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Autore: MaxT    10/07/2008    2 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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31-Tutto sarà diverso  
Cara CDM, ti ringrazio moltissimo per la tua recensione. E' una cortesia che apprezzo sempre tanto. Mi accenni a Will e Cornelia... ti riferisci ai capitoli arretrati, o a quelli ancora da pubblicare che ti ho fatto già leggere? Se è così, sono felice che tu abbia approvato la mia interpretazione delle Witch originali. Lungi dall'averle dimenticate, dalla prossima puntata i riflettori torneranno su di loro per un bel po'.
Così, dopo avere seguito pian piano l'evoluzione del gruppo delle gocce, siamo arrivati ad una svolta, e Profezie entra nel pieno della trama. Come dice il titolo, tutto sarà diverso, o almeno lo sembrerà.
Arriverete alla fine del capitolo con la sensazione di non aver capito qualcosa di importante? Portate pazienza, fa parte del gioco. Il quadro si chiarirà nel seguito, ma credo che i lettori più attenti riusciranno a fare delle ipotesi attendibili fin dalle prossime puntate.

PROFEZIE


Riassunto delle puntate precedenti 
Elyon affida a Vera, una copia di sè stessa che appare come una ragazza più grande, l'incarico di rintracciare le gocce astrali, le sosia create dalle guardiane, e ribellatesi ad esse più di un anno prima .
La goccia di Cornelia si chiama Carol. Quella di Irma, Irene. Quella di Hay Lin, Pao Chai. Quella di Taranee, Terry. Quella di Will, Wanda.
Elyon propone alle gocce di collaborare con Vera a raccogliere informazioni tecnologiche per modernizzare Meridian.
Le gocce si trasferiscono, con Vera, in due eleganti appartamenti contigui. Come copertura, fingeranno di essere delle studentesse universitarie; ognuna riceve una lista di argomenti e l'incarico di individuare degli esperti su ciascuno. 
Le gocce vengono addestrate ai poteri mentali, quali la lettura e trasmissione del pensiero, lo sguardo del comando e la telecinesi.
In alcune occasioni, le ragazze commettono goffaggini che attirano l'attenzione della polizia e perfino dei giornali.
Elyon affida a Vera l'incarico di copiare le memorie scientifiche di esperti in diversi campi. Il primo della lista è un professore universitario di nome Michel Raeder, di cui Vera si innamora a prima vista, e, quando gli copia le memorie, per errore gli trasmette le proprie. 
Vera, innamorata, trascura il gruppo e la copiatura di altre memorie;  Carol convince Elyon ad abilitarla a questo incarico, nel quale si dimostra subito efficientissima. Si crea un rapporto più stretto tra Elyon e Carol.

Cap. 31

Tutto sarà diverso



Midgale, Jefferson Street
 
 

Le luci dell’automobile che l’ha accompagnata sono ormai sparite dietro la curva.
Il suono dei suoi passi nella via deserta è coperto da folate di vento autunnale. Le luci dei lampioni proiettano ombre di fronde agitate ed insonni.
Mentre si avvicina alla sua abitazione, Vera si chiede che ora sia. Almeno le due, di certo. Anche stanotte, il proposito di rientrare presto è rimasto nel limbo delle buone intenzioni.
Il cancelletto si apre da solo.  Mentre Vera percorre il vialetto, alza gli occhi verso la palazzina, ora visibile sotto le chiome ondeggianti degli alberi. La facciata, illuminata in basso dalle luci del giardino, si perde in alto verso la semioscurità.
C’è qualcosa!
Eppure tutto sembra normale…
Vera sussulta notando il volo di un pipistrello ai margini del suo campo visivo. Eppure, anche quello è normale. 
Cerca di ridacchiare tra sé. Perché una civetta come lei dovrebbe avere paura dei pipistrelli?
Ripensa per un attimo al caldo contatto di Michel. Vorrebbe tornare indietro. 
Guarda alle sue spalle con rimpianto, ma vede solo un vialetto deserto che porta ad una strada deserta. 
Riprende a camminare verso la casa. Se c’è un destino, la sta aspettando.

 

Quando l’ascensore si apre al piano, la sensazione è fortissima: qualcuno la attende. Osserva entrambi gli spioncini degli ingressi: no, nessuno la sta spiando.
La risposta si infila tra i suoi pensieri: ‘Vera, sono Elyon. Vieni nella tua stanza, senza fare rumore’.

Pochi istanti dopo, svanito il baluginio, l’oscurità della camera rimpiazza la luce color panna del pianerottolo. “Ma…”.
‘Vera, non parlare, non accendere la luce’.
Cerca di localizzare la sua interlocutrice, mentre gli occhi si abituano alla fioca luce che filtra tra le tende. ‘Ma cosa sta succedendo? Perché…’.
La sagoma di Elyon si avvicina e la prende per le mani. ‘Vera, cara, dobbiamo parlare, ma non qui. Andiamo a casa mia, ad Heatherfield’.
La penombra si tinge di nuovo di aloni opalescenti.
 

