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Autore: Holkay    06/04/2014    1 recensioni
Kat ha trovato il suo sole, la persona che gli ha fatto vedere come si vive al di fuori delle regole.
Deve combattere però contro il fratello.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Louis sto uscendo” dico a mio fratello mentre infilo velocemente la sua giacca di jeans che ormai ho fatto di mia proprietà, scendendo le scale che portano nel nostro salone.
Il mio fratellone è seduto lì, petto nudo, anche se fuori ci saranno poco più di dieci gradi ed una tuta grigia gli copre le gambe stese sul tavolino basso, sistemato al centro tra i divani.

“Dove te ne vai gattina?” sporge la testa all'indietro sulla testiera del divano per potermi guardare.
<> un soprannome che mi aveva affibbiato nei primi anni di adolescenza, si rifaceva al mio nome, Kat, ed io lo odiavo così tanto, soprattutto perché Louis lo usava anche davanti a Zayn ed i loro amici.

“Hai la mia giacca, maledetta” tira un leggero pugno sul cuscino accanto a se, non è realmente arrabbiato, deve solo fare la parte del “genitore cattivo”.
“Esco con Zayn” abbozzo una risposta alla sua prima domanda mentre controllo di avere tutto ciò che mi serve nella borsa a tracolla in pelle nera.
Un mugolio gutturale è l'unica risposta che ottengo, la partita del Manchester United ha attirato di nuovo l'attenzione di mio fratello maggiore.
In questo momento potrei anche fare le peggiori cose davanti ai suoi occhi ma lui non se ne accorgerebbe, troppo incantato da degli uomini che si divertono a tirar calci ad una palla.
Louis si era arreso, per la situazione tra me e Zayn.
Ci aveva scoperto rincasare insieme una sera e grazie a Dio non fece scenate eclatanti.
Mi gridò contro, ma quando gli spiegai come si fossero messe le cose tra me ed il suo ex migliore amico sembrò placarsi.
Ci teneva d'occhio costantemente ed ovviamente preferiva quando passavamo le serata a casa nostra, poteva controllarci ancora meglio.
Nessuno dei due mi aveva voluto spiegare il motivo del loro litigio e così decisi di lasciar stare.

“Stai attenta se uscite con la moto e non fare tardi” mi ripete come un vecchio registratore rotto.
Da quando sto con Zayn si è trasformato in un anziano padre di famiglia, quando poi lui è il primo a combinar guai in giro.
“No papà, ciao” rido mentre lo saluto e gli stampo un bacio sulla guancia sporgendomi verso di lui al disopra della spalliera.
Esco di casa raggiungendo quella di Zayn stretta nella mia giacca, è tardo pomeriggio ma il cielo su Manchester è già abbastanza scuro.
Non so cosa abbia in testa di fare il mio ragazzo, è sempre così imprevedibile.

Premo il dito sul campanello e resto ad attendere qualche attimo prima che mi venga aperta la porta da Zayn a torso nudo.

Faccio scorrere lo sguardo lungo il busto magro ma delineato da muscoli, non mi sono ancora abituata a vedere tutto ciò.
“Kat?” il moro schiocca le dita davanti al mio viso con un ghigno malizioso sulle labbra.
Scuoto la testa ed accenno una risata, leggermente imbarazzata da questa situazione.
“Zayn sei ancora così, muoviti” premo una mano contro il suo pettorale, cercando di portare l'attenzione su altro.
Lui ride e si lascia spingere fino al centro dell'entrata finendo con la schiena contro il corrimano in legno delle scale che portano al piano superiore.
Avvolge la mano con la sua e mi tira a se facendomi scontrare contro la sua figura snella e nuda.
Passa una mano sotto i capelli sciolti, andando ad avvolgere parte del collo e mi stampa un passionale bacio sulle labbra.
Sorrido, adoro quando ha questi scatti.
“Non dovevamo uscire?” domando staccandomi contro voglia dalle sue labbra premendo la fronte contro la sua.

“Sì, devo solo mettere la maglia” mi risponde inclinando subito dopo il viso verso destra per potermi baciare di nuovo le labbra.
Intreccia le nostre dita e mi trascina gentilmente dietro di lui fino alla sua camera.
Lo osservo scavare nell'armadio, è così disordinato che la maggior parte dei vestiti sono sparsi sul letto sopra al quale sono seduta.

