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Autore: Ortceps    29/03/2014    5 recensioni
STORIA CONCLUSA
In un ipotetico futuro in cui Galbatorix ha vinto e Eragon gli ha giurato fedeltà, così Murtagh e il fratello si sono arresi al dominio del re.
Dopo cinque anni dalla completa distruzione dei Varden il re inizia a pretendere che Murtagh si sposi, ma dopo aver rifiutato molte delle ragazze proposte dal re, Galbatorix gli da una scadenza:
“Sposerai questa ragazza o qualsiasi altra, adeguata al tuo ceto sociale, naturalmente; hai due mesi”
“Perché non può essere Eragon a sposarla?”
L’espressione che compare sul viso del re è molto più dura di quanto ci si potrebbe aspettare da una così stupida obbiezione.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ciao…” Briam sta sulla soglia della casa torturandosi le mani; non sa bene come comportarsi, sua sorella e sua madre sono lì e lui non ha mai avuto occasione di chiamare qualcuno mamma… Non è ancora pronto per chiamarla così.

“Serafina; sono qui per portare Joceline a… fare un giro” Non crede di essere tenuto a dirle dove stanno andando, forse lo scoprirà comunque, ma è meglio non rischiare. Serafina annuisce comprensiva e chiama la figlia più giovane, che arriva ancora un po’ stravolta.

“Ciao…” Saluta lei, altrettanto incerta.

“Ciao! Ecco qualcuno che può farci uscire. Io mi sto annoiando e mi devo allenare” Kedar è l’unico che è allegro, l’unico che è ansioso di fare qualcosa ed è tremendamente difficile riuscire a sopportare quel buon umore quando si è tutti tristi e arrabbiati.

“Per ora dovrai rimanere qui. Solo Joceline verrà. Andiamo” Si rivolge brusco al ragazzo e Joceline non può altro che seguirlo fuori dalla porta, giù per le scale.

Camminano verso il limitare della foresta, più avanzano e meno alberi-casa ci sono; sembra che quella zona sia la strada per la casa di un eremita. Joceline è curiosa, ma anche preoccupata; non riesce a percepire Jofri da quando sono arrivati, sembra lontano e al contempo vicino.

“Siamo quasi arrivati” Briam interrompe il flusso di pensieri della sorella, che solleva la testa e osserva per la prima volta il volto del giovane uomo che gli cammina di fianco; ha i capelli biondi e gli occhi grigi, come sua madre, mentre i lineamenti del viso sono spigolosi, ma mantengono nell’aria severa una nota di dolcezza, come quelli del padre.

“Eccoci” Si affacciano su un piccolo spiazzo verde, una piccola casetta è costruita di fianco ad una roccia che si affaccia su un dirupo; gli alberi corrono tutt’intorno al prato verde. Fuori su una piccola panchina è seduto un vecchio elfo dall’aria stanca.

“Chi è?” Chiede Joceline incoriusita; Briam scuote la testa e le fa segno di avvicinarsi e mentre lei lo fa lui rimane indietro, osservando incuriosito la scena. Arrivata vicino all’anziano elfo si ferma esitante, ma lui le fa segno di sedersi e così fa.

“Immagino che avrai già sentito parlare di me, da tuo zio… Ora sono sicuro che non avrai idea di chi sia. Credo che mi crederai morto, tutti mi credono morto” Fa una pausa per riflettere su quelle parole e poi continua “… Io sono Oromis, cavaliere di drago”

In quello stesso momento un drago dorato atterra in quello spiazzo, seguito da altri due draghi, Jofri e Francesca; il drago dorato è leggermente più grande di Francesca, ma non è quello che si aspettava; Eragon le aveva raccontato di un enorme drago senza una zampa, mentre quello ha tutte le zampe, munite di spaventosi artigli.

“Questo è Glaedr; immagino che lo credessi diverso, il suo Eldurnari è ritornato in vita con l’aiuto dello spirito dei draghi” Joceline si alza per andare verso i tre draghi; non ha mai visto delle squame così lucide, sembrano oro liquido.

“È bellissimo…” Si gira verso l’elfo ancora seduto e lui le sorride.

Grazie di tenermi in considerazione” Sbuffa Jofri, Joceline si morde il labbro e gli lancia un’occhiataccia, ma si sente finalmente felice e il cuore si libera di un peso.

“Sono felice di vedervi vivi… Credo” Dice rivolta a drago e cavaliere.

