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Autore: Anita_00    25/03/2014    0 recensioni
Elisabetta (Lisa) è una studentessa al terzo anno di Farmacia e vive a Borgo Piscopia.
Qui incontra Camilla (Cami) e Federica (Fede) con cui si avventurerà nella nuova vita universitaria.
La sua storia si intreccerà con quella di Massimiliano (Max) e Matteo (Teo).
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Universitario
Capitoli:
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La mattinata è trascorsa velocemente tra una lezione e un'altra con Fede e Cami che mi hanno riempita di domande sul perchè e per come fosse successo.
Non avevo risposte da dare. Non sapevo perchè Teo mi aveva trascinata via in quel modo come se fosse geloso. Non sapevo perchè mi aveva baciata. Ero sicura che tra me e lui ci fosse un'amicizia sincera, mai avrei immaginato un risvolto simile. Sono confusa, ho la testa leggera. Forse dovrei mangiare qualcosa anche se il solo pensiero mi da la nausea. Mi alzo dal divano dove stavo distrattamente guardando il telegiornale e mi avvio in cucina. Apro il frigorifero e prendo una mozzarella: farò toast al formaggio. Semplice, nutriente e, non meno importante, dannatamente buono. Prendo il tosta pane, due fette di pancarré, affetto la mozzarella, sale, origano e riscaldo. Prendo una bottiglietta di Sprite e torno in sala per mangiare il mio pseudo pranzo.
Purtroppo la mente è qualcosa che noi umani non riusciamo ancora a comprendere e, benché mai, a controllare. Rivivo di nuovo la scena di ieri sera. Più ci ripenso, più sembra un ricordo lontano, quasi irreale. Magari fosse così. Vedo Teo allontanarsi da me in quel modo freddo, non lo riconosco. Mi sono domandata se fosse colpa mia. Forse ho fatto intendere un interesse senza volerlo. Forse ha scambiato la mia amicizia e il mio volergli bene per qualcosa di più.
Sono ore che mi tormento con mille domande, che rivivo la scena e che penso che tutto si risolverà al meglio. Non posso sopportare l'idea di perdere Teo. Nell'ultimo anno mi ci sono affezionata parecchio. Non ho mai avuto amicizie maschili, forse perchè non ci credo molto. Ho sempre sostenuto che alla fine uno dei due avrebbe avuto aspettative che l'altro non poteva soddisfare. Non ho sbagliato molto visto come sono andate le cose.


15:00
Ho preso posto nel laboratorio, sto mettendo il camicie e sistemando il materiale. Salvo sta distribuendo la dispensa e sono arrivati quasi tutti, tranne Max.
Anche il ricordo del suo sguardo non è molto piacevole, anche lui si è comportato in modo ambiguo... forse era meglio rimanere a casa ieri sera. 
Quando arriva mi saluta in modo freddo e distaccato. Sembra una statua, non ride, non parla, svolge le attività descritte sulla dispensa e se ne va. 
Non uno sguardo, non una battuta. Niente.
Mi sento destabilizzata. Ieri mi ha guardata in quel modo penetrante e oggi mi riserva un trattamento inqualificabile. Come se non esistessi.
●●●


07:15
Finalmente è Venerdì. Ieri sera sono rimasta a casa e così sono andata a letto presto. 
Ho dormito bene, stranamente. Mi alzo e vado in cucina, sento un certo languorino e credo sia più che normale visto che ieri ho quasi digiunato. Scaldo il latte e prendo una fetta di crostata all'albicocca. Dopo aver finito la colazione mi avvio in bagno dove faccio una lunga doccia calda. Quando esco mi avvolgo nell'accappatoio e vado in camera. Suona il telefono. Lo trovo sul comodino, leggo nel display: MAMMA.
<< Buongiorno mamma >>
<< Buongiorno tesoro! Ti ho svegliata? >>
<< No, sono appena uscita dalla doccia >> dico stendendomi sul letto.
<< Senti, cosa hai da fare questo fine settimana? >> questa domanda non mi piace, che cosa avrà in mente? Ho già sopportato la cena di beneficenza lo scorso sabato, non riuscirò a ripetere la stessa esperienza due volte consecutive. 
<< Perchè me lo domandi? >> rispondo evasiva per sondare il territorio.
<< Perchè io e tuo padre pensavamo di andare a trovare i tuoi zii a Grosseto perchè passeremo le feste con tua nonna visto che non si sente tanto bene >>
<< Volete anticipare il viaggio? >>
<< Si, tu cosa fai? Ho visto che c'è un pullman che parte alle 15 dal borgo >>
<< Credo che riuscirò a prenderlo >>
<< Dopo fammi sapere quando sali >> 
<< Va bene mamma. Voi quando partite? >>
<< Appena pranzo. Arriveremo prima di te di qualche ora >>
<< Va bene. Ci sentiamo dopo. >>
<< Ok tesoro. Ciao >>
<< Ciao >>
Era proprio quello che ci voleva. Andare via qualche giorno sperando di non pensare a niente e nessuno. Improvvisamente mi è tornato il buon umore, avrei rivisto mio cugino, Francesco. 
Abbiamo la stessa età ed essendo entrambi figli unici è come se fossimo fratello e sorella. Non vedo l'ora di partire.
●●●

