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Autore: Karyon    09/07/2008    6 recensioni
Akagi, Maki, Sendo, Rukawa, Jin. I "Best of Kanagawa" in trasferta nella prefettura di Chiba, dove, ogni cinque anni, si svolge il torneo di Koyushu. Ma dovevano saperlo, non potevano certo sperare di cavarsela così impunemente e, soprattutto, senza zoo al seguito.
E così "Tirando le somme, erano dodici persone con l’aria da teppisti maniaci, più undici borsoni da palestra, dodici valige e un pullman più sballato di loro."
Riusciranno a strappare la vittoria alle altre tre squadre partecipanti?
E riusciranno a tornare a casa senza rischiare di far saltare le coronarie al loro Capitano?
Genere: Generale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Inizia il torneo!

 
Il mattino seguente fu un massacro. Eiko Hisae ebbe la brillante idea di lasciare l’intero tempio nelle mani di dodici estranei, dieci dei quali in preda al dente avvelenato. A quanto pareva, pochi avevano dormito e quasi tutti si erano scannati con i compagni di stanza. Alle tre del mattino, Akagi aveva dovuto stritolare un paio di ossa a causa dell’infernale casino che “ quei quattro psicolabili”, ossia le due scimmie e i due teppisti, stavano combinando nelle camere; e si erano pure appaiati con le stanze!
Dal canto suo, in camera con un angelico Jin e con accanto Maki, aveva dormito come in paradiso.
«‘giorno» farfugliò Kiyota, strusciando i piedi fino alla sedia.
«‘ao» rimbrottò ancora più sveglio Mitsui, quasi strisciando verso il tavolo.
«Buongiorno, che diavolo avete combinato stanotte?» Domandò un energico Fujima, bevendo del tè.
«Miyagi russa».
«La Scimmia rossa parla nel sonno».
Spiegarono i due, mentre sbadigliavano a pieni polmoni.
«E gli altri?» Chiese Hanagata, leggendo il giornale.
«Muoviti!» La voce di Akagi li raggiunse, seguita dal tonfo del fondo schiena di Hanamichi che scivolò fino al salotto.
«Bel colpo di culo, Hana!» Rise Mitsui, ma l’altro non lo degnò manco di uno sguardo e si rialzò come un fulmine per correre al piano di sopra «Razza di Gorilla, adesso ti faccio fuori!»
«Quante energie di primo mattino…»
«Giorno Sendo, già sveglio?» fece sorpreso il Capitano dello Shoyo.
«Già…» mugugnò lui, buttandosi sulla prima sedia a caso.
«Dì la verità, temevi che la Volpe ti facesse fuori nel sonno?» Ghignò Miyagi, entrato dopo di lui.
Sendo sorrise «Mah, non credo che riuscirebbe a starsene sveglio solo per farmi fuori».
«Dov’è la mia Ayakuccia?» Borbottò preoccupato Miyagi, sedendosi.
«Ah, si è svegliata molto presto. Andava a comprare qualcosa» replicò Fujima. 
«Qualcosa cosa?»
Fujima scrollò le spalle, ma la porta si aprì nello stesso momento.
«Buongiorno banda di caproni!» Salutò allegramente la manager della squadra, «Vi ho portato la colazione!»
Un terremoto di piedi e un branco di bufali si riversò nella stanza.
«Con calma, dementi! Ecco, ho preso un po’ di tutto, servitevi!»
Tutti presero a guardare Ayako con occhioni adoranti che fecero venire voglia a Miyagi di menare sberle e, tra questi, soprattutto a Kiyota.
«Dovresti passare nella nostra squadra! Con una colazione così altro che buongiorno!»
«Ehi, demente, sta lontano dalla mia Ayakuccia!» Avvertì il Playmaker dello Shohoku.
«Prego? A me risulta che siano tutti bei sogni di un cretino».
«E tu che diavolo ne sai?»
«Ma se lo sa tutta Kanagawa!»
Prima che potessero attirare le ire del Capitano, Ayako ficcò due paste in bocca ad entrambi e li scaraventò fuori.
«Devi esserti svegliata molto presto per portarci la colazione, Ayako» fece gentile Maki, avvicinandosi al vassoio.
«Ah, non preoccuparti. Eiko è uscita molto presto per gli allenamenti dello Shiroi, quindi ne ho approfittato per fare un giro. E’ una bella città, meno caotica di Tokio, ma con un grande numero di palestre nei dintorni».
«Biaciapiselli! Che cavolo hai combinato?» Hanamichi apparve sulla porta con occhi infuocati e tutti si girarono a fissarlo.
«Che c’è?»
«Di che diavolo parli, Scimmia Rossa?»
«La stanza è quasi allagata!» Sbottò di rimando lui.
Mitsui si girò a guardarlo con indifferenza «Ti avevo detto di cambiare stanza, peggio per te».
«Razza di pseudo giocatore…» Cominciò il rosso, ma Akagi lo afferrò per la collottola «Giocherete dopo, da bravi... allora, che programmi ci sono oggi?»
«Bé…» cominciò Fujima. «La Manifestazione di apertura è per questo pomeriggio. Abbiamo mezza giornata libera».
«Che si fa?» Domandò allora Maki.
«Si dovrebbe prenotare la palestra per gli allenamenti. Di quello possiamo occuparcene noi» cominciò Fujima, guardando Ayako.
«D’accordo. E voi che intenzioni avete?»
«Dovremmo cominciare ad allenarci…» Stava dicendo a se stesso Akagi. «Ma senza palestra è impossibile, per ora».
«Andiamo a farci un giro!» Esclamò Kiyota con un sorriso demente.
«Al mare!» Fece eco Hanamichi.
«Non è poi una cattiva idea. Potremmo allenarci in spiaggia» provò a dire Sendo.
I vari cenni di assenso convinsero anche Akagi, che si guardò intorno «Che fine ha fatto Jin?»
«Al telefono, mi pare».
