Cara CDM, ti ringrazio moltissimo per la tua recensione. E' una
cortesia che apprezzo sempre tanto. Mi accenni a Will e Cornelia... ti
riferisci ai capitoli arretrati, o a quelli ancora da pubblicare che ti
ho fatto già leggere? Se è così, sono felice che tu
abbia approvato la mia interpretazione delle Witch originali. Lungi dall'averle
dimenticate, dalla prossima puntata i riflettori torneranno su di loro
per un bel po'.
Così, dopo avere seguito pian piano l'evoluzione del gruppo delle gocce, siamo arrivati ad una svolta, e Profezie entra nel pieno della trama. Come dice il titolo, tutto sarà diverso, o almeno lo sembrerà. Arriverete alla fine del capitolo con la sensazione di non aver capito qualcosa di importante? Portate pazienza, fa parte del gioco. Il quadro si chiarirà nel seguito, ma credo che i lettori più attenti riusciranno a fare delle ipotesi attendibili fin dalle prossime puntate. |
PROFEZIE
Riassunto delle puntate precedenti
Elyon affida a Vera, una copia di sè stessa che appare come una ragazza più grande, l'incarico di rintracciare le gocce astrali, le sosia create dalle guardiane, e ribellatesi ad esse più di un anno prima . La goccia di Cornelia si chiama Carol. Quella di Irma, Irene. Quella di Hay Lin, Pao Chai. Quella di Taranee, Terry. Quella di Will, Wanda. Elyon propone alle gocce di collaborare con Vera a raccogliere informazioni tecnologiche per modernizzare Meridian. Le gocce si trasferiscono, con Vera, in due eleganti appartamenti contigui. Come copertura, fingeranno di essere delle studentesse universitarie; ognuna riceve una lista di argomenti e l'incarico di individuare degli esperti su ciascuno. Le gocce vengono addestrate ai poteri mentali, quali la lettura e trasmissione del pensiero, lo sguardo del comando e la telecinesi. In alcune occasioni, le ragazze commettono goffaggini che attirano l'attenzione della polizia e perfino dei giornali. Elyon affida a Vera l'incarico di copiare le memorie scientifiche di esperti in diversi campi. Il primo della lista è un professore universitario di nome Michel Raeder, di cui Vera si innamora a prima vista, e, quando gli copia le memorie, per errore gli trasmette le proprie. Vera, innamorata, trascura il gruppo e la copiatura di altre memorie; Carol convince Elyon ad abilitarla a questo incarico, nel quale si dimostra subito efficientissima. Si crea un rapporto più stretto tra Elyon e Carol. |
Cap. 31
Tutto sarà diverso
Midgale, Jefferson Street
Le luci dell’automobile che l’ha accompagnata sono ormai sparite dietro
la curva.
Il suono dei suoi passi nella via deserta è coperto da folate di vento autunnale. Le luci dei lampioni proiettano ombre di fronde agitate ed insonni. Mentre si avvicina alla sua abitazione, Vera si chiede che ora sia. Almeno le due, di certo. Anche stanotte, il proposito di rientrare presto è rimasto nel limbo delle buone intenzioni. Il cancelletto si apre da solo. Mentre Vera percorre il vialetto, alza gli occhi verso la palazzina, ora visibile sotto le chiome ondeggianti degli alberi. La facciata, illuminata in basso dalle luci del giardino, si perde in alto verso la semioscurità. C’è qualcosa! Eppure tutto sembra normale… Vera sussulta notando il volo di un pipistrello ai margini del suo campo visivo. Eppure, anche quello è normale. Cerca di ridacchiare tra sé. Perché una civetta come lei dovrebbe avere paura dei pipistrelli? Ripensa per un attimo al caldo contatto di Michel. Vorrebbe tornare indietro. Guarda alle sue spalle con rimpianto, ma vede solo un vialetto deserto che porta ad una strada deserta. Riprende a camminare verso la casa. Se c’è un destino, la sta aspettando.
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Quando l’ascensore si apre al piano, la sensazione è fortissima:
qualcuno la attende. Osserva entrambi gli spioncini degli ingressi: no,
nessuno la sta spiando.
La risposta si infila tra i suoi pensieri: ‘Vera, sono Elyon. Vieni
nella tua stanza, senza fare rumore’.
