Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Fanni    01/04/2014    2 recensioni
-"E' ghiacciata."- rabbrividii al solo tocco.
-"E' morta."- gesticolò con le mani.
-"Siete sicuri?"- alzò un sopracciglio.
-"Ovvio, siete dei cretini, è da milioni di anni chiusa in un cubo di ghiaccio."-
-"Dio, questo è spaventoso."- afferrai la prima cosa che mi capitò tra le mani.
Un urlò riempì la stanza. spalancai gli occhi, correndo via.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Pattie Malette, Ryan Butler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frost.
Capitolo 4.
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Amavo il rumore del vento, mi ricordava casa mia, così lontana da me, così lontana da tutti, come me, così lontana da una vita.
Avevo così tante cose da dire, così tante cose da chiedere, così tanto da urlare, ma non potevo,  non potevo farlo, senza un perché, senza un motivo ben preciso.
Tutti si esprimevano con parole, se dovevano dire qualcosa usavano suoni provenienti dalle loro labbra, ma io.. cosa potevo usare? Come potevo esprimermi?
-“Saihra, che ne dici di andare a comprare qualche vestito?”- aveva un sorriso così dolce, così come la sua voce, la guardai accennando un movimento della testa, la vidi sorridere ancora.-“E’ un si tesoro?”- feci un altro cenno con la testa, allungò la sua mano verso di me e mi prese il braccio, stringendolo con poca forza-“Mamma, se devi comprarle dei vestiti, vengo anch’io.”-pattie si girò verso di lui mettendo le mani sui fianchi.-“Scordatelo, è una cosa tra donne.”- annuì e Justin si appoggiò allo stipite della porta-“Mamma, mia dolce cara mamma, ti ricordo che, l’ultima volta che hai comprato un abito ad una ragazza, sembrava una vecchia decrepita.”- alzò gli occhi al cielo e posò il suo sguardo su di me, provai ad aprire la bocca per far uscire dei suoni, ma l’unica cosa che riuscii a fare, furono dei versi-“Visto?Anche lei pensa sia una cosa tra donne.”- sbuffò-“Vuoi che venga anche io?”- anche lui mi guardò, ed ancora una volta aprii bocca, senza risultati.-“ Visto? Vuole che venga, vi aspetto in macchina.”- fece spallucce allontanandosi dalla porta.
-“E’ testardo, come suo padre.”- annuì conducendomi fuori dalla stanza, scendemmo le scale raggiungendo il salotto e poi la porta-“Ma tranquilla, alla fine è un bravo ragazzo.”- mi sorrise aprendo la porta.
Il cielo era diverso, era azzurro, un azzurro in cui potresti perderti, un colore non troppo scuro, ne troppo chiaro, il colore perfetto.
Raggiungemmo la macchina ed vi entrammo, justin era già al volante e picchiettava le dita su di esso. -“Troppo lente, dovete essere più veloci.”- fece un sorriso divertito guardandomi dallo specchietto, alzai le spalle portando il mio sguardo fuori dal finestrino.
Guardavo i palazzi diventare man mano delle sfumature, ognuna di un colore diverso, non avevo mai visto così tanti colori, non così.


-“Il vestito a fiori.”- pattie indicò il vestito che aveva tra le mani.-“Il vestito nero.”- Justin indicò quello tra le mani della commessa.
Li guardai sconcentrata portando lo sguardo su l’uno e poi l’altro.-“Lei è davvero graziosa, le consigliere il vestito nero.”- la commessa prese parola, quasi sussurrò.
Entrambi spostarono lo sguardo su di lei che arrossì di colpo, justin sorrise soddisfatto-“Vestito nero.”- sorrise alla commessa ed iniziò a muoversi in modo strano. -“Li prendiamo entrambi.”- pattie sbuffò prendendo tutti i vestiti che avevamo preso e si diresse alla cassa.
-“E’ un po’ permalosa.”- mi sorrise mettendo una mano dietro la schiena e conducendomi verso la cassa.
Avevamo preso tantissimi vestiti, non mancava nulla.
Era tutto così strano, nessuno si era mai comportato in quel modo con me, nessuno era mai stato gentile con me.
Quelle persone mi stupivano sempre di più, ma alla fine non era niente di nuovo, sembrava un libro letto e riletto, un libro che oramai conosci a memoria, parola per parola.
Tutti questi vestiti, erano così diversi, niente li accumunava a quelli di un tempo, assolutamente niente.
‘si compirà, accadrà.’
Quelle voci stridule e penetranti ricomparirono nella mia testa, la scossi piano cercando di far svanire il dolore, ma man mano aumentava sempre di più, e le voci urlavano ancora di più.
Strinsi le mani a pugno, e sentii le gambe tremarmi, strizzai gli occhi scuotendo più forte la testa.
Sentii lo sguardo di Pattie e di Justin addosso-“Saihra, tutto okai?”- mi guardarono dolcemente, cercando di afferrarmi per il braccio, ma nulla, ero già accasciata a terra.
Tenni la testa tra le mani, il dolore lancinante che non spariva. -“no, no, no.”- continuai ad urlare con la gola che mi si stringeva, ed i battiti del cuore che acceleravano sempre di più.

-“Ti farai del male.”- l’uomo mi strinse forte il polso tirandomi verso di lui-“Che vuoi che succeda?”- sorrisi lanciandomi nel vuoto.









 
SPAZIO AUTRICE:
salve piccole.
Allora, so che il capitolo è corto, 
volevo farlo più lungo però..
non mi è stato possibile, sono riuscita a trovare
un po' di tempo e quindi ho deciso di 
cogliere l'attimo, così da pubblicare prima
il capitolo e non farvi aspettare molto.
Detto questo.. spero che vi piaccia,
qualsiasi cosa, bella o brutta,
che pensiate ditela pure, è sempre
un piacere leggere i vostri pareri.
E poi.. uhmm per qualsiasi cosa, domande o per sapere 
quando posterò il capitolo scrivetemi qui twitter: https://twitter.com/drewvojce
oppure sul mio ask http://ask.fm/drewvojce
bacioni, fanny.
  
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