«E quell’idiota della Volpe?» Sbottò allora Kiyota.
«Starà sbavando sul cuscino» ghignò allora Miyagi.
«Vado a svegliarlo!»
Seguirono con lo sguardo un Hanamichi fin troppo contento, prevedendo il peggio; difatti, due secondi dopo, le urla di quei due dementi salirono fino al soffitto.
«Quanto la fai lunga, Volpe!»
«Vaffanculo, idiota!»
«Che personcine delicate…» Cominciò a sbuffare la Scimmia del Kainan, poi si bloccò alla vista di Jin. «Che c’è?»
La guardia del Kainan manteneva il cellulare a distanza di sicurezza, con la mano appoggiata sull’orecchio «Ho un pazzo al telefono…»
«Pronto? Pronto?»
«Ma questa è la voce di Hikoichi!» Esclamò Sendo, prendendo il telefono. «Pronto? Hikoichi?»
«Sendoo! Ciao, come va?» Fece quel mentecatto con la sua voce stridula, tanto da trapanare la testa a tutti.
«Bene. Stiamo pensando di allenarci al mare…» Rispose quello, con l’aria da svampito.
«Ah, davvero? C’è qualcuno che può prendere appunti sui giocatori di Chiba?»
Sendo sposto il capo dal telefono e lanciò un’occhiata Fujima «Ehm, forse… »
«Bene! Allor-»
La comunicazione venne interrotta per qualche istante, poi la voce possente del Capitano lo raggiunse «Sendo…»
«Uozumi! Giorno, come…»
«Passami Akagi» Lo interruppe Jun Uozumi, minaccioso.
Con una scrollata di spalle da parte di Sendo, il telefono passò al Capitano dello Shohoku che si spostò in un’altra stanza per parlare con “Gorilla-secondo”.
«Lo sai, vero, che il tuo telefono è perduto ormai? » Ghignarono quei due infami di Mitsui e Miyagi.
Jin sospirò «Ah, beh non era mio…»
«No?»
Jin scosse la testa ed indicò Kiyota che si pietrificò, mentre gli altri attaccarono a sganasciarsi come matte.
Dopo molti minuti di chiamate tra gli psicopatici del Ryonan, che cercavano disperatamente Sendo e i morti del Kainan che meno di così non se ne potevano fregare, si avviarono verso la spiaggia, affollando un intero vagone della metropolitana. Mitsui e Hanamichi si fecero spazio a suon di spinte e morsi, mentre Miyagi ne approfittò per appiccicarsi alla sua Ayakuccia che se ne fregava altamente, tutta presa a svegliare Rukawa che quasi le dormiva addosso.
E i numeri non finirono lì, visto che all’apertura delle porte quasi tutti si catapultarono a mare, svestendosi contemporaneamente, e trascinandosi dietro un povero Capitano che rischiava di affogare.
Occorse tutta la buona volontà di Maki e Fujima che, con l’aiuto di Sendo, raggiunsero un accordo: corsa sulla spiaggia e gara di nuoto. Inutile dire che questa risoluzione portò al quasi svenimento della Volpe che di acqua proprio non ne voleva sentir parlare.
La corsa sulla spiaggia fu piuttosto una maratona senza frontiere, dove ogni mezzo era lecito per arrivare primo: Hanamichi addirittura si allacciò ai pantaloni di Kiyota, che rimase in mutande davanti all’intera spiaggia.
«Potrebbero anche fare i seri, una volta tanto…» buttò lì Ayako, seduta sulla spiaggia al sicuro, con registri alla mano.
«Almeno si divertono. Dopotutto oggi inizierà il torneo e non avranno tanto tempo per respirare» osservò indulgente Fujima, in costume da bagno.
«Sta attento, coglione!» Proruppe la decima volta Mitsui, inciampando nei piedi di quell’imbecille di Miyagi che tutto faceva tranne correre, visto com’era intento ad osservare quei due sull’asciugamano.
«Oh, il tappetto è geloso...» cantilenò Hanamichi, raggiungendoli con una smorfia.
«Beh, sono una bella coppia!» Esclamò l’ex teppista, prima di ritrovarsi le mutande piene di sabbia.
«Fatevi i cavolacci vostri, accidenti!»
«Andiamo, Ayako non è una delle dementi che sbavano dietro alla Volpe. Sta lavorando, quindi non si farà distrarre. E poi, Fujima mica è un bavoso deficente!» fece saggiamente Mitsui, visto che quell’altro sembrava seriamente incazzato.
«Infatti! Non è un deficiente…» aggiunse Sendo, che aveva ascoltato tutto il discorso. «Lui ha la scusa per avvicinarsi e dato che non è un deficiente…» Insinuò con un ghigno, ritrovandosi poi una manciata di sabbia nei capelli.
Fortuna che l’asso del Ryonan non fosse un’attaccabrighe, perché Miyagi aveva addosso una voglia folle di ammazzare qualcuno.
«Ah, al diavolo!» Sbottò scazzato, per poi tornare a correre.
«Se l’è presa sul serio?» Domandò il rosso a Mitsui, che si limitò a scuotere la testa.

«Guardate che non è una gara a chi muore prima» fece notare Hanagata a Kiyota e Jin che correvano sulla spiaggia, tenendosi un fianco.
«Ehi, Mr. Quattrocchi, noi al Kainan siamo abituati a peggio!» Replicò pomposamente Kiyota, per poi sbattere il muso contro Akagi che si era fermato.
«Ehi, Gorilla. Avvisa prima di fermarti…»
«Sta zitto demente! Ehi, voi!» Urlò il Capitano, con una vena pulsante sulla tempia; nessuno, tranne qualche anima pia, aveva seguito l’allenamento: Sendo guardava svagato il mare, forse col desiderio di mettersi a pescare, Mitsui e Hanamichi continuavano a sfottere Miyagi che li prendeva a pedate e Rukawa poi lo avevano perso un’ora prima; quello squilibrato si era sdraiato accanto ad Ayako, crollando in stato catatonico.
