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Autore: Minosse    25/03/2014    2 recensioni
Questa storia nasce da una semplice domanda, per certi versi abbastanza banale: cosa succederebbe se ci trovassimo ad impersonare un membro di uno dei tanti Team malvagi in un gioco Pokemon? Ho sviluppato questa idea, immaginandomi come potrebbe essere un'avventura vista dall'altra parte della barricata. Nel ruolo del team malvagio ho scelto banalmente il classico Team Rocket, per cui ammetto di aver sempre provato parecchia simpatia nell'anime, ambientando però l'avventura in una regione totalmente inventata abitata da personaggi originali.
La storia si ambienta all'epoca di Pokemon Argento, immaginando che la rinascita del Team Rocket possa aver coinvolto, oltre che Johto e Kanto, anche la regione di Orlos, ormai in preda all'anarchia per colpa di una gravissima catastrofe ecologica. Come si inserirà l'amicizia dei tre protagonisti nell'ambito delle dinamiche del Team Rocket? Proseguirà come sempre o creerà situazioni inedite, rancori, equivoci e ripensamenti?
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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La mano del demonio


 

Nonostante la situazione per lui non sia propriamente idilliaca, Diodoro non sembra minimamente preoccupato nel rivolgersi ai suoi stessi lavoratori:

« Dunque? Che problemi ci sono? »

A farsi avanti per parlare a nome degli altri è ovviamente Nafar, numero due della Palestra:

« E te lo chiedi pure? Che ti è successo, Diodoro? Un tempo eri uno di noi, ora non solo ci sfrutti da tre anni come schiavi ma ti chiedi pure che problemi ci siano? Davvero non te ne rendi conto da solo? »

Il Braccio d'Acciaio diventa improvvisamente giarno in volto, squadrando prima Nafar e poi tutti gli altri con sguardo allibito, quindi prende a considerare intensamente me ed Elena come a realizzare finalmente che siamo noi i sobillatori della rivolta. Infine stringe platealmente le spalle, sospirando con area rassegnata:

« Come volete. I quit. Me ne vado. Vi lascio le miniere, le fabbriche e anche la Palestra. Divertitevi, a gestire tutto questo casino con l'aiuto di due bimbiminkia mafiosi. »

A questo punto Diodoro fruga nella sua valigetta, traendone una Poké Ball e lanciandola davanti a sé. Ne esce un pinguino imperatore davvero maestoso:

« Andiamo, Empoleon, aiutami a fare le valigie. È tempo di lasciare Turchesia per sempre. »

Io ed Elena siamo diventati due vere e proprie statue di sale, come d'altronde la gran parte dei lavoratori. È lo stesso Diodoro che prima sembrava pronto a smuovere mari e monti pur di non arrendersi al Team Rocket? E se ne va così, senza nemmeno protestare un minimo? Capisco che i soldi per farsi una nuova vita altrove non gli mancano, ma non mi sembrava quel tipo...

Nel frattempo Diodoro e il suo Empoleon hanno già fatto marcia indietro, dirigendosi verso l'ufficio del direttore probabilmente per raccogliere le sue cose. Nafar, un po' più reattivo degli altri, riesce a fermare Diodoro prendendolo di forza al braccio sano:

« Che diamine intendi? Non vorrai mica andartene sul serio? La tua famiglia abita Turchesia da generazioni... »

Diodoro fa per liberarsi dalla presa:

« Sono stanco. Esausto. Sfibrato. Ci mancava solo la rivolta da operetta stimolata da due bulletti che si credono criminali! Ma dico io, non potevate parlarne direttamente con me se avevate dei problemi? Che diamine, ho lavorato tutta la vita in miniera con voi, ci ho pure rimesso un braccio, potevate almeno darmi un minimo di credito! »

« Parlarti? La fai facile! Da quando sei diventato direttore delle operazioni sei sempre fosco e adirato con il mondo intero! Cosa potevamo sperare di ricavarci parlandotene? »

« Magari il motivo per cui vi ho chiesto di aumentare il ritmo di produzione “sfruttandovi come schiavi”? Sai, c'è un motivo preciso se vi chiedo tanti sacrifici, non è che di punto in bianco ho deciso che voglio fare il cattivo perché l'ha deciso l'autore della storia! »

Interessante. Non so perché, ma mi sto appassionando a questa storia: sia mai che il Team Rocket possa anche ricavarci qualcosa. Decido quindi di intervenire:

