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Autore: PaolaDP    10/07/2008    4 recensioni
"All'improvviso, la ragazza fu investita da una tremenda verità, una consapevolezza pericolosa e terribile: il dr. Gelo voleva fare di loro esseri simili a quelli che stavano affrontando..." C 17 e C 18 non sono sempre stati androidi. La storia di due vite serene, due vite poi distrutte dalla follia di un pazzo.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 17, 18, Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'AGGUATO



Muoviti, siamo in ritardo!”

Eccomi, eccomi...”

Una ragazza uscì correndo dalla casa.

Ci sono! Andiamo...” esclamò avvicinandosi ad una ragazzo che le somigliava molto.

Percorsero a passo svelto il viale alberato, che si trovava in una zona molto prestigiosa, e girarono a sinistra lasciandosi alle spalle le grandi case bianche con i loro curatissimi giardini. La ragazza aveva i capelli biondissimi, lunghi fino alle spalle, gli occhi color del ghiaccio ed un fisico molto sottile. Indossava dei jeans e un maglione rosso con il collo largo, portava i capelli raccolti in una coda da cavallo e teneva fra le mani dei libri. Alle orecchie portava degli orecchini d'oro a forma di sottili anelli.

Per quelli ti converrebbe usare una borsa, sai? E' pieno in camera tua, perché non te ne prendi una?” le disse il ragazzo indicando i pesanti volumi che teneva fra le mani. Era un po' più alto di lei, con i capelli lunghi come i suoi ma scurissimi e gli occhi del suo stesso colore: suo fratello gemello. Indossava una maglietta nera e dei jeans, una bandana rossa attorno al collo, delle scarpe da tennis e, come lei, portava degli orecchini d'oro.

Lo so, ma me ne dimentico sempre...” rispose lei con aria colpevole. “Senti, dobbiamo sbrigarci o arriveremo in ritardo.” aggiunse dando un'occhiata all'orologio che portava al polso.

Non c'è nessuna interrogazione oggi, vero?” le domandò lui corrugando la fronte.

Nessuna, sta' tranquillo. Dopo la scuola io e Reciél pensavamo di andare in gelateria. Vuoi venire con noi?”

D'accordo, per me va bene. Tieni conto, però, che dobbiamo anche allenarci...”

Certo, sta' tranquillo...” ribatté lei con un sorriso.

Dopo aver percorso una lunga via, attraversarono un vicolo stretto sulla sinistra ed arrivarono in un'ampia piazza con grandi aiuole di fiori viola e gialli, su cui si affacciavano diversi portici pieni di negozi di abiti e di piante. Oltrepassata la piazza, i ragazzi imboccarono un altro vicolo, in cui c'erano alcuni bidoni dell'immondizia.

Cosa ne pensi di Lanél?” chiese all'improvviso il ragazzo, fermandosi ed osservando pensieroso il marciapiede.

Anche la ragazza si voltò per guardare gli occhi del fratello. Era molto concentrato e teso, non l'aveva mai visto così. Non voleva che quella... quella strega si divertisse con lui. Il suo carattere era molto deciso ed autoritario, non poteva credere che quella specie di modella lo avesse messo in crisi. Si trattava di una ragazza che c'era a scuola; aveva capelli neri lunghi fino alla vita, occhi altrettanto scuri e un grosso neo sullo zigomo sinistro. Era molto altezzosa; indossava sempre pantaloni o troppo larghi o troppo stretti e magliette enormi. Molto intelligente, la scuola non le interessava molto e, nonostante le sue possibilità, si accontentava della sufficienza.

Cosa vuoi che ti dica? Sai che non mi piace.” gli disse osservandolo per soppesarne le emozioni.

Io ho l'impressione di piacerle.” esclamò lui alzando lo sguardo e ricambiando l'attenzione della sorella, che rimase zitta, si voltò e riprese a camminare.

Ehi!” la chiamò lui.

Cosa c'è?” domandò lei girandosi di nuovo con irritazione.

Ti ho fatto una domanda.”

E io ti ho risposto. Se vuoi una risposta in particolare, temo che dovrai formulartela da solo.”

Non fare la stupida!” esclamò il fratello riprendendo a camminare.

Fratellino, sai benissimo che non mi va a genio che cerchi di attaccar bottone con te. Fa' quello che vuoi.” gli disse avvicinandosi e sfiorandogli il naso con il suo.

Credi che mi interessi?! Ho di meglio da fare, ma devo ammettere che mi ha commosso vedere tutti i suoi tentativi per attirare la mia attenzione.”

Commosso?” esclamò lei improvvisando un'aria sorpresa. “Non disgustato, piuttosto?”

Sei sempre la solita...” sussurrò fra sé e sé il ragazzo, sorridendo ed osservandola con uno sguardo affezionato.

Eppure, lei aveva come l'impressione che non le avesse detto tutta la verità... suo fratello piaceva indiscutibilmente a Lanél, ma lui cosa ne pensava?

