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Autore: Fra_Jones    05/04/2014    0 recensioni
Prima Fanfic che pubblico. Spero vi piaccia; ce la sto mettendo tutta :)
Nuovi casi, situazioni sentimentali "complicate", nuovi personaggi.
"Arrivarono al Maka Koa, una sorta di pub dove erano già stati un paio di volte con gli altri della squadra.
Si sedettero al bancone, ordinarono due cocktail “con l’ombrellino” scherzando e chiacchierando.
“cacchio quella ragazza si da proprio da fare con il karaoke eh” disse Danno. “Si, sembra le piaccia parecchio!” rispose Steve sorridendo."
Genere: Commedia, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà, I'm back with the story!
Come avevo detto già nel precendente capitolo (dal quale è passato TANTO tempo :D), queste sono tutte cose che avevo scritto parecchio tempo fa. L'altra sera mi è venuta in mente di nuovo questa storia, così ho pensato "ho tempo a disposizione, posterò le cose già scritte e cercherò di continuare a scrivere la storia."
Quindi questo è quanto. Ecco il nuovo capitolo. Mi odierete? Sarete d'accordo con me? Chissà! Hahah
Fatemi sapere che cosa pensate di questo risvolto nella storia personale dei personaggi!
Baci
xx
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Il mattino seguente fu il sole a svegliarla. Come ogni mattina, si stiracchiò nel letto, poi si alzò ed andò ad accendere la radio.
Ripensò alla sera precedente e, nonostante fosse attratta da Steve, si rese conto che forse era meglio così. Non avrebbe potuto sopportare un altro rifiuto. Si stava affezionando a tutti, e una relazione complicata tra loro due non era l’ideale. Mentre faceva colazione le squillò il telefono.Guardando il display del cellulare si ritrovò a sorridere.

“Buongiorno" disse lei.

“Ehi ciao!"

“Tutto a posto?” chiese Ginnie.

“Si.. ehm.. Grace vuole vederti. Te lo avevo detto che ti aveva preso in simpatia!”

“Oh che tenera che è Danny!  Io mi sono svegliata da poco, ma tempo di una doccia e arrivo. Dove vogliamo incontrarci?”

“Lei..beh, lei vuole andare a nuotare con i delfini!Si lo so, mi dispiace.”

“Oh mio Dio, che bellissima idea! Io adoro tua figlia. So che all’Hilton si può fare." affermò Genette quasi euforica.

Danny si mise a ridere.

“Cosa?” chiese Ginnie.

“Niente.. comunque si, ci vediamo all’Hilton.”

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Dopo una doccia, Ginnie si preparò e, appena pronta, uscì di casa.
Arrivò all’Hilton e si diresse verso la piscina. Si fermò un attimo e si guardò in giro in cerca di Danny e Grace. Dall’altra parte della piscina, una Grace tutta sorridente agitava le braccia per farsi vedere. Danny guardava Ginnie sorridente. La ragazza, con passo accelerato, andò verso i due. Arrivata da loro, si guadagnò un abbraccio dalla bimba, che contraccambiò molto volentieri. Poi guardò Danny.

“Cosa?” disse avendo notato lo sguardo di Danny.

“Niente.” Disse alzandosi e salutandola con un bacio sulle guance. Poi le disse “Grazie per essere qua.”

“Grazie a voi per avermi invitata.” Disse sorridente. “Allora, questi delfini?”

Grace la prese per mano e la trascinò verso la vicina piscina per farle vedere i delfini. Ginnie esultò come fosse una bambina.

“Ehm, Ginnie..” disse Danny a tono basso quando sentì squillare il cellulare della ragazza. Decise di prendere la borsa e portarla alla ragazza.

“Ginnie..” disse mentre teneva in mano la borsa come se fosse una prova di una scena del crimine. La ragazza si voltò verso Danny ringraziandolo; aveva paura fosse Steve. Guardò il display.

“Oh mio Dio..”

Danny la guardò perplesso.

“Pronto?”

“Signorina Hayes?”

“Si salve..”

“La chiamavo per decidere a che ora incontrarci.”

“Lei ha ragione.. scusi , avrei dovuto chiamarla io ma sono fuori casa e mi son dimenticata!”

“Non si preoccupi. Allora che ne dice di vederci verso le 17?”

“Per me va bene.”

“Se vuole posso raggiungerla io, dove si trova?”

“Oh, farebbe davvero questo? Io sono all’Hilton.”

“Certo! Fantastico. Allora ci vediamo alle 17. Buona giornata signorina Hayes.”

“Grazie mille, anche a lei.”

“Chi …. Era?”

“Era l’agente immobiliare.”

