Film > Le 5 Leggende
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Autore: BeyonBday    04/04/2014    2 recensioni
Jack Frost ha un problema, un suo amico non si ricorda più di lui e delle loro scorribande, la loro amicizia sta' per collassare e tutto per colpa di alcune manciate di sabbia azzurra che vi è andata persa.
Genere: Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Mirror's Wish'
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“È tutto bianco e fa freddo.
Ma porco inverno… non sono abituato a questo clima. E dulcis in fundo… non riesco a utilizzare, come Rha comanda i miei poteri.”
Burn inveiva contro quella scomoda soluzione, senza però trovare la concentrazione adeguata per poter trovare una via di fuga.
I piedi scalzi affondavano nella neve candida, sciogliendola con quel poco calore che quel corpo stanco riusciva a produrre.
Lo scontro con l’albino, che aveva avuto in seguito all’utilizzo delle ali della libertà e la mancanza di sonno stava generando una stanchezza troppo grande, che lo stava stremando.
-IAN! BRUTTO FILIBUSTIERE! SO CHE CI SEI! FATTI VEDERE!- la sua voce per quanto potentemente irritata, si perse in quel luogo.
-Che pessima acustica…- sdrammatizzò tra sé e sé.
Un tintinnio attirò la sua attenzione.
Una leggera scarica si fece strada sotto i suoi piedi, aprendo un enorme buco a pochi passi da lui, la cosa lo lasciò perplesso, ma non indifferente.
Si avvicinò con cautela, inclinando in avanti la testa per prima, rimanendo il più possibile lontano dal bordo col corpo.
Era un pozzo.
Rannicchiato in quell’antro di tenebra, c’era una figura con le testa incappucciata, appoggiata alle ginocchia rannicchiate contro il petto.
Sembrava così piccola, indifesa e impaurita, eppure… la luce fioca che emanava era chiara e rassicurante.
Alan per poter inebriarsi ancor di più di quella luce vivente, si sporse ancor di più, sorridendo leggermente.
Un freddo improvviso si impossessò della sua mano, facendolo piroettare, per ritrovarsi a preme la schiena contro qualcosa.
Il ragazzo provò una sensazione a dir poco spiacevole, irrigidendosi…
-Ti sono mancato?- chiese una dolce voce divertita.
Tutta l’ansia, lo stress e la preoccupazione svanirono, soprattutto quando le sue lebbra incontrarono a stretto contatto con quella di Jack, intrappolando le loro lingue in una danza possessiva.
Ma un gusto ferroso pervase la bocca del rosso, e fu proprio quello a riportarlo alla realtà, facendogli aprire gli occhio, per guardare la sua figura riflessa in iridi di rubino.
Lo spirito, tempestivamente, spinse via la figura con forza, quasi facendolo cadere.
-Ian.- ringhiò sotto tono, passandosi l’avanbraccio sulle labbra, come per levarsi via la sensazione sgradevole che la labbra dell’albino gli aveva lasciato.
-Quanto fervore… se volevi le coccole, ti conveniva rimanere a letto con me. Al posto di andare in giro a fere casini.- sorrise angelico, cercando di accarezzarlo, ma Burn non fu dello stesso avviso, allontanando la mano di Ian con un gesto rude della mano.
-Dove sono?- domandò Al guardandolo duramente.
-Mmmh…Mhà… Chi lo sa? Magari potresti farmi tornare la memoria in qualche modo.- mise il broncio, ondeggiando lascivamente verso la sua ossessione.
Il rosso indietreggiò, ritrovandosi seduto sopra ad una poltrona, basito si guardò in torno, sconcertato dal fatto che lo spazio bianco che fino a due secondi prima li circondava, era stato rimpiazzato da una camera molto simile a quella di Versaille; grande, lussuosa e tetra.
-Sorpreso? L’ho creata io… posso modificarla se vuoi, sai?- lo informò salendo sulle sue gambe a cavalcioni.
-Non hai risposto alla mia domanda.- sibilò Alan, posando le mani sulle spalle dell’ albino per allontanarlo, sentendosi però i polsi costretti…
-MMMH…. C’è l’hai su con 'sti cosi.- disse sbuffando spazientito – Abbiamo capito che hai un complesso da prima donna da far paura, ma grazie a te ora se vedo una catena mi viene male al fegato.- concluse abbassando le palpebre a mezz’asta.
Ian rise , la situazione non poteva andare meglio.
Niente guardiani, niente Jack, nessuna via d’uscita, finalmente poteva godersi ciò che desiderava.
-Perché sorridi come un’ ebete?- lo spirito della Libertà si accorse di quel piccolo sorrido che nacque sulle labbra sottili… non era sadico e nemmeno predatore.
Era un sorriso semplice, quasi malinconico.
Alan l’aveva visto sul volto di molte persone… Su madri che guardavano i loro figli giocare, vedendoli cadere e rialzarsi per continuare a correre, su ragazze che aspettavano il proprio moroso come se, o anche fosse stato il primo appuntamento, su coppie anziani che camminano nei parchi, tranquilli e innamorati ancora chissà da quanto tempo.
