“Ciao…”
Briam sta sulla soglia della casa torturandosi le
mani; non sa bene come comportarsi, sua sorella e sua madre sono
lì e lui non
ha mai avuto occasione di chiamare qualcuno mamma… Non
è ancora pronto per
chiamarla così.
“Serafina;
sono qui per portare Joceline a… fare un giro”
Non crede di essere tenuto a dirle dove stanno andando, forse lo
scoprirà
comunque, ma è meglio non rischiare. Serafina annuisce
comprensiva e chiama la
figlia più giovane, che arriva ancora un po’
stravolta.
“Ciao…”
Saluta lei, altrettanto incerta.
“Ciao!
Ecco qualcuno che può farci uscire. Io mi sto
annoiando e mi devo allenare” Kedar è
l’unico che è allegro, l’unico che
è
ansioso di fare qualcosa ed è tremendamente difficile
riuscire a sopportare
quel buon umore quando si è tutti tristi e arrabbiati.
“Per
ora dovrai rimanere qui. Solo Joceline verrà.
Andiamo” Si rivolge brusco al ragazzo e Joceline non
può altro che seguirlo
fuori dalla porta, giù per le scale.
Camminano
verso il limitare della foresta, più avanzano e
meno alberi-casa ci sono; sembra che quella zona sia la strada per la
casa di
un eremita. Joceline è curiosa, ma anche preoccupata; non
riesce a percepire
Jofri da quando sono arrivati, sembra lontano e al contempo vicino.
“Siamo
quasi arrivati” Briam interrompe il flusso di
pensieri della sorella, che solleva la testa e osserva per la prima
volta il
volto del giovane uomo che gli cammina di fianco; ha i capelli biondi e
gli
occhi grigi, come sua madre, mentre i lineamenti del viso sono
spigolosi, ma
mantengono nell’aria severa una nota di dolcezza, come quelli
del padre.
“Eccoci”
Si affacciano su un piccolo spiazzo verde, una
piccola casetta è costruita di fianco ad una roccia che si
affaccia su un
dirupo; gli alberi corrono tutt’intorno al prato verde. Fuori
su una piccola
panchina è seduto un vecchio elfo dall’aria stanca.
“Chi
è?” Chiede Joceline incoriusita; Briam scuote la
testa e le fa segno di avvicinarsi e mentre lei lo fa lui rimane
indietro,
osservando incuriosito la scena. Arrivata vicino all’anziano
elfo si ferma
esitante, ma lui le fa segno di sedersi e così fa.
“Immagino
che avrai già sentito parlare di me, da tuo
zio… Ora sono sicuro che non avrai idea di chi sia. Credo
che mi crederai
morto, tutti mi credono morto” Fa una pausa per riflettere su
quelle parole e
poi continua “… Io sono Oromis, cavaliere di
drago”
In quello
stesso momento un drago dorato atterra in
quello spiazzo, seguito da altri due draghi, Jofri e Francesca; il
drago dorato
è leggermente più grande di Francesca, ma non
è quello che si aspettava; Eragon
le aveva raccontato di un enorme drago senza una zampa, mentre quello
ha tutte
le zampe, munite di spaventosi artigli.
“Questo
è Glaedr; immagino che lo credessi diverso, il
suo Eldurnari è ritornato in vita con l’aiuto
dello spirito dei draghi” Joceline
si alza per andare verso i tre draghi; non ha mai visto delle squame
così
lucide, sembrano oro liquido.
“È
bellissimo…” Si gira verso l’elfo ancora
seduto e lui
le sorride.
“Grazie di tenermi
in considerazione” Sbuffa Jofri, Joceline si morde
il labbro e gli lancia
un’occhiataccia, ma si sente finalmente felice e il cuore si
libera di un peso.
“Sono
felice di vedervi vivi… Credo” Dice rivolta a
drago
e cavaliere.
“Non
siamo mai morti veramente; io solo per qualche
secondo, dopo di che mi hanno guarito e il mio cuore è
ritornato a battere; ma
questo è stato sufficiente per distruggere il corpo di
Glaedr, come vedi però è
tornato più in forma di prima. Questo non si può
dire di me… Ero vecchio e
stanco anche prima, ma morire mi ha indebolito. È
un’esperienza che cambia
tutto, radicalmente” Sospira.
