Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: amors    28/03/2014    0 recensioni
Questa storia parla di lei… Loren. Una ragazza come tante, con sogni ed ambizioni.
Lei vive di passioni…ama scrivere e pensa che questo suo amore sconfinato la aiuterà a conoscersi.
Poche certezze pervadono la sua esistenza, tante invece sono le incertezze che continuamente la fanno vacillare.
Questa è la sua quotidianità. La vita di un’adolescente di 15 anni che come tante desidera qualcosa di migliore, sogna la tanto attesa felicità. Un sentimento che sfugge troppo velocemente se raggiunto. Ma un giorno ci sarà un incontro, che cambierà radicalmente la visione che Loren ha del mondo…qualcuno la salverà proprio quando tutta la sua realtà comincerà a sgretolarsi, inarrestabilmente, prepotentemente…come acqua fra le dita.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Elpìs.
Capitolo 2. 






-
La luce che inondava il mio libro si fece fioca a poco a poco.
Alzai gli occhi ed incontro un’espressione serena, ed il più bel sorriso che io avessi mai visto. Mi morsi il labbro inferiore fermando i miei pensieri che troppo velocemente cercavano di scoprire quello sguardo meraviglioso. Aveva qualcosa in quello sguardo che mi rendeva difficile non guardarlo. Erano di un verde intenso ma a me parve di vederci frammenti di magnetite. Come delle piccole ombre che sfumavano quel colore limpido ed intenso.
Stemmo in silenzio per qualche instante. In quegli istanti infiniti scrutai ogni dettaglio del suo viso, ogni lineamento sembrava disegnato da un abile artista.
Finchè il biondo si decise a parlare.
 
‘’tranquilla poi passa.’’ –disse in un sussurro.
La sua voce tenue mi provocò un brivido lungo la schiena.
Lo guardai un po’ confusa.
‘’l’odio per il Greco, la voglia di bruciare il vocabolario, passano con il tempo’’ –spiegò di tutta risposta.
Non sapevo nulla di lui, nemmeno il suo nome, da come mi stava parlando però mi sembrò mi conoscesse da anni. Data la tranquillità e la confidenza con cui proferiva ogni parola…ma soprattutto, mi chiesi come facesse a sapere così bene i miei pensieri?
I suoi occhi vagano, fino a notare nell’angolo del mio quaderno svariate imprecazioni riferite a ciò che stavo provando a tradurre.
Rise.
Seguii il suo sguardo fino al mio elaborato.
Risi a mia volta imbarazzata.
‘’E’ davvero così palese il mio disgusto?’’
‘’non tanto il disgusto, più che altro vedevo nei tuoi occhi una tale afflizione…avevi un espressione divertente.’’
Arrossii.
Bene.
Avevo gia fatto una figuraccia…
Alzai le mani.
‘’oh bè questa versione è a dir poco impossibile..’’ risposi di rimando.
‘’posso esserti di aiuto?’’
‘’oh, no tranquillo, non vorrei disturbarti’’
‘’se non volessi non te lo avrei chiesto’’
Sorrise nuovamente.
Rivelando denti bianchi e perfetti.
‘’già, in tal caso, grazie’’
Si avvicinò a me lentamente, poi si chinò sentii il suo respiro leggero sul collo, era gradevole, maledettamente gradevole. Tremai.
Iniziò a guardare il testo della versione.
‘’in tutte le frasi è ripetuta una parola…quella parola è la causa dei miei problemi, non riesco a tradurla.’’ Mi affrettai a spiegare.
‘’che parola è?’’ -domandò.
‘’elpik…elpin..qualcosa di simile.’’
‘’elpìs?’’ -reclamò curioso.
‘’si, esatto! Sai cosa significa?’’ sperai.
‘’si, significa ‘’speranza’’, è una bella parola. ’’
A quelle parole, guardare nuovamente il testo da tradurre, ogni riga prese ad avere un significato perfetto. Non potei quasi crederci.
Presa dall’entusiasmo mi voltai per guardarlo, i nostri nasi si sfiorarono, eravamo incredibilmente vicini. Visti da quella distanza irrisoria i suoi occhi erano ancora più fantastici di quel che avessi notato, il verde delle sue pupille non era semplicemente acceso e luminoso, era lo stesso colore degli smeraldi, mi ci persi dentro per qualche secondo, prima di allontanarmi e di esclamare quasi in un sospiro
‘’ tu mi hai salvato la vita, non penso che queste righe sarebbero state tradotte senza il tuo aiuto’’
Rise. ‘’ma figuarati, ti ho solo aiutato con una parola, il resto lo hai fatto tu, e da quello che vedo non te la cavi così male come credi’’
Intanto iniziamo a parlare del più e del meno, scoprii che era al secondo liceo che in questa scuola corrisponde al quarto, anche se non ne ho mai capito il motivo. Era quindi di un paio d’anni più grande di me.
Il suo nome era Christopher, ma mi chiese di chiamarlo Chris.
Detestava il suo nome di battesimo, tanto quanto io detestavo il mio, entrambi avevamo degli abbreviativi per sostituirli. Oltre a questo,avevamo molto in comune e ciò ci portò, senza accorgercene, a parlare per un molto tempo. Era bello stare in quel modo, tranquilli. Il semplice parlare con lui non sembrva più un azione quotidiana e normale, ma era qualcosa di incredibilmente gradevole. Poi ti colpo prese il cellulare ed il piccolo numero segnato sul display lo riportò
alla realtà. ‘’è tardissimo, io devo scappare. Mi ha fatto piacere conoscerti’’
‘’anche a me, davvero’’ risposi sincera.
Prima di  vederlo andar via aggiunsi a voce abbastanza alta cosi che lui potesse sentirmi ‘’immagino di doverti un favore.’’
Fece un ampio sorriso e si voltò verso di me ‘’ah si? Ci penserò!’’
 
