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Autore: Saysomething97    01/04/2014    1 recensioni
KURTBASTIAN
Kurt come tutti i giorni scappa da Karofsky e dalla sua banda. Un semplice livido sulla guancia lo farà avvicinare a Sebastian e magari un semplice aiuto da uno sconosciuto si trasformerà in altro.
Dal primo capitolo: *“Okay, comunque sono Sebastian Smythe e sai dovresti metterci qualcosa su quel livido o continuerà a gonfiarsi”
“Cosa sei ora la mia infermiera?”
“Se per te va bene” mi rispose Sebastian facendomi l’occhiolino.
Mi prese per un braccio e mi fece uscire dal locale.
“Comunque non mi hai detto come ti chiami”
“Kurt, Kurt Hummel” risposi.
Non sapevo per quale motivo lo stessi seguendo ma tanto ormai la situazione non poteva peggiorare.*
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Hunter Clarington, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lo seguii fino al parcheggio del Lima Bean, durante tutto il tragitto mi tenne per il polso, aveva per caso paura che scappassi? Dopo aver superato diverse file di macchine arrivammo vicino ad un’auto blu.

Sebastian tirò fuori dalla tasca dei pantaloni grigi della divisa un mazzo di chiavi. Aprì il portabagagli della macchina e da lì tirò fuori una cassetta del pronto soccorso.

“Come mai hai una cassetta del pronto soccorso?” chiesi.

“Mia madre è un’infermiera e sai com’è è fissata con il fatto della sicurezza eccetera. Me l’ha infilata nel portabagagli il giorno che mi diedero l’auto per il compleanno, ogni tanto controlla se c’è ancora. E poi cosa c’è di male?” disse, mentre cercava non so cosa in quella cassetta.

“No niente, è solo che non tutti i teenager americani hanno una cassetta del pronto soccorso nella proprio auto”

“Dovresti esserne felice che ne abbia una in macchina, ecco trovato il ghiaccio” mi si avvicinò una bustina di ghiaccio secco che poco prima aveva rotto per farlo raffreddare. Con molto delicatezza mi posò il ghiaccio sullo zigomo gonfio e potei sentire un sollievo momentaneo.

Presi il ghiaccio per sorreggerlo da solo sopra il mio viso e lui si girò ricominciando a cercare nella cassetta.

“Hai un labbro rotto dovresti disinfettarlo”

“Non ti preoccupare è cosa da niente, mi è già successo. Ci penserò a casa”

Sebastian si girò ed i suoi occhi verdi mi penetrarono come se cercassero di capire cosa mi fosse successo.

Si appoggiò al cofano della maccina e schiarendosi la voce mi chiese:

“Hai voglia di dirmi come ti sei procurato quel livido? O sei un tipo tosto che va in giro a pestare la gente oppure il contrario”

Non mi sentivo in vena di raccontare quello che mi stava succedendo ad uno sconosciuto quindi gli dissi la prima scusa che mi venne in mente.

“Oggi a scuola prima di uscire ho preso una porta in pieno viso. La ragazza che mi ha preso si è scusata e poi sono venuto qui, niente di che”

Il ragazzo abbassò la testa e accennò un “no” con il capo.

“Sei un pessimo bugiardo Kurt, anche non conoscendoti capisco che stai mentendo, seriamente una porta? Una porta ti avrebbe fatto quel livido violaceo che ti si sta allargando sul viso anche facendoti gonfiare un occhio? Poi una porta aperta da una ragazza, con tutto l’amore del mondo non penso possa essere così forzuta da farti venire quello. E poi come me lo spieghi il labbro?"

Perfetto copertura andata.

“Senti, okay non è stata una porta a causarmi questo. Ma sinceramente non mi va di dirlo ad uno sconosciuto come me lo sono causato”

Ecco perfetto stavo per ricominciare a piangere, quanto puoi essere debole Hummel? Piangere così semplicemente pensando a quello che ti è accaduto. Non avevo il coraggio di alzare gli occhi per vedere la reazione di quel mio salvatore senza superpoteri.

