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Autore: Ocean_Lily    27/03/2014    1 recensioni
Costanza Laila d'Altavilla è il futuro X boss della famiglia Altavilla che si ritroverà in Giappone con i suoi guardiani per scoprire il mistero che si cela dietro la scomparsa di Zakuro e Kikyo sotto gli ordini congiunti del IX Vongola e IX Altavilla.
-Salve! Questa è la prima volta che scrivo una fan fiction, spero che vi piaccia. Sono aperta a qualsiasi tipo di critiche (sia positive che negative) quindi non estate a dirmi come vi sembra la storia. -
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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«Sei sicura che verrà? Sono già passati tre giorni da quando gli e lo hai detto. » Mary era seduta con Anna nel suo letto e le faceva delle piccole treccine.
«Tranquilla, oggi verrà di sicuro. » Costanza era sdraiata e guardava il soffitto. Avevano iniziato a parlare giapponese dopo che Reborn ed Enma erano venuti in albergo e Anna imparata molto velocemente. Passarono i minuti, ma non succedeva niente. La tv era accesa e stava trasmettendo un vecchio film, quando le voci furono coperte da qualcuno che bussò alla porta. Costanza scese dal letto e andò ad aprire; lì in piedi c'era la ragazza dai corti capelli castani e lo sguardo felino dal colore verde smeraldo. Portava una larga maglietta con le a maniche corte e dei pantaloni un po' più corti.
«Ciao. Entra pure. » le disse con un sorriso. La ragazza entrò e si sedette nel divano.
«È arrivata? » Mary era uscita dalla stanza con un largo sorriso.
«Mary lei è Ami Fujita. » iniziò Costanza. «Ami lei è Mary Black. »
«Sono felice di fare la tua conoscenza. » disse raggiante Mary.
«Anch'io. » disse ricambiato il sorriso un po' imbarazzata.
«Qual è  la tua risposta, Ami-chan? » chiese Costanza con molta calma.
«Ci ho riflettuto. Devo dire che avere questo genere di potere è una cosa che mi affascina molto, ma non sono sicura di voler far parte della mafia. »
«La decisione è tua io non ti costringerò. Come ti ho detto se mai volessi accettare possiamo insegnanti come utilizzarlo. »
«Mi serve qualche altro giorno...»
«Purtroppo abbiamo i giorni contati. » intervenne Mary. «Dobbiamo dare supporto ad una famiglia alleata e non abbiamo molto tempo. »
Ami iniziò a rifletterci su. La decisione era difficile e il tempo era poco, doveva pensare e alla svelta. «Ci sto!» disse infine. Mary e Costanza sorrisero. «Bene! Domani faccio il trasferimento alla Nami. Avverto gli altri.»disse raggiante Costanza.
« Gli altri chi Laila-san? »
Costanza gli sorrise. «Oh li conoscerai molti presto. » e uscì dalla stanza.
Il giorno dopo Costanza andò insieme alle altre ragazzi a Namimori. Erano sul treno che le avrebbe portati fino alla stazione e nel vagone l'aria era pesante.
«Il nonno mi ha detto che ha comprato una piccola casa per noi. Dice che è grande abbastanza da poterci stare tutti. »
«Certo che il Nono è davvero gentile ad occuparsi di noi con tutti i suoi impegni. » disse Mary intenta a sgranocchiare pigramente dei bastoncini di cioccolato.
«Scusate chi è il Nono? »chiese Ami un po' imbarazzata.
«Bé il Nono è il nonno di Laila-chan, nonché boss di nona generazione. Lei è il suo successore. » rispose con orgoglio Mary. La voce nell’altoparlante del treno interrupe il loro discorso. «Si avvisano i gentili passeggeri che stiamo arrivando alla stazione di Namimori. »
«Bene iniziamo a prendere le nostre cose. »
Uscite dalla stazione si ritrovano di fronte ad una strada piena di negozi di tutti i tipi; c'erano bar, negozi di intimo e vestiti, di dolciumi, pasticceria, insomma l'imbarazzo della scelta.
«Allora prima di tutto andiamo a vedere la casa, dopodiché io e Mary andiamo alla scuola media Namimori, e tu Ami puoi iscrivere Anna alle elementari? »
«Ma certo Laila-san. » rivolse un sorriso ad Anna e le porse la sua mano che afferrò un po’ titubante.