Sera.
Dopo cena andai a fare una doccia calda, bollente.
Sentii i muscoli del mio corpo rilassarsi sotto quel getto avvolgente.
Poi una volta uscita dalla doccia mi asciugai ed indossai il pigiama. Lavai i denti e feci una treccia. Prendo il mio quaderno indaco, lo stesso di sempre. Quello in cui scrivo i miei pensieri. Quei fogli conoscevano tutto quello che provavo…noia, ostinazione, delusione, felicità inspiegata…tutto.
Scrivevo principalmente perché speravo di riuscire a trovare me stessa rileggendo ciò che la penna imprimeva sul foglio, ma anche per fare chiarezza.
Misi le cuffie ed iniziai ad ascoltare la voce di Demi e dei Bastille mentre la mia penna guidata dai movimenti agili del mio polso sinistro riempiva lo spazio bianco.
 
Ripensai alle parole greche, e non so perché…


Le parole sono dispettose, ci fanno dire cose che non vorremmo a volte, come un ‘’addio’’ o ‘’ti odio’’. Altre volte, quando si ha troppa paura per dirle, ci impediscono di sentirci come vorremmo. Altre  ci permettono di nascondervici, come i ‘’dicono che…’’ ‘’si dice che…’’ ‘’gira voce che…’’.
Nel caso delle traduzioni, i termini custodiscono l’elettricità del mistero. Allora chissà perché ripensai ai sostantivi della versione di oggi, pensai ad Elpìs… la speranza.
Medito su cosa voglia dire questo vocabolo, per me sperare non significa credere ciecamente che le cose possano andare bene, secondo me la speranza non rappresenta ‘ostinato ottimismo’, quanto più ‘forza’.
La tenacia di chi lotta e non si arrende perché crede in qualcosa, come chi ha un sogno e lo protegge.
‘’Elpìs’’ è la parola più bella del mondo.
Forse Chris aveva ragione, il greco non era poi tanto male…e non solo il greco.

Guardai la luna, il firmamento...immaginai le gemme più belle, nulla in confronto allo smeraldo in quegli occhi.
 
 
Prima di addormentarmi presi il cellulare ed iniziai a parlare con le miei amiche a distanza. Da un anno circa, parlo con loro ogni giorno. Sono più che amiche ormai, sono come una famiglia. Perché con loro sono sincera, con loro è tutto diverso. La cosa che odio di più però è la distanza che ci divide, una maledizione/benedizione che da una parte non ci permette di uscire insieme, di scherzare, di abbracciarci, ma che dall’altra, ci unisce più di qualsiasi altra cosa.
Sembra un paradosso, ma è la realtà. La distanza unisce, la vicinanza allontana.
 -
Il giorno seguente, stessa storia, medesima sensazione di sonnolenza. Inziai la giornata come al solito, con un caffè, per poi consumarne un secondo una volta a scuola.
Tutto normale fino alle 12, orario in cui varcai
finalmente la soglia dell’ uscita. Fra i ragazzi del liceo incontrai Chris.
Mi sorrise e venne da me.
Mi face cenn0 di seguirlo fuori dalla calca, lo feci e quando finalmente sentii quel chiasso alle spalle domandai dove stessimo andando. ‘’mi devi un favore giusto?’’ chiese beffardo.
‘’si, ma continuo a non capire.’’ dissi.
‘’ecco, al posto di un favore, ti chiedo di fidarti di me’’

 
 
-loren
 
 
 
Spazio autrice

Salve gente! Quello che ho postato è molto poco, me ne rendo conto… ma i capitoli che seguiteranno saranno moolto più lunghi e complessi, i promise! Ahahahah
Bene, spero ci sia qualche recensione, mi farebbe davvero piacere.
Intanto vi lascio il mio nick di twitter se vi va di fare conoscenza o di chiedermi o farmi sapere qualcosa!
E poi vi allego una gif in cui vi mostro la mia idea di Chris e di Loren J
 
 
He.
https://www.google.it/search?q=nolan+gerard+funk+gif&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=g6s1U4LZGKKn4gTt3IGYCQ&ved=0CAYQ_AUoAQ&biw=1188&bih=565#facrc=_&imgdii=_&imgrc=o6HkDwPFhurDgM%253A%3B5MyBZ_OaHaKKkM%3Bhttp%253A%252F%252Fpeliculasdb.net%252Fimg%252F687474703a2f2f69612e6d656469612d696d64622e636f6d2f696d616765732f4d2f4d5635424d5459774d5449334d546b334d5635424d6c3542616e426e586b46745a5463774d6a6b314e7a6b314f4140402e5f56312e5f53583634305f53593530305f2e6a7067.png%3Bhttp%253A%252F%252Fpeliculasdb.net%252Fbio%252Fnolan-gerard-funk%252F6e6d31323839313733%252F%3B640%3B430     
 
she.
https://www.google.it/search?q=nolan+gerard+funk+gif&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=g6s1U4LZGKKn4gTt3IGYCQ&ved=0CAYQ_AUoAQ&biw=1188&bih=565#q=kaya+scodelario+gif&tbm=isch&facrc=_&imgdii=_&imgrc=AOS1M6bQJm00aM%253A%3BtynGzgvIaEsTZM%3Bhttp%253A%252F%252Fmedia.tumblr.com%252Ftumblr_m1owr0qvb81r83779.gif%3Bhttp%253A%252F%252Fdanysalternate.tumblr.com%252Fpost%252F22061831689%252Fkaya-scodelario-gifs%3B499%3B281

XOXO
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: amors