«Akagi, così ti saltano le coronarie…» avvertì Maki.
«Certo, perché ti sembra possibile una roba del genere?»
Fujima si alzò urlando un «In acqua!», che fece saltare tutti di gioia.
«Almeno così si rinfrescano i neuroni» rise il Capitano del Kainan, assestando una pacca di conforto all’altro Capitano.
«Sempre che non l’affoghino, la materia grigia… Rukawa! Muovi le chiappe, in acqua!»
La volpe strizzò le palpebre, osservando gli spruzzi d’acqua provocati dai tuffi di quegli imbecilli, e scosse il capo «Ma manco morto».
Ok, ora lo affogava nella sabbia! Akagi si mosse a passo di gigante verso quella divetta della sua squadra e poggiò le mani su i fianchi «Allora?»
Rukawa lo fissò, inespressivo «Odio l’acqua».
«Non sai notare, Rukawuccio?» Cantilenò Ayako a suo fianco.
«Non chiamarmi in quel modo!»
«Paura dell’acqua, Kaede?» Frecciò Sendo, passando per quelle parti, guarda caso.
Detto fatto, da lì a qualche secondo Rukawa era a mollo, maledicendosi per aver ascoltato ancora una volta quello psicotico sorridente. Per tutta la notte aveva assistito ai suoi sproloqui insulsi e ora oltre al danno, anche la beffa.
«Gara?» Fece semplicemente Sendo, per poi partire a razzo, fendendo l‘acqua con veloci bracciate. D’accordo, doveva vincere, o perlomeno sfruttare la cosa per annegarlo, pensò la Volpe e partì all’inseguimento.
Nonostante non amasse l’acqua, era un abile nuotatore e il suo peso lo rendeva più veloce di Sendo, che cominciava ad arrancare.
«Forse è il gel che ti rende pesanti i capelli…» bofonchiò la Volpe, quando si trovò spalla a spalla con il nemico di sempre e Sendo sorrise «Era quasi una battuta, sai? Sto vincendo io».
«Hn» grugnì l’altro e lo superò, vincendo la loro gara personale.

Un’ora e mezza dopo, erano tutti spalmati sulla sabbia, stanchi e affaticati. La gara di “pallanuoto” improvvisata era stata grandiosa: le due squadre erano capitanate da Sendo e Maki che avevano dovuto scegliere i propri compagni; tra i sogghigni generali, Sendo aveva scelto proprio Rukawa, giusto per fargli girare le palle ancora un po’, mentre alla fine aveva dovuto sorbirsi anche la Scimmia Rossa. Maki invece, anima pia lui, aveva preso come al solito Kiyota, che tanto era stato espulso alla prima occasione. Ora giacevano tutti moribondi sulla spiaggia.
«Dannata acqua, certo che è difficile giocarci dentro!» Sbottò Mitsui, con il fiatone.
«Sei tu che non hai fiato, vecchio scorfano» ribatté molto dolcemente Miyagi.
«Ragazzi, sete?» Domandò Ayako, con una cesta di bottigliette.
«Grazie Aya».
«Grazie, Ayakuccia! » Esclamò Miyagi, stucchevole come il miele.
«Ayako, ho stilato la lista del torneo!» La richiamò Fujima e Miyagi sospirò «Che palle quel tipo».
L’ex teppista rise «Non mi dire che, sul serio, ti preoccupa Fujima!»
Miyagi abbassò il capo verso la bottiglia, serio tutto in un colpo «No, in effetti mi preoccupano, più o meno, tutti».
Mitsui guardò il mare «Ayako non è così scema da farsi appallare da un bel faccino. Altrimenti il primo della lista sarebbe stato Rukawa».
«In effetti, non si fa appallare da nessuno» rispose Miyagi, con accento triste.
L’altro sorrise e cinse un braccio intorno alla testa del Playmaker «Idiota. Ayako semplicemente non se ne accorge… e poi ci sono io, no?»

«Maledetto idiota…» brontolò Rukawa, tenendosi la testa.
«Sei tu il cretino che non guarda dove va!» Sbottò di rimando Hanamichi, tenendosi il polso.
Solo due dementi formato gigante come loro potevano scontrarsi in una distesa grande come, tanto per fare un esempio, l’Oceano!
«Voi siete due… ormai ho finito gli insulti per voi… » stava gufando Akagi sulle loro teste.
«Gorilla, stai sfracellando i coglioni, la molli?»
«Non che non la pianto, razza di imbecille! Potevate essere fuori uso prima dell’inizio della Manifestazione! Ora, chissenefrega se ti viene un accidente, ma Rukawa fa parte dei titolari!»
A quelle parole, Hanamichi si alzò di scatto, gettando casualmente la sabbia in testa alla Volpe.
«Me che vi massacriate voi e la Volpe qui!» E si allontanò, borbottando come un ossesso, mentre Akagi faceva per seguirlo «Magari si suicida…»
«Acqua, Volpe affogata?» Ghignò Ayako e Rukawa fece una smorfia, sentendo perforargli la testa da spilli. «Che divertente…»
«Andiamo che hai la testa dura!»
«Se vuoi ti faccio una fasciatura io…» cinguettò Sendo, alle spalle di Ayako.
«Vedo che voi due andate sempre più d’accordo…» commentò felicemente la manager, alla faccia dell’ espressione da avvelenamento dell’Ala dello Shohoku.
«Un amore» rispose l’ infame maledetto che Rukawa trucidò con lo sguardo.

«Credi davvero che quegli sguardi servano a qualcosa?» Domandò poi Sendo, quando Ayako si allontanò. Non ebbe risposta, così sbuffò «Sei irritante».
Rukawa lo fissò «E tu esasperante».
«Suppongo sia un passo avanti…» rise Sendo, poi guardò il mare «Peccato non vivere al mare!» Esclamò, spalmandosi sulla sabbia.