“Perché
sono qui?” Chiede Joceline ritornando al
presente; perché dovrebbero averla condotta lì?
Da un vecchio elfo che fatica a
camminare.
“Galbatorix
sta arrivando, devi scegliere da che parte
stare… Tuo padre è stato così
coraggioso da darti una scelta, non sprecare
questa opportunità” È
tutto quello che
hanno da dire. Fare una scelta! Come può fare una scelta?
Decidere di cambiare
per sempre vita o essere una serva? Serva riverita, però; ma
sempre serva.
“Sono
con voi” Lo sguardo leggermente perso, ma ha appena
scelto di combattere e non può darsi già per
vinta.
“Bene;
hai fatto la scelta giusta. Adesso dobbiamo
pensare a istruirti il più possibile, prima
dell’arrivo delle armate di
Galbatorix; io ti insegnerò tutto sulla magia, mentre Briam
ti aiuterà nel
combattimento”
***
Passa
un’intera settimana, Joceline è sommersa dagli
impegni, riesce ad avere un momento libero solo per mangiare e dormire;
Briam è
un insegnante bravo e comprensivo, in più non le fa pesare
di essere stata una
pedina di Galbatorix e così Jceline si dedica completamente
alla causa.
“Dimmi…”
Inizia Briam, dopo un lungo allenamento con la
spada “Com’è Murtagh?” Chiede
sedendosi vicino ad un albero.
“Lui
è… Non so come dirlo, non ci ho mai pensato
veramente… Credo che sia un buon padre; sicuramente mi vuole
bene e credo ne
voglia anche a te, non deve essere stato facile mandarti via, io non so
se ci
riuscirei” Sospira.
“Credo,
però che tu assomigli di più alla
mamma” Sorride;
passano ore a raccontarsi di come sono stati i primi voli coi loro
draghi e di
come una volta Joceline sia scappata e Murtagh abbia impiegato due
giorni per
ritrovarla.
“Dovresti
dargli un’opportunità; non so come, ma sento
che ti vuole bene” Lui scuote la testa sconsolato.
“È
difficile; lui non c’era, non c’è mai
stato… Per
qualunque ragione l’abbia fatto, non cambia il fatto che lui
non c’era”
Sospira; nessuno dei due parla più, si godono il tramonto
come due normalissimi
fratelli.
***
“Arrivano;
o meglio sono già qui, si sono appostati al
margine della foresta. Credo che attaccheranno il prima possibile,
stanno già
cercando di rompere le nostre protezioni. Quindi adesso, chiunque non
serva o
non sia in grado di combattere deve recarsi al palazzo; lì
sarete al sicuro.
Mentre gli altri dovranno seguire le direttive dei comandanti del loro
schieramento” Detto questo la
riunione si scioglie e c’è un vorticare di persone
che si affaccenda, dedita al
proprio compito.
“Joceline!
Briam! Io devo andare; vi prego, state attenti”
E la voce di Serafina viene inghiottita dalle altre, mentre i suo
capelli
biondi scompaiono dalla vista dei due ragazzi.
“Voi!”
L’elfa che aveva parlato poco prima si avvicina
“Andate
da Oromis, lui vi dirà cosa fare. È tutto
pronto” E così fanno, l’elfo li sta
aspettando; nella sua capanna c’è la loro
armatura, mentre i tre draghi sono
già bardati e pronti.
“Verrai
con noi?” Chiede Joceline scrutando attentamente
Oromis; non vuole che li accompagni, è sicura che
morirà se prova anche solo a
combattere in sella a Glaedr. L’elfo scuote la testa con un
sorriso dolce.
“No,
ma lui verrà” Indica il drago dorato che ringhia,
pronto per la battaglia “È un testone, non mi
ascolta mai; ma sono d’accordo
con lui, vi proteggerà, ascoltatelo” A quelle
parole seguono suoni scomposto.
“È
iniziata”
NOTA
DELL’AUTRICE:
Ancora in ritardo… sono imperdonabile, lo so. Passando al
capitolo, spero vi
sia piaciuto; vi informo che siamo quasi giunti alla fine e questo lo
devo a voi,
perché senza il vostro supporto morale non ci potrei mai
riuscire ;).