« E sarebbe? »

Diodoro si mette a ridere:

« Ma guarda un po', il motivo delle mie azioni non mi viene chiesto dai miei più cari amici ma da un criminale fighetto! E va bene, tanto ora la patata bollente passa nelle vostre mani... »


 

A questo punto finalmente Diodoro decide di voltarsi verso tutti gli altri:

« Il motivo di fondo è sempre il solito, ovvero quel maledettissimo disastro ecologico. La regione si è spopolata, quindi la domanda interna è crollata, e quanto a quella esterna...ormai il fiume Orlos non è più navigabile, quindi l'unica via di esportazione è il porto di Dariopoli. »

Nafar annuisce con la testa:

« Questo lo sappiamo tutti. »

« Molto bene. E sai qual è il problema? Che Turchesia e Dariopoli sono lontane, incredibilmente lontane. Esportare da questo buco di posto è dispendiosissimo, perché eventuali compratori dovrebbero venire a prendersi la merce fin nel cuore del deserto per poi riportarla a Dariopoli. Chi vuoi che vada a spendere tanto, quando basta semplicemente comprare metalli e pietre preziose altrove? »

Diodoro a questo punto allarga le braccia:

« Era necessario rendere particolarmente allettante la nostra merce, far sì che i compratori fossero disposti ad affrontare la fatica e la spesa di venire fin qui. L'unica cosa che potevo fare in merito era alzare la produzione, e per farlo ho dovuto imporre ritmi lavorativi più serrati. È solo per questo motivo che Turchesia vive ancora, altrimenti avremmo dovuto chiudere tutto già tre anni fa... »

Nafar lo interrompe decisamente arrabbiato:

« Ritmi più serrati? Ma se ci hai praticamente schiavizzati! »

« Non credo. Ti sei forse scordato che fino a tre anni fa ero un minatore anch'io? Ho semplicemente imposto come standard i ritmi che usavo io allora! »

« E grazie tante! Sei sempre stato il migliore, Diodoro, lo Stakanov della miniera: nessuno riusciva a reggere i tuoi ritmi tre anni fa, pretendi forse che ne siamo in grado ora? »

Diodoro resta in silenzio per qualche attimo, riflettendo intensamente sulle parole di Nafar:

« Effettivamente non avevo considerato questo particolare. Ad ogni modo questa era l'unica soluzione per evitare di chiudere la miniera, ragazzi, e ritrovarci tutti improvvisamente senza l'unico lavoro che sappiamo fare. »

« Ed era anche l'unica soluzione per permetterti di fare tanti bei soldoni... »

Stavolta Diodoro fulmina Nafar con uno sguardo incredibilmente truce:

« Non lo nego, grazie al vostro lavoro sono diventato molto ricco. E proprio per questo avrei meritato maggior rispetto da parte vostra, manigoldi: se avessi voluto lasciarvi nei casini me ne sarei andato molto tempo fa, godendomi i miei soldi in qualche bella spiaggia tropicale. Invece sono rimasto qui, in questo buco di postaccio, a dannarmi l'anima per evitare che VOI finiste sotto un ponte, ingrati che non siete altro. »

Empoleon annuisce profondamente alle parole di Diodoro, mentre quest'ultimo stringe nuovamente le spalle:

« Ergo se ora mi volete cacciare non ho davvero niente in contrario, vorrà dire che andrò a godermi i miei soldi mentre voi annasperete cercando un modo inesistente per abbassare i ritmi di lavoro senza chiudere la fabbrica. Cazzi vostri, traditori! »


 

Con questa fine locuzione il buon Diodoro si volta nuovamente, facendo per andarsene assieme ad Empoleon (che probabilmente in questo caso svolge anche la funzione di bodyguard). I lavoratori cominciano a rumoreggiare, guardando con sospetto sia me che Elena: dannazione, con la sua scenata Diodoro è riuscito ad accattivarsli per bene, passando addirittura per vittima della situazione! Non ci sto, ho ancora una carta piuttosto pesante da giocare:

« Dì un po', Diodoro: se sei tanto un santo, come mai hai minacciato Ambra, l'Ancella di Madre Terra, di pagare un gruppo di mercenari per mettere a ferro e fuoco Evenia? »

Un boato di disapprovazione accompagna le mie parole, ma stranamente Diodoro sembra non curarsene:

« Forse in quell'occasione ho un po' esagerato, lo ammetto. D'altronde Evenia è l'unica zona abitabile fra Turchesia e Dariopoli, quindi spostare le fabbriche laggiù sarebbe stato l'unico compromesso possibile per tenere aperta la miniera e abbassare al contempo il ritmo di lavoro. Purtroppo Ambra ha continuato a rifiutare anche solo di prendere in considerazione la proposta, e a furia di sentire rifiuti ho perso la testa e ho fatto quell'uscita. Ripeto, è una rogna bella grossa, se volete occuparvene voi fate pure, non sarò certo io a trattenervi. Au revoir! »

A questo punto è Elena che si fa avanti esasperata:

« Vattene pure, vecchio rincoglionito! È da secoli che dovresti sloggiare, ma blatera blatera e alla fine sei ancora qua! Vuoi semplicemente passare per vittima e farti compatire da tutti, questa è la verità! »

Ahia. Stavolta Elena si è fatta prendere troppo la mano, e a giudicare dagli sguardi indignati dei lavoratori su di lei ha fatto un brutto passo falso: non che abbia torto, ma quel vecchio volpone di Diodoro è riuscito a riportare dalla sua parte la maggioranza dei presenti, mandarlo a quel paese platealmente non è proprio la strategia migliore in questo momento.


 

« E se invece trovassimo un compromesso? »

Così, le parole mi sono uscite dalla bocca quasi prima di pensare a cosa stessi dicendo. Più che altro il mio obiettivo è non sprecare tutta la fatica che abbiamo fatto per battere Diodoro, portando a termine le rispettive missioni...e magari facendoci consegnare quelle due maledette medaglie, che male non fa.

Diodoro, i lavoratori e perfino Elena mi squadrano come se avessi appena puntato contro un bazooka contro ognuno di loro. È il Braccio d'Acciaio ad esprimere la perplessità comune:

« Di che vai cianciando? »

Mi prendo qualche istante di pausa per riordinare le idee. Forse forse un modo per sistemare tutta questa faccenda c'è...

« Alla fine il problema sta solo sul dove sistemare queste maledette fabbriche, no? »

« Sì. E non è un problema da poco, contando quant'è isolata Turchesia. »

« E se...se ne occupasse il Team Rocket? Abbiamo molte risorse e sappiamo essere molto...convincenti, credo che non sarebbe troppo difficile mettere su un impianto industriale come si deve, magari direttamente a Dariopoli. »

Diodoro mi ride in faccia come se avessi appena raccontato la miglior barzelletta del mondo:

« Come no? Adesso dovrei pure mettermi in società con dei criminali! Per metodi “convincenti” cosa intendi, di preciso? Estorsione, strozzinaggio o rapimento? »

« Intendo metodi sicuramente migliori di una banda di mercenari pagata per mettere a ferro e fuoco un'oasi pacifica sottraendola alla tribù che la abita da millenni, per esempio. »

Diodoro sembra letteralmente congelato dalla mia risposta. Perfino Elena, che di certo non è una che apprezza molto l'arte diplomatica, si inchina nei miei confronti escalamando ammirata:

« Chapeau, Achille! Risposta leggendaria! »

Il Braccio d'Acciaio sembra davvero in difficoltà, mentre i lavoratori paiono parecchio tentati dall'idea. Meglio aggiungere altra carne al fuoco:

« Così tutto sarebbe risolto. Il Team Rocket aprierebbe le nuove fabbriche, magari direttamente a Dariopoli, assumendo tutti gli operai che lavorano qui. A te resterebbe la direzione delle miniere di Turchesia, visto che la tua esperienza sul campo sarebbe un vantaggio per tutti. I compratori dal canto loro dovrebbero semplicemente venire a prendersi la merce già lavorata a Dariopoli, la soluzione più semplice in assoluto. Di conseguenza i lavoratori, sia delle fabbriche che delle miniere, potrebbero tornare ad un ritmo di lavoro normale. E l'oasi di Evenia non sarebbe minimamente toccata, quindi gli eveniani potrebbero stare tranquilli. Saremmo tutti contenti e felici, no? »

Diodoro alza il braccio meccanico, come a volermi fermare bruscamente:

« No, non mi incanti, è una truffa! Se il Team Rocket gestisse le fabbriche allora la nostra miniera dovrebbe dipendere da voi! Saremmo letteralmente alla vostra mercé! »

In effetti ha ragione, ma non è un problema insormontabile...

