Anime & Manga > Lisa e Seya
Segui la storia  |       
Autore: Andy Grim    05/07/2008    2 recensioni
Mi ero ripromesso di non pubblicare questa storia finché non ne avessi ultimato la pubblicazione su MANGANET... ma leggendo la recensione di Kitthex sulla mia one-shot "Le dimissioni di Asuka Junior" (ispirata a questa stessa serie) è scattato qualcosa che mi ha spinto ad esaudire il suo desiderio di leggere qualcos'altro di mio e dunque rieccomi qui! Può darsi che Kitthex non bramasse affatto di leggere un secondo racconto su Saint Tail e ancora meno una storia come questa! Ho già pubblicato su EFP un lavoro analogo basato su Lamù e non so se abbia incontrato molto successo (ho avuto solo 12 recensioni abbastanza lusinghiere, ma un numero di letture in calando nella sequenza dei capitoli). Per carità, il lettore è giudice e mi rendo anche conto che si tratta di un genere forse troppo originale (ho infatti già deciso di NON pubblicare altre demenzialità di questo tipo)! Chi preferisse qualcosa di più "normale", può entrare nella sezione su Candy Candy e leggersi "Un compagno per Flanny Hamilton". Per ora non vi è altro, ma spero, nel prossimo futuro, di potervi offrire altre opere (le idee non mi mancano, lo sbuzzo un po' di più)! Riguardo alla storia qui presente, si propone di illustrare le lotte interne del co-protagonista di KST nella sua perpetua caccia alla coduta ladruncola di Seika, nonché le continue schermaglie amorose con le rivali in amore di quest'ultima. Ai lettori che fossero contemporaneamente dei fan di Uruseiatsura e di Kaitou Saint Tail potrebbe interessare il confronto diretto fra le equipes organiche di due esemplari umani (Ataru Moroboshi e Alan Daiki Asuka) che più diversi di così non avrebbero potuto essere. Buon divertimento... o almeno me lo auguro!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 41: L’adolescenza è finita

Capitolo 41: L’adolescenza è finita!

 

Q

uando le nebbie del sonno si rialzarono davanti agli occhi del nostro malcapitato protagonista,[1] la visione dell’ambiente circostante dovette confermargli per la seconda volta di avere trascorso la notte in un giaciglio diverso dal proprio… e, come se non bastasse, l’inquietante scoperta fu seguita dalla constatazione ben più sconcertante di ritrovarsi nuovamente in costume adamitico!

*Che diavolo è successo…?* si chiese, cercando di far mente locale. Stendendo la mano verso la parte destra del letto, i sensori epidermici di Gus Chandler dovettero appurare che anche quella zona manteneva un più che discreto tepore… avrebbe anche potuto trattarsi del tepore del suo stesso corpo, se anche i sensori olfattivi non avessero percepito un profumo indubbiamente quanto squisitamente femminile… la conferma finale la diedero comunque quelli ottici, registrando la presenza di un secondo cuscino appoggiato alla testiera di quell’inaspettato talamo!       

Quella vista fu determinante nello svegliare del tutto il “piccolo” detective, facendogli rivivere in un lampo tutte le sensazioni provate durante la notte appena conclusa: calore, tenerezza, umidità, fragranza, libidine, appagamento, dolce spossatezza.

L’ormai in tutti i sensi giovane uomo si lasciò ridistendere sul proprio guanciale, assaporando quel delizioso formicolio che lo pervadeva dappertutto. Un sorriso beato gli spuntò dalle labbra…

“E così, ce l’hai fatta… eh, Lisa?” mormorò “Anzi, no… Seya. Sei riuscita a farmi tuo, finalmente…! Beh, avrei dovuto immaginarlo che, come sempre, avresti vinto tu…!”

Sempre sorridendo, cercò allora di rammentarsi come l’ardita cacciatrice di cuori (e non solo…) l’avesse convinto a “concludere” una volta che erano giunti nuovamente a casa di lei, chiedendosi soprattutto come diavolo avessero fatto ad eludere la sorveglianza dei suoi genitori (e del “paparino” in particolare)!

Mentre si soffermava su quest’ultimo aspetto, la vista della camera nella penombra mattutina gli rivelò che non si trovava affatto dove aveva poc’anzi supposto di essere: quella non era affatto la stanza di Lisa Haneoka!