Camera di Carol

Cos’è stato?
Carol apre gli occhi nell’oscurità, ed ascolta. Niente, solo il silenzio.  Eppure le era parso…
Un sogno, solo un sogno. Elyon e Vera. E' finito.
La sua amica le ha detto di avere creato Vera sulla base di sé stessa, come una goccia.  Ma dov’è la somiglianza? Se le figura fianco a fianco. Anche con il suo occasionale look da ventenne, Elyon non somiglia affatto a quella maestrina supponente. Forse qualche tratto, qualche modo di dire… ma quei colpi di testa che rendono Elyon così divertente? Quel bisogno di protezione che le ricorda tanto com’era a tredici anni, quando era la migliore amica di… di quell’altra, di Cornelia? Il nome la fa rabbuiare un attimo. Eppure, ora Carol è ad un passo dal rinnovare quei tempi, o meglio dal reinventarli daccapo. Verrà presto il momento in cui la sua amica le darà tanta fiducia che lei non dovrà più rispondere a Vera del suo operato.
Sorride nel buio. Si rigira per riaddormentarsi.
Cos’è stato? Come una scossa dentro…Ah… Vera è tornata. La percepisce oltre il muro. Usa il teletrasporto per ogni cretinata, quella lì, e poi ci angustia con la sua paura di essere scoperte.
Apre un occhio, tentando di focalizzare i numeri luminosi della sveglia.
Zero tre e… Bah. Dormirò meglio se smetterò di pensare a lei.
 

Camera di Vera

Quando i deboli luccichii della dislocazione sono svaniti, la sua camera appare di nuovo nell’oscurità. Vera ha di fronte uno specchio, ma non vede la sua espressione. Forse sconvolta, forse sfinita.
Apre le tende, facendo entrare i raggi dei lampioni baluginanti oltre le chiome delle quercie. Luci e ombre di fronde si proiettano su di lei e sulla parete alle sue spalle.    Ascolta i rumori della notte. Niente. Da dietro i doppi serramenti, gli alberi agitati dal vento sembrano fare parte di un film muto. Cerca il suono di un russare, o almeno il sommesso ronzio del frigorifero. Niente, sembra in sciopero anche lui.
Si siede sul letto. Il fruscio del piumone sembra l’unica cosa reale di questa situazione assurda.
Come può dirlo alle altre?


Lentamente, le idee prendono il loro posto fino a formare un quadro completo.
Ora sa cosa fare.
Gira gli occhi verso i numeri luminosi dell’orologio. Le quattro e trentotto. Resta poco della notte.
Nel palmo della mano le compare una bustina. La guarda a lungo, stagliata contro il debole chiarore della finestra. Ne strappa un lembo, la annusa. Ha un buon aroma dolce. 
Coraggio, Vera, ora non si torna più indietro. Con questa, un po’ d’acqua, ed il sonno profondo di cui hai bisogno, tutto sembrerà diverso domani mattina.

Camera di Vera, la mattina

“Ehi, ehi, Vera”. La voce di Wanda la raggiunge attraverso un oceano di sonno profondo.
“Mmh?”.
“Sveglia! Sono le nove”.
Si sente un risolino inconfondibile sullo sfondo. Pao Chai. “Irene ha perso. Non è tornata di mattina…per stavolta!”.
Non è tornata chi? Parlano di lei?  Cerca di socchiudere gli occhi, ma le palpebre restano come incollate.
D’improvviso, le torna in mente qualcosa della notte precedente. In pochi istanti il quadro riprende forma.
Apre gli occhi, si tira a sedere sul letto.
“Ehi, che scatto!”, si stupisce Wanda.
Già le nove e cinque? Si alza barcollando. “Ragazze, andiamo a mangiare. Devo dirvi qualcosa di importante”.

Attorno al tavolo della cucina, anche la sonnolenta allegria di Irene si muta in un’attesa nervosa mentre Vera finisce rapidamente una tazza di caffé che sveglierebbe  un orso dal suo letargo.
Alza gli occhi. Carol è in piedi, appoggiata al muro di fronte. Irene armeggia sul lavello alle sue spalle. Le altre la guardano, sedute al tavolo. Può parlare lì, anche senza trasferirsi nel soggiorno.
“Ragazze, questa notte ho incontrato Elyon. Mi ha dato una bruttissima notizia”. Allontana la tazza. “L’Oracolo le ha intimato di riconsegnarvi a lui. Tornerete ad essere solamente le gocce delle guardiane, dopo un lavaggio del cervello che vi priverà di memoria e di personalità autonoma”.
Studia gli sguardi attoniti.
Il rumore di una tazza che si infrange sul pavimento alle sue spalle dà il via ad un vaso di Pandora:
“Ma hanno promesso che eravamo libere!”, dice Therese. “Lo hanno promesso davanti all’Oracolo”.
“Davanti a mia… a Yan