« E allora diventiamo soci in tutto e per tutto! Il Team Rocket costruisce le fabbriche cedendoti il 50% della proprietà, tu in cambio cedi al Team il 50% della proprietà delle miniere. Saremmo tutti a cavallo, no? »

Nafar si volta verso Diodoro:

« Boss, effettivamente... »

« Effettivamente un corno! Io, diventare socio di un'organizzazione mafiosa?!? Giammai! »

Mi stringo le spalle, calando l'asso che tenevo in serbo dall'inizio della conversazione:

« Chi è che poco fa diceva “da quando sono stato chiamato a gestire le miniere e le fabbriche ho capito che dei sacrifici sono accettabili in nome di un bene più grande”? Sei un uomo d'affari, Diodoro, dovresti capire che il sacrificio di metterti in società con noi è accettabile in nome del bene più grande che stai tentando di difendere... »

Indico Nafar con aria abbastanza emblematica:

« Del resto, parliamoci chiaro: ti resta forse altra scelta, Braccio d'Acciaio? I tuoi lavoratori sono arrivati alla ribellione, e non sarà certo comportandoti da vigliacco andandotene in fretta e furia che risolverai qualcosa. Quanto a noi, è chiaro che uno della tua esperienza come partner ci fa comodo, dubito che uno chiunque dei nostri saprebbe far meglio. Quindi...affare fatto? »

Allungo la mano destra verso Diodoro, con aria speranzosa...


 

Il Braccio d'Acciaio la guarda per qualche interminabile istante come se fosse qualcosa di altamente offensivo. Poi squadra uno ad uno i suoi sottoposti, sbuffando come un toro inferocito imbrigliato da una rete di catene. Infine torna a guardare intensamente la mia mano...schiaffeggiandola con l'arto di metallo.

« Non voglio sporcarmi la mano sana stringendo quella del demonio. Se proprio vuoi che ti dia una mano, che sia quella del braccio meccanico. »

Un po' disorientato gli porgo quindi la mano sinistra, che lui mi stringe come se volesse frantumarmi le ossa una ad una.

« Che sia chiaro: io non firmo nulla finché non vedo di persona le fabbriche costruite, attive e funzionanti. E lo faccio solo per i miei amici, perché non voglio mandarli in mezzo alla strada e non voglio nemmeno che continuino ad essere insoddisfatti della mia gestione. Ma soprattutto che sia ben chiaro che sono solo affari, come hai detto tu un sacrificio necessario. Come Braccio d'Acciaio rimango un acerrimo nemico del Team Rocket: se un altro dei vostri dovesse passare da queste parti che non si azzardi ad aspettarsi sconti e anzi si prepari ad una vera e propria guerra. A buon intenditor poche parole. »

I lavoratori applaudono all'unisono le parole di Diodoro, che evidentemente deve essersi sforzato un bel po' per accettare l'idea di venire a patti con il Team Rocket. L'unica a non applaudire è Elena, che passa direttamente ad abbracciarmi.

« Allora lo vedi che quando vuoi sei un gran figo? L'ho sempre saputo io, che non eri un semplice fighetto come tutti gli altri... »

Non posso fare a meno di arrossire violentemente, ma fortunatamente Elena è già passata avanti e si sta ora rivolgendo direttamente a Diodoro:

« Molto bene, vecchio barbogio, a quanto pare abbiamo trovato un accordo. Accettiamo di firmarlo solo quando sarà tutto pronto, proprio come vuoi tu, ma anche da parte tua ci dev'essere un minimo di buona volontà. Potresti cominciare per esempio... »

Elena tende teatralmente la mano con il palmo rivolto verso l'altro:

« ...consegnandoci ciò che ci spetta? Medaglie, MT ed MN. Ti abbiamo battuto tutti e due, il regolamento della Lega parla chiaro. »

Diodoro la squadra con sguardo assassino ma non dice nulla, limitandosi a frugare nella borsa per poi lanciare malamente verso di noi due ninnoli rettangoli, grigi come l'acciaio, sui quali è impressa l'immagine di una valigetta.