Pochi istanti dopo, svanito il baluginio, l’oscurità della camera
rimpiazza la luce color panna del pianerottolo. “Ma…”.
‘Vera, non parlare, non accendere la luce’.
Cerca di localizzare la sua interlocutrice, mentre gli occhi si abituano
alla fioca luce che filtra tra le tende. ‘Ma cosa sta succedendo? Perché…’.
La sagoma di Elyon si avvicina e la prende per le mani. ‘Vera, cara,
dobbiamo parlare, ma non qui. Andiamo a casa mia, ad Heatherfield’.
La penombra si tinge di nuovo di aloni opalescenti.
Camera di Carol
Cos’è stato?
Carol apre gli occhi nell’oscurità, ed ascolta. Niente, solo
il silenzio. Eppure le era parso…
Un sogno, solo un sogno. Elyon e Vera. E' finito.
La sua amica le ha detto di avere creato Vera sulla base di sé
stessa, come una goccia. Ma dov’è la somiglianza? Se le figura
fianco a fianco. Anche con il suo occasionale look da ventenne, Elyon non
somiglia affatto a quella maestrina supponente. Forse qualche tratto, qualche
modo di dire… ma quei colpi di testa che rendono Elyon così divertente?
Quel bisogno di protezione che le ricorda tanto com’era a tredici anni,
quando era la migliore amica di… di quell’altra, di Cornelia? Il nome la
fa rabbuiare un attimo. Eppure, ora Carol è ad un passo dal rinnovare
quei tempi, o meglio dal reinventarli daccapo. Verrà presto il momento
in cui la sua amica le darà tanta fiducia che lei non dovrà
più rispondere a Vera del suo operato.
Sorride nel buio. Si rigira per riaddormentarsi.
Cos’è stato? Come una scossa dentro…Ah… Vera è tornata.
La percepisce oltre il muro. Usa il teletrasporto per ogni cretinata,
quella lì, e poi ci angustia con la sua paura di essere scoperte.
Apre un occhio, tentando di focalizzare i numeri luminosi della sveglia.
Zero tre e… Bah. Dormirò meglio se smetterò
di pensare a lei.
Camera di Vera
Quando i deboli luccichii della dislocazione sono svaniti, la sua camera
appare di nuovo nell’oscurità. Vera ha di fronte uno specchio, ma
non vede la sua espressione. Forse sconvolta, forse sfinita.
Apre le tende, facendo entrare i raggi dei lampioni baluginanti oltre
le chiome delle quercie. Luci e ombre di fronde si proiettano su di lei
e sulla parete alle sue spalle. Ascolta i rumori della
notte. Niente. Da dietro i doppi serramenti, gli alberi agitati dal vento
sembrano fare parte di un film muto. Cerca il suono di un russare, o almeno
il sommesso ronzio del frigorifero. Niente, sembra in sciopero anche lui.
Si siede sul letto. Il fruscio del piumone sembra l’unica cosa reale
di questa situazione assurda.
Come può dirlo alle altre?
Camera di Vera, la mattina
“Ehi, ehi, Vera”. La voce di Wanda la raggiunge attraverso un oceano
di sonno profondo.
“Mmh?”.
“Sveglia! Sono le nove”.
Si sente un risolino inconfondibile sullo sfondo. Pao Chai. “Irene
ha perso. Non è tornata di mattina…per stavolta!”.
Non è tornata chi? Parlano di lei? Cerca di socchiudere
gli occhi, ma le palpebre restano come incollate.
D’improvviso, le torna in mente qualcosa della notte precedente. In
pochi istanti il quadro riprende forma.
Apre gli occhi, si tira a sedere sul letto.
“Ehi, che scatto!”, si stupisce Wanda.
Già le nove e cinque? Si alza barcollando. “Ragazze,
andiamo a mangiare. Devo dirvi qualcosa di importante”.
Attorno al tavolo della cucina, anche la sonnolenta allegria di Irene
si muta in un’attesa nervosa mentre Vera finisce rapidamente una tazza
di caffé che sveglierebbe un orso dal suo letargo.
Alza gli occhi. Carol è in piedi, appoggiata al muro di fronte.