*Questa è forte! Vuoi vedere che mi ha portato in uno di quegli alberghi che…*

Ma poi si rese conto che qualcosa non quadrava: in tutta Seika non esisteva nessun esercizio adibito a quel genere di attività: Hideo Morinaka, uomo di severi principi morali, non ne avrebbe mai autorizzato l’apertura! Ed era ancor meno probabile che avessero messo in pratica una “fuga d’amore” in qualche città vicina, dove potessero trovarne uno… senza contare che, essendo entrambi minorenni, non li avrebbero nemmeno ammessi!

Dunque? Che Lisa avesse chiesto “appoggio logistico” a qualche amica? Ma a chi? Non certo a Mara, per ovvie ragioni! Anche Sara era da escludere (la sorella novizia non le avrebbe di certo perdonato di aver favorito quel loro grave peccatuccio). Kyoko e Ryoko, dal canto loro, non avevano certo i mezzi per…

Rina…!!! La sua famiglia, in effetti, avrebbe anche potuto… ma l’ipotesi era un po’ troppo forte.

*Va bene che erano diventate amiche, diceva… ma da qui ad aiutarla a consumare un rapporto con me, ce ne corre…!*

All’improvviso ebbe come una folgorazione e una forte scossa di brivido spazzò via tutte le sensazioni mnemoniche citate in precedenza. Il nostro si guardò intorno con terrore… e se si fosse trovato appunto in casa di Rina? E se quella fosse stata la sua camera? E se fosse stata proprio lei a possederlo, quella notte…?

“Calma, ragazzo” si disse, stringendo i pugni “Rina non farebbe una cosa del genere… non più, almeno! Aveva detto di volerti bene[2]… non potrebbe mai farti uno scherzo simile…!!”

In quel momento la porta si aprì e Alan, con un sussulto, si rimboccò istintivamente le coperte fino al mento… era comunque più che deciso a mantenere la calma e ad imporsi di essere pronto a qualunque cosa avrebbe visto… ma ciò che vide fu troppo anche per lui!

 

***

Avvolta nella sua graziosa vestaglia scarlatta, Sayaka Shinomya entrò nella stanza reggendo un vassoio con entrambe le mani. Richiuse la porta con il piede e avanzò verso un tavolinetto centrale, dove posò l’oggetto facendo tintinnare le porcellane della colazione. Dopodiché, ostentando un ancheggiamento piuttosto sexy, s’avvicinò per sedersi sul bordo del letto con un movimento che mise generosamente in mostra il suo tutt’altro che disprezzabile decolté… infine avvicinò il suo visino a quello del beneamato “ospite” e gli stampò un delicato bacio sulle labbra.

La “provata” centrale sensitiva asukiana dovette constatare che l’essenza proveniente dalla pelle di quella fanciulla era la cosa più sensuale che avessero mai ricevuto e anche il sapore e la morbidezza di quelle labbra non avevano paragone rispetto al bacio della volta precedente.[3] Ma a Gus Chandler non occorreva elucubrare più di tanto per avere una risposta al fenomeno suddetto: era soltanto la normale, meravigliosa differenza fra una ragazza e una donna!

“Buongiorno, amore…!” sussurrò Sayaka, col suo dolcissimo sorriso.

Il detective avrebbe voluto ricambiarla con uno sguardo di puro ghiaccio, ma per quanti sforzi facesse si dovette accontentare di uno neutro (del resto non aveva nemmeno avuto la forza per respingere quel bacio).

“Cosa…” deglutì faticosamente “…cosa ci fai, qui?”

La giovane inclinò graziosamente la testa, lisciandosi i bellissimi capelli castano-scuro.

“Questa è casa mia!” rispose, con aria di perfetta innocenza.

Il ragazzo annuì a denti stretti, per poi ribattere: “Hai ragione… mi correggo: cosa ci faccio, io, qui…?!”

Senza il benché minimo segno di disagio davanti al suo ritrovato sguardo d’acciaio (la prima risposta aveva restituito un po’ di grinta alla sezione di Marlowe) la “fedifraga” gli rispose soavemente: “Hai avuto un incidente, ieri sera!”

“Cosa? Che incidente…?” chiese lui, corrugando le sopracciglia.