“E perché gli hai detto dove sei?”

“Perché dobbiamo parlare del pagamento della casa e lui si è offerto di venire qua.”

“Ah che gentile” disse Danny.

Ginnie si sentì tirare la maglia: era Grace, che era molto eccitata dal fatto di andare a nuotare con i delfini. Andarono verso le sdraio dove avevano appoggiato le loro cose, Ginnie si svestì ed appoggiò tutto vicino alla borsa; poi prese per mano la bambina e andò verso la piscina. Nell’arco di 5 minuti erano nell’acqua a divertirsi. Fu poco dopo che Ginnie si rese conto che Danny era rimasto fuori. Urlò il suo nome e disse alla bimba di chiamarlo insieme così da convincerlo ad entrare.  Danny che le stava guardando dal bordo della piscina, iniziò a scuotere la testa.

“No, no, no.. ve lo scordate!”

“Andiamo!” disse Ginnie facendo una faccia triste.

“No, non mi convincerai!”

“Ti prego!!!” disse lei sorridendo.

Si diresse verso bordo piscina. Danny era lì in piedi, con le mani in tasca, che continuava a scuotere la testa in senso di dissenso. Ginnie arrivò da lui e continuò a supplicarlo.
“Andiamo, che cosa avresti fatto se io non fossi venuta? Mi sento offesa. È forse la mia presenza che ti infastidisce?” aferrmò lei sorridendo.

“No.. io.. assolutamente no! Sono contento che tu sia qua! Non ho voglia di nuotare con ..i delfini!” balbettò Danny.

“Ma sono così carini” disse Ginnie, schizzandogli un po' d'acqua addosso.

“Ehi ehi.. no, non fare così dai!”

“Ok. Mi ritengo offesa” disse guardando Grace.. “Ci riteniamo offese.” disse, e insieme alla piccola si voltarono per tornare al centro della piscina.

“Ginnie! Dai..” affermò Danny con un  tono di voce che sembrava leggermente affranto, ma celava comunque un leggero sorriso. La ragazza si voltò di scatto, lo guardò e sorrise.

“Ok, entrerò in acqua" disse Danny.

Ginnie si voltò verso Grace che era arrivata quasi al centro della piscina, e alzò le braccia in segno di vittoria. Poi andò di nuovo verso la bimba, la prese in braccio e iniziò a ballare.

“Ti piace Danno?” disse la bimba sorridendo.

“Cosa?” affermò Ginnie. “Perché questa domanda?” continuò facendo il solletico alla bimba. Grace cercò di dire ciò che pensava tra una risata e l’altra.

“Ehi, attacco di solletico qui? Vuoi che ti aiuti?” disse Danny.

“Magari” affermò Ginnie sorridendo.

Poco dopo decisero di dare tregua alla piccola e andarono a nuotare con i delfini.
“Danno, mi piace molto Ginnie. Perché non diventa la tua ragazza?” disse la bimba all’orecchio del papà.
“Co.. cosa? Scimmietta che cosa dici!” affermò con tono quasi sconvolto il detective Williams.

“Dico quello che penso Danno. Piace anche a te.”
“Si, ma .. non possiamo parlarne con lei a 10 metri di distanza. E poi , non può diventare la mia ragazza solo perché piace a te.”

Arrivò Ginnie che chiese di cosa si stesse parlando.Grace si buttò tra le braccia della ragazza. Danny rispose alla domanda della Hayes affermando, imbarazzato, che non stavano parlando di nulla di importante, mentre Grace bisbigliò qualcosa all'orecchio della ragazza.

“Ehi, ehi.. è maleducazione dire le cose all’orecchio scimmietta! Non si fa.”

Ginnie stava sorridendo, poi fece una faccia stupita. Lasciò la bimba e andò verso Danny.
“Che .. che cosa ti ha detto?” disse Danny con fare un po’ nervoso.

“Mah, che voleva fartela pagare per l'accatto di solletico di prima e .. che ti piaccio.” Disse sorridendo.

“Il solletico.. si.. ma.. cosa?? No, no, no .. non è vero. Cioè si, ma no.”

Ginnie si mise a ridere fragorosamente, gettando leggermente la testa all'indietro.