Irene armeggia sul lavello alle sue spalle. Le altre la guardano, sedute
al tavolo. Può parlare lì, anche senza trasferirsi nel soggiorno.
“Ragazze, questa notte ho incontrato Elyon. Mi ha dato una bruttissima
notizia”. Allontana la tazza. “L’Oracolo le ha intimato di riconsegnarvi
a lui. Tornerete ad essere solamente le gocce delle guardiane, dopo un
lavaggio del cervello che vi priverà di memoria e di personalità
autonoma”.
Studia gli sguardi attoniti.
Il rumore di una tazza che si infrange sul pavimento alle sue spalle
dà il via ad un vaso di Pandora:
“Ma hanno promesso che eravamo libere!”, dice Therese. “Lo hanno promesso
davanti all’Oracolo”.
“Davanti a mia… a Yan Lin”, aggiunge Pao Chai. “Lei lo sa, come può…”.
Irene alza lo sguardo desolato dal disastro di cocci e caffelatte ai
suoi piedi. “Ma perché?”.
Wanda si scopre con rabbia un braccio, e lo esibisce fin quasi davanti
al naso di Vera. “Abbiamo scrutato questi tatuaggi tutti i giorni, aspettando
una chiamata”. Guarda irata il cielo grigio dalla finestra, come aspettandosi
di intravedere una fortezza ergersi sopra le nubi. “E proprio ora che lo
cose ci vanno bene, che abbiamo uno scopo, ci esigono per schiavizzarci
di nuovo!”.
Carol incrocia le braccia, mentre torreggia in piedi appoggiata al
muro opposto. “Perché lo hanno chiesto ad Elyon, quando potevano
teletrasportarci?”.
“Perché ora potremmo reagire, è chiaro!”, le risponde
Wanda.
Vera alza una mano a reclamare silenzio. “Per quanto mi ha detto lei,
ci sono molte ragioni per questa intimazione. Una è che l’Oracolo
vede molto male la nostra attività sulla Terra. La considera un’ingerenza
eccessiva tra due mondi che dovrebbero restare…”.
Carol la interrompe: “E non gli basta se cessiamo questa attività?”.
Giraffa indisponente! “No. Ci sono altre ragioni. La seconda
è che le guardiane hanno un bisogno disperato delle loro gocce astrali
per farsi sostituire. Lo sapete meglio di me”.
Wanda si batte un pugno su un palmo. “Maledette anche loro. Avevano
promesso!”.
Therese le tocca un braccio, come per farla tacere con discrezione.
“Aspetta. Ed Elyon non può opporsi?”.
Vera scuote il viso. “Per lei è rischioso. Se a Meridian la
regina è quasi onnipotente, sulla Terra lo è di meno. Il
problema maggiore, però, è il passaggio tra i due mondi.
Se l’Oracolo riattivasse la muraglia, le impedirebbe di venire sulla Terra
o, peggio ancora, di rientrare a Meridian”.
Therese insiste. “Ma anche senza arrivare ad una rottura con l’Oracolo,
può cercare qualche compromesso”.
Irene si sposta di lato a Vera, con un rumore di calpestio di latte
e cocci. “Non posso credere che le WITCH permetterebbero tutto questo.
Noi schiavizzate, Elyon ricattata!”.
Vera si volta verso di lei, spostando un piede sotto cui percepisce
un senso di umido e appiccicaticcio. “Non lo avrei voluto credere neanch’io.
Purtroppo anche loro sono molto mal disposte. Si sono risentite con Elyon
perché non le ha consultate prima di cercarvi, e hanno fatto ricerche
su di voi. Ciò che hanno scoperto non è piaciuto. Kadma,
per dirne una, vi ha descritte sotto una pessima luce”.
“Quella maledetta”. Wanda si tormenta le mani. Tendini di acciaio si
intravedono attraverso la pelle dei polsi. “Vorrei andare ora a dirle qualcosa!”.
Terry cerca ancora di calmarla con un gesto. “Perché non cerchiamo
un chiarimento con le WITCH? Kadma può raccontare ciò che
vuole, ma quella che si è comportata peggio in tutta la faccenda
è proprio lei!”. Cerca sguardi di consenso dalle altre. “Raccontiamo
la nostra versione, e sarà lei a doversi vergognare più di
tutte”.