“Sei svenuto” rispose lei, avvicinando “pudicamente” i bordi della vestaglia, notando che gli occhi del detective puntavano proprio lì “o ti sei addormentato in mezzo alla strada, non lo so…. e, per poco…” sospirò, rabbuiandosi “…la macchina dei miei, di ritorno da un ricevimento, non ti ha investito!” si coprì il volto con la mano “Oh, Alan… sono morta di paura quando ti hanno portato in casa…!”

Nello sguardo umido della giovane, il nostro amico dovette necessariamente trovarvi una preoccupazione genuina, cosa che non poté fare a meno di apprezzare. Tuttavia la centrale di Watson non era inibita a tal punto da non fare alcune considerazioni.

“Se è come dici… mi spieghi perché i tuoi non hanno chiamato un’ambulanza, oppure la polizia? A che scopo portarmi a casa tua?”

Sayaka lo fissò con lo sguardo più felino che poteva. Altri brividi, generati dagli ultimi scampoli di adrenalina smossero ancora il suo spogliato corpo.

“Ti dispiace…?”

All’improvviso il nostro eroe sentì un urgente bisogno d’aria… e, dopo averne ingoiato un’abbondante porzione, riuscì con più successo a riordinare le idee. Ricordava vagamente di avere accompagnato Lisa (o meglio Seya) a casa. Ricordava le emozioni contrastanti che lo avevano accompagnato nel ritorno verso la propria dimora, soprattutto una profonda serenità, mischiata al forte rammarico di non avere potuto “donarsi” a lei…

Un momento… (alla Neuro, il nuovo galvanometro adrenalinico digitale esplose in una nuvola di fumo nero, fra le irriferibili imprecazioni di Murdock)… ma, allora… se lui e lei non lo avevano fatto… cos’erano tutte quelle sensazioni che avvertiva permanere nel suo corpo (come anche nel suo cuore)…?!

Improvvisamente, la colonna del termometro corporeo presente nella centrale di Eddy Parker andò giù in caduta libera, per poi risalire con uguale velocità, mentre la fronte del poliziotto in erba si copriva di gelide stille di sudore… Alan guardò la sua “anfitriona”… guardò la stanza, guardò quel letto, guardò il cuscino… ma guardò soprattutto il suo corpo senza la minima traccia d’un pigiama… e guardò di nuovo lei…

“Sa… Sayaka… si può sapere… cos’hai combinato…??” inutile precisare che stava tenendo le dita intrecciate sotto le coperte.

Il suo sorriso di ritorno, tutto un concentrato di dolcezza e di malizia, fu una conferma ancora più chiara della successiva risposta vocale: “Cosa abbiamo combinato… vorrai dire…!”

La centrale epatica registrò, subito dopo, una notevole fitta di dolore e un pallore cadaverico si diffuse di conseguenza sul madido volto del novello “libertino”… 

“A cosa… vorresti alludere…??”

“Andiamo, tesoro” ribatté lei, coprendosi una delle guance, pudicamente arrossate “non ricordi proprio nulla…?!”

Ormai non occorreva nient’altro, per capire. Ma come chi affoga si aggrappa a un filo d’erba, così al povero Alan non restava che voltare l’ultima carta di quella fatale mano di poker…

“Stai bluffando… non è vero…?” domandò, con un sorriso già piuttosto spento.

Scuotendo il capo e rimandandogli uno sguardo indubbiamente tenero (Chandler giudicò la responsabile di quella Neuro non meno abile di quella haneokiana), l’ormai giovane donna sollevò con implacabile lentezza la coperta dalla parte dove il giovanotto aveva percepito quel calore profumato… e quello che i suoi occhi dovettero vedere fu proprio il quarto asso (di cuori, ovviamente) di un poker del tutto risolutivo.

Ma purtroppo quelle carte non erano le sue…!

***

E così, per la sesta volta da quando nell’organismo maschile umano del “non più” piccolo detective era stata presa la decisione di risolvere una volta per tutte il “dilemma Lisa/Seya”, il consiglio organico asukiano si trovò riunito intorno al tavolo delle riunioni d’emergenza. È superfluo specificare che l’atmosfera incombente sull’assemblea era la più cupa di tutte le sedute precedenti. A parte il povero Philip Marlowe, che manteneva lo sguardo fisso nel vuoto, solo Dick Tracy, Blackie Wolfe ed Eddy Parker trovavano il coraggio di guardare in faccia il Coordinatore. Tutti gli altri, chi più chi meno, si sentivano troppo corresponsabili per l’incidente appena intercorso, la cui gravità avrebbe potuto comportare conseguenze del tutto incalcolabili.

