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Autore: Ashura_exarch    03/04/2014    2 recensioni
Cosa fareste se veniste trasformati in pokemon? Nessuno saprebbe rispondere con certezza, nemmeno i pokemon stessi saprebbero cosa fare se venissero trasformati in umani. Matt ed Allyn sono due studenti di Litiopoli, nella regione di Annor, e durante una gita nel bosco succede loro qualcosa di inaspettato.
Nonostante non sia riuscito a finire di leggere "Il signore degli anelli", sono rimasto affascinato dallo stile di scrittura di Tolkien, che descrive tutto per filo e per segno. Per questo nella mia storia non troverete né descrizioni mancate né salti temporali. Per cui buona lettura.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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16. Colloquio

Mi svegliai un paio di volte, solo per riperdere i sensi in entrambi i casi. Da quello che sentivo tutte e due le volte ero sulle spalle di qualcuno, e a giudicare dallo sballottamento continuo mi stavano trasportando da qualche parte. La seconda volta tentai anche di parlare, ma ero ancora molto debole, e l'unica cosa che venne fuori fu una specie di mugolio bassissimo.
Non ricordo molto di quello che successe dopo, mi sembrava quasi stare in un dormiveglia costante. Sapevo quel che mi stava succedendo (più o meno, non ero a conoscenza né di cosa fosse successo né di chi mi avesse preso, ma ero quasi sicuro del fatto che non si trattasse dei cultisti), ma non avevo idea di dove fossi o con chi fossi.
Ora che ci penso, mi erano capitate più cose in quelle ultime settimane che in tutta la mia vita. Ancora oggi non so se sia stata giusta o meno la decisione che presi alla fine di tutta quella faccenda. Ma non è ancora tempo di parlare di questo.
Ogni tanto mi svegliavo, ma solo per perdere di nuovo i sensi pochi secondi dopo, e fra questi frangenti mi trovavo nel solito sfondo bianco, solo che questo bianco non era normale, era più scuro e sfocato, come se il mio cervello stesse cercando di mettere a fuoco. E poi c'erano le voci. C'era un costante sottofondo di voci ovattate, che a lungo andare mi avrebbe potuto far impazzire. Era peggio che stare ad ascoltare lo statico del televisore, e l'immagine era anche più noiosa.
Alla fine, quando mi svegliai del tutto, le voci non accennarono a smettere, anche se lo sfondo bianco scomparve. Prima mantennero quel volume basso, poi, col passare dei minuti, divennero sempre più alte, comprensibili e vicine.
- Si sta svegliando.
- Era l'ora.
- Pensate che sia in grado di parlare?
- Non so, staremo a vedere.
- Secondo me non bisogna sperarci.
- Lo dicevo che bisognava agire prima.
Provai a dire qualcosa, credo "Dove sono?", ma avevo la bocca talmente impastata che venne fuori una frase incomprensibile. Sentì che la testa mi veniva sollevata e che dell'acqua mi veniva versata in bocca. Bevvi avidamente, e quando stavolta posi correttamente la domanda mi venne risposto subito:- Ti verrà comunicato tutto dopo, quando il Capo sarà di ritorno e verrà qui per parlarti. Adesso pensa a riposare.
Venni riposto delicatamente e sentì che pian piano tutte le voci se ne andavano, finché finalmente rimase il silenzio. La prima cosa che notai fu l'odore pungente, forse era incenso. Poi avevo una magnifica sensazione di tepore, quindi dovevo essere per forza in un ambiente coperto e riscaldato, cosa che i cultisti non avevano, almeno da quel che sapevo. Adesso ero sicuro di non essere più in mano loro, e tirai un sospiro di sollievo.
Visto che non potendo vedere nulla non mi potevo alzare né fare nient'altro, decisi di rimettermi a dormire nell'attesa che questo capo di cui parlavano i miei salvatori venisse. Mi addormentai quasi subito, viste tutte le turbolenze degli ultimi giorni, e feci un magnifico sonno senza sogni.
Mi sembrava che fosse passatto appena un secondo quando un tocco leggero sulla spalla mi fece ridestare. - Il Capo sta per arrivare - disse una voce - Se magari potessi metterti a sedere potresti parlare con lui più agevolmente.
Avevo constatato che attorno a me non c'erano oggetti fragili o comunque che potevano essere urtati, così mi misi a sedere con le gambe incrociate. Ero ancora un po' assonnato, quindi nell'attesa cominciai a strofinarmi gli occhi, anche se questo non servì certo a farmi vedere di nuovo. Quanto avrei voluto poter vedere dov'ero, ero molto curioso, e anche spaventato, ma in maniera molto minore rispetto alla mia voglia di sapere cos'era successo.
Dopo un po' sentì delle voci ovattate, probabilmente provenienti da fuori la stanza in cui mi trovavo. In quel momento non potevo fare niente, per cui mi limitai ad attendere che entrasse qualcuno. Mentre aspettavo provai a captare qualche frase, senza molto successo: riuscì a cogliere solo alcuni frammenti che da soli non avevano molto senso.
Finalmente sentì un fruscio, e dei passi felpati attorno a me. C'erano anche alcuni mormorii, il che voleva dire che c'erano più pokemon nella stanza, ma erano molto bassi e quasi impercettibili.
I passi si fecero più vicini, finché non sentì qualcuno sedersi di fronte (presumo, non potevo certo verificare) a me. Almeno lo pensai, visto che sentii uno schiarimento di voce da quella direzione, e subito dopo i sussurri terminarono subito. Non so per che, ma mi sentivo decine di occhi addosso, come quando si ha quella strana sensazione di essere osservati.
Rivolsi lo sguardo (avevo gli occhi aperti e basta, ma ormai ero abituato a guardare in faccia chi mi parlava anche se in quel momento non vedevo niente) verso l'origine del rumore, e attesi che succedesse qualcosa.
- Immagino che avrai delle domande - disse una voce - Sono qui per darti delle risposte. E anch'io avrei delle domande per te, ma prima penso che sia il tuo turno.
In effetti sì, avevo un sacco di domande. - Dove mi trovo? - domandai.
- Siamo a Sottomonte.
Non avevo idea di che posto fosse. - Quindi?
- Alle pendici dei Monti della Stella.
- Troppo generico.
- Vicino alle fonti dell'Azzurrasponda.
Già le idee mi erano più chiare, ma non molto. Sembrerà strano, ma quella fu l'unica domanda che feci. Scese un silenzio imbarazzante. Dopo un po' la misteriosa voce parlò di nuovo:- Non hai altro da chiedere?
E come dai classici cliché, mi vennero una marea di domande in mente. - C'era qualcuno con me? - chiesi, sapendo peraltro già la risposta.
- Sì, un Totodile e un Houndour. Per loro però siamo arrivati tardi, il rituale era già finito per loro. Almeno la parte che si stava celebrando.
- Cosa gli è successo?
- Non possono più parlare. Se fossimo arrivati un minuto più tardi sarebbe toccato lo stesso destino anche a te.
"Meno male che non è successo" pensai.
- Visto che mi avete salvato, gradirei di sapere almeno chi siete.
- Siamo dei Lucario. Strano che tu non ci conosca, siamo molto rinomati da questa parte dell'Azzurrasponda. Da dove vieni?
Memore dell'avvertimento di Reyne, decisi di mentire.
- Vengo dall'altra sponda infatti. Abitavo sulle rive del lago Onestà, ma a causa di alcuni spiacevoli inconvenienti sono finito dove mi avete trovato.
- Quali spiacevoli inconvenienti, se posso chiedere?
- Sto cercando un mio amico - non era una bugia ma nemmeno la piena verità, in quanto lo scopo del nostro viaggio non era certo quello - Stavo chiedendo in giro se per caso l'avevano visto, ma evidentemente alla fine l'ho chiesto al pokemon sbagliato. Mi hanno portato lì con l'inganno, e quello che è successo dopo mi sembra chiaro.
Non ero mai stato un grande mentitore, ma quella storia non sembrava fare una piega. Almeno per me, non potevo vedere cosa facevano i pokemon attorno a me, e non potevo capire se ci avessero creduto o meno.
- Capisco.
- I cultisti? Che fine hanno fatto?
- Sono scappati. Avevano delle zattere, probabilmente sono scesi a valle.
- Potrebbero anche aver cambiato sponda.
- No, da quanto sappiamo quell'assurda celebrazione può funzionare solo se celebrata su questa parte di terra.
- Quello che non mi spiego è perché mi avete salvato. Non mi avete mai visto prima, e allora perché disturbarsi?
- Era da tempo che quei pazzi ci provocavano facendo razzie nei nostri territori, e alla fine abbiamo deciso di reagire. E non c'è niente di più micidiale per un pokemon avere un nemico in vita, perché anche se ridotto allo stremo delle forze rimane pur sempre pericoloso.
Non seppi cosa dire dopo questa spiegazione, ma la domanda mi venne spontanea.
- Assieme ai pokemon che avete salvato c'era per caso anche un Chespin? Sapete, il mio amico è di quella specie.
- Oltre a te e ai tuoi due compagni di sventure, abbiamo tratto in salvo anche altri tre pokemon, probabilmente quelli che vi avrebbero succeduto nel compimento del rituale. Ma no, non c'era nessun Chespin.
Nonostante avesse risposto negativamente mi sentì sollevato. Le mie speranze erano state esaudite, per fortuna. Se fosse caduto in mano dei cultisti non me lo sarei potuto perdonare, soprattutto se avesse dovuto subire il destino che a me era stato evitato.
- Per quanto siete disposti ad ospitarmi? - chiesi, sperando in un tempo lungo abbastanza per poter riprendere a vedere.
- Non abbiamo risorse infinite, per cui il tempo necessario per distruggere il culto. Se vuoi puoi contribuire anche tu, così ti meriteresti di mangiare alla nostra mensa. Noi lo consideriamo un grande onore avere un potente ospite a mangiare con noi.
- E come dovrei fare? Se non ci avete fatto caso, sono cieco. - ribattei con una punta di amarezza molto percepibile.
- Dimentichi qual'è l'abilità di noi Lucario. Noi la sappiamo gestire meglio, a tal punto da poterla donare temporaneamente ad altri.
Sentì una zampa che mi si posava in fronte, e una sensazione di freddo pervase la mia carne. Un brivido mi percorse la schiena, ma pensai che sarebbe stato meglio se non mi fossi mosso. Nel reprimere la mia voglia di scrollarmi di dosso quella non gradevole sensazione, chiusi gli occhi.
- Ecco fatto, prova ad aprire gli occhi.
Seguì il consiglio, e rimasi a bocca aperta per lo stupore. Vedevo, anche se non molto distintamente, i contorni di coloro che mi circondavano, quasi tutti Lucario, ma anche alcuni Riolu nascosti fra le gambe delle loro evoluzioni, e anche i contorni degli oggetti. Era stranissimo. E il tutto era sotto un filtro blu che non faceva che rendere più strana quella situazione. Poi, aggiungendo che i contorni erano azzurri, sembrava quasi un filmato in negativo, dove il calore emanato dai corpi dei pokemon attorno a me era di un bianco intenso. Quindi era questa l'Aura.
  
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