“E per le gocce…”, propone Irene speranzosa, “…magari potremmo tornare
a farlo part time, quando serve, e tornare qui nel tempo restante, senza
essere riassorbite”.
Carol le regala un inedito sguardo di approvazione. L’idea sembra piacerle.
Anche Pao Chai accenna un assenso. “Potremmo anche rivedere…”.
Vera scuote il viso. “Mi dispiace, Elyon ha già provato tutte
queste cose. Ha proposto i compromessi più fantasiosi, ma si è
trovata davanti ad un muro. Sia le guardiane che l’Oracolo sono contro
di noi. E lei tiene molto alle sue amiche WITCH.”.
Sguardi delusi.
“Per farla breve, l’Oracolo le ha intimato di consegnarvi, dopo
aver usato i suoi poteri mentali per cancellarvi memoria e personalità
e mettervi in stato di soggezione…”.
“Certo!”, interrompe Wanda. “Con i poteri, potremmo cercare di reagire!”.
Uno scintillio si genera dal palmo della sua mano. “E, con una personalità
autonoma, potremmo rendergli la vita impossibile. Lo abbiamo già
fatto alla grande, una volta”.
“E lei ha accettato?”, chiede Pao Chai con il cuore in gola.
Vera esita a rispondere. “Elyon ha girato questo incarico a me”.
Un debole piagnucolio della cinesina rompe il silenzio teso.
“Se le obbedissi, dovrei iniziare ora”, riprende Vera.
Sguardi di attesa. Irene, sempre in piedi, parla per tutte. “Ma non
lo farai, vero?”.
“No”. Scuote la testa. “Però il mio rifiuto non risolverà
la situazione”.
“Ed allora, come cavarcela?”, chiede Wanda, tornando a sedere. “Non
sarà sufficiente chiudersi in casa”.
“Non in questa casa”, conviene Vera. Poi il suo tono cambia. “Però
ne esiste una assolutamente sicura”.
Le ragazze la guardano speranzose.
“Il palazzo reale di Meridian!”, completa Wanda come illuminata.
“Esatto. Ragazze, una volta lì dentro, né l’oracolo,
né le guardiane avrebbero la possibilità di reclamarci”.
Therese cerca di metter a fuoco le idee. “Ma avevi detto che Elyon
è ricattabile…”.
“Che Elyon tiene di più alle sue amiche WITCH che a noi…”, aggiunge
Pao Chai.
Vera annuisce. “Dovremo farlo contro la sua volontà!”.
“COOOSA?”.
Il viso di Carol si distorce in una smorfia di scetticismo. “Dovevo
immaginare dove volevi arrivare”.
Tutti gli sguardi sono su di lei.
Continua: “Vera, ci hai raccontato un sacco di panzane. Posso anche
capire che l’Oracolo sia preoccupato se commetti degli errori, come hai
già abbondantemente fatto, ci fai arrestare e coinvolgi le guardiane.
Ma questo rischio si allontanerebbe passando il comando ad una più
abile di te”. Conclude con un sorrisetto allusivo. “E poi, questa storia
delle guardiane incavolate fa acqua da tutte le parti. Per iniziare….”.
Vera la interrompe con un lampo degli occhi. “Davvero?”. Cara Carol,
mi costringi. “Allora, guarda un po’ questa!”. Le compare in mano una
rivista per soli uomini. Gliela apre davanti. “Ecco la goccia che ha fatto
traboccare il vaso. Anzi, le immagini della goccia che hanno fatto traboccare
il vaso”. Sulla foto a piena pagina campeggia una splendida foto di Carol,
vestita come l’avrebbe fatta la mamma se lei fosse stata fatta da una mamma.
“Vogliamo vedere le pagine successive?”.
“No! Aspetta…”. Carol deglutisce imbarazzata. “Quelle foto… sono servite
per pagare l’affitto dello scorso marzo”. Guarda i visi imbarazzati delle
compagne, cercando un’assoluzione.
“Non devi giustificarti davanti a noi”, risponde Vera con finta nonchalance.
“Pensa all’effetto che hanno fatto su Cornelia. Chi credi che sia la più
arrabbiata di loro?”. Mostra le foto successive, sempre più imbarazzanti
a mano a mano che gira le pagine.
