Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |       
Autore: Ulver    23/03/2014    0 recensioni
Persone che transitano per l'aeroporto di Dublino.
Partecipa al contest "Emozioni al primo sguardo".
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
​I
Caldo. Ma che ore sono? Stupido Joiss, doveva essere arrivato già da un po'. Certo, poi c'è sempre il problema che magari lui è già arrivato ma non ci siamo visti e allora entrambi stiamo aspettando qualcuno che in realtà c'è già, è già arrivato. Incertezza. Se davvero fosse così? Come risolvere questa situazione? Una cosa terribile. Potremmo teoricamente stare qui per ore e ore senza vederci. Potrei chiamarlo. Perché non c'ho pensato prima? Chiamiamolo. Non risponde. Magari è ancora in viaggio. Dove sono i tabelloni? No, non ho voglia di alzarmi, guarderò dopo. Aguzziamo la vista, magari è qui davanti a me e non me ne accorgo. Raggoma... Raggomitom... Raggomital... Rag-go-mi-to-la... me-lo. Semibisdrucciole. Basta con questi giochi di parole! Vediamo se posso vedere. No. No. Mmm... no. Quello sembra Justin Bieber a trent'anni. Inquietante a suo modo. Non vorrei mai. No. No. Bella quella. Francese credo. Oh. Credo abbia notato che la stavo guardando, speriamo non fraintenda. Guardarla senza dare nell'occhio. Divertente. Davvero, potrebbe aver pensato male. Meglio discolparmi di queste mie colpe assenti. Fingere disinteresse. Andiamo a vedere i tabelloni. Magari quell'idiota è stato dirottato e... no, è l'aereo che viene dirottato, di solito. Tanto non sarà così. Bene. Se fosse successo... chissà quante cose avrebbe da raccontare. Ma cosa sto dicendo?
 
Molto bene. Ora non so dove andare; il piano almeno è quello giusto? Sì, primo piano. Ho sempre odiato gli aeroporti, sono troppo, troppo confusionari, non sai mai dove devi andare e sei sempre di fretta. Proviamo a vedere. Dovrei cercare una pianta dell'aeroporto per... i tabelloni! Forse lì. Aspetta. Sembra che ci sia qualcun'altra con le idee non molto chiare. E se provassi a chiederle... Cosa le chiederei?  Magari deve andare nel mio stesso luogo. Gate 1, forse? Non ricordo, direi che è meglio guardare. Mi piacciono i suoi capelli, dovrei tingerli di rosso anch'io. Sarà irlandese? Gli irlandesi hanno i capelli rossi. Probabilmente... Ecco! Ecco il biglietto, vediamo. Gate 1, sì! Andiamo a chiedere a... Oh, se n'è andata, diamine. Verso il bar, oltretutto; mi sa che era appena arrivata. Tra l'altro è da stamattina che non mangio, dovrei anch'io... qua a destra ci sono due tre ristoranti. Mangerò qualcosa.
 
Claire camminava con passo moderato verso il bar. Si era resa conto troppo tardi che, tra le due strade a destra e a sinistra aveva scelto quella col percorso più lungo; avrebbe infatti dovuto passare davanti ad un lungo tavolo rettangolare attorno cui sui tre lati scoperti (il quarto coincideva quasi con il bordo della superficie del primo piano dell'aeroporto) erano disposte delle sedie girevoli alle cui spalle vi era una televisione che mostrava spesso eventi sportivi. Quel giorno, su quelle sedie, era seduta una congrega di scozzesi piuttosto massicci che assistevano a una partita di rugby, Scozia - Irlanda; inutile dire che sul tavolo erano presenti diversi boccali di birra in parte già scolati. Quando Claire dovette passare davanti alla televisione, unico percorso, si levarono numerosi fischi e apprezzamenti volgarotti nei suoi confronti; gente buona, gli scozzesi, ma quando c'è birra e una bella ragazza meglio star loro a distanza di sicurezza; oltretutto Claire, che veniva da Tolosa, Francia, sebbene avesse intuito che quelli non stessero dicendo cose propriamente gentili nei suoi riguardi, non aveva gli elementi per poter rispondere loro essendo il suo inglese rimasto quello delle superiori.
Questo breve siparietto si concluse quasi subito quando Ford, giocatore della Scozia, stava per volare in meta dopo aver superato tre giocatori irlandesi. (per inciso, la suddetta azione si risolse in un nulla di fatto e alla fine la partita terminò col punteggio di 6-28 per l'Irlanda)
 
Che fastidio questi irlandesi... o scozzesi... odio essere notata. Ma perché mi preoccupo? Sono persone che non vedrò mai più, e che anzi è come se non avessi mai visto; loro faranno la figura degli ubriaconi, ed io della povera ragazza indifesa, e alla fine la spunto io. In fondo a chi interessa? Magari c'è uno scrittore qua da qualche parte, seduto su qualche poltroncina o magari un barista, che vista la scena si sentirà ispirato e scriverà una storia sul mio conto. Chi sono io? Mi sembra già di leggere quel romanzo. Il mio nome è Claire Delmas, sono nata in un piccolo ospedale di Tolosa il cinque dicembre del 1989. Il 13 aprile di 24 anni dopo mi trovavo a Dublino per incontrare Samuel Trevor, e finalmente capire se la storia tra noi due avrebbe mai avuto un futuro. L'avevo conosciuto mentre ero in vacanza con i miei vecchi amici del liceo, nel 2009. Avevamo deciso di andare in Irlanda e precisamente nelle isole di Aran, un piccolissimo arcipelago ad ovest della baia di Galway; era un posto fuori dal mondo... E poi qui una bella descrizione di tutto l'arcipelago, eccetera. Poi racconterei di come l'ho conosciuto. Eravamo su una spiaggia, tutt'intorno a noi marame e alghe e l'incantevole visione del faro che illuminava il mare nella notte. Io e i miei vecchi compagni, con questi ragazzi irlandesi anche loro desiderosi di andarsene fuori dal mondo e fuggire dalla vita. Ci vorrebbe qualcosa di più poetico. Com'è successo, poi, non saprei dirlo con precisione, e d'altronde succede così con tutte le storie d'amore; per l'appunto, ci siamo innamorati. Due settimane di vacanza. Mettere qualche riferimento all'ultima notte e a ciò che è... Dio, quante cose mi stanno venendo in mente. Abbiamo passato momenti stupendi! Certo però che il passato non tornerà mai più. Chissà... se fra poco, quando lo vedrò, avrà pensato alle stesse cose cui sto pensando ora. Le sere d'estate sulla spiaggia di Inishmore. Quell'ultima sera in cui per la prima volta ho fatto l'amore, con lui. Le nostre corrispondenze. Il desiderio di ritrovarsi. Vedersi in webcam, con quei vecchi programmi che forse ora non esistono nemmeno più. La prima volta che ci siamo rivisti di persona, a Parigi. Non ero nemmeno mai stata a Parigi, pensare cosa mi sono persa. E poi ancora, Londra, Dublino, Berlino, Madrid, siamo stati ovunque praticamente, ci mancava solo New York e Tokyo. Infine, oggi: di nuovo Dublino, come due anni fa, ma ciò che accadrà sarà qualcosa di totalmente diverso. Spero solo che sia qualcosa di bello e felice.

Claire si siede davanti a un tavolino che si affaccia su immense vetrate che mostrano il paesaggio urbano fuori dall'aeroporto; e guardando la skyline di Dublino, aspetta di sapere che forma prenderà il suo futuro.  
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Ulver