ad arrivare fino a quel punto.

Sembra che lui stia un po’ meglio, menomale.

“Dakota, ti auguro di trovare un marito fantastico come il mio.” Disse e guardò me e Daniel. stavolta fu il nostro turno di arrossire.

“Devi sapere che la scuola di Daniel è molto prestigiosa. Ha fatto un’ottima scelta. Sono molto soddisfatta di lui.” aggiunse.

Del resto Daniel era sempre stato bravo a scuola ed aveva una vena creativa che non si poteva ignorare. La cosa non mi stupiva affatto, poiché la sua era una famiglia benestante, quindi avrebbe seguito qualsiasi sua scelta.

Non mi intrometterò. Non cercherò di fargli cambiare idea. semplicemente lo aspetterò qui, se lui lo vorrà.

Da sotto il tavolo lui mi strinse la mano. Annuii e risposi:

“Sono contenta della strada che ha deciso di intraprendere. Non potrei immaginare qualcosa di meglio

“Sì. Brava, hai detto bene. - il signor Lucas si era inserito nel discorso. - A proposito, se Sandra e Daniel sono d'accordo, ti piacerebbe fermarti a dormire qui?”

Moglie e figlio annuirono.

“Con piacere! Chiamo i miei per chiedere loro il permesso. Scusate!” risposi ed abbandonai la tavola per dirigermi nel bagno.

Fissai per un po' le pareti rosa della stanza, digitai il numero di casa ed attesi una risposta, che mi venne data da mia mamma. Mi accordò, un po' titubante, il permesso. La ringraziai e chiusi la chiamata, poi tornai rapidamente in cucina.

“Sì. Posso fermarmi!” dissi più a Daniel che ai suoi genitori.

“Bene! Ti presto un pigiama! Oh, che bello che stai qui stanotte, non è vero Daniel?”

“Sì.” rispose lui, sorridendomi, bellissimo.

La signora Lucas batté le mani soddisfatta e corse in camera sua a prendermi un pigiama. Me lo consegnò aggiungendo:

“Ecco qua! Ora, Daniel, mostrale la camera degli ospiti!...Vi lascio soli; se vi serve qualcosa siamo in camera!”

Se ne andò saltellando in modo bizzarro.

Daniel mi prese la mano e mi condusse attraverso il corridoio dalle gialle pareti, fino in fondo, dove stava una porta in legno che conduceva alla camera degli ospiti. Quest'ultima era una deliziosa stanza a pareti lilla, con mobili bianchi, un letto matrimoniale ed uno singolo. Mi ci sedetti sopra, sospirando stanca.

Lui mi guardava, sembrava volermi porre una domanda.

“Che c'è?”gli chiesi.

“Io...so di chiedere tanto, ma...vorrei che tu mi aspettassi...”

“Spiegati meglio.”

“Vorrei che io e te avessimo una relazione a distanza.”

“Ah...certo, sì, mi sembra ovvio. È la cosa più logica da fare.”

“Già. Prometto che cercherò di venirti a trovare quanto più possibile.”

Al solo pensiero del futuro difficile che ci aspettava mi salirono le lacrime. Vedendole, Daniel fu preso dall'emozione e mi abbracciò, carezzandomi la testa.

“Non ti lascio.- mi rassicurò. - Guardami. Ce la possiamo fare. In molti sono nella nostra stessa situazione. Ci sentiremo quanto più possibile per cellulare e webcam. Verrò qui per le vacanze invernali ed estive. Ti starò così attaccato che non vedrai l'ora che io me ne vada.”

Sorrisi.

“La vedo dura. È alquanto impossibile che io mi stufi di te.”

Mi afferrò il volto con le mani e posò le sue labbra sulle mie, poi si fermò ad osservarmi. Cercavo di essere forte, cercavo di non piangere, di non disperarmi e mandare tutto all'aria.

“E' ora. Devo andare a dormire perchè domani mi sveglio presto. Non provare a svegliarti. Ci salutiamo ora.”

Lo guardai, straniata. Evidentemente non voleva prolungare la tortura, lo capivo bene.