Pao Chai diventa color mozzarella. “Oh…”.
Carol balza avanti, strappa il giornale a Vera e lo richiude. “Basta
così! Non c’entra niente!”. Si appoggia con le braccia sul tavolo,
sovrastando minacciosa la sua rivale come un enorme cane pronto a mordere.
Vera la guarda con un sorrisino di vittoria. Finalmente la biondona
è rossa come un peperone. Adesso, però, ha qualcosa di più
importante da vincere. “Vieni in camera, Carol. Ti devo dire qualcosa di
personale”.
“Va bene”, ringhia l’altra, erigendosi a braccia conserte.
“E voialtre, non origliate in alcun modo”.
In camera, le due, in piedi, si fronteggiano con sguardi di sfida.
Carol sta recuperando la sua sicurezza. “ E così, vuoi dare
a me la colpa di questa situazione. Complimenti, bel colpo, una volta tanto.
Ma non basterà a rendere credibili tutte le tue frottole”. Le si
avvicina, sovrastandola. “Ieri sera sono stata con Elyon fino a mezzanotte,
e non mi ha detto niente del genere. Come può essere scoppiato tutto
tra la mezzanotte e le tre?”.
Vera alza un sopracciglio. “Semplice. Le è apparsa Yan Lin in
sogno”.
“Non sta in piedi. Da come l’hai detta, dovrebbe avere parlato sia
con l’oracolo che con le guardiane. Per una cosa così grave, sarebbe
il minimo”.
“Certo. L’ha fatto prima, ma non ha voluto turbare nessuna di noi finché
non ha ricevuto l’intimazione dell’Oracolo”. Si volta verso la scrivania,
aggiustando con indifferenza la posizione di qualche soprammobile. “E poi,
se non l’aveva detto prima a me, cosa ti fa pensare che lo avrebbe detto
a te?”.
Carol scuote la testa, irritata. “Ci ho passato assieme tutta la serata.
Mi sarei accorta se qualcosa la avesse turbata”.
“E quindi, Carol, tu pensi di conoscere Elyon meglio di quanto possa
la sua gemella, solo perché esci con lei e le insegni ad ocheggiare
nei locali notturni con un aspetto fasullo da ventenne”. Nota il lampo
di disagio dell’altra. Può tirare l’affondo. "Dimentichi che il
mio ultimo scambio di memorie con lei è stato proprio questa notte?”.
Ahi, si rende conto troppo tardi dell’autogol.
Sul viso di Carol si dipinge un sorriso sarcastico. “Vera, i tuoi scambi
di memorie sono… come dire… problematici. Il primo errore è stato
… vantaggioso, per te. E questo altro?”.
Vera avvampa. “Questo è troppo!”. Si erge, cercando di guadagnare
qualche centimetro davanti alla rivale. “Mi stai accusando di essere
stata in malafede con Michel?”.
“Parole tue, non mie”. Si riguarda le unghie, sentendosi in vantaggio.
“Io so già come proseguirà il tuo discorso. So, per esperienza
vissuta, che tutte le gocce astrali entrano in competizione con il loro
originale, ed ora sembra che questo stia succedendo anche a te”. Continua,
voltandole il fianco. “Quanto a me, se devo scegliere tra Elyon e la sua
pseudo-gemella invidiosa, la scelta è già fatta!”.
Vera le si pone davanti, con finta aria casuale. “Sai già come
proseguirà il mio discorso?”. La fissa negli occhi. “Non si direbbe.
Non ti saresti appartata con me!”.
A Carol sembra che le pupille dell’altra diventino sempre più
luminose. Solo ora capisce l’errore commesso, troppo tardi per voltarsi,
troppo tardi per qualunque cosa. Non riesce più a muoversi.
All’inizio la sua faccia si deforma in una smorfia di paura, poi diventa
sempre più vuota.
Non muove un muscolo neanche quando Vera le appoggia il palmo della
mano destra sulla fronte.
Poco dopo, Vera si ripresenta sicura nel soggiorno. “Ragazze, torniamo
a parlare di cose serie”.
Alle sue spalle segue Carol, rilassata e con un sorriso un po’ sciocco.
Si siede compunta sulla sedia più vicina.