Alle 15:00 in punto salgo sull'autobus in direzione Grosseto. Prendo posto vicino al finestrino e tiro fuori dalla borsa l'Ipod. Quando partiamo lo accendo e Madness dei Muse mi catapulta nei miei pensieri. Visto che oggi è Venerdì, il professor Mori ci ha consentito di svolgere il laboratorio di  mattina anziché il pomeriggio. Anche oggi con Max non c'è stato nulla, non mi ha proprio degnata di uno sguardo. Neanche un misero sguardo. 
Se l'è presa tanto per il bacio di Teo? Si comporta in questo modo da quel momento, quel maledetto momento. Non c'è altra spiegazione. Torno a domandarmi perchè, in questa storia mi continuano a sfuggire i perchè. In fin dei conti tra noi non c'è nulla anche se, quegli sguardi proprio nulla non sono. Avrei voluto che a baciarmi fosse lui... Ma che cosa sto dicendo?!
Mi stupisco di me stessa, ok è dannatamente bello ma non lo conosco. Non sono la ragazza che si butta al collo del primo che passa. Però quando mi guarda e incontro quei suoi occhi verdi così brillanti, così intensi mi sciolgo come neve al sole. Non parliamo poi del suo fisico, alto, muscoloso ma non troppo, con i tratti del viso pronunciati e quei capelli scuri che gli ricadono sul viso, leggermente mossi, sono il tocco finale per mandarti in estasi insieme al suo sorriso. 
Pensando e fantasticando mi addormento beatamente.


Mi sveglio di colpo sulle note di You've Got the Love dei Florence + The Machine a tutto volume che devo aver alzato per sbaglio. Prendo il telefono dalla borsa, 3 chiamate perse e 1 messaggio. Guardo le chiamate e sono tutte di mia madre. Cavolo, ho dimenticato di chiamarla. Guardo l'ora sul display, le 17:45. Sono quasi arrivata. La chiamo, risponde al primo squillo.
<< Pronto Elisabetta! Tutto bene? >> è preoccupata.
<< Si si, va tutto bene! Mi spiace ho dimenticato di chiamarti, mi sono addormentata quasi subito >>
<< Elisabetta! Mi hai fatto preoccupare! Possibile che non ti ricordi mai niente? >> mi rimprovera irritata.
<< Hai ragione mamma, scusami ma non l'ho fatto apposta >> cerco di scusarmi in modo convincente. Ero sovrappensiero e l'ultima cosa a cui avevo pensato era chiamare mia madre per avvisarla.
<< Dove sei? >> mi chiede.
<< Sono quasi arrivata >>
<< Bene, allora io e tuo padre veniamo a prenderti alla stazione >>
<< Ok, a tra poco >>
<< Ciao tesoro >>
Chiudo la telefonata e apro il messaggio. Camilla: “Quando mi volevi dire di essere partita? Ho sentito ora Fede. Dove sei?” Rispondo: “Scusami è stata una decisione dell'ultimo momento. Sono quasi arrivata” Camilla: “Scuse accettate ;) va tutto bene?” Rispondo: “Più o meno, hai sentito Teo?” Camilla: “No, non risponde al telefono ma non ti preoccupare gli passerà :)” Rispondo: “Lo spero :*”.