Sentii una mano accarezzarmi i capelli, fu un gesto nervoso e teso. Probabilmente non erano cose che faceva spesso. Le lacrime continuavano a scendere ed io mi ritrovavo lì in piedi in un parcheggio del locale più scrauso dell’America con del ghiaccio sulla guancia e con uno sconosciuto piuttosto bello che mi accarezzava la testa.

Dopo un po’ Sebastian cominciò a parlare:

“Ascoltami, ho capito che non vuoi dirmelo ma penso che sarebbe meglio per sfogarti, il pianto aiuta ma parlare con un amico lo fa di più”

Alzai lo sguardo e lo trovai a sorridermi.

“Ah adesso siamo amici? Ci siamo parlati per la prima volta meno di mezz’ora fa”

“Lo so, ma a quanto mi sembra ti ho aiutato più di qualsiasi altro amico che ora non vedo qui a consolarti”

Era vero, nessuno dei miei amici era con me. Ma non era di certo colpa loro. Ero io che non volevo metterli nei casini per colpa mia. Puck era già finito al riformatorio, un’altra bravata e ci avrebbe passato la vita. Finn era il leader del Glee Club e il quarterback della squadra della scuola, non poteva fargli rovinare la sua reputazione da bravo ragazzo. Non poteva rovinare la vita dei loro amici, erano tutti piuttosto irascibili, avrebbero combinato sicuramente qualche casino e addio buoni propositi per il college. Non poteva permetterlo.

Finito questo momentaneo attimo di silenzio lo guardai negli occhi e capii che potevo fidarmi di lui, non so per quale motivo. Non lo conoscevo. L’uniche volte che lo vedevo era in quel bar ed ogni volta era con un ragazzo diverso con il quale flirtava apertamente. Si okay era una specie di Santana versione femminile, ma questo non lo rendeva cattivo, giusto? E poi era sicuramente gay, quindi poteva certamente capire la sua situazione.

“Non incolpare i miei amici per questo, loro non c’entrano niente. Sono io che non ho voluti metterli in mezzo in questa storia. Comunque il livido me lo ha procurato un ragazzo, Karofsky, lui frequenta la mia stessa scuola. Fa parte della squadra di football quindi ti lascio immaginare come possa essere fisicamente. Dal giorno che ho fatto coming out non fa altro che attaccarmi fisicamente per il fatto che sono gay, all’inizio erano solo insulti in mezzo al corridoio, niente di insopportabile. Ma poi sono cominciati gli spintoni contro gli armadietti e poi…” non riuscii a finire la frase, avevo la gola secca, ormai gli avevo detto tutto cosa mi costava continuare. Interruppe il mio pensiero una mano che mi tocco il braccio. Guardai Sebastian in viso ed aveva uno sguardo preoccupato. Ma mi sorrise per invitarmi a continuare.

“Dopo le svariate spinte nei corridoi, cominciai a cercare di evitarlo, sia a lui e sia al suo gruppo di amici. Quindi ogni volta al suono della campanella correvo per sbrigarmi a raggiungere la classe dell’ora dopo o la mia macchina. Alcune volte mi raggiungevano e cominciavano a picchiarmi, la violenza giorno dopo giorno si fa sempre più forte e malvagia ed i lividi aumentano. La rabbia negli occhi di Karofsky aumenta e non capisco perché. Sto cercando di nascondere questi fatti a mio padre ma il livido di oggi la vedo dura a nasconderlo. Questo è tutto” tutto il tempo che parlai lo feci con gli occhi chini.

“Hai paura?”

“Scusa?” chiesi, non lo stavo ascoltando. Stavo solamente pensando a come avrei fatto il giorno stesso e il giorno dopo a nascondere quel livido.

“Ho chiesto, hai paura? Hai paura di questo tizio?”

Cercavo di non pensare al fatto “paura” perché ne avevo, ne avevo molta.