Mi baciò intensamente la fronte e mi diede la buonanotte. Se ne andò senza guardarmi in volto. Non lo condannai. Sinceramente anche io mi sarei comportata in quel modo.

Mi misi il pigiama e chiusi in fretta la porta. Non riuscivo più a trattenermi: iniziai a singhiozzare senza sosta e presto mi trovai inginocchiata per terra col volto rigato di lacrime. Il dolore mi stava letteralmente spezzando in due. Mi sentivo senza fiato.

Perchè a me?

Lo avevo avuto per così tanto tempo senza sapere nulla, poi era sparito ed in un solo giorno mi aveva stravolto la vita.

Se solo avessi saputo prima...saremmo stati più tempo insieme. Sarebbe stato più facile, sarei stata più pronta.

Invece non ero affatto pronta. Avrei preferito ricevere una trave in pieno stomaco piuttosto che provare un sentimento così intenso e distruttivo.

È scontato dire che rimasi in quello stato per una buona mezz'ora, cercando di non farmi sentire da nessuno. Doveva essere un duro colpo anche per Sandra e George, sempre abituati ad avere intorno il loro unico figlio. Decisi che li sarei andata a trovare sovente, come mia piccola consolazione.

Mi trascinai verso il letto e mi misi sotto le coperte, inzuppando il cuscino di lacrime. Mi addormentai, esausta per il piangere, e il mio sonno fu tormentato da incubi e pensieri nefasti.

Mi risvegliai di colpo tutta sudata. Sandra era lì a vegliare su di me.

“Se n'è andato.” mi annunciò, con lo sguardo perso nel vuoto. Sembrava che tutta la gioia del giorno prima fosse stata assorbita da qualche oscura malattia.

Era l'inizio di un cammino tutto in salita, che non mi avrebbe risparmiato fatiche e sofferenze.

“Starà bene. È in gamba.” le dissi, accennando ad un sorriso.

“Sì. Voi due...state insieme?”

Una domanda del tutto inaspettata, soprattutto se posta alle nove del mattino.

“Esatto.”

La donna parve riaversi.

“Beh, allora se la caverà di sicuro. Sei quella che lo capisce meglio. Non so se dovrei dirtelo, ma ho sempre tifato per voi due!” esclamò, mentre rideva di gusto. Forse quei mesi di attesa non sarebbero stati poi così terribili se fossi rimasta accanto alla famiglia di Daniel.

“...come coppia?” chiesi, incredula.

“Sì! Ah ah beh, ora sono molto più tranquilla. Ah, ti ha lasciato un biglietto. È in cucina.”

Mi ci precipitai subito. Sul tavolo c'era un foglietto di carta. Lo presi con le mani tremanti e lessi. Una semplice parola, il più dolce degli ordini: ASPETTAMI.

*

Sei anni dopo

“Oh, guarda un po'! Sei viva! Dopo tutte queste settimane in cui sei sparita temevo ti avessero rapita!”

Erik era rimasto l'idiota di sempre. Il mio tenero idiota.

“Lascia stare! Sono sommersa di ordini in pasticceria! Dovevo finire tutte quelle torte di compleanno che mi hanno prenotato!”

“Immagino. Ah ho sentito Mark l'altro giorno!”

“Uhm, come sta?”

“Bene, sua moglie aspetta un figlio!”

“Davvero? Oh, che bello! Fagli le congratulazioni da parte mia!”

“Sicuro! E tu? Daniel?”

Il mio cuore accelerò il battito. Non potevo nascondere il segreto al mio migliore amico!

“Ecco...uhf! Diciamo che...ti piacerebbe essere il nostro testimone di nozze?”

Erik mi guardò scioccato.

“FERMAFERMAFERMA. COSA? VI SPOSATE? QUANDO? DOVE? CERTO CHE TI FACCIO DA TESTIMONE, CHE DOMANDE!”

Gli posai malamente la mano sulla bocca.

“Sst! Stai urlando! Sì, ci sposiamo a maggio ed avremo il migliore testimone di nozze” gli risposi sorridendo.

“WAAAA! VIENI QUA!” urlò e mi abbracciò teneramente.

Tutto è bene quel che finisce bene.

  
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