Arrivo in stazione. Scendo dal pullman con il trolley e mi avvio verso il parcheggio. Vedo subito mia madre che mi viene incontro a braccia aperte. E' una bella donna di 52 anni, molto elegante e distinta. Ha capelli rossi perfetti fino alle spalle, occhi celesti e una pelle chiara e levigata. Indossa una camicia di seta bianca sotto ad un cappotto beige aperto. Un paio di pantaloni blu navy con taglio sartoriale e tacchi vertiginosi. Le vado incontro e la abbraccio.
<< Tesoro! >>
<< Ciao mamma >> e le lascio due baci sulle guance.
Andiamo verso il porsche Cayenne dove ci sta aspettando mio padre. Ha tre anni più di lei ed è molto affascinante. E' alto, fisico asciutto e posato. I capelli sono leggermente brizzolati, occhi marroni e un po' di barba ben curata. Porta un completo blu scuro senza cravatta. Insieme sono veramente una bella coppia. Gli vado incontro e lo abbraccio.
<< Ciao papà! >>
<< Ciao piccola >> dice dandomi un bacio sulla guancia e prendendo il trolley che mette nel porta bagagli. Saliamo in macchina diretti verso la casa degli zii. 
Dopo dieci minuti arriviamo. Vivono in un quartiere residenziale poco fuori Grosseto. Ci sono viali con ville e villette con i rispettivi giardini, sembra di essere catapultati nella serie Disperate Housewife. Suoniamo il campanello e ad aprire è zio Alberto.
<< Ciao zio! >> dico abbracciandolo.
<< Sempre più bella la mia nipotina >> dice ricambiando l'abbraccio.
Subito arriva zia Giovanna << Elisabetta tesoro! >> mi saluta anche lei con un abbraccio caloroso << Ciao zia! >>.
Dopo i convenevoli ci spostiamo in salotto.
<< Dov'è Francesco? >> domando non vedendolo. 
<< Arriverà tra poco, aveva gli allenamenti >> mi risponde zia Giovanna. E' sempre stata molto carina con me, ha qualche anno meno di mia madre, è minuta con capelli a caschetto castani. Indossa una camicia celeste con un cardigan blu e un paio di pantaloni panna e décolletè. Mi offre un pasticcino che prendo volentieri e mi siedo sul divano.
<< Come vanno gli studi? >> mi domanda zio Alberto. E' il fratello di mio padre, si somigliano molto. Indossa anche lui un completo grigio con una cravatta celeste, è alto e con i capelli scuri visto che è più giovane di mio padre.
<< Tutto bene, sto studiando Analisi >> dico finendo di mangiare.
<< Cara, vieni, ti mostro la stanza così puoi sistemarti >> dice mia zia << vado a prendere la valigia >> interviene mio padre mentre salgo al piano superiore. 
Mi mostra la stanza degli ospiti che per questi giorni sarà la mia stanza. Fortunatamente la loro casa è molto grande e così potremo stare qui e non in albergo. Poco dopo arriva mio padre a lasciare la valigia e rimango sola a sistemare le mie cose. Qualcuno bussa alla porta, sarà mia madre.
<< Avanti! >> dico e non finisco la frase che qualcuno mi prende per i fianchi facendomi voltare. 
<< Francesco! >> urlo divertita.


Francesco è un giocarellone. E' un ragazzo d'oro in tutti i sensi. Ha occhi castano chiaro con varie sfumature, capelli ricci corti chiari e un fisico muscoloso grazie a tutte le ore che dedica allo sport fin da quando ha iniziato a camminare. E' un gran nuotatore e ha vinto anche qualche gara a livello agonistico. Siamo molto uniti e non vedeva l'ora di rivederlo.
<< Lisa finalmente! >> dice abbracciandomi.
<< Ma se neanche sei venuto a salutarmi >> lo prendo in giro.
<< Hey attenta a come parli >> mi ammonisce ridendo. Abbiamo giusto il tempo di scambiare due parole che ci chiamano per la cena.
Dopo cena andiamo in salotto e mi racconta della sua ragazza, Silvia, lo vedo finalmente molto preso e ne sono contenta. Riceve una chiamata e, scusandosi, si alza per rispondere, dai suoi occhi capisco che è lei e un sorriso mi spunta spontaneo sul viso.
Mentre aspetto il suo ritorno vado a curiosare nella libreria, zia è una grande lettrice di romanzi come me e ogni volta trovo sempre qualcosa di interessante. Quando Francesco torna, mi trova assorta nella lettura di Orgoglio e Pregiudizio della Austen, l'ho già letto ma ogni volta mi emoziono leggendo l'entrata al ballo del Signor Darcy.
<< Domani ti va di andare a cena con Silvia e Giacomo? >> chiede distraendomi.
<< Dove si va? >> chiedo con un sorriso, non vedo l'ora di conoscere questa ragazza, sono troppo curiosa. Purtroppo il suo amico, quel Giacomo, non lo sopporto. Ogni volta ci prova spudoratamente, ancora non ha capito che non è il mio tipo. Speriamo sia la volta buona.
<< Sorpresa! >> dice Francesco facendomi l'occhiolino.





Angolo autrice:
ringrazio nuovamente tutti i lettori anche se mi piacerebbe sapere cosa ne pensate! scrivete qualsiasi cosa! 
  
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