Lew Harper, dal canto suo, continuava a lisciarsi la fronte con la mano destra, mentre batteva sul tavolo il palmo della sinistra. La sua esitazione nell’avviare quella gravosa discussione era piuttosto tangibile.

“Allora, signor Spade…”

Quando finalmente A1 si riscosse e la sua voce raggiunse il capo della Genetica, quest’ultimo fu attraversato da un vero e proprio elettroshock e dovette umettarsi le labbra più volte, anche solo per essere in grado di balbettare un: “Co… co… comandi, signore…!”

“…vorrei innanzitutto sapere se… durante il rapporto con la signorina Shinomya ci sia stata… una sorta di… resistenza all’avanzamento!”

“Di… di che genere, signore…?”

Watson alzò gli occhi al soffitto, mentre Parker, Kirby e Chandler guardarono il collega con marcato quanto ironico stupore. Harper sbuffò e batté il pugno sul tavolo: “Spade, fingere di non capire non diminuirà la sua responsabilità in questa faccenda! Quindi farà bene a rispondermi a tono” prese una boccata d’aria “c’è stata deflorazione o no…??!”

Un sommesso borbottio gli giunse dall’altro capo del tavolo… A1 stette per esplodere, ma ritenne più saggio tentare un’ultima provocazione per raggiungere il suo scopo: “Se la imbarazza così tanto rispondermi davanti a tutti i colleghi, caro Sam, può sempre venire qui a dirmelo in un orecchio… MA SI DIA UNA MOSSA, PER DIO…!!!”

Il poveraccio deglutì un paio di volte, poi si schiarì la voce: “La… la risposta è… è sì… signore…!”

Il Coordinatore si appoggiò allo schienale della sua poltroncina, stringendo convulsamente il bordo del tavolo: “Bene” grugnì fra i denti “prima pessima notizia appurata! Passiamo alla seconda…” tornò quindi a guardare il capo della Ripro, intento ad allargarsi il colletto del camice “…quando avete segnalato l’emissione dell’STF… il raccordo di giunzione era ancora… inserito nell’interfaccia di passaggio della controparte…?”

La suddetta domanda fu seguita da un silenzio sepolcrale. Tutte le facce dei sette membri del consiglio, seduti attorno ai tre lati del tavolo, erano rivolte alla coppia di colleghi che occupavano quello riservato alle “relazioni esterne”.[4] Rip Kirby, accorgendosi del nuovo blocco psichico che stava per incombere sul collega genetico, decise  di rispondere per lui: “E così, signore… eravamo dentro!”

Il Coordinatore, che già si aspettava una risposta simile, annuì amaramente, indugiando lo sguardo sul povero Spade, che appena riuscì a farfugliare: “Forse… non era… nel periodo fertile… signore…!”

“Sì, come no” ribatté A1, sarcastico “con tutta la fortuna che quello si ritrova…!”

Marlowe fece improvvisamente udire la sua voce, come risvegliandosi da uno stato di catalessi profonda: “Se l’abbiamo fecondata” mormorò “è la fine…!!”

Lì per lì, Harper non trovò il coraggio di rispondergli che, anche in caso contrario, le prospettive non sarebbero state per nulla rosee, almeno dal punto di vista del loro detective, in quanto l’incremento medio di 500 punti garantito da un rapporto C avrebbe rialzato il C.R. di miss velo da sposa (soprannome oramai veramente inquietante) alla quota di 1463 punti, riportandola nella zona dell’amore! Non ebbe comunque il tempo di farlo, perché qualcuno bussò alla porta e, subito dopo, fu fatto entrare Timothy Murdock, il fedele aiutante del capo della Neuro.

“Scusate, signori… ho qui il resoconto che avevate chiesto!”

“Proprio al momento giusto…!” gli rispose A1, facendogli cenno di porgerlo al suo superiore. L’addetto si avvicinò quindi alla sedia di Marlowe, sempre assorto nei suoi pensieri e gli pose una mano sulla spalla.

