Crossover
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Autore: Suikotsu    03/07/2008    4 recensioni
Un malvagio negromante cerca di impossessarsi degli artefatti più potenti del creato per realizzare i suoi diabolici scopi: quattro eroi, riuniti dalla volontà degli dei, uniranno le loro forze per sconfiggere lui ed i suoi spietati generali. Mentre la guerra infuria, un potentissimo elfo corrotto, seguendo la volontà del suo dio, ha liberato un terrificante esercito di demoni, per poi stringere un'alleanza con gli elfi oscuri.
Questa è la mia prima fic: all’inizio sembrerà un po’ banale, ma ci saranno numerosi personaggi e alcuni colpi di scena; consigliata a chiunque piacciano le storie ricche di combattimenti. Se vi ho incuriosito leggete, e lasciate un commentino!(ma non siate troppo severi)
Ho messo “non per stomaci delicati” perché le scene di combattimento spesso sono violente.
Importante: se dovessi commettere dei plagi fatemelo sapere. Grazie!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO 14: IL PASSATO DI DRIZZT

Questo capitolo non è proprio una mia invenzione, dato che è il passato di uno dei personaggi. Tuttavia ho fatto qualche modifica, togliendo, ad esempio, i compagni di avventura di Drizzt, che io non conosco. Mi scuso con i fan. Dato che nel capitolo precedente non ci sono state grandi descrizioni della città si saprà qualcosa nel racconto.
Spero solo che vi piaccia. E commentate, mi raccomando!

Ringrazio chiunque abbia letto, ma soprattutto ringrazio i due lettori che continuano a seguirmi, ovvero:
XGiodan. Ho capito. Non hai gradito i cambiamenti. Ma sapevi i rischi a cui andavi incontro(ho messo ooc, anche per quel motivo). Chiedo comunque scusa. Dimmi se almeno questo ti è piaciuto. Ciao!
XIllidan: Beh, mi hai sommerso di pagine e pagine di domande, alle quali ho risposto via e-mail, e in questo capitolo troverai la risposta a molti tuoi dubbi. Ha, tu sei forte, solo che i tuoi poteri più grandi vengono dal dio. Tutto qui. Ciao!




Mentre proseguivano verso la città, a Zhai venne da fare una domanda:
"Tu sei un drow, giusto?"
"Beh, sì."
"E allora come mai vivi in una città nanesca, e non a Nagarroth?"
L'elfo sospirò.
"Nagarroth...non farmici pensare...quel posto è l'inferno in terra."
"Davvero?"
Drizzt confermò con un cenno del capo.
"Come ben sapete quel luogo è governato dal re stregone Malekith...che io ho visto. Si capisce perfettamente che il suo animo è colmo di odio e rabbia. Io ero uno dei pochi in grado di reggere il suo sguardo."
"Ne ho sentito parlare. Si tratta di quel re che fu tradito dai suoi consiglieri?"
"Esatto. Quando era giovane, partì con il padre per intraprendere delle campagne militari contro gli orchi e i demoni, durante il quale suo padre morì. Lui era il legittimo erede, ma i nobili rimasti in patria tramavano contro di lui, ed elessero re un altro al suo posto. Tornato in patria, col cuore colmo di amarezza, scoprì del tradimento, e per molto tempo dovette accontentarsi della carica di generale, che gli fu conferita perché era un abile stratega; ma non si arrese facilmente: non appena poté, cominciò a far stragi dei suoi oppositori, trucidandoli uno dopo l'altro, finché rimase l'unico vero erede. Fu così che fu portato al cospetto della fiamma della fenice, che giudica chi ha il cuore puro o meno, stabilendo se sia degno di diventare re. Se lo si è, le fiamme non ti fanno nulla...ma se il tuo spirito è corrotto o malvagio..."
"Si è ritrovato con qualche ustione, giusto?"
"Ustioni su tutto il corpo. Fu così che venne esiliato, assieme ad alcuni suoi sostenitori, nelle desolate terre di Nagarroth. Fu lì che cominciarono a costruire la loro civiltà, schiavizzando gli umani e dandosi da fare per crescere di numero."
"Poveraccio...alla fine non era neanche colpa sua."
"Per di più, il mio popolo è convinto che siano stati degli elfi alti a manipolare la fiamma, apposta per ustionarlo."
"E le città?"