«Allora la nostra casa dovrebbe essere qui da qualche parte… » estrasse un foglio di carta dalla tasca superiore della valigia per leggere l’indirizzo. Dovettero chiedere informazioni ad una vecchietta per sapere dove si trovava. Quando arrivarono non ci volle molto a capire quale fosse. Dall’aspetto esteriore sembrava piccola anche se era disposta su due piani, con un giardino che percorreva tutta la casa tranne per l’ingresso che era composto da un vialetto che portava al cancello. Appoggiato al muretto, che delimitava il perimetro dell’abitazione, c’era un uomo anziano con i capelli neri quasi del tutto bianchi.
«Siete la signorina Altavilla? » chiese con tono sonnolento.
«Sì. »
L’anziano le porse un mazzo di chiavi per poi salutarla e andarsene. Le ragazze entrarono in casa. La stanza d’ingresso era tipica giapponese, il pavimento rialzato di qualche centimetro rispetto a quello della porta con un corridoio che portava alle altre stanze e una scala di legno che conduceva al piano superiore. Costanza si tolse le scarpe e andò a guardare il resto della casa, imitata dalle altre. C’era una cucina spaziosa e confortevole con una penisola che la divideva dalla sala pranzo, il soggiorno invece aveva una portafinestra che portava al giardino e vicina c’era una stanza vuota. Il piano di sopra aveva ben tre camere da letto molto spaziose che potevano avere fino a tre letti. Tutte le stanze erano già arredate.
«Wao! Certo che tuo nonno ha pensato a tutto! » Ami aveva appena finito di fare il giro della casa.
«Già. Ci conviene pensare all’iscrizione adesso, prima che sia troppo tardi. Ci rivediamo qui tra un po’. Nel frattempo faccio anche delle copie delle chiavi. » prese una carta di credito e un piccolo pacchetto che si mise nella tasca della divisa. Due minuti dopo erano già uscite e ognuno andò per la sua strada.
I corridoi della scuola erano vuoti, tutti i ragazzi erano all’interno delle aule a seguire le lezioni. Costanza e Mary si diressero verso la presidenza per effettuare il cambio scuola.
«Potrei sapere il motivo del vostro trasferimento? » chiese cordialmente il preside. A parlare fu Costanza.
«Bè i nostri genitori si sono trasferiti qui per affari. »
«Tutti? » chiese incredulo il preside.
«Lavorano nella stessa azienda. Il nonno di Laila è il proprietario. »
Il preside non volle chiedere altro. Le porse dei moduli da compilare che aveva preso da dentro il cassetto della sua scrivania. «Questi li dovete portare il primo giorno che verrete nella nostra scuola. Per le divise passate il giorno prima e ve le faremo avere. »
«Grazie infinite. » dissero le due in coro facendo un piccolo inchino. Quando uscirono dalla presidenza c’era la pausa pranzo e tutti i ragazzi erano fuori dalle loro aule.
«Mary devo fare una cosa prima che andiamo. » la ragazza non ebbe il tempo di obbiettare che Costanza se n’era andata.
Stava girovagando per i corridoi pieni di ragazzi che la guardavano incuriosita, quando finalmente trovò chi stava cercando. Hibari stava facendo il suo giro di ronda e i ragazzi tentavano di non incrociare il suo sguardo.
«Hibari Kyoya! »urlò Costanza. Solo in quel momento la notò.
«Bene, bene. Abbiamo un intruso. Se non sbaglio quella è la divisa della scuola di Tokyo. »
I ragazzi la guardarono sbalorditi, visto che aveva avuto il coraggio di chiamare il ragazzo più pericoloso della scuola. Costanza si limitò solo a sorriderli senza risponderli estraendo il pacchetto dalla tasca della divisa per lanciarglielo. Hibari lo aveva preso al volo. «Ci si vede! » disse prima di andarsene notando i volti stupiti dei presenti.