L’altro lo fissò di sbieco «Non mi piace, il mare».
«Allora non lo capisci. Lo vedi come qualcosa di misterioso, semplicemente troppo da contenere. Invece è qualcosa di vivo. Sempre in movimento, in subbuglio, anche quando sembra sereno». 
Rukawa si limitò a non rispondere, guardando il mare.  
«Dovresti essere meno controllato, ne gioveresti».
Il giocatore dello Shohoku alzò lo sguardo, giusto in tempo per guardare Sendo allontanarsi verso Hanagata e Akagi. Sì, ancora quella sensazione… lui non odiava Sendo. Invidia, forse era la parola giusta.
«Volpe, basket?» Lo richiamò il re delle espulsioni, e Rukawa si alzò con un sospiro.
«Bien, niente arbitro!» Esclamò sogghignante, mentre Mitsui e Miyagi si scambiavano un’occhiata.
«Vuoi farti male, demente?»
«Non hai paura che possiamo romperti qualcosa?»
«Aha, cos’è frignate?» E giù a ridere come un indemoniato.
«Io non ci sto in squadra con lui» borbottò Rukawa.
«Ma chi ti vuole!»
«Ma infatti se lo tiene Miyagi quest’ invasato, io e te giochiamo insieme, Volpe» Lo interruppe Mitsui.

Così la partita cominciò. Senza arbitro era praticamente una guerra e, a metà tempo, la palla era stata quasi dimenticata in favore della lotta libera; Hanamichi usava il placcaggio come scusa per buttare a terra “il fuscellino” Rukawa, mentre Mitsui alzava di peso il povero Miyagi. In quel macello, Sendo e Hanagata sghignazzavano come folli e Akagi fingeva di non vedere nulla per proteggere la sua salute mentale. Nel frattempo i due manager sembravano immersi nel fitto di una cospirazione insieme a Maki, mentre Kiyota e Jin non si vedevano da nessuna parte.
La Guardia del Kainan conosceva molto bene Kiyota e l’oscurità della sua espressione, nei momenti “seri”, era inconfondibile; finalmente se lo ritrovò al bar, solo, ma quando aveva tentato ti porgli qualche domanda, quello era scattato come una molla e si era allontanato con le mani affondate nel costume e un diavolo per capello.
Akagi fece levare le tende solo alle quattro passate e solo dopo che la squadra Mitsui-Rukawa ebbe rotto il grugno a quella dei due psicotici. Per carità, Miyagi era pure bravo, ma le stronzate di Hanamichi valevano per due, mentre quegli altri si erano trovati relativamente bene col patto “tu non fracassi i coglioni a me, e io non li frantumo a te”.
Il viaggio di ritorno verso il Tempio fu piuttosto tranquillo, tranne per il fatto che Hanamichi, perso il compagno di giochi, aveva deciso di sfogare la follia su Rukawa che ormai, tra lui e Sendo, ne aveva le palle piene. A metà strada era quasi giunto alla conclusione di supplicare Nobuscimmia di riprendersi il suo maniaco preferito ma Ayako gli andò in aiuto come una manna dal cielo:
«Al Tempio sbrigatevi a fare le docce, che dobbiamo filare alla Manifestazione di apertura. Mi raccomando tutti in tuta».
«Quale tuta?» La interruppe Jin.
La manager in tutta risposta ghignò in modo terrificante «Lo vedrete».

Giunti al Tempio, il silenzio fu quasi opprimente. Fujima aveva trovato il biglietto di Eiko che li avvisava di far presto e di aver lasciato l’abitazione a loro disposizione e, anche se non si fidava completamente di lei, gliene fu grato: a parte che quei dementi avrebbero litigato in ogni occasione e per qualsiasi motivo, anche inventato se necessario, le docce erano poche e l’acqua calda anche, quindi era una fortuna non avere nessun altro in casa.
La battaglia su chi dovesse usare per primo le docce, fu serrata: il bagno al piano inferiore vide come vincitore incontrastato Maki che, semplicemente, sgattaiolò dentro e si chiuse la porta con le chiavi; Akagi occupò l’altro bagno menando fendenti e cazzotti in testa, mentre Sendo, fasullo come Giuda, occupò l’ultimo con la scusa di un certo affare urgente da risolvere. Così tutti gli altri aspettarono a braccia incrociate, con la testa che fumava dall’ esasperazione; c’era chi aveva deciso di assestare qualche calcio, giusto per passare il tempo, chi invece decise di oziare e, incredibile ma vero, non si trattava di Rukawa.  Anzi, si ritrovò la Scimmia a rovinargli addosso e quasi lo spalmò sul pavimento .
«Imbecille, se la notte non dormi per colpa di quell’altro demente lì, non venire a menartela con me!»
Diciotto parole. Troppe per la Volpe.
«Sei senza umanità, tu» borbottò Kiyota, girandosi speranzoso verso l’altro vicino, cioè Mitsui.
«Non fartelo passare manco per l’anticamera del cervello» avvertì il Teppista.
«Ma che stracciamento di palle».
«A chi serve il bagno?» Cantilenò Sendo, con asciugamano arrotolato ai fianchi e uno in testa.
«Sembri mia madre» ghignò Miyagi.
Sendo sorrise «Tua madre è figa?»
Bisognava ammettere che, quando ci si metteva, sapeva essere discretamente divertente, pensò Hanamichi mentre gli altri lo sfottevano per l’asciugamano tra i capelli.
«Sendo, stai gocciolando» se ne uscì Akagi, scendendo dal piano di sopra vestito per loro fortuna.
«Sì, sì me ne vado» fece quello, andando al piano di sopra mezzo nudo e scalzo, neanche fosse a casa sua.
Tempo un secondo e si alzarono tutti contemporaneamente, stritolandosi all’entrata del bagno.
«Vado io!»
«Ma sfracellati!»
Sbottarono all’unisono Miyagi e Mitsui.