"Ce ne sono sei di importanti, in tutto: cinque governate da altrettanti principi e una retta dal re in persona. L'aria è intrisa di malvagità. Tradimenti e omicidi sono all'ordine del giorno, perché tra gli elfi oscuri l'amicizia non esiste; esiste solo il rispetto e la devozione per il proprio re, e per Khaine, dio dell'omicidio. Anche quando sono bambini non sono da meno: ne ho visti giocare, ma non con la palla, bensì con la testa di un elfo silvano: giocano a lanciarle più lontano, e fanno a gara a chi ne impala di più. Poi quando diventano adolescenti aspettano con impazienza il momento in cui potranno combattere, dedicando la propria esistenza ad allenarsi con le armi. Per questo gli elfi oscuri sono ritenuti tra i combattenti più temibili del mondo."
"E le donne?"
"Stessa cosa: passano la vita a fare figli e allenarsi; dei lavori se ne occupano gli schiavi, umani e orchi soggiogati che abitavano quelle terre prima di loro. Nessuno riesce a fuggire. Chi ci ha provato viene catturato, torturato e legato ad una ruota, in modo che non possa muoversi e che i corvi si sfamino con le sue carni mentre è ancora vivo. Non posso dimenticare quei luoghi: i nobili vivono nel lusso, gli schiavi muoiono di fame, le acque dei fiumi sono sporche, nere e odorano di sangue umano, non c'è praticamente vegetazione, tranne alberi morti e piante nere come il carbone, e davanti ad ogni casa sono esposti i teschi di chi è stato ucciso dai padroni, sia che si tratti di umano, di un orco o di un drow."
"Un luogo davvero terribile, per una persona come te" - commentò Illius.
"Per mia fortuna, durante la permanenza in quelle terre non sono mai stato coinvolto personalmente in una spedizione militare; sono comunque sempre fallite tutte."
"Già. Gli elfi oscuri sono sempre stati sconfitti. L'ultima invasione è avvenuta cinquant'anni fa, o almeno così ho sentito. Fu Evandar, che regna ancora, a scacciare gli invasori."
"Sì, ma a fatica. Ora si staranno riorganizzando, dato che continuano ad aumentare di numero, e quando sono ragazzini sono già pronti a combattere. I drow all'inizio non erano che poche decine, ma adesso sono parecchie migliaia."
"E tu hai pensato bene di andartene."
"Sì. Non potevo continuare a vivere in un luogo come quello. Ho organizzato la mia fuga, ma qualcosa andò storto, dato che sono stato attaccato da delle guardie. Evidentemente alcuni nobili, che conoscevano la mia mentalità, così diversa dalla loro, hanno intuito le mie intenzioni, così da tendermi un'imboscata. Tuttavia ho fatto una strage. Ora in quelle terre sono un ricercato. Se mi catturassero mi esporrebbero ad umiliazioni pubbliche, mesi di torture ed infine mi ucciderebbero."
"Allora ti conviene non farci più ritorno!"
"Già. Quando sono fuggito, ho compiuto buone azioni dovunque andassi, aiutando i bisognosi e scacciando i malvagi, senza mai rivelare la mia identità di drow. Ma alla fine degli stregoni mi hanno scoperto. Fortunatamente, nonostante la diffidenza iniziale, facendomi esaminare la mente e con le mie azioni passate hanno capito le mie buone intenzioni. La voce si è sparsa in fretta e quando ho raggiunto Mithral-Hall sono stato bene accolto. Inoltre, dato che si tratta di una città presa di mira, ho dato un contributo spesso determinante per difenderla."
"Buon per te. Ha, e mi sembra che tu e Illius vi conosciate."
"Esatto. Durante il suo peregrinare, Illius è venuto in città. Lì mi ha conosciuto, e, nonostante le diffidenze iniziali, siamo diventati grandi amici. Poi Illius..."
"Poi sono partito verso la torre di Khelben, il mio maestro, che mi ha allevato come un figlio, e ho vissuto con lui per molto tempo, finché..."
Rannek gli mise un mano sulla spalla.
Lo stregone sospirò e strinse forte il pugno.
"Maestro, vi vendicherò lo giuro! Quello Spettro pagherà!"
Riacquistato il vigore, il mago guardò la ragazza.
"Tu non ci hai ancora raccontato da dove provieni."
"Fatti miei." - rispose troncando il discorso.
"Ti ha mai detto nessuno che hai un pessimo carattere?" - le chiese Drizzt.
