Robin piegò il foglio e sedette, soddisfatta.

Erano rimasti tutti senza parole, commossi da quanto appena letto dalla damigella della sposa, la quale, inciampando nel lungo abito bianco, lasciò il posto accanto a Zoro e corse ad abbracciarla.
-Grazie, grazie davvero! È bellissimo!

Anche lo Spadaccino, impettito nel suo completo scuro, le sorrise di cuore.

Accanto a Boa, Rufy sorrideva, ma era come se lo avesse colpito una paralisi facciale: lo faceva ormai da ore, ininterrottamente. Era il primo matrimonio che celebrava ed era alquanto emozionato. E poi quei due si erano conosciuti soltanto grazie a lui!

Sanji, esplicitamente scocciato, non dava a vedere la felicità che provava per i suoi amici, dato che non poteva dare questa soddisfazione all’amico/rivale, esclamò: -Visto che avevo ragione? Se sei uno scoglio, è davvero un’alga quella che hai sulla testa, Marimo!

Nell’ilarità generale, Zoro cercò le inesistenti spade al fianco, ma quello era un giorno speciale e aveva dovuto farne a meno.

A sviarlo dalle sue cattive intenzioni fu Brook, che iniziò a suonare allegramente, dando il via alle danze.

Zoro ghignò, stringendo a sé Nami e guardò Sanji con aria di sfida: dopotutto c’erano altri modi per colpire quel cuocastro… ormai lei era sua a tutti gli effetti e non ci sarebbero state moine affettate a minacciare di portargliela via.
Gli occhi socchiusi del biondo sottolinearono la stretta della mandibola sulla mascella, forte al punto che la sigaretta tra i denti cadde sul prato ai piedi del Cuoco...

Zoro ebbe così conferma di aver vinto, stavolta, senza possibilità di rivincite, e gli rivolse un sorriso velenosamente dolce.
Ne fu convinto fino a quando Nami non lo trascinò con una certa prepotenza in pista, per ballare, anche se lui lo odiava.
Con Nami, Zoro non aveva speranze di vittoria, quindi decise di far buon viso a cattivo gioco e la assecondò.
Avvolse le sue mani grandi attorno alla vita sottile di lei e si lasciò guidare da lei e dal sottofondo musicale. Se le era vicino, tutto poteva diventare piacevole.

Anche un colpo di spada.