Pao Chai spalanca gli occhi. “E lei…”.
Vera scrolla le spalle. “L’ho dovuta calmare, per il bene di tutte.
Non preoccuparti, in qualche giorno tornerà più bisbetica
che mai. Abbiamo le ore contate, e non possiamo litigare su chi sbaglia
di più. Vi salverete solo se saremo tutte unite”.
La cinesina, a disagio, guarda il viso vuoto di Carol e tace.
Wanda morde il freno, fa fatica a restare seduta. “Allora, Vera,
il tuo piano?”.
“Eccolo”. Breve pausa ad effetto. “In primo luogo, cancelliamo i vostri
tatuaggi. L’Oracolo potrebbe usarli contro voi stesse. Scoprite il braccio…”.
Wanda si sfila per prima la felpa pesante dalla spalla. Guarda il suo
marchio con disprezzo. Una promessa mancata. “Senza rimpianti!”.
Una dopo l’altra, le gocce porgono il loro braccio. Dopo poche passate
del palmo di Vera, i simboli non si vedono più, come se non ci fossero
mai stati.
“Bene, ragazze”. Fa il segno due con la mano. “In secondo luogo,
sottrarremo il Cuore di Kandrakar a Will Vandom”.
Quattro sguardi allibiti.
“Geniale”, commenta estasiata una inedita Carol-agnello.
“E’ impossibile”. Wanda lo sa bene. “Il cuore può lasciare Will
solo se lei lo consegna, o se lui stesso sceglie un’altra guardiana”.
Vera la guarda sicura. “Me lo darà. Anzi, te lo darà.
So come fare”.
Wanda resta incredula più di qualche secondo, chiedendosi se
ha capito bene. Gli sguardi sbalorditi delle compagne glielo confermano.
A poco a poco, un sorrisino quasi cattivo si disegna sul suo viso. “Mi
piace!”.
Vera sventola tre dita. “In terzo luogo, ci trasferiremo in un albergo
per essere irreperibili, ma dovremo essere pronte a partire per Meridian
da un momento all’altro”.
“E tutte le nostre cose?” chiede Irene, con uno sguardo di rimpianto
alla cucina.
“Raccogliete quello che potete, ed usate il trucco della tasca virtuale
per farlo stare. Agite rapidamente. Tra poco, io e Wanda ci trasferiremo
ad Heatherfield, ed i vostri poteri svaniranno quando io sarò lontana.
Voi andrete a cercare un albergo per sei, e non ritornate più qui.
Stabilirò un contatto mentale con voi al mio ritorno”.
Vera fa il segno quattro. “In quarto luogo: appena Elyon avrà
messo piede sulla Terra, ad Heatherfield o a Midgale, noi ci trasformeremo
in copie convincenti di lei e delle guardiane, ed useremo il Cuore di Kandrakar
per trasferirci a Meridian, nel palazzo”.
“Sai già quando arriverà Elyon?”, chiede Terry.
“Non so. Può essere oggi, come tra una settimana”. Guarda l’orologio.
“Ma scommetterei di più su oggi”.
Wanda si alza in piedi. “Non c’è un momento da perdere. Sono
pronta, al diavolo i bagagli”.
Vera mostra tutta la mano aperta.“Quinto”. Si rivolge a Wanda. “Appena
a Meridian, tu userai il Cuore di Kandrakar per riattivare la muraglia,
così né Elyon, né le guardiane potranno seguirci”.
“Ma io non…”. L’altra la guarda perplessa. “Davvero tu sapresti riattivarla?”.
“Sì. Ti spiegherò io come fare”. Almeno, come provarci.
Vera torna a mostrare la mano aperta. Per un attimo le ragazze hanno
l'impressione di vedere sei dita, ma sono troppo prese per meravigliarsi
di questi giochetti di prestigio.
“Sesto: una volta lì, assumeremo il potere e cercheremo tutto
ciò che può rafforzarci”. Enumera sulle dita: “La Corona
di luce, gli incantesimi di protezione del palazzo, la sorgente di energia
magica, l’esercito, la biblioteca segreta… e una vasta scelta di amuleti
il cui potere sfida l’immaginazione”.
“Per…”.
“Per respingere un eventuale tentativo di ritorno di Elyon e delle
guardiane”.