Era una bella giornata, il sole splendeva alto, si sentivano gli uccelli cantare allegramente dalle grondaie delle case, ma, stranamente, le strade erano quasi deserte. Gran parte delle persone, probabilmente, era sotto ai loro piedi, nella metropolitana, diretta verso il proprio ufficio o verso la propria la scuola.

Quel vicolo era piuttosto buio... Dopo qualche minuto i ragazzi arrivarono davanti ad un grande edificio giallo pieno di persone della loro età: la loro scuola e i loro numerosissimi compagni.

Ehi!” una ragazza di media statura, con capelli corti e rossi e occhi scurissimi, corse loro incontro, tenendo fra le mani due spessi volumi; indossava un maglioncino rosa e dei pantaloni bianchi, con una candida giacca a vento.

Ciao, Reciél.” la salutò la ragazza con un sorriso. Era la sua migliore amica: si erano conosciute due anni prima ed erano diventate quasi inseparabili. Reciél era molto particolare, riflessiva e calma; suo padre aveva una piccola gelateria dove lei e l'amica andavano spesso a fare merenda.

Buongiorno, Reciél.” disse a sua volta il fratello con un cenno della mano.

Oggi devo esporre il mio topic di inglese... Sono così tesa!” continuò Reciél con un sorriso imbarazzato.

Tanto lo sappiamo tutti che voto prenderai...” ribatté la ragazza. “Prenderai l'ennesimo 8 e ti lamenterai perché avresti voluto il 9.”

Non fare la sciocca! Temo che l'emozione mi giocherà qualche brutto scherzo. Beh, in fondo...”

Basta restare lucidi.” completò l'amica. “Me lo dici sempre.”

Sentite” intervenne il ragazzo “conviene avviarsi: sono quasi le 8.00 e Kenter segna ogni minimo ritardo.”

Va beh, andiamo.”

I tre si avviarono verso il portone e si unirono alla folla di studenti che stavano entrando nell'edificio, accalcandosi lungo i corridoi e premendosi contro le pareti. Alcuni professori disperati stavano tentando di spingersi attraverso quella marea per raggiungere la sala professori; uno di loro si avvicinò faticosamente al gruppetto.

Buongiorno ragazzi. Come va?” chiese loro con aria gentile.

Tutto bene, signore.” rispose con fermezza il ragazzo, che era più alto di lui di quasi una spanna.

E voi, signorine? Reciél, ti vedo tesa. C'è qualcosa che ti preoccupa?”

Nulla, prof. Solo che oggi devo esporre in inglese, quindi...”

Ah! Tensione pre-test, eh?”

Già.” confermò Reciél, imbarazzata.

E tu?” chiese il professore rivolgendosi alla ragazza. “Va tutto bene?”

Nella norma, come deve andare.” rispose lei con un sorriso formale.

Le tue risposte sono sempre disarmanti, sai?” le disse lui, sorridendo a sua volta. “Non ho mai incontrato persone meno loquaci di te e di tuo fratello... D'accordo, ragazzi. Non è ancora persa l'ultima speranza che riesca ad arrivare in quarta in orario, quindi sarà meglio che cerchi di precedervi. Arrivederci!”aggiunse per poi allontanarsi.

La ragazza rimase a fissarlo pensierosa. Fargon, il professore di biologia, le era molto simpatico, ma la confidenza che cercava di instaurare con gli allievi era talvolta piuttosto imbarazzante. Era un uomo di media statura, con dei grandi e spessi occhiali di plastica azzurra lucida, pochi sparuti capelli in testa e una pancia piuttosto voluminosa.

Cosa abbiamo alla prima ora?” chiese Reciél, distogliendola dai suoi pensieri.

Storia dell'Arte.” le rispose lei, senza distogliere lo sguardo dal punto in cui il professore era sparito.

CONTINUA...

Salve a tutti! Ho pensato di scrivere questa storia leggendo "La verità sull'inizio" di Sirene Chan, che

narra, appunto, di come C 17 e C 18 siano finiti nella rete del Fiocco Rosso e di come abbia fatto il dr Gelo

(sul cui nome ho diversi dubbi: ci sono versioni differenti che lo chiamano "Gero", penso sia l'edizione

inglese)a procurarsi la materia prima su cui lavorare. Nonostante la pubblichi solo ora, ho scritto questa

storia parecchio tempo fa, quindi potrebbero esserci errori anche un po' infantili, in tal caso chiedo

scusa.

Come avete visto, ho cercato di immaginare una vita il più sereno e il più semplice possibile per

questi due fratelli. Credo anche che vi siate accorti che i due ragazzi non vengono mai chiamati per nome:

sceglierne uno per personaggi così carismatici mi sarebbe sembrato quasi un affronto nei loro confronti,

per cui continueranno a essere "i fratelli", "i gemelli", "la ragazza e il ragazzo" (non avete idea di che fatica

sia evitare ripetizioni senza poter usare un nome proprio!).

Credo di avere detto tutto...

Mi raccomando, ho bisogno di consigli, suggerimenti ed opinioni, quindi inserite un commento.

Grazie per aver letto!


  
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