Riemerge con la testa dal caos totale senza però aver trovato ciò che cerca.
Si volta verso di me e con un passo mi raggiunge, la sua camera è piccola, giusta per una persona come lui.
Si allunga sopra di me ed approfittando della vicinanza mi bacia e nel frattempo, con una mano, tira una maglietta incastrata tra me e la mia borsa.
Così tutta stropicciata la infila sulla testa, scompigliando i lucidi e dritti capelli neri, che ordina subito passandosi le dita in mezzo.
“Fatto, andiamo” dice allungando una mano verso di me.
Recupera le chiavi dell'auto e la sua amata giacca di pelle, premendo una mano dietro la mia schiena facendomi così uscire di casa.
Una volta entrati in macchina l'atmosfera viene ravvivata dalla musica passata alla radio ed io non mi limito, dando il meglio di me in una performance canora.
Zayn sorride e mi osserva quando il traffico glielo permette. Ogni tanto si allunga verso di me per schioccare le labbra sul collo scoperto.
Il tragitto è più lungo del solito, ha farfugliato qualcosa del tipo “è un posto nel quale mi rifugio” per spiegarmi dove mi stesse portando ed io non ho chiesto maggiori informazioni.
Approfitto dei semafori rossi per stare appoggiata contro la mia mano ed osservare il suo profilo perfetto, illuminato da un sole ormai sparito dietro le nuvole che chiazzano il cielo sopra di noi.
Una mano stretta intorno al volante, l'altra sotto al mento a giocare con la barba lunga.
Le labbra disegnate schiuse per far passare un minimo di aria e gli occhi fissi sulla strada davanti a noi.
Non mi riesce nient'altro che sorridere.
Attraversiamo la zona più rinomata di Manchester ed il traffico sembra affievolirsi, ma quando poi Zayn volta verso la periferia, ci ritroviamo in una lunga coda di macchine rumorose.
Quasi arreso all'attesa, il mio ragazzo si gira verso di me e mi accarezza il ginocchio con un tocco dolce. Poso la tempia sulla sua spalla e sento le sue labbra baciarmi la fronte.
“Ci vuole ancora molto?” domando con fare da bambina.
Non che non mi piacesse passare del tempo con lui in auto, ma sono solo curiosa di scoprire questo suo posto segreto.
“Alla prossima dobbiamo girare e siamo arrivati” mi spiega con un tono di voce molto profondo e vibrante che mi fa percorrere la schiena da brividi, in modo piacevole.
Indica la strada ed io in modo istintivo allungo la mia mano per afferrare la sua, portandola così alla bocca, baciando la rondine inchiostrata sul dorso di questa.
Sulle sue labbra si piega un sorriso, facendo così sorridere anche me.
Quando noto che il traffico si sta muovendo, mi siedo di nuovo composta dandogli la possibilità di ripartire.
Percorre la strada che mi aveva indicato, parcheggiando poi in un grande spiazzale.
“Dobbiamo fare un tratto a piedi” dice aspettandomi mentre faccio il giro della macchina per raggiungerlo.
Intreccia le nostre dita ed iniziamo a camminare intanto che il cielo si fa sempre più scuro.
Camminiamo l'uno accanto all'altro attraversando la lunga distesa di asfalto, passiamo dall'altro lato della strada ed io sono persa a guardare il paesaggio.
Ci sono molti palazzi in questa zona, molte abitazioni vicine, palazzi alti pieni di finestre che sembrano troppo piccole e tutti questi fabbricati sono intervallati da giardini, con alberi spogli a causa della stagione fredda.
Qualche altalena cigola a causa del vento ed un lampione fa riflettere l'alluminio non più così lucido di uno scivolo.
Quasi non mi accorgo che Zayn mi ha fatto cambiare direzione e pian piano il cielo su di noi viene coperto dal cemento.
Mi guardo intorno, ci sono vari gruppi di persone, lontani tra di loro.
Le voci rimbombano in questo sotto passaggio e quando lo squittio di qualche animale indecifrabile arriva alle mie orecchie, stringo la mano del mio ragazzo.
Lui mi guarda per un attimo ed sorridendomi appena, accelera il passo.
Sembra che questo tunnel non abbia una fine vicina, schiamazzi di ragazzi palesemente ubriachi mi fanno rabbrividire.
Il buio è pezzato da bagliori che provengono da piccoli focolai accesi, l'aria si fa più pesante a causa dei fumi emanati dal legno che brucia.
Un grande gruppo fermo al centro del passaggio ci ostruisce il continuo del cammino e così Zayn è obbligato a deviare verso destra.
Passando tra un ragazzone ed il muro, la fiamma ardente di un fuoco, mi da la, non tanto piacevole, possibilità di vedere una ragazza della mia età infilarsi un ago nel braccio.
Mi soffermo sul suo viso che da una smorfia di dolore lentamente si distende fino a sembrare sereno.
Senza accorgermene, nel momento in cui osservo la scena, stringo sempre di più il braccio di Zayn che decide quindi di avvolgermi le spalle e tenermi ancora più vicina a se.
Accelera il passo, quasi facendomi faticare a stargli accanto, fino ad arrivare all'uscita del sotto passaggio.
“Scusa piccola, sapevo fosse una zona poco tranquilla ma non volevo turbarti così” si giustifica continuando a camminare, finalmente di nuovo all'aria aperta.
Mi bacia la fronte coperta da qualche ciocca di capelli e mi conduce fino al suo luogo segreto.
Il cielo è ormai buio ma i colori sulle mura intorno a noi sembrano farlo illuminare a giorno.
Qualche ragazzo lontano da noi sta completando la sua opera sul suo pezzo di parete.
Zayn si volta verso di me sorridendo.
“Hai scoperto il mio nascondiglio” sorride accarezzandomi il viso, premendo poi le labbra sulle mie.
Ha allentato la presa, lo sento più sicuro qui, sa chi frequenta questa zona sicuramente.
Osservo disegni che creano un arte astratta, alcuni sono solo semplici scritte, altri invece sono elaborati nei minimi dettagli.