-Ian…cosa vuoi da me?- chiese cautamente… non poteva fare altro.
Doveva evitare altri scatti d’ira, il suo corpo non avrebbe retto altre cicatrici indelebili.
Il ragazzo rimase sorpreso, tanto che lo liberò dalle manette, avvicinandosi a lui dolcemente, posando delicatamente le sue labbra su quelle di Alan, ritirandosi quasi subito, senza provare ad approfondire quel contatto con malizia, passione o possessione.
-Rimani con me… ti prego.- chiese, posando la testa al petto dell’estate, respirando in modo tremolante.
Alan sospirò, afferrando i polsi sottili dell’albino.
-Mi dispiace… ma io non posso. E tu lo sai. Io sono di Jack. E non ci sarà tortura o minaccia che tanga, per farmi cambiare idea.- concluse sicuro di sé, dolce, ma forte.
Si aspettava di tutto da quel ragazzo ora; un sospiro spezzato, un piagnisteo bello e buono, uno scatto d’ira aggressivo…
Ian alzò gli occhi, lucidi per la verità, ma non felici… presto su quel volto apparve una maschera di puro odio.
-No. O mio o niente.- ringhiò a denti stretti, avvicinando le candide mani al collo bronzeo, stringendo spasmodicamente, ribaltando il trespolo.
Alan rimase fermo, non provò nemmeno a combattere, la stretta doleva, ma mancava di convinzione, non voleva fargli del male…era solo disperato.
-Jack…- disse solamente.
Ian si fermò, spalancando gli occhi, notando che quelli oro e argento di Burn guardavano un punto preciso oltre le sue spalle, voltandosi non si accorse nemmeno di cosa lo colpì.
Il ragazzo venne scaraventato pochi metri più in là, dolorante.
-Giù le mani specie di…- la voce di Jack era furente, si rigirò il candelabro, che aveva appena utilizzato come mazza da baseball sulla testa del nemico, tra le mani, avvicinandosi con passo calcato.
-No! Fermo! Non c’è n’è bisogno.- lo fermò Al prendendolo per il braccio.
-STAI SCHERZANDO VERO??? DOPO QUELLO CHE TI HA FATTO?!? DOPO QUELLO CHE Ci ha…- le parole si gli si smorzarono il gola, insieme alla furia che lo invadeva, complice un dolce e caldo bacio che gli era mancato come l’acqua nel deserto.
Le labbra dolci, il profumo della sabbia, i capelli ispidi e corti, il corpo teso contro il suo, le braccia sicure…
-T’è l’ho mia detto quanto sei sexy quando ti incazzi come una iena? – sorrise col fiatone abbracciandolo, rimpossessandosi nuovamente delle sue labbra.
-Ruffiano… - soffiò allegro prima di tornare a gustarsi il suo ragazzo.
-FROST! LASCIALO!- Ian si rialzò, barcollando, tamponandosi la nuca dove gli doleva, rivelando un grumo di sangue viscido sul palmo della mano.
-Perché doveri? È mio!-  rispose, portandosi Alan dietro la schiena per proteggerlo, ma quello non bastò, dal terreno, aculei di ferro iniziarono a circondare il rosso, che, senza perdere tempo allontanò da se il suo amato.
-ALAN!- il Guardiano si rialzò correndo verso di lui, allungano la mano per provare a tirarlo fuori, ma una lama si intromise, ferendo l’albino che iniziò a colpire quella prigione d’acciaio.
-Jack… Basta Calmati! Rischi di farti solo male!- lo richiamò lo spirito.
-Me ne sbatto! Ti farò uscire!- il calcio che seguì fu talmente forte da ferirlo e fargli sanguinare lo stinco.
-Jack.. Calmati. Ti prego…-
-Al…ho bisogno di te. Non…non c’è la posso fare da solo. Io… ho bisogno di te.- singhiozzò, scivolando a terra in ginocchio.
-No. Non hai bisogno di me, sei in grado di batterlo. Sei forte e più furbo, più di lui. Battilo. Vinci. Io ti aspetterò.- 
Jack respirò, voltandosi di scatto verso Ian.
-Spero che tu sia soddisfatto. Mi stai rovinando l’esistenza.- lo attaccò , avvicinandosi.
-Ma guarda com’è karmico il mondo. Una volta, ti servivo per non diventare pazzo per colpa della solitudine.- sorrise beffardo.
-Tu non mi servi più da molto tempo.- erano vicini, i loro nasi quasi si fioravano.
-Non ti puoi sbarazzare di me.-
-SPARISCI DALLA MIA TESTA!- l’urlo di sfogo di Jack creò una bufera improvvisa che spazzò via, non solo lo sfidante, ma persino la sua illusione, riportando quel luogo come era in precedenza.
Il ragazzo dagli occhi rossi si rialzò, ciondolando, passandosi una mano sul collo per farlo scrocchiare, fermandosi a pochi metri dall'albino sorridendo.
-Tu vorresti buttarmi via? Jack… non puoi. Tu sei debole. Non hai speranze di battermi, io so tutto di te… perché io sono te.-
Ian si mise a camminare, ed a ogni passo che compiva il terreno sotto i suoi piedi cedeva, creando voragini che fecero svanire tutto il candore regnate.