« Questa è la Medaglia Business. »

Elena guarda incantata la sua prima medaglia, quasi senza accorgersi dei quattro dischi che Diodoro lancia subito dopo al nostro indirizzo come fossero frisbee:

« E queste sono le due Macchine. La MN contiene Spaccaroccia, la MT invece Cannonflash. »

Poi Diodoro indica emblematicamente l'entrata:

« Ora sparite e non osate più rimettere piede a Turchesia. Non voglio avere altri contatti con criminali fino a quando le fabbriche non saranno pronte, e anche allora voglio parlare con un boss importante, non certo con due scartine come voi. Sparite, che è pure tardi e devo chiudere la fabbrica-Palestra. »

Elena non riesce a trattenersi dal congedarsi con un inchino beffardo, mentre io preferisco dileguarmi il prima possibile per non dar modo a Diodoro di avere eventuali ripensamenti.


 

In seguito io ed Elena abbiamo fatto il nostro primo rapporto congiunto, usando i nostri PokéRocket per contattare Jack e Jenny insieme. Entrambi si sono congratulati con noi per il successo delle nostre rispettive missioni, anche se in seguito è emerso che il Generale del Basso Orlos (pur trovando anch'egli fantastica la mia idea) ha ordinato di inoltrarmi un bonario richiamo invitandomi a non prendere in futuro impegni tanto gravosi a nome del Team, per lo meno finché sono ancora una recluta. Jenny ha inoltre comunicato ad Elena che, in considerazione dell'aiuto logistico fornito al Team in quel di Turchesia, il debito di Nafar con noi è da considerarsi definitivamente estinto.

Fin qui tutto bene, è stata la successiva comunicazione della coppia Jenny&Jack a lasciare di stucco entrambi: sostanzialmente i nostri incarichi venivano scambiati, a me veniva chiesto di portare definitivamente a termine quello di Elena mentre lei avrebbe dovuto espletare le mie ultime incombenze. In particolare Elena sarebbe dovuta partire per Evenia e comunicare ad Ambra l'avvenuta soluzione del problema Diodoro, mentre io avrei dovuto cercare il luogo ideale per erigere le fabbriche della discordia. Una scelta piuttosto bizzarra, contando il fatto che ormai ho confidenza con Ambra avrei scommesso sul fatto che le avrei portato personalmente la buona notizia. Pazienza, vorrà dire che non rivedrò Evenia tanto presto.

Nei giorni successivi ho capito profondamente la frase che mi rivolse a suo tempo Jack in groppa al suo Seaking: un membro del Team Rocket dev'essere disposto a diventare qualsiasi cosa per il bene del Team. Dopo il tombarolo mi è quindi toccato fare il businessman in erba, vagliando ogni giorno diversi siti nella regione di Orlos dove sarebbero potute sorgere le nuove fabbriche. Mamma mia, che noia...

Dopo due settimane di quella vita non ne posso già più, il lavoro è così noioso che quasi quasi sarebbe stato più eccitante restare a Dariopoli a fare il cocco di mamma e papà. Le mie peregrinazioni mi hanno spinto ormai fino ad Orlosia, quindi ho ben pensato di prendermi un break presso i compagni del Rifugio Rocket Orlosia. A quanto pare l'integrazione con le Ombre Notturne è andata a gonfie vele, tanto che ormai le Camicie Rosa hanno rinunciato a pattugliare la città di Orlosia: quella che nominalmente è ancora la capitale della regione di fatto è diventata un'enorme roccaforte del Team Rocket. Ovviamente non faccio ora ad entrare nella mia stanza che suona il PokéRocket. Altrettanto ovviamente a chiamarmi è Jack.

« Qui Recluta Achille, ti ascolto. »

« Qui Capitano Jack. Ho appena conferito con il Generale del Basso Orlos, ci sono importanti novità! »

Conferito? Come mai tanta raffinatezza di lessico? Perfino il tono di Jack ha un che di anomalo, sembra quasi emozionato.