«Imbecilli… » borbottò Akagi, mentre Rukawa lo superava. «Il bagno di sopra è libero» gli fece con un sospiro.
«Hn».
Aveva fatto in tempo a entrare in bagno, svestirsi e aprire il getto in tutta calma, che di sotto ancora si sentivano le grida dei due mentecatti e le botte di Akagi. Sospirò per poi infilarsi nella doccia: Cominciava ad detestarlo, quel dannato ritiro.
Intanto, qualche stanza più in là, Kiyota era alle prese con due problemi: quel dannato maglione che non si infilava e quel dannato Jin che gli spaccava i cosiddetti.
«Kiyota…»
«Non rompere, Jin».
Quella solfa l’aveva ascoltata per un’ora, durante tutto il tragitto verso il Tempio. La guardia sbarrò la strada al compagno di squadra «Andiamo, cosa’hai?» Fece, accondiscendente.
«Nessun problema» tagliò corto la Scimmia, incrociando le braccia.
«Se avessi un problema, me lo diresti vero?» Gli domandò Jin, scrutandolo.
«Ma porca miseria, non mi serve una balia! Se avrò un problema te lo dirò!»
Sendo si bloccò accanto alla porta, ascoltando per caso il discorso dei due giocatori e, contemporaneamente, Rukawa uscì dalla doccia e lo fissò. Quello alzò un indice davanti alla bocca, per fare segno di silenzio e si affacciò:
«Va tutto bene?»
Jin si girò con un sorriso «Nulla Sendo, tutto bene».
«Niente che ti interessi, Spaventapasseri. Sloggia!» Sbottò l’altro.
Il Playmaker del Ryonan ammiccò a entrambi, poi sorrise «Ma certo!» E si allontanò canticchiando.
«Ma non è che quello ha capito una cosa per un’altra?» Borbottò Kiyota.
«E cioè?»
L’Ala del Kainan lanciò un’occhiata perplessa all’amico: ci era o ci faceva?
«Lascia perdere» mugugnò, poi, dopo nuove imprecazioni e altre rassicurazioni, riuscì a cacciarlo dalla stanza.
Jin si ritrovò la porta sbattuta sul naso e sospirò «Ma quanto è cocciuto…»
«Che combinate tu e quell’altro guaio?» Domandò Maki, notando l’espressione preoccupata di Jin.
«Ah, Maki. Mah, cerco di estorcere una qualche verità al nostro Nobunaga».
Il Capitano del Kainan rise «Ecco, visto che ci sei, fatti dire anche dove a messo le palle da basket che mi ha fregato».
«State zitti, dannati!»
«Bene, ora che siete tutti strigliati a dovere, vi mostro una cosa!» Fece entusiastica Ayako, colpendo uno scatolone che aveva affianco, con tutti riuniti nel salone principale.
Sendo la guardò «Qualche diavoleria, Ayako? »
«Ta-daan!» Esclamò lei, tirando fuori una maglia nera, con strisce sui fianchi blu e rosse. Il nome Kanagawa e il numero, erano trascritti in bianco.
«Wow!» Fece il giocatore del Ryonan, mentre gli altri smidollati già fremevano per averne una.
«Vi piace?» Domandò la manager, ghignando.
«Non male, riunisce un po’ tutti i colori delle squadre» commentò Fujima.
Gran parte di loro tossì: tutti avevano saggiamente evitato l’argomento “colore verde-Shoyo assente”. O almeno, tutti tranne uno:
«Ehi, Ayakuccia… » cominciò Hanamichi, avvicinandosi al suo orecchio «Niente verde rammollito eh?» Le sussurrò piano ad un orecchio.
«Deficiente è stato proprio Fujima a non volere il colore nella maglia, io volevo mettercelo» sbottò lei, e molti si girarono verso il Capitano dello Shoyo.
«Anche voi fate parte della squadra, Fujima… anzi, tu sei l’allenatore e Toru è la prima riserva» cominciò Sendo.
«Infatti, alla fine siete più utili di questi qui» aggiunse Akagi, indicando i suoi compagni di squadra che per poco non gli azzannarono una mano.
Fujima accennò un sorriso, poi scosse la testa «No, non era in questo modo che lo Shoyo doveva rientrare tra i Best. Mettere quel colore solo perché vi faccio da pseudo allenatore è una cretinata.
A quelle parole tutti si zittirono, mentre il Playmaker annunciava allegramente «Bene, vado a lavarmi io!»
Akagi e Maki si scambiarono un’occhiata: Kenji Fujima era un giocatore molto, molto orgoglioso; aveva ricevuto il premio di migliore giocatore dell’anno – MVP - per tre anni di fila. Alle medie era il più grande giocatore d Kanagawa, superando persino Maki. Poi, allo Shoyo, gli fu quasi implorato di partecipare come playmaker e nel giro di pochi mesi divenne Capitano; il ruolo di allenatore gli fu concesso niente meno che dalla federazione sportiva. Era probabilmente il secondo Playmaker di Kanagawa e solo Maki era alla sua altezza; ma i fatti parlavano chiaro: Sendo sapeva giocare in più ruoli, grazie all’altezza poteva ricoprire anche la funzione di Ala e per giunta era solo del secondo anno, quindi poteva ancora migliorare. Maki, pur essendo del terzo, si era dimostrato il Playmaker più forte di Kanagawa per ben tre anni di seguito e aveva condotto la sua squadra e tre vittorie consecutive. Erano numeri troppo esorbitanti per passare inosservati, ma non doveva essere facile per uno come lui.