Riconosco alcuni schizzi che avevo visto nella camera del mio ragazzo e glielo faccio notare, lui rimane felicemente sorpreso che io mi sia accorta di ciò e si avvicina ad uno di questi colorato per metà.
“Ti dispiace se lo finisco?” mi domanda dolcemente.
Io annuisco per fargli capire che può tranquillamente farlo.
“Mi siedo qui a guardarti” indico il bordo di una rampa per skaters.
Questo luogo sembra che sia un punto di ritrovo per chi pratica lo skate ed i writers.
Fin da piccola vedevo Zayn disegnare su ogni superficie pulita e la puzza di vernice sulle sue magliette mi aveva fatto intendere che facesse ciò, ma non gli ho mai chiesto nulla.
Non voglio essere invadente con lui, mi piace che sia lui a svelarmi un pezzo di se alla volta, quando è pronto.

Prendo il posto che ho detto avrei occupato mentre Zayn recupera delle bombolette ed una maschera che gli copre metà viso.
Inizia a colorare la parte più ampia del disegno ed io seguo i movimenti netti e precisi della sua mano, sa come muoversi anche in questo campo.
Mi stringo nelle spalle a causa del vento che si alza in pochi attimi, portando un po' di vernice verso il mio viso, facendomi così tossire.
Zayn mi sente e si volta verso di me, dandomi una rapida occhiata, io gli sorrido per fargli capire che sto bene e lui torna a “sporcare” la parete grigia.

Dopo un po' elimina la maschera protettiva, lasciando libero il suo perfetto profilo.
Non riesco a staccargli gli occhi di dosso.
Ha tolto anche la felpa, rimanendo così con una semplice canottiera addosso, non so con quale coraggio dato che il freddo qui a Manchester è secco e ben presente.

Lo guardo passare la lingua tra le labbra, incastrando poi quello inferiore tra i denti, sintomo della concentrazione che sta ponendo al disegno.
Passo la borsa sulle gambe e la sento leggermente più pesante.
Un sorriso mi nasce spontaneo, curvando così le mie labbra verso l'insù.
Ho la mia macchina fotografica in borsa e mi congratulo mentalmente con me stessa per non toglierla mai da lì.
La tiro fuori ed accostandola all'occhio destro scatto una foto al mio ragazzo, immortalando le sue larghe spalle in contrasto con il rosa pallido che ha usato per colorare.
“Che fai?” domanda dopo aver sentito varie volte il rumore dello scatto dietro di se.
“Ti fotografo” sussurro quasi, non volendo distrarlo mentre crea la sua opera.
Mi avvicino a lui con lentezza, arrivandogli accanto, riuscendo così a fotografare la sua mano stretta intorno alla bomboletta, la pelle è scossa da tanti piccoli brividi ed i nervi sono tesi per permettere al colore di uscire.
Faccio vari scatti, sorridendo poi nel rivederli sul piccolo schermo della macchina fotografica.
Torno a sedermi sull'orlo della pista giusto qualche attimo prima che Zayn posi la bomboletta a terra, allontanandosi per controllare l'opera creata.
Arriva a passo lento accanto a me che sono ancora ricurva nel rivedere gli scatti appena fatti e mi bussa la spalla.
Mi giro piano verso di lui e lo trovo a tendermi la mano.
L'afferro senza esitare e mi faccio aiutare a tirarmi su in piedi.
Nel silenzio più totale Zayn mi porta al di là della pista, facendomi allontanare dal muro.
Quando realizzo cosa stava disegnando, resto incredula di ciò che ha fatto.
Schiudo le labbra, ma non riesco a proferire parola, mi limito ad guardare fisso il muro, con gli occhi che fanno quasi male a causa dell'assenza del battito delle ciglia.
“Ti ricorda qualcuno?” mormora Zayn abbracciandomi da dietro.
Io sorrido, ovviamente e gli sfioro le mani intrecciate sul mio ventre.
“Sembro io” bisbiglio timorosa di sbagliare risposta.
Effettivamente ciò che ha ritratto Zayn è il volto di una ragazza, dipinto a tre quarti.
I capelli castano chiaro, la belle rosea ed il taglio stretto degli occhi riportano a me, chiunque mi abbia visto almeno una volta direbbe che quella dipinta sono io.
“Non è che sembri, sei tu quella ragazza lì”. Zayn parla con la testa appoggiata alla mia spalla, stringendomi forte contro il proprio petto.
Posso sentire i nostri cuori battere all'unisono ed è la migliore melodia che possa fare da sottofondo ad una storia d'amore.





Angolo autrice:
Sì, sono tornata con Malik...nel senso ho scritto ancora di lui.
Spero vi piaccia, ogni tanto continuo la piccola trama di questa serie di OS.
Lasciatemi il vostro parere, se volete.
Much Love!!


Holkay xx

   
 
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