“Signore…”

“Leggilo tu, Tim” rispose questi, con voce spenta “io non ne ho il coraggio!”

Harper masticò l’ennesima imprecazione, constatando che più la situazione si faceva critica, più i suoi collaboratori si facevano pervadere da una preoccupante apatia. Doveva fare assolutamente qualcosa al riguardo. Si stupì comunque di vedere l’espressione distesa di Murdock, mentre diceva al suo responsabile: “Coraggio, signore: c’è una buona notizia!”

Marlowe ebbe un guizzo, poi storse la bocca in una smorfia amara: “Mi vuoi prendere in giro…?”

“Nient’affatto! Vede… abbiamo constatato che il… ehm… rapporto completo con la signorina Sayaka… ha provocato un apporto relazionale di ben 624 punti!”

Un secondo silenzio ben più glaciale del primo, ripiombò su quella disgraziata assemblea e a tutti parve di sentire chiaramente lo scricchiolio del giaccio che si spaccava…

“E TI PARE UNA BUONA NOTIZIA…???!!!” gridò il povero gestore emotivo, sconvolto da quel giudizio, apparentemente folle, del suo assistente.

Murdock però non si scompose e, presentandogli il modulo che aveva con sé, concluse il suo rapporto sorridendo: “Lo è, signore. Perché si da il caso… che quei punti siano stati attribuiti alla signorina Lisa Haneoka, alias Seya… altrimenti detta la Ladra Saint Tail!”

“Che cosa…??!” sussurrò Marlowe, strappandogli il foglio di mano. Non poteva credere ai suoi occhi, ma effettivamente la riga battuta dalla stampante dell’elaboratore emotivo riportava chiaramente che il Coefficiente Relazionale assegnato al soggetto in questione, presentava adesso un valore di 2667 punti, mentre quello della momentanea “vincitrice” rimaneva “fermo” a quota 963!

“Ma… non è possibile…! Non ha assolutamente senso!! A cosa si deve un simile miracolo…?”

“È semplice, capo… vede, il signor Asuka credeva di fare l’amore con miss Haneoka, anche se, in realtà, lo stava facendo con miss Shinomya! Ecco perché il cross-over ha interpretato i segnali come provenienti dall’ex-antagonista… e l’elaboratore emotivo li ha elaborati come tali, incrementandone il suo coefficiente!”

“Ma… un momento” balbettò il capo della Neuro, sempre più confuso “anche se ciò che dici è giusto, il cross-over effettua pur sempre una verifica sulle onde cerebrali della sorgente… non avrebbe mai potuto commettere un simile errore!”

“Beh… non saprei, signore…” ribatté Murdock, improvvisamente imbarazzato “…può essere che la matrice del sistema selettivo abbia subito una… piccola modifica!” ipotizzò, fissando il capo-sezione seduto di fronte al suo superiore.

“Ma questo può farlo solo l’elaboratore cerebra…” il capo della Neuro s’interruppe di colpo, piantando due occhi sgranati sul medesimo soggetto. Quest’ultimo, cercando di darsi faticosamente un tono, rispose con nonchalance: “Ehm… in effetti… proprio ieri sera, dopo l’incidente… avevamo pensato bene di effettuare un controllo sulla presenza di eventuali danni. Potrebbe anche darsi che, data la fretta…”

“Sei stato tu…!!” esclamò Marlowe con un tono che rivelava tutto il suo positivo stupore.

Come per togliere gli ultimi dubbi al capo della Neuro, intervenne direttamente A1: “Insomma, caro Watson… potrebbe darsi che abbiate invertito involontariamente gli identificativi delle frequenze di Lisa e di Sayaka nella matrice dell’elaboratore” ipotizzò, con un sorriso compiaciuto “che cosa ne dice?”

Il capo della Cerebrale, sempiterno “nemico” della mitica ladra coduta, si passò più volte il fazzoletto sulla fronte fradicia di sudore, per poi rispondere bonariamente: “Ecco, signore… io ritengo… che potrebbe essere andata proprio così!”

Philip Marlowe attese che gli occhi del collega smettessero di vagare lungo le pareti per incontrare i suoi e, quando ciò inevitabilmente accadde, lo fissò con intensità per dirgli soltanto: “Grazie, Jim…!”

“Lascia perdere” bofonchiò il collega “sono anch’io dalla parte di Alan, se mi permetti. E quest’ultimo scherzetto da parte della sciacquetta non mi era per niente piaciuto…!”

“Alla faccia della sciacquetta” commentò ironicamente Gus Chandler “e alla faccia della scherzetto: 624 punti…!!”

“Ehm… a proposito” intervenne il capo della Cardiaca “state tutti molto attenti a non scivolare, quando procedete lungo i corridoi: c’è ancora qualche micron di adrenalina!”[5]

“Grazie dell’avviso, signor Tracy” grugnì nuovamente A1 “ma credo che questo sia proprio l’ultimo dei nostri problemi…!”

Tale affermazione fece raffreddare di nuovo l’atmosfera della riunione, momentaneamente alleviata dalla “rivelazione” di Watson. La cosa stimolò inopportunamente Sam Spade, che si fece scappare un’affermazione di questo genere: “Forse, però… dovremmo guardare anche il lato positivo… signore…!” il titolo l’aggiunse dopo che il Coordinatore l’ebbe freddato con un’occhiata piuttosto torva.

“Questa cosa sarebbe, Sammy? Un’altra delle sue brillanti battute di spirito…?!”

“No, signore…” altra deglutizione con allargata di colletto “…è che pensavo… adesso che il signor Alan è diventato un uomo… insomma… sarà più facile per lui gestire il rapporto con la signorina Haneoka. O no…?”

Prima di rispondergli, A1 osservò il povero Marlowe che si copriva la faccia con le mani, poi sospirò. A che scopo arrabbiarsi, dopotutto? Il capo della Ripro era perfettamente convinto di quello che diceva!

“Sarà un gran giorno, signor Spade, quando il discernimento di ciascun direttore organico riuscirà ad andare un po’ al di là delle proprie specifiche competenze. Sono certo che allora gli esseri umani faranno un grande passo avanti nelle relazioni interpersonali!”

“Io… temo di non avere compreso, signore…!” rispose il malcapitato, perplesso.

“Beh, adesso non ho il tempo di spiegarglielo! Ho solo da impartirle questo ordine, Spade: ripristini tutti gli inibitori alla massima efficienza di bloccaggio. E anche lei, signor Chandler, attivi tutti i filtri attenuatori alla massima potenza. D’ora in poi e fino a nuovo ordine, saranno le sezioni Cerebrale ed Emotiva a mantenere il totale controllo - e sottolineo totale - sul comportamento dell’organismo. Sono stato chiaro…?”

“Signorsì…!” risposero i due interessati.

“La seduta e tolta, tornate alle vostre squadre. Marlowe e Watson, voi seguitemi in ufficio!”

“Bene…!” risposero gli altri due.

“Ah, un’ultima cosa…” il Coordinatore fermò i sottoposti mentre stavano alzandosi per uscire. Piantò loro lo sguardo più duro che poteva e pronunciò le frasi seguenti calcando accuratamente su ogni parola “…è ovvio che nessuno di noi, io per primo, ha voluto che il signor Asuka si cacciasse in un guaio del genere. Ma purtroppo ce lo abbiamo fatto finire… e sarebbe inutile disquisire su chi ne detenga la maggiore responsabilità! Adesso, il nostro compito prioritario, è soltanto quello di tirarcelo fuori… e per riuscirci dobbiamo avere tutti un concetto molto chiaro…” attese qualche secondo per accertarsi della loro totale attenzione e concluse “…signori, da oggi l’adolescenza è finita: qualunque cosa ci aspetti, il nostro assistito dovrà saperla affrontare da uomo… visto che abbiamo permesso a una donna di farcelo diventare!”

Lew “A1” Harper rimase ancora qualche secondo a contemplare i volti sgomenti dei suoi subordinati e finalmente li congedò: “Potete andare, signori… e ricordatevi quanto vi ho detto!”

La sala si svuotò, di nuovo nel più completo silenzio.

 



[1] L’aggettivo è naturalmente opinabile.

[2] Vedi alla fine del capitolo 31.

[3] Vedi capitolo 33.

[4] Cfr. la disposizione dei posti alle sedute di emergenza, descritta all’inizio del capitolo 8.

[5] Ovviamente la quantità è proporzionale alle dimensioni interne!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lisa e Seya / Vai alla pagina dell'autore: Andy Grim