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Autore: fredlove    01/04/2014    2 recensioni
Emma Jo Mitchell è la nipote di Peter ed Elizabeth.
Neal Caffrey... è Neal. Sicuro di sè, di far sempre colpo sulle donne, abituato a vederle a cadere ai suoi piedi.
Tutto inizia con delle frecciatine, battibecchi finché ci scappa anche un bacio! Ma... Emma si tira indietro.
C'è un passato che lei vuole dimenticare, e Neal non fa altro che ricordarglielo inconsciamente.
Bene, vi ho incuriosito? Leggete!!!
[... ]
Dal capitolo 3
Peter scosse il capo, mentre Emma rimaneva a guardare Neal che continuava a provocarla.
- Te crois-tu tout permis pour ta beautè et pour charme de tes yeaux bleus.* - sibilò, sorridendo con una smorfia alla sua espressione interrogativa.
Neal finì di sorseggiare il caffé, prima di alzarsi con eleganza, indossare il cappello e seguire Peter verso l'uscita.
Poi si voltò, un'ultima volta. - Ciao Eli, ci vediamo. -
- Ciao Neal. - gli rispose dalla cucina.
- En passant, merci pour le compliment.* - disse poi, rivolgendosi ad Emma che si era portata la tazza alle labbra.
La ragazza tossì, visto che le era andato di traverso il contenuto ed alzò lo sguardo su di lui.
- A più tardi, Emma. -

[...]
Non meno importante. La storia è in collaborazione con la mia amica Ambra.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Burke, Neal Caffrey, Nuovo Personaggio, Peter Burke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un rumore insistente, lo portò nel dormiveglia.
Passare la mano accanto a lui, trovando la metà del letto vuota ed ormai fredda, lo svegliò del tutto.
Ad un richiamo, nessuna voce in risposta.
Si alzò del tutto, andando in cucina, e trovando solo un post-it sul tavolo.
"Mi dispiace, ti ho usato per dimenticare."
dal cpt 22







Cap 23






Neal sbattè le palpebre, rileggendo il post-it che aveva in mano.
Piccato, punto nell'orgoglio maschile, si morse il labbro.
Da che ricordava, non gli era mai successo. Emma era la prima ragazza che sgattaiolava dalla sua camera da letto, e gli lasciava un messaggio simile.
La porta si aprì, rivelando la figura elegante di June.
- Oh, caro, sei già sveglio. Colazione con me?-
Lui annuì, schiarendosi la gola. - Il tempo di una doccia, June. -
- Bene, e mi dirai cosa non va. -
La guardò.
June ormai lo conosceva bene, e sapeva quando qualcosa non andava. Si fece una doccia veloce, cercando una risposta che per lui era inesistente.
- Allora?-
Glielo domandò appena seduto di fronte a lei, mentre gli versava il caffè italiano nella tazzina di porcellana.
Neal inspirò l'aroma, prima di portarlo alle labbra. Amaro, come piaceva a lui.
- Sono finito a letto con la nipote di Peter. - bevve un sorso. - Perché lo desideravo, e lei anche. -
- Ma?-
- Lei si è dileguata, e ha lasciato questo. - le porse il post-it. - Niente. Continua ad aggrapparsi al passato. Di cui io non so niente. Perché si ostina a non parlarne. -
June lo guardò materna. - Non è che ti senti solo punto nell'orgoglio, tesoro? - gli sorrise bonaria.
Neal fece un mezzo sorriso, prima di addentare il cornetto fragrante. - Forse. Lei è... June, non so cosa mi prende con lei. -
- Conosco poco la nipote di Peter. Ma da ciò che ho notato è orgogliosa e testarda quanto te. - posò la tazza sul piattino. - Hai trovato qualcuno che ti tiene testa. Non lasciartela scappare. -
Neal si mise a ridere, rincuorato. - June, è lei che scappa. Forse più veloce di me.-
- Forse è perché non sei abituato a tutto questo caro. Hai trovato una ragazza, che nonostante sia attratta da te, evita di gettarsi ai tuoi piedi. - lo guardò. - Quel suo modo di sfuggire ti attrae, ti piace, e hai paura che possa scappare senza che tu riesca a fermarla. -
- È la nipote di Peter. -
- Non ti ha fermato, stanotte, a quanto hai detto. No?-
Neal per poco si strozzò con il boccone. Tossì, sempre in modo elegante, ma la ciò che aveva detto June l'aveva riportato al fatto.
Lui era andato a letto con Emma.
La nipote di Peter.
Era morto.
Se Peter lo scopriva, ovvio.