Nessuno, però, si era reso conto che Fujima non era l’unico che soffriva l’esclusione dai Best; ad un passo dal torneo, ci si rendeva conto di come realmente stessero le cose. Con quel ritiro, giocatori come Rukawa, una semplice matricola, o come Jin, perfetto come Guardia ma scarso in tutto il resto, erano stati riconosciuti come i migliori. E se persone come Hanamichi, che aveva una propria distorta maniera di vedere il basket, ci passavano sopra, vedendo quell’esclusione come una sfida a fare di più, a migliorarsi; chi aveva buttato anni nel cesso per delle stronzate, cominciava ad odiare se stesso. Mitsui guardò Fujima allontanarsi verso il bagno e un potente istinto gli fece portare la mano verso il ginocchio: quello era l’emblema del suo fallimento e della sua idiozia. A quell’ora, se fosse stato più intelligente, sarebbe stato uno dei giocatori più grandi di Kanagawa. Sospirò profondamente, poi si ritrovò gli occhi di Miyagi incollati ai suoi «Che vuoi?»
«Piantala Mitsui. Quello è un capitolo chiuso. Ora siamo qui per aiutare loro, al ritorno ricominceremo ad allenarci e recupereremo» gli fece l’altro, leggendogli nella mente come ogni volta.
La Guardia digrignò i denti «Già, certo» bofonchiò, per poi uscire a prendere una boccata d’aria.
«C’è troppo nervosismo» pensò tra sé Sendo. «Dobbiamo andare, Capitano» fece poi ad Akagi, alzandosi.
«Sì, infilatevi un attimo le maglie e andiamo. Voi idioti, avete le vostre come riserve» annunciò ad Hanamichi, Kiyota e gli altri.
«Non la voglio la vostra stupida maglia» ribatté Mitsui dall’esterno, sul piede di guerra.
«Ehi! Io ho il dieci! Lo rivoglio!» Sbottò scazzato Hanamichi e Akagi roteò gli occhi come a invocare la Santa Pazienza «Idiota, Maki ha il dieci. Tu e Kiyota dovrete accontentarvi di un altro numero».
«Ma neanche per sogno! Scimmia, tu non dici niente?» S’infervorò il rosso, con occhi di fuoco.
«Scusate…» Fece la voce gioviale di Fujima. «Io prendo il numero otto, grazie» e s’ infilò la maglia, alla faccia sconvolta di quegl’altri imbecilli.
«Che c’è?» Domandò, guardando la faccia di Mitsui.
Quello buttò a terrà la sigaretta che stava fumando «Perché cazzo accetti di metterti la maglia!»
Akagi lo guardò: non credeva avessero dei problemi gli altri, ma forse non aveva tenuto in conto lo sproporzionato ego malato dei suoi compagni.
«Perché ho promesso di portare la squadra alla vittoria. Non è colpa di altri se io non sono riuscito a raggiungere il livello per i Best, quindi non cercherò di scaricarmi la coscienza» rispose severamente.
Di certo, la sconfitta nelle eliminatorie gli bruciava ancora, ma Fujima non era poi il tipo da stare a rimuginare.
I quattro titolari repressero a stento un sorriso: c’era da aspettarselo da uno come lui.
Mitsui lo fissò, senza parlare, poi sbuffò «D’accordo, andiamo a tifare questi bastardi!»
Una mandria di sedie si mosse con una confusione spacca timpani.

Il palazzetto dove si sarebbe tenuta la Manifestazione era uno dei più grandi mai visti. La confusione all’ingresso era pazzesca e loro entrarono con migliaia di occhi incollati addosso.
«Wow!» Sussurrò Kiyota col naso all’insù: il soffitto era curvo e molto, molto alto. Il palasport era stato messo su per le gare più importanti e per ospitare migliaia di persone: togliendo le fila per il pubblico, avrebbero potuto metterci comodamente quattro campetti di basket per allenamento.
«Forse è ancora presto…» borbottò Hanamichi, guardandosi intorno. Branchi di giornalisti e cameraman ciarlavano tra loro e i rappresentanti della federazione erano lontani dal tavolo principale. Osservando qua e là, si notavano molti giocatori delle altre squadre escluse dal torneo di beneficenza e Sendo quasi tirò un colpo, riconoscendo Hikoichi con la sorella giornalista.
«Sendooooo!» Esclamò quello psicotico, facendo girare mezzo palazzetto.
«C-ciao Hikoichi…» balbettò il Playmaker del Ryonan, sconvolto, mentre il piccolo Aida gli si incollava alle gambe.
«Ci mancavi tu, guarda…» grugnì Kiyota, ma il ragazzo non lo degnò di uno sguardo.
«Sakuragi!»
«Ohoh, bravo vieni dai geni come me!» Il rosso cominciò a ridere, in completo brodo di giuggiole, così gli altri approfittarono per sgattaiolare via.
«Salve, ragazzi!» Salutò Yayoi Aida, con macchina fotografica alla mano.
«Ciao Yayoi, lo sapevo che saresti venuta!» Fece Ayako.
«Non potevo mancare tra i Best of Kanagawa!» Esclamò, ghignando.
Il loro blaterare fece scomporre il gruppo e ognuno se ne andò per i cavoli suoi. Akagi andava alla ricerca di alcuni conoscenti, mentre i soliti cercavano semplicemente del cibo!
«Dannazione, avranno intenzione di farci morire di fame?» Grugnì Mitsui, con lo stomaco che borbottava più di lui. Mentre cercava qualche dannatissimo chiostro, si scontro con un Jin distratto.
«Jin, ma dove cavolo guardi?»
«Ah? Oh, scusa Mitsui. Guarda là» fece la Guardia, indicandogli un gruppo di ragazzi praticamente spaparanzati sul pavimento come barboni.
In piedi c’era il conoscente di Akagi, quell’Isao, che parlava con un compagno dai capelli rosso scuro e alto quanto Fujima. La maglia nera indicava il nome di Kaoru Hiroya.
«Ma non mi dire…» ghignò Mitsui: quello era la guardia dell’Ichihara, il “tiratore scelto” di Chiba. «E’ basso…» notò poi.
«Non mi sembra che sia mai stato un problema… anche Miyagi e Fujima lo sono».
«Giusto. Ci sta fissando o sbaglio?» Borbottò ancora Mitsui.