Therese si adombra. “Non basterebbe la muraglia?”.
“Dovrebbe bastare…”. Vera cerca di sembrare sicura. “Se non fosse,
saremo comunque più forti di loro”.
Pao Chai è sempre più a disagio. “Ma Vera… Elyon è
un’amica, oltre che la regina. E’ giusto farle questo?”. Guarda Carol,
cerca di scuoterla. “E tu cosa ne dici?”.
L’amica le risponde con un sorriso vacuo. “Certo….”.
Anche Irene è turbata da quello sguardo innaturale. “La piccoletta
masticherà amaro”. Al pensiero, sospira e allunga la mano verso
il sacchetto dei frollini, ghermendone uno.
Vera alza le spalle. “Le rimanderemo sulla Terra i suoi genitori adottivi
e Caleb. Tornerà nella sua casa, a frequentare lo Sheffield,
a passeggiare con le sue amiche ed a sospirare dietro ai ragazzi”. Abbozza
un sorriso. “Anzi, chissà che non cerchi di sottrarre a Will le
attenzioni di Matt…”.
Carol allarga il suo sorriso di intensa vacuità. “Le ho insegnato
bene….”.
“Sciuccesscioo ascicurato, alloua”, le risponde Irene a disagio, senza
smettere di masticare.
Wanda si adombra ancora di più. Will… Elyon… Matt!
E’ un momento. Si riscuote. “Allora, andiamo?”.
Vera osserva gli sguardi di disagio delle altre compagne. “Aspetta.
Devo dirvi ancora una cosa importante. Mi rendo conto che molte di voi
si sentono in colpa. Non dovete. Quello che faremo non sarà solo
per salvare la vostra libertà e, a questo punto, anche la mia. Sarà
fatto per Meridian”.
Sguardi interrogativi.
Vera continua: “Esiste una profezia, fatta dalla stessa Elyon, secondo
la quale lei è destinata a diventare la tiranna del metamondo”.
“Lei, una tiranna?”, chiede incredula Irene. “La piccoletta?”.
“E’ vero”, conferma inaspettatamente Carol, come in trance. “Ne ha
parlato anche a me”.
Vera impiega un attimo per riprendersi dalla sorpresa di questa conferma
inattesa. “Beh, con la nostra azione, noi impediremo che tutto questo si
realizzi. Sottrarremo Elyon a questo destino odioso, e risparmieremo a
Meridian secoli di sofferenza!”.
“Secoli?”, chiede una Irene sempre più incredula.
Vera assente con un sorriso un po’imbarazzato. “Sapete, le regine Escanor
sono piuttosto longeve”.
“Ah, ecco….”. La compagna allunga ancora la mano verso il sacchetto
dei frollini. “Perchè sono Escanor, o perchè sono regine?”.
Wanda la zittisce con un’occhiataccia.
Therese solleva un’altra obiezione. “Stiamo parlando di impadronirci
del controllo di una intera città, se non di un intero mondo. Non
mettiamola come se fosse rubare una roulotte! Saremo in grado di governare
al suo posto?”.
Vera sorride sicura, ha già una risposta anche per questa obiezione:
“Sì, vi posso dire che Elyon ha molto trascurato i suoi doveri,
delegandoli a ministri e dignitari. Era troppo occupata a leggere in giardino,
o sulla Terra a fare le sue ricerche. Stava recuperando un po’ di interesse
per il governo solo negli ultimi mesi”.
Guarda lontano, fuori dalla finestra, verso il cielo. Quando la sua
attenzione torna alle compagne, il suo viso sembra quasi ispirato. “Ormai
quelle ricerche le abbiamo fatte noi, siamo in sei, siamo competenti. Conosciamo
i suoi errori passati ed il destino previsto dalle sue profezie. Noi eviteremo
questi e quello. Sì, governeremo Meridian molto meglio di lei, in
suo nome”.
Uno squarcio nelle nuvole inonda la cucina con una limpida luce solare.
“Allora? Siete tutte d’accordo?”, chiede Vera, squadrando le sue compagne.
Una dopo l’altra, le gocce assentono.
Wanda è già in piedi, e si infila una giacca a vento
nera uscita da chissà dove. “Ebbene? Cosa aspettiamo?”.