Emma si rigirò nel letto. La stanza era illuminata appena, da un filo di luce che penetrava dalla tenda scura.
Tirò un sospiro , sentendo così il profumo di Neal che ancora aleggiava sul suo corpo.
Si morse le labbra, emettendo un mugolio.
Neal le era entrato nel sangue. *

Lui mi ha... colto alla sprovvista. Mi è entrato nel sangue e qualunque cosa io faccia... non riesco a liberamene.
-TVD 3x16


Quella era stata una notte guidata dall'istinto passionale.
I baci. Le carezze.
I movimenti decisi di lui.
L'aveva usato per dimenticare ogni cosa.
E se n'era andata alle quattro di mattina, lasciandogli solo un bigliettino.
Codarda.
Il cellulare vibrò, prima di iniziare a suonare. Lo prese d'istinto, notando poi che era la sveglia impostata.
Cosa si aspettava?
Non aveva dormito poi molto, anche tornata a casa. Rimasta a rimurginare sul suo comportamento con Neal.
Sentì i passi di suo zio fuori dalla stanza.
Non voleva affrontarlo.
Non voleva nemmeno far colazione, anche se lo stomaco borbottava.
Come un automa, si alzò dal letto, prese il pc e si rimise sotto le coperte.
Lo accese e attese.
Niente la rilassava come ascoltare musica ad alto volume, correre, o guardare qualche episodio di Versailles no Bara.







La conversazione con June, durante la colazione, gli aveva lasciato quel fatidico dubbio.
Se Peter avesse scoperto che era andato a letto con sua nipote?
Il minor reato era togliersi la cavigliera e fuggire.
Era bravo a fuggire. Nascondersi.
Ma Peter era più bravo nel riprenderlo.
Ora, quindi, doveva solo tenere per sé ciò che era successo con Emma.
Era questa la conclusione della faccenda. Non c'era nemmeno verso di farne una questione di stato.
Avevano passato una notte a dir poco... infuocata.
Dopo tutti quei battibecchi, lo stuzzicarsi, i litigi.
E lei l'aveva lasciato con quel bigliettino. Scusandosi per averlo usato per dimenticare.
Non era assolutamente una cosa da dire il tutto a Peter.
Un'occhiata veloce, verso l'ufficio di Peter dove vide Sarah, prima di posare il cappello sulla scrivania.
Un'occhiata e Peter lo chiamò.
Con calma risoluta entrò nel suo ufficio.
- Peter, Sarah di nuovo qui?-
- Neal. -
- Caffrey. -
Il sorrisetto di Sarah non gli piacque.
- Questa notte c'è stato un altro furto, nella proprietà privata di un cliente della Sterlign Bosch. -
Neal si finse incredulo. Era palese che Sarah lo stava accusando. Certo di una cosa in cui lui non c'entrava affatto.
- Dov'eri stanotte?-
- Casa mia. Nel mio letto. -
Sarah non andare avanti. Ti prego.
Voleva urlare quella pseudo preghiera.
- La cavigliera può confermarlo. -
La donna rise. - Qui ti volevo, Neal. Vedi da mezzanotte alle quattro e mezza di mattina, c'è stato un lieve black out. I dati della tua cavigliera sono persi. E guarda caso, il furto si è svolto in quelle ore. -
- Ero a casa mia. Ripeto. -
- Davvero? Qualcuno lo può confermare?-
Neal la guardò. Incredibile quanto può vendicarsi una donna, quando è rifiutata.
Non che lui la 'rifiutasse'. Semplicemente aveva declinato il suo invito a cena, quella stessa sera del litigio con Emma.
La notte con Emma era stata una semplice... aggiunta a quel programma.
Il punto era : finire di nuovo indagato per un furto che non aveva commesso, o dire la verità anche davanti a Peter?



















Nda: La frase 'Neal le era entrato nel sangue' è presa da The Vampire Diaries. Elena lo dice a Matt, riguardo a Damon. Nella citazione ho omesso solo il nome. *non vorrei farlo*

   
 
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