“Cosa?” disse Danny sorridendo. Ginnie continuava a ridere, mentre Grace era intenta a fare il solletico al padre. Si sentiva bene; era felice. Ebbe la sensazione di essere al posto giusto nel momento giusto, e pensò che di tutto il resto le importava poco e niente. Sin dalla prima sera aveva pensato che Danny fosse un bel ‘ragazzo’, nonostante non fosse un adone greco. Era rimasta colpita dal suo sorriso, pensò. In più, conoscendolo, si stava rendendo conto di quanto fosse speciale. Ma era stata così presa dalla storia di Steve,  che non si era resa conto che forse Danny era ciò che voleva sin dall’inizio. Grace aveva dato tregua al padre ed era tornata dall’istruttore dei delfini. Danny era poggiato con le braccia a bordo piscina, lo sguardo era fisso sulle increspature dell'acqua. Ginnie si avvicinò a lui piano, abbassò leggermente la testa cercando il contatto visivo.

Danny distolse lo sguardo dall'acqua, la vide lì con un sorriso dolce sul volto e balbettò: "Grace.. lei ha.. ha la lingua lunga.. io"

Ginnie si avvicinava sempre di più a lui, mentre lui continuava a parlare: “Cioè, per carità, sei ok! Mi piaci, ma ovviamente non nel senso inteso da Grace. Lei.. ti adora e..”

“Sono ok..?” domandò Ginnie. Era a circa cinque centimetri da Danny e sentiva il suo imbarazzo, cosa che la faceva sorridere.

“Si .. sei ok.” affermò non molto convinto Danny inclinando leggermente la testa verso un lato.

Ginnie posò la mano sul petto di Danny. "O-ok.. quindi tu pensi che io sia solo.. ok. Che peccato!” Disse e si voltò facendo finta di andarsene.

“Cosa.. perché che peccato? Ginnie?” disse inseguendola.

Ginnie si voltò. Lo guardò negli occhi. Tra sé e sé penso che fossero di un celeste meraviglioso, non ci aveva mai fatto caso.

“Si.. peccato.” Disse sorridente.

“Mi .. spieghi.. cosa vuoi dire.” Disse prendendola per il braccio.

“Che è un peccato perché.. insomma a me piaci. Credo tu sia più di ok. Ma non fa niente.” 

Danny pensò un secondo tra sé e sé; non lo credeva possibile. Ma non si lasciò scappare l’occasione, le ‘corse’ dietro, mise le sue mani su i suoi fianchi formosi.

Ginnie si voltò verso di lui, gli sorrise e poi gettò le sue braccia intorno al suo collo. Danny, d'istinto, la baciò: erano al centro di una piscina d’albergo affollata, ma sembrava fossero solo loro due, nessun altro se non loro due.  A qualche metro di distanza c’era Grace che sorrideva.

Quando le loro labbra si staccarono, Ginnie aveva un'espressione sorpresa e domandò: “Allora non sono solo ok?"

“No..” disse sorridente Danny, e contiuò “No,no.. tu sei.. tu sei meravigliosa! Io.. non ho parole.”

"Strano!" affermò Ginnie scherzosamente. Si sentiva al settimo cielo; legò le sue gambe a Danny e lo abbracciò forte. Lui fece una sorta di piroetta in modo da poter guardare Grace che, dall’altra parte della piscina, aveva un sorriso enorme stampato sul volto.

La giornata continuò. I tre pranzarono allegramente vicino alla piscina, scherzarono e chiacchierarono.

Arrivarono le cinque e il  cellulare di Ginnie squillò.

“Pronto?”
“Signorina Hayes.. io sono arrivato.”
“Oh! Bene.. io sono vicino la piscina. Ha presente.. quella.. con i delfini.. ci sono dei tavoli vicin..” balbettò cercando di spiegare dove si trovava all'agente.
“Si signorina, non si preoccupi.” affermò ridendo il signore dall'altra parte del telefono.

Ginnie era seduta sulle gambe di Danny; guardò il display del cellulare perplessa.

Danny le stava accarezzando la gamba. “Cosa c’è?”

“Credo si sia appena preso gioco di me. Io cercavo solo di essere gentile.”

Danny sorrise “Che intendi dire?”

“Gli stavo spiegando dove ero e lui ha detto ‘ Si signorina, non si preoccupi.’ Ridendo”

Danny si mise a ridere. Pensò fosse fantastica: era genuina,con i piedi per terra e con una voglia di sorridere alla vita che mai prima aveva visto.
“Cosa?” disse Ginnie guardandolo.
“Niente! So come ci si sente comunque..” poi le accarezzò la guancia e la baciò. I due si staccarono.. si sentivano leggermente osservati.

“Oh.. scusate.” Disse l’uomo.

“Oh salve!!!” disse con tono frizzante Ginnie alzandosi e stringendo la mano all’agente.

“Ora capisco perché il suo capo.. è solo il suo capo.” Disse ammiccando un sorriso.