"Sì. Ma nessuno è mai vissuto abbastanza a lungo da poterlo raccontare."
"Ehm...forse so già abbastanza...e tu, Rannek? Rannek?"
"Mithral-Hall..."- stava sospirando lo spadaccino.
"He? Cos'hai ora?"- chiese il mago - "Spesso ti vedo un po' assente. Non che sia affar mio, ma..."
"Tranquillo" - rispose l'umano sforzandosi di tenere un tono di voce normale - "Non è niente...ha, siamo arrivati!"
La città era in vista e il gruppo affrettò il passo, raggiungendola in breve: le mura erano altissime e in dura roccia, mentre l'enorme portone - 15 metri di altezza - si era rivelato un ostacolo insormontabile anche per i troll.
"È Drizzt!" - gridò una sentinella - "Aprite il portone!"
I cancelli si aprirono, facendo entrare gli eroi in un ampio cortile; davanti a loro, una lunga scalinata conduceva al piano superiore e all'ingresso della città.
"Drizzt, Drizzt! Eccoti, finalmente! - gridò un nano venendogli incontro.
"Thibbledor! Ti sono mancato?"
"Non sai quanto! Temevo il peggio, con quei sette guerrieri in giro! Ne hai sentito parlare? Sembra..."
"Non temere! Uno lo conosco, anche perché l'ho eliminato personalmente!"
"Davvero?! Fantastico! Ha, Illius! Ci sei anche tu!"
"Thibbledor! Ha ha!"
Il mago si inginocchiò per abbracciare il nano.
"È, ma come sei cresciuto!"
Il nano notò gli altri due.
"Noto che vi siete portati qualche amico! Io sono Thibbledor, comandante delle guardie di Mithral-Hall."
Gli altri due si presentarono.
"Piacere! Ha, Illius, c'è una persona che vuole vederti..."
Un vecchio stregone venne incontro al gruppo.
"Maestro Khelben! Siete vivo!"
Il vecchio sorrise.
"Proprio così. Lo Spettro mi ha quasi ucciso, ma mi ha sottovalutato e sono riuscito a salvarmi. Fortunatamente una pattuglia nanesca era nei paraggi e mi hanno aiutato. Mi hanno portato qui, dove ho recentemente recuperato le forze. Ho cercato di contattarti in tutti i modi, ma non ci sono riuscito."
"Sono fuggito alle valli di Bravesbury!"
"Dove hai incontrato dei nuovi compagni..."
"Rannek, capitano delle truppe di Damara."
"Zhai."
"E vedo che c'è anche il nobile Drizzt Do'Urden."
"Khelben Arunsun Blackstaff." - disse Drizzt facendo un inchino.
"Nobile in che senso?" - chiese Zhai.
Il drow sorrise.
"In tutti. A Mezzoberranzan, la città in cui sono nato, il mio casato aveva una notevole influenza. Io, se non me ne fossi andato, probabilmente ora la governerei. "
"Io non ti capisco! Hai lasciato la nobiltà per venire qui dai nani? Guarda, tipi come te non se ne trovano molti in giro..."
"Prima avete detto che avete eliminato uno dei sette..."
"Sì. Personalmente. Ma non era molto forte!"
"Uhm...capisco, ma lo Spettro che mi ha sconfitto sicuramente faceva parte della squadra, e forse non era nemmeno il migliore."
"Non siate pessimista maestro. Ma...avrei una domanda."
"Dimmi, ragazzo."
"Quello Spettro...l'ha chiamato Carsaib...lo conoscete?"
Il vecchio sospirò.
"Un tempo era un mio promettente allievo. Terminati gli studi, è partito in giro per il mondo; purtroppo, per eseguire un incantesimo deve aver evocato degli spiriti più potenti di lui, che lo hanno posseduto. Ora l'unico modo per liberarlo è sopprimerlo."
Il giovane mago abbassò il capo.
Il maestro gli mise una mano sulla spalla.
"Non temere. Sono certo che ce la farete. E...ho qualcosa per te..."
Il vecchio si voltò, andò a prendere una scatola, l'aprì e ne tirò fuori una magnifica veste bianca.
"La conservavo per quando avresti finito l'addestramento. Sono riuscito a salvarla, e te la sei meritata. Tienila, è per te."
Illius fece un inchino.
"Vi ringrazio, maestro."
"Ora, accomodatevi. Sarete stanchi del lungo viaggio."



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