Lo guardai negli occhi e dissi: “Si ho paura, ho paura di quello che mi possa accadere se durante una furia d’ira ci vada troppo pesante e che mi faccia danni permanenti, ho paura che la rabbia che prova nei miei confronti si trasformi in qualcosa di molto più e che la situazione sia davvero irreparabile”

“Hai paura che possa ucciderti?” chiese lui stupito.

“Perché non dovrebbe? Alla fine per lui sono solamente la feccia della società. Quindi togliendomi di mezzo tutti i suoi problemi finirebbero”

Sebastian aveva un’espressione tra il cupo e l’incredulo.

“Non penso che potrebbe andare così in fondo, la giornata di oggi ti ha traumatizzato e stai semplicemente pensando alla cosa peggiore che possa succedere. Comunque sono del parere che dovresti dirlo a qualcuno”

“L’ho fatto, l’ho detto a te”

Sebastian abbassò il viso, come se avesse un senso di colpa e cominciò a massaggiarsi il collo.

“Senti, io sono contento che tu ti sia confidato con me. Ma questa situazione è troppo grande per entrambi, io non so come aiutarti”

“Non ti preoccupare, non te l’ho detto perché volevo che mi aiutassi. Era solo uno sfogo ricordi?”

“Beh si, ma…”

“Davvero non preoccuparti, mi sento già meglio. Si è fatto tardi è ora che torni a casa”

Allungai la mano per stringerla con quella di Sebastian.

“È stato un piacere conoscerti” dissi sorridendo.

Sebastian ricambiò la stretta.

“Anche per me”

Mi allontanai ed arrivai alla macchina, prima di entrare diedi un’ultima occhiata a quel ragazzo affascinante.

Stava prendendo il telefono per fare una chiamata, salii in macchina e me ne andai.


P.O.V Sebastian

Chiamai Hunter non potevo andare avanti dopo quello che mi aveva detto.

Dopo svariati squilli mi rispose.

“Ehi Smythe, come va con la tua nuova preda? Vi ho visti uscire dal Lima”

“Senti la scommessa la annullo, cambiamo ragazzo. Non me la sento di andare avanti con lui”

“Perché? Cosa ti succede Seb? È da quando mi sono trasferito che facciamo queste scommesse. Non puoi rifiutarti dopo aver cominciato, ci divertiamo così noi. E poi non avevi bisogno dei soldi per tua madre? Sai come funziona, tu corteggi ragazzi, loro si innamorano di te poi gli spezzi il cuore ed io mi diverto a vederli soffrire. Vai e conquistalo so che ce la fai”

Detto questo mi attaccò in faccia. Stupide scommesse, Hunter più lo conoscevo e più mi sembrava una persona malata, che gusto c’è a pagare persone per spezzare il cuore ad altre persone? Si divertiva con poco, ma io almeno avevo i miei soldi. Forse lo faceva perché non riusciva a conquistare ragazzi per il fatto del suo imbarazzo nell’essere gay, e gli scarti che gli lasciavo erano così malridotti che correvano tra le sue braccia. Okay andrò avanti, ma non spezzerò il cuore a Kurt, ci sono già tante altre cose che lo stanno facendo.

E di certo non lo lascerò ad Hunter.



*Ciao a tutti! Ed eccomi qui con il secondo capitolo di questa ff, allora sto notando che Sebastian è un po’ OOC but who cares? Mi piace che sia carino con Kurt ed ora che si è scoperto che c’era il doppio fine è più da lui. Allora che dire Hunter sarà un personaggio che vedremo nei prossimi capitoli e che svilupperò di più. In Glee mi sembra di ricordare che non fosse gay, ma qui lo è. Tralasciando i chiarimenti vorrei ringraziare tutte le persone che hanno messo questa storia nelle seguite/ricordate/preferite. Ed anche le persone che hanno recensito. Ragazzi io elemosino recensioni sappiatelo, accetto commenti negativi e positivi, domande, opinioni e chi più ne ha più ne metta. Detto questo vi saputo e ci vediamo al prossimo capitolo. Baci. Dì*
  
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