Infatti il giocatore li stava effettivamente guardando, ma senza boria; anzi, più che altro si stava slogando un polso a furia di salutare.
«Certo che quelli dell’Ichihara sono tutti troppo amichevoli…» bofonchiò, ma Jin sorrise «Forse voi siete troppo abituati i teppisti che frequentate… E poi, è anche per quello che non hanno molti rivali, anche se sono primi».
«Già, a differenza vostra eh?» Frecciò Mitsui.
L’altro non fece una piega «E voi, che picchiate qualcuno una partita sì e l’altra pure?»
«D’accordo, mi sto zitto che è meglio».

Tutti gli altri componenti della squadra - a cui mancavano all’appello i soliti dementi, tipo Mitsui, Rukawa, Sendo, Hanamichi e Kiyota -, notarono tra la folla lo Shiroi di Eiko.
«Ah eccovi. Stavamo per darvi dispersi» ghignò l’allenatrice. «Allora tutti carichi?»
«Visto che si rompono il muso da due giorni a questa parte direi di sì» mugugnò Ayako.
«Per ora abbiamo perso tre titolari…» fece notare Akagi, guardandosi intorno e notando l’assenza di quei tre mentecatti di Jin, Rukawa e Sendo.
«Torneranno all’ovile, quando litigheranno con qualcuno» liquidò Ayako, muovendosi in avanti.
«Mah, succede sempre. Io ho perso quel demente di Kiyuwa e il Capitano, tanto per cambiare».
Le due manager sospirarono all’unisono, del tutto sconfitte dall’idiozia dei loro compagni.
Sendo intanto, in barba a tutti, era riuscito a trovare un chiostro e ora se ne stava beatamente a sfamarsi, mentre Mitsui continuava a bestemmiare in giro per la voragine allo stomaco.
«Grazie» fece gaiamente, afferrando gli Onigiri di tonno.
«Akira Sendo!» Chiamò una voce alle sue spalle e il ragazzo sorrise bonario, come suo solito «Akira Miasami» replicò copiando il suo tono solenne.
Akira inarcò un sopracciglio e allungò una mano che Sendo strinse «Ho visto la tua intervista in televisione».
«Già, sanno essere molto insistenti» commentò quello, guardandosi intorno.
Sendo annuì educatamente. Peccato che non fosse per niente convinto delle sue parole, che gli erano sembrate fasulle quanto fintamente modeste. E di lui aveva sentito abbastanza per non credergli affatto.
«Tu sei stato bravo a non far trapelare quello che pensavi» frecciò, infatti, il giocatore del Ryonan.
«Sono cose che penso realmente» replicò l’altro, vagamente sdegnato.
Sendo lo scrutò in silenzio, poi scrollò il capo con un sospirò «Quindi ti crederesti inferiore di me?»
Miasami ebbe uno scatto e strinse i pugni «Ci vediamo in campo, Sendo».
«Contaci» Rispose lui, indifferente. «Ah, si sono raffreddati gli Onigiri!» Esclamò, poi una voce autoritaria risuono per la palestra.
«Buonasera a tutti! E soprattutto ai nostri ospiti di Kanagawa che, come ogni volta, hanno deciso di partecipare a questa splendida Manifestazione in onore del nostro presidente Anzo Koyushu. La Cerimonia inizierà tra qualche minuto, prego ogni squadra di ordinarsi secondo le proprie assegnazioni. Grazie».
Ci fu un trambusto di spostamenti e urla varie, ma alla fine le quattro squadre partecipanti e i numerosi spettatori erano al proprio posto. Il Kanagawa si trovava in fila, con Fujima nelle vesti di allenatore effettivo e Ayako in primis. Per non farsi fracassare i timpani, Fujima aveva acconsentito anche ai rompiballe dei loro compagni di mettersi in fila come riserve, cosicché le fila della loro squadra erano belle piene.
Accanto a loro, nella fila centrale, c’era l’Ichihara in nero e rosso; l’allenatore, Koichi “il demone” Kendo, e il Caposquadra amico di Akagi avanti a tutti. Rukawa, tra Maki e Sendo, si girò verso la squadra nero-rossa e si ritrovò di fronte un tipo strano; osservò la sua maglia e con un sussulto lesse il nome Haranobu Aki, numero 13.
Così, quello era lo Youkai dell’Ichihara. Rukawa si girò, intercettò lo sguardo di Sendo e, con un movimento del capo, gli indicò il ragazzo di fronte a sé. Sendo sorrise e si accostò a Rukawa, sussurrando «A quanto pare, Ryota si è fatto soffiare il primato dell’altezza».
Infatti, Aki era basso quanto il playmaker dello Shohoku, ma più magro e sottile. I capelli erano scuri e lunghi e il viso quasi infantile; sembrava un ragazzino delle medie.
A quanto pare anche lui parlava poco, perché mentre i compagni approfittavano del silenzio per blaterare cretinate, quello se ne stava con le mani in tasca, perso nei suoi pensieri. Il presidente della Manifestazione, Hattori Yudo, ricominciò a parlare e la tensione crebbe alle stelle.
«E dopo cinque anni, la Celebrazione Koyushu riprende vita… Quest’anno avviene a Chiba e Kanagawa a portato i suoi giocatori migliori. L’allenatore Anzai di Kanagawa ha designato Kenji Fujima come sostituto a causa della sua impossibilità i partecipare agli incontri…»
«Questa mi è nuova!» Sbottò Hanamichi, ma Kiyota gli pestò un piede «Deficiente, è una scusa! Manco questo capisci…»
«Oahhh! L’avevo capito, certo, Nobuscimmia!» Esclamò a braccia incrociate il rosso.
«State zitti là dietro!» Sussurrò Akagi, davanti a tutti gli altri.
«Eiko Hisae, Koichi Kendo e Kito Katamura sono stati designati come allenatori rispettivamente dello Shiroi, dell’Ichihara e del Narashino».
«Ma sentili questi imbecilli di parte!» Esclamò Mitsui, mentre il palazzetto sembrava tremare agli applausi del pubblico di Chiba.