Ginnie si voltò verso Danny e fece una smorfia. Non era molto simpatico. Si recarono al tavolo e Ginnie, voltandosi,  si rese conto che Danny era seduto ancora sulla sdraio, così lo chiamò a bassa voce e gli fece cenno di avvicinarsi. Lui non se lo fece chiedere due volte, si alzò e andò da lei.

“Bene.. allora, ho parlato con i miei colleghi e sono venuto a conoscenza delle opzioni di pagamento. La casa costerebbe 180 mila dollari, ma sono anni che l’abbiamo tra le mani e nessuno vuole comprarla, così il prezzo si è abbassato.”

“Quanto sarebbe?”

“130 mila.”

“Beh, considerando la posizione.. non è tantissimo … credo.”

“No, infatti ha ragione. Potremmo farla scendere anche altri dieci mila da quanto ho capito.”

In quell'istante Grace chiamò il padre mentre si recava verso di lui. Danny e Ginnie si voltarono.

“Ehi ehi.. non è il momento piccola. Che c’è?”

“Scusa Danno.. volevo il gelato …”

“Ok.. facciamo dopo?” disse Danny, ma impietosito dalla faccia tenera della figlia, continuò dicendo a bassa voce “Ok, guarda.. nella borsa di Ginnie c’è il mio portafogli.. prendi 5 dollari e vai a prenderti il gelato. Non esagerare.”

La bimba annuì e corse verso la sdraio.

“Scusate..” affermò Danny alzando le spalle.

“Oh, non sapevo aveste una bambina.” disse l’agente rivolgendosi a Ginnie, sempre con quel mezzo sorriso sulla bocca-

Ginnie lo trovava irritante e molto invadente. Abbozzò un mezzo sorriso e poi affermò, con un tono leggermente infastidito, ma ben celato: “Infatti. Comunque.. parliamo della casa.”

“Ok.. come dicevamo 130 mila. Ora.. ci sono due alternative. La prima, la più comune: Prende il mutuo e paga tutto subito. Oppure, potrebbe pagare una somma iniziale pari alla metà della casa e i restanti verranno estinti ogni mese.. insomma come fosse un affitto. Ovvio che questa opzione le conviene se ha già i soldi a disposizione. Se deve comunque prendere un mutuo, tanto vale pagarla subito.”

Ginnie parlò a bassa voce con Danny. Aveva un po’ di soldi da parte, ma non così tanti.

“Credo opterò per la prima. Insomma, è vero che non sono tantissimi per la casa.. tra l’altro ha un valore affettivo per me. Però non li ho tutti.. quindi.. andrò in banca il più presto possibile e..”

“Perfetto. Non si preoccupi, abbiamo tolto la casa dagli annunci.. nessuno gliela ruberà.”

Ginnie guardò Danny e sorrise.  Salutarono l’agente immobiliare e lo ringraziarono, "E' vero",pensò tra sé e sé,  era molto invadente, ma era anche molto disponibile nei suoi confronti. Dopo 2 minuti Grace tornò con in mano il gelato, si mise seduta con Danno e Ginnie e iniziò a fare domande sul signore.

“Danno, ma dov’è Zio Steve?” domandò.

“Ehi, hai ragione! Non ne ho idea. Vado a prendere il cellulare per chiamarlo. Ginnie la borsa la porto qua ok? Non mi fido a lasciarla là.”

“Ok , grazie.” Disse sorridendo.

Danny tornò, posò la borsa sulle sue gambe e cercò il cellulare. Quando lo trovò fece partire la chiamata.

“Ehi amico.”

Dall’altra parte della cornetta: “Ehi”

“Tutto a posto?”

“Si si, tutto ok..”

“Beh, che stai facendo?”

“Sono a casa.”

“Beh, io sono in piscina all’Hilton. Che ne dici di venire qua?”

“Ok, ci sto. Arrivo tra poco.”

Ginnie sentendo le parole pronunciate da Danny si incupì un attimo, ma poi ci pensò: non gli importava più di tanto. Sì, forse ci sarebbe stato imbarazzo, ma di certo non da parte sua.. lei stava così bene. Era felice, ed era tutto ciò che le interessava in quel momento. La storia di Steve l'aveva segnata parecchio nelle sue relazioni successive. Lei aveva deciso di andare oltre i suoi limiti quella volta a Washington, credette di essere in qualche maniera contraccambiata, e invece così non fu; almeno così aveva pensato fino a quando non chiarì la situazione con lo stesso Steve. Inoltre pensò che se in qualche modo il caso aveva deciso che non avrebbero dovuto stare insieme, allora era giusto così. 
Le sensazioni, oltretutto, parlavano da sole. Non si sentiva così da anni. E questo era tutto quello che le importava in quel momento.

  
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