« Cosa bolle in pentola? »

« Non chiedermi come, ma pare che il Generale abbia trovato il sito per le fabbriche. »

« Ottimo! Dunque quel mio pallosissimo incarico è finalmente terminato? »

« Non proprio. Il sito non è sul mare, quindi per raggiungerlo serve navigare l'Orlos... »

Sbotto nervosamente:

« Ehi, ma non bastava prendere un posto qualsiasi nei dintorni di Dariopoli? È sul mare, sarebbe stata la soluzione migliore! »

« Mi dispiace, ma a Dariopoli abbiamo problemi importanti...che non sono autorizzato a rivelarti. Comunque, dicevo, per raggiungere il sito serve navigare sull'Orlos, e come ben sai ora come ora la navigazione è consentita solo per brevi tratti a causa dell'inquinamento, almeno fino a Canceropoli. »

« E vorrei ben vedere! »

« Ecco, però una nostra spia ci ha riferito che ultimamente il livello di inquinamento delle acqua è diminuito e ben presto il fiume potrebbe essere dichiarato nuovamente navigabile. Il Generale ti ha ordinato di andare dagli scienziati incaricati di monitorare l'inquinamento e...convincerli e dichiarare nuovamente navigabile l'Orlos un po' prima del previsto. »

« Sembra facile. Dove sono questi scienziati? A Dariopoli? Ad Etiopoli? »

« No. A Canceropoli. »

Per poco non mi lascio cadere il PokéRocket dalla sorpresa.

« Canceropoli?!? Ma stiamo scherzando?!? A Canceropoli si è verificato l'incidente, da allora la città è evacuata e recintata! In quel postaccio è tutto avvelenato: acqua, terra, aria, tutto! »

« Per l'appunto: quale miglior posto per studiare l'inquinamento della regione? Hai ragione, Canceropoli è evacuata da tre anni, ma c'è comunque una stazione scientifica incaricata di studiare l'inquinamento del fiume e della regione in generale. Sono loro che possono dichiarare il fiume navigabile. »

« E come diavolo ci arrivo a Canceropoli se è recintata? E soprattutto come ci torno vivo? »

« Esiste un varco d'ingresso, d'altronde gli scienziati stessi da qualche parte dovranno entrare e uscire. L'ingresso nell'area evacuata è profondamente sconsigliato, ma è comunque possibile entrarci indossando delle tute speciali che ti danno nel varco d'ingresso. Tipo quelle degli astronauti, hai presente? »

Alzo gli occhi al cielo, sconsolato:

« Ma che ho fatto di male per meritarmi tutto questo? »

« Arruolarti nel Team Rocket, bello. Hai voluto la bicicletta? E allora pedala! Comunque, se ti può consolare... »

« Sì? »

« Essendo in mezzo al nulla cosmico, gli scienziati si sono dovuti arrangiare per distrarsi nei tempi morti... »

« Fammi indovinare: hanno avuto il coraggio di aprire una Palestra? »

« Sì. »

« Lo sai vero che l'ultima volta che mi hai detto che avrei potuto divertirmi sfidando una Palestra per poco non sono finito a fare lo schiavetto di Cleopatra per l'eternità? »

« Rischi del mestiere, amico. Comunque sì, ci hai preso: a Canceropoli c'era una Palestra già da prima del disastro, ma dopo lo stesso ovviamente tutti i membri sono stati evacuati. La nuova Palestra non c'entra nulla con la precedente e ha appunto sede nella base scientifica: i suoi membri sono tutti scienziati specializzati, manco a dirlo, nel tipo Veleno. La Capopalestra è Maria, la Bella Avvelenata, ovvero la scienziata a capo della squadra: ovviamente si tratta della stessa persona con cui devi parlare per il certificato di navigabilità. »

Sospiro rassegnato:

« Non è che stavolta, dopo la pazza schizzata che vive nelle catacombe, mi capita una regina degli zombie? Sai com'è, un gruppo di scienziati tutti soli soletti a studiare gli effetti dell'inquinamento... »

Jack ridacchia divertito:

« Tranquillo, Maria è una dei Capopalestra che ho sconfitto. Non è una pazza scatenata, anche se...beh, penso che avrai comunque una sorpresa quando la conoscerai. »

« Mi devo preoccupare? »

« Dipende dai punti di vista. Ora ti saluto, vecchio mio, che il dovere mi chiama. »

« Immagino già che tipo di dovere. WiiU, PS4 o XboX One? No, non lo voglio sapere. Ci sentiamo, capo. »


 

NOTE: Sono consapevole che questo capitolo è un po' noiosetto, purtroppo in qualche modo dovevo chiudere l'arco narrativo che ha visto coinvolti Ambra e Diodoro. Nonostante le premesse di questo capitolo la palestra di Maria apre un arco del tutto nuovo, quindi spero di poter far tornare la fiction interessante già dal prossimo capitolo ;)

  
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