«Il Torneo…» continuò ancora il presidente. «Si svolgerà, come ogni anno, in modo inconsueto, ben lontano dallo schema diretto dei tornei tradizionali. Lo scopo era permettere una sfida equilibrata, dove tutte le squadre potessero sfidarsi e incontrarsi sul campo di gioco. Il calendario prevederà le prime due gare, il giorno sette e l’otto Luglio, tra lo Shiroi e L’Ichihara».
A quell’annunciò, ci fu un boato di fischi e applausi sparsi e i giocatori di Kanagawa poterono quasi sentire le scosse che si mossero tra Isao Katsumi e Heiji Hisae. Era una rivalità continua, come lo era stata tra lo Shoyo e il Kainan; l’Ichihara soffiava il titolo allo Shiroi da sei anni a questa parte.
«La seconda partita vedrà gli ospiti del Kanagawa scontrarsi con il Nara di Katamura».
Sendo si girò verso la terza fila in blu del Nara, incontrando lo sguardo di Miasami. Gli sorrise, salutandolo con la mano: quella era una sfida bella e buona e aveva tutta l’intenzione di vincerla.
«Ehi» lo chiamò Rukawa, senza girarsi.
«Cosa, Kaede?» Domandò il Playmaker del Ryonan, fissandogli le spalle.
«L’unico che deve batterti qui, sono io».
Sendo sorrise «Lo terrò a mente».
Il terzo giorno sarebbe stato di pausa, mentre quello dopo avrebbero incontrato i loro coinquilini e la preoccupante Eiko Hisae.
Poi sarebbero stati spettatori per ben due partite e avrebbero giocato direttamente l’ultimo giorno. Come calendario dei giochi non era perfetto e le partite per squadra erano solo tre, ma non era quello il punto della situazione.
Erano le nuove sfide, i nuovi rivali, la possibilità di giocare con i nemici di sempre. Ritrovare un Sendo e un Rukawa nella stessa barricata, un Maki allenato da Fujima, un Akagi capitano dell’ intera Kanagawa…  sarebbe stato un torneo grandioso, su questo non avevano dubbi. Peccato che le sorprese sarebbero state molto più grandi di quello che si aspettavano.

 
N/A
Rieccomi. Questo capitolo forse non è perfetto, ma ho voluto sacrificare un po’ l’aspetto comico, per dare anche uno spessore psicologico ai personaggi. Si cominciano a intravedere i primi problemi e di certo non gli ultimi. Spero che, andando avanti, anche i miei giocatori piacciano quanto quelli di Inoue, anche se, lo so, è impossibile superarli. Ora vorrei fare qualche precisazione, quindi abbiate pazienza.
I capitoli da ora in poi, saranno molto più lunghi, perché ci saranno anche le descrizioni delle partite. Questa è la prima fan fiction su Slam Dunk non introspettiva, quindi spero di riuscire a rendere le partite poco noiose e sempre interessanti. Ho notato che amate molto lo shonen-ai, e ammetto che alcune dannate del sito mi hanno trasmesso questa passione. Questa fiction è nata senza alcuna pretesa shonen, ma mi sono lasciata contagiare e ho inserito delle illusioni che avete trovato tutti. XD
Però, volevo sottolineare che questa fiction è sportiva, quindi, allusioni a parte, non ci saranno scene shonen ai vere e proprie, giusto perché, conoscendomi, si andrebbe troppo lontano alle liee guida del grande Inoue, rendendo la storia troppo romantica.
Ovviamente, ora ci sono i ringraziamenti! Che dire, ragazzi tra poco le recensioni saranno più lunghe dei capitoli! Comincio ad adorarvi ed è un guai per voi, sappiatelo.

Lucilla_ Bella:  Bé, wow che recensione! Sono contenta che ti piacciano tutti i personaggi e spero che ti piaceranno anche i nuovi! La tizia allenatrice si chiama Eiko. XD
Hai giocato a basket? Wow, stupenderrimo! Io volevo, ma mi sono resa conto che ormai ero grandicella per iniziare e il canestro non riuscivo a beccarlo manco da due passi. I nuovi capitoli saranno un miscuglio tra demenzialità, partite e introspezione, spero di riuscire ad amalgamarli e quindi di riceve altri possibili complimenti. ;P
Aka_z:  Altra recensione chilometrica, potrei iniziare a vantarmi ohohoh! XD
Come vedi lo shonen ai è ben camuffato, ma un pochino c’è.  Però mettere l’avviso significherebbe doverlo rendere tropo evidente e rompere così la situazione che si è creata. Jin… bé devo ammettere che come personaggio non mi dice granché, ma visto che l’ho inserito, cercherò di migliorare la sua situazione da desolato. La storia del sorseggiare l’acqua era fatta apposta: io vi vedo e osservo tutto, quindi state attente! XD
20jp90: Ah, quindi non sono io, l’ impedita con i nick? Mi fa piacere! Sì, in effetti Sendo è un personaggio irritante (io di carattere assomiglio a Rukawa), però secondo me si compensano a vicenda. Più in là, si vedrà l’aiuto che uno da all’altro e viceversa.
Trilla: Grazie mille! ^^ Sono contenta che ti sia piaciuta e Rukawa non considerarlo tanto “povero”. XD
Scorpyon: Ti dirò, anche a me dispiaceva non inserirli, però quando ho visto che i Best of Kanagawa erano quei cinque, ho pensato che dovevo correre ai ripari. Mettere Akagi e Rukawa, senza Mitsui, Hana e Miyagi e come fare una storia incompleta, secondo me. In più non potevo non mettere Fujima, che è uno dei miei preferiti. Quindi li ho messi tutti in trasferta. E poi, come si vede già in questo capitolo, le “ Riserve ” avranno comunque un ruolo fondamentale. Grazi mille per i complimenti e spero continuerai a seguire! ^^

   
 
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