“Non siamo mai morti veramente; io solo per qualche secondo, dopo di che mi hanno guarito e il mio cuore è ritornato a battere; ma questo è stato sufficiente per distruggere il corpo di Glaedr, come vedi però è tornato più in forma di prima. Questo non si può dire di me… Ero vecchio e stanco anche prima, ma morire mi ha indebolito. È un’esperienza che cambia tutto, radicalmente” Sospira.

“Perché sono qui?” Chiede Joceline ritornando al presente; perché dovrebbero averla condotta lì? Da un vecchio elfo che fatica a camminare.

“Galbatorix sta arrivando, devi scegliere da che parte stare… Tuo padre è stato così coraggioso da darti una scelta, non sprecare questa opportunità”  È tutto quello che hanno da dire. Fare una scelta! Come può fare una scelta? Decidere di cambiare per sempre vita o essere una serva? Serva riverita, però; ma sempre serva.

“Sono con voi” Lo sguardo leggermente perso, ma ha appena scelto di combattere e non può darsi già per vinta.

“Bene; hai fatto la scelta giusta. Adesso dobbiamo pensare a istruirti il più possibile, prima dell’arrivo delle armate di Galbatorix; io ti insegnerò tutto sulla magia, mentre Briam ti aiuterà nel combattimento”

***

Passa un’intera settimana, Joceline è sommersa dagli impegni, riesce ad avere un momento libero solo per mangiare e dormire; Briam è un insegnante bravo e comprensivo, in più non le fa pesare di essere stata una pedina di Galbatorix e così Jceline si dedica completamente alla causa.

“Dimmi…” Inizia Briam, dopo un lungo allenamento con la spada “Com’è Murtagh?” Chiede sedendosi vicino ad un albero.

“Lui è… Non so come dirlo, non ci ho mai pensato veramente… Credo che sia un buon padre; sicuramente mi vuole bene e credo ne voglia anche a te, non deve essere stato facile mandarti via, io non so se ci riuscirei” Sospira.

“Credo, però che tu assomigli di più alla mamma” Sorride; passano ore a raccontarsi di come sono stati i primi voli coi loro draghi e di come una volta Joceline sia scappata e Murtagh abbia impiegato due giorni per ritrovarla.

“Dovresti dargli un’opportunità; non so come, ma sento che ti vuole bene” Lui scuote la testa sconsolato.

“È difficile; lui non c’era, non c’è mai stato… Per qualunque ragione l’abbia fatto, non cambia il fatto che lui non c’era” Sospira; nessuno dei due parla più, si godono il tramonto come due normalissimi fratelli.

***

“Arrivano; o meglio sono già qui, si sono appostati al margine della foresta. Credo che attaccheranno il prima possibile, stanno già cercando di rompere le nostre protezioni. Quindi adesso, chiunque non serva o non sia in grado di combattere deve recarsi al palazzo; lì sarete al sicuro. Mentre gli altri dovranno seguire le direttive dei comandanti  del loro schieramento” Detto questo la riunione si scioglie e c’è un vorticare di persone che si affaccenda, dedita al proprio compito.

“Joceline! Briam! Io devo andare; vi prego, state attenti” E la voce di Serafina viene inghiottita dalle altre, mentre i suo capelli biondi scompaiono dalla vista dei due ragazzi.

“Voi!” L’elfa che aveva parlato poco prima si avvicina “Andate da Oromis, lui vi dirà cosa fare. È tutto pronto” E così fanno, l’elfo li sta aspettando; nella sua capanna c’è la loro armatura, mentre i tre draghi sono già bardati e pronti.

“Verrai con noi?” Chiede Joceline scrutando attentamente Oromis; non vuole che li accompagni, è sicura che morirà se prova anche solo a combattere in sella a Glaedr. L’elfo scuote la testa con un sorriso dolce.

“No, ma lui verrà” Indica il drago dorato che ringhia, pronto per la battaglia “È un testone, non mi ascolta mai; ma sono d’accordo con lui, vi proteggerà, ascoltatelo” A quelle parole seguono suoni scomposto.

“È iniziata”    

 

  NOTA DELL’AUTRICE: Ancora in ritardo… sono imperdonabile, lo so. Passando al capitolo, spero vi sia piaciuto; vi informo che siamo quasi giunti alla fine e questo lo devo a voi, perché senza il vostro supporto morale non ci potrei mai riuscire ;).

   
 
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