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Autore: My Chemical Green Romance    23/03/2014    1 recensioni
"E' tutto uno schifo, le persone, le cose e la vita... Basta è meglio farla finita! Alex ti ho sempre amato..."
Queste furono i pensieri di Hanna mentre reggeva in mano una bottiglietta di veleno.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat, Nuovo personaggio, Rian Dawson, Zack Merrick
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Need To Feel Weightless

Welcome To My Life


 
Jack P.O.V.
 
"Il volo diretto Londra - Milano ha aperto il gate d'imbarco! Ripeto, il volo diretto Londra - Milano ha aperto il gate d'imbarco!" annunciò una voce femminile mentre stavo addentanto il mio panino.
"Uhm, tra qualche ora saremo dinuovo su un aereo..." disse Zack.
"Amore stai tranquillo, vedrai un'ora e mezza di volo non è la fine del mondo..." lo rassicurò Rose.
"Rose, l'importante è che non ti vomiti addosso! Ahahahah." dissi.
Hanna iniziò a ridere mentre beveva così l'acqua le andò di traverso e iniziò a tossire, Alex le picchiettava la schiena mentre rideva.
"Jack, sei sempre il solito cretino! Ora vedi di finire il panino che poi diventa freddo!" mi ordinò la mia ragazza.
"Ai comandi signora!".
"Io ci rinuncio..." continuò Rosy.

Questa volta in aereo ero vicino ad Alex e Rosy accanto a Hanna.
"Allora Alex, al nostro ritorno mettiamo su 'sta band o no?" dissi diretto.
"Si si, ma...".
Porca puttana, non mi piace per niente 'sto 'ma'!
"Ma?".
"Ma Hanna a Settembre dovrà andare all'Università a New York se l'accettano, eh beh... Lei vorrebbe che andassi a vivere con lei ma se faccio così dovrei abbandonare voi, mentre se rimango a Baltimore con voi perderei lei... L'ho già persa una volta e ne ha visto i risultati Jack...".
"Capisco Alex, è una bella merda...".
"Non voglio fare l'egoista ma vorrei che non fosse presa, così almeno potremmo restare tutti a Baltimore senza problemi, ma se invece verrà presa mi ha detto che potremmo cercare un appartamento a New York dove potremmo vivere tutti e cinque assieme.".
"Si è l'unica soluzione...".
Alex tira fuori l'I-Pod, mi ficca una cuffia nell'orecchia e mette i Blink-182.
"All The Small Things, canzone stupenda." dissi.
"Jack, come se non sapessi che i Blink sono il tuo gruppo preferito. Ami tutte le loro canzoni!".
"Anche questo è vero Lex!".
Iniziai a guardare fuori dal finestrino, mi sembrava di scorgere la Tour Eiffel, per accertarmene chiamai Alex ma stava già dormendo così decisi di non svegliarlo, presi la cuffietta nel suo orecchio e la misi nel mio, iniziando a farmi cullare di 'I Miss You'.

 
Alex P.O.V.
 
"Non sono abituato a vedere i taxi in bianco..." disse Zack.
"Nessuno di noi lo è, beh tranne Hanna ovviamente." continuò Rosy.
"Amore vedi di farci da traduttore, perchè io oltre che 'ciao' e 'grazie' di italiano non so niente." dissi.
"Si ragazzi non preoccupatevi, vi faccio da interprete senza problemi, ahahah.".
Le diedi un bacio a stampo e scendemmo dal taxi per entrare nella stazione dei treni.
Riuscimmo a prendere al volo il diretto per Torino, lì è dove abitava Hanna... So solamente che quando sua nonna morì le lasciò in eredità la casa in Italia e un po' di soldi per l'università.
Non so perchè ho una brutta sensazione.

 
Hanna P.O.V.
 
Casa dolce casa... Erano le 23.18 quando guardai l'ora.
Scendemmo dal treno e ad una velocità che pure gli zombie ci potevano superare, attraversammo la via più bella di tutta Torino.
"Beh, Italia siamo arrivati, uno dei miei sogni diventa realtà!" iniziano a sbraitare Jack e Rosy in preda alla felicità.
Alex mi prese per mano come per dire 'io ci sarò sempre vedrai.'.
La mia testa era ovunque tranne che in Italia, senza accorgermene arrivammo a destinazione, quando varcherò la soglia della porta d'ingresso dovrò fare i conti con i fantasmi del mio passato.
La casa era antica, a tre piani, ma del terzo solo io ne conoscevo l'esistenza. Aveva un porticato e un bel giardino, l'ultima cosa che ci rimaneva da fare era entrare.

Zack e Rose erano già andati a dormire, Rosy e Jack erano usciti per andare a prendersi un drink, Alex non avevo la minima idea di dove fosse... Io ero nel misterioso terzo piano del quale nessuno ne era a conoscenza, la mansarda. Era un posto normalissimo, privo di mobili e ancora qualche mio giocattolo di quando ero piccina, ci si poteva solamente accedere attraverso una porticina presente in camera mia, tutti la trovavano perennemente chiusa fino a pensare che serviva solamente per ornare la parete, ma ero io ad avere la chiave; così la chiudevo quando ero fuori e dentro.

Ero sdraiata a terra con una mia vecchia bambolina in mano, quando mi squillò il cellulare...
"Pronto?".
"Amore ma dove sei finita? E' da un momento che ti cerco e non ti trovo da nessuna parte... Sono preoccupato!", che tenero Alex.
"Lex, sono nel mio posto segreto... Vieni in camera, vicino all'armadio troverai una piccola porta... Aprila e vieni da me.".
"Arrivo subito.".
Nel giro di qualche minuto arrivò, notò che avevo qualcosa che non andava e mi abbracciò, in un momento come questo non potevo chiedere di meglio.
"Ora mi spieghi perchè hai pianto? Hai gli occhi arrossati? E non credo che li hai così perchè ti sei fumata una canna, quindi... Sai che parlare ti fa bene!" mi disse.
"Beh, da quando sono entrata sto avendo flashback su flashback della mia infanzia tra cui uno bruttissimo... Alex, ti prego fammi dimenticare!" scoppio in lacrime.
"Amore, calma perfavore. Ci sono qua io! Vuoi raccontarmi? Avrai un peso in meno sul cuore...".
"Quando ero piccola, passavo la maggiorparte del tempo qua con i miei nonni, ma un giorno mentre ero qua nel mio covo sentii uno colpo molto forte provenire dalla cucina. Incuriosita andai a vedere, non lo avessi mai fatto, un uomo per prendersi dei soldi aveva sparato a mio nonno, quando arrivai in cucina era un lago di sangue... E vidi pure quando sparano a mia nonna... Ecco svelato il motivo del trasferitmento in America.".
"Siamo due storie molto simili allora... Solo due cuori rotti possono unirsi, ecco perchè il destino ci ha fatto incontrare, per unirci, amore... Solo assieme siamo completi.".
Era vero quello che diceva quindi mi sentivo di dirgli ancora una cosa a riguardo.
"Amore, voglio dirti la stessa cosa che tu mi dissi due anni fa quando mi raccontasti di tuo fratello. Benvenuto nella mia vita".
  
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