«Laila? » Mary la cercava per tutta la scuola. “Ma dov’è finita? Dovremmo tornare a casa.” Si era ritrovata fuori in uno spazio aperto abbastanza grande da avere anche un campo da baseball. Era abbastanza lontana dai ragazzi che facevano qualche lancio ma qualcosa la colpì in testa. Si rigirò la palla che le era arrivata, massaggiandosi lievemente la testa cercando di capire di chi fosse. Un ragazzo, dai capelli neri e gli occhi di un castano scuro le si avvicinò insieme ad un ragazzo dai cappelli biondi e l’aria da tempista.
«Hey tutto bene? » chiese il moro un po’ preoccupato. Mary rimase due secondi a guardarlo senza dire una parola. Il moro si era avvicinato ancora di più.
«S-si. » iniziò a balbettare. Il ragazzo parve sollevato e le sorrise. Mary guardò la palla che teneva in mano e poi si rivolse di nuovo a lui. «È-è tua? » disse porgendoli la palla.
«Uhm. Sì grazie. » prese la palla che li passava con un sorriso.
«Mary! » gridò una voce. «Andiamo se no finiamo nei guai. »
«Arrivo Laila. » si rivolse di nuovo al ragazzo. «Ci vediamo. » li rivolse un sorriso e si diresse da Costanza che lasciarono la scuola.

«Stavi parlando con Yamamoto? »
«Chi, scusa? » chiese Mary un po’ stordita.
«Yamamoto Takeshi. Decimo guardiano della pioggia della Famiglia Vongola. »
«N-non lo sapevo. » iniziò a diventare rossa e Costanza lo notò. Quando arrivarono a casa Ami ed Anna le aspettavano.
«Questo è tuo. » disse Costanza lanciandole un mazzo di chiavi che Ami prese al volo.
Quando entrarono in casa sistemarono le loro valige. Mary e Ami si misero ai fornelli mentre Costanza faceva qualche lezione supplementare ad Anna quando il suo cellulare squillò.
«Pronto? »
«Mi stanno facendo davvero arrabbiare! » urlò la voce al cellulare.
«Che succede Sarah? »
«Non ce la faccio più! Non fanno altro che scambiarsi. Mi stanno facendo diventare matta! »
«Che succede? » chiese Mary uscendo dalla cucina.
«A quanto pare li ha trovati. » disse rivolta a Mary. «Chi dei due ha ereditato? »
«Entrambi! Ma nessuno dei due vuole lasciare l’altro e mi stanno facendo i dispetti.» si sentì un rumore proveniente dall’altro capo del cellulare. «Adesso vi faccio a pezzi! » ringhiò. Si sentirono dei rumori e qualche “Ahi” poi più niente.
«Cosa devo fare? » chiese disperata
«Portali entrambi. Ti aspetto qui entro domani.»
«Ma… » Costanza riagganciò. Mary stava ridendo di gusto.
«Di solito solo Gabriele la fa arrabbiare. » disse con le lacrime agli occhi per il troppo riso. Riuscì a contagiare anche Costanza, che ripensò a quella telefonata come ad una scena comica. Mary ritornò in cucina tra una risata e l’altra. Quando Costanza si riprese compose velocemente il numero di Gabriele.
«Gotovyy Alló(алло)
«Gabriele sono io. L’hai trovato? »
«Capo! Mia dolce musa. Sì in questo momento è qui con me. »
«Bene. Com’è andata? » ignorò il riferimento alla musa che le aveva appena fatto
«Ha accettato! La Famiglia Giegue è stata felice di sapere che era uno dei nostri. »
«Fantastico! Ti aspetto domani. Non osare fare tardi. »
«Ai suoi ordini mia musa. » riagganciò. Un pensiero felice invase la mente di Costanza. “Ora siamo al completo!”
 
Note dell'autrice: Salve! Mi scuso per il ritardo ma sono stata molto impegnata e non ho avuto il tempo di inserirla. Spero che la storia vi piaccia e ringrazzio tutti coloro che la leggono. Al prossimo capitolo! ;)

Dizionario: Gotovyy significa "Pronto" (l'ho tradotto con il traduttore non sono sicura che i russi rispondono così al cellulare)
Ringrazio holland per avermi informato che "Pronto" non si dice Gotovyy ma Alló e per aver aggiunto la mia storia nei preferiti :D
   
 
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