Frost barcollò, cercando di rimanere in equilibrio sul sottile ponte di terra e neve che era rimasto in piedi.
-Non sei in grado di proteggere nessuno, figuriamoci te stesso.- continuò avanzando.
-Non è vero!- cercò di difendersi, guardandolo in cagnesco.
-Ah sì? Che mi dici di tua sorella?-
Tasto dolente.
-IO L’HO PROTETTA! L’ho salvata!-  sbottò, sbattendo il piede sano contro il suolo.
-Certo...le hai salvato la vita, ma poi? L’hai abbandonata Jack… l’hai lasciata sola, dimenticandola persino. –
Gli occhi azzurri del ragazzo si spalancarono a quelle amare parole.
Un pilastro poco lontano da loro si illuminò, lasciando visibile una piccola figura, dai lunghi capelli castani, che piangeva, singhiozzando il nome di Jack.
-No…non è vero…- cercò di tenersi sveglio con voce flebile, non poteva cedere a simili giochetti.
-OH! Aspetta! Ma mica è finita qui. E i tuoi amici? Hai abbandonato anche loro quando sei scappato da Pitch, ricordi? Gli hai voltato le spalle, mentre loro volevano solo aiutarti.- continuò tentatore, schioccando le dita, accendendo altri quattro piedistalli, uno per ogni Guardiano.
-SMETTILA!- si tappò le orecchie, cadendo in ginocchio.
-No…perché non ho ancora finito. C’è qualcun altro che hai ferito…qualcuno a cui hai voltato le spalle nella maniera più dolorosa…- continuò, prendendo il polso del ragazzo e strattonandola via dall’orecchio per sibilarci dentro parole velenose.
-Alan… lui, lo hai tradito a mani basse. Lo hai perso quando hai baciato Pitch al suo cospetto. Non hai più nulla ragazzo.- sorrise , spingendo via il braccio di Jack  con forza, facendolo barcollare, per poi allontanarsi.
-No…lui è venuto a prendermi. Era qui. Lui…-
Ian rise, iniziò a ridere divertito.
-Quello era la tua immaginazione. Avevi bisogno di una fune a cui aggrapparti, invece hai fatto apparire un palo unto d’olio. Questa è la tua mente. Qui le fantasie sono MIE, perché oramai la tua testa è MIA!-
E con un gesto della mano pesanti catene iniziarono a coprire le braccia di Jack…
Jack…” la voce di una bambina si fece largo nei suoi pensieri.
Da adesso tu sei e sarai per sempre…un Guardiano.” Il vocione si North la seguì.
Il sorriso di Dentolina, le facce buffe di Sandman e i battibecchi col canguro.
Io ti aspetterò.” La promessa di Alan…
-Se…- la sua voce fu flebile, ma udibile, tanto che Ian si voltò verso di lui – Se le fantasie sono tue…allora…perché Alan ti ha rifiutato?- alzò la testa, con gli occhi che brillavano di una nuova forza.
L’albino indietreggiò.
-Perché non ti ha aiutato quando ti ho colpito? Perché avrebbe deciso di farsi uccidere da te? Perché mi ha baciato? Per quale motivo mi ha fatto quella promessa? –
Ian tremò.
Jack si alzò, trasformando gli anelli di ferro in fine polvere.
-Sai…forse io sarò anche debole in confronto a te, ma se i miei amici credono in me… bhè forse vuol dire che non sono così disperato, da prendere uno scacco matto da te.-
Frost strinse la mano in una morsa ferrea, scagliando un pugno in pieno volto a Ian, facendolo volare per un paio di metri, sulla piattaforma dove prima vi era la figura della sorellina di Jack.
Il Guardiano del divertimento tornò verso la prigione di ferro, sciogliendola come aveva fatto in precedenza con le catene.
Burn, alla sua vista, sorrise, allungando le braccia per stringerlo a se.
-Sapevo che avresti vinto.- sussurrò , intrecciando le dita nelle ciocche chiare.
-Pensi che sia finita così?- Ian interruppe quel momento magico, ritrovandosi pochi secondi dopo bloccato contro il pavimento, sovrastato da una tonnellata di catene.
-Io credo di sì… Guarda tu stesso.- rispose sicuro Frost, prendendo per meno lo spirito del fuoco, incamminandosi verso la pianura bianca.
Moon P.s.
ooooh…e anche questo è finito.
Al: Rha…
Ia: che…
Ja Parto.
BB: MMMMH….se siete noiosi, è già tanto che l’ho finito ora, non era nemmeno nei miei programmi e non so nemmeno se l’ho fatto come volevo, si è praticamente scritto da solo.
Al: l’importante è che è finito e devo dire che sei stata brava… * tiene per mano Jack*
BB: teneri loro… ma la risposta è no.
Ja. Ma non sai nemmeno cosa volevamo chiederti.
BB: Secondo voi sono nata ieri?
Ja, Al, Ian: Sì.
BB: Andate a bruciarvi i neuroni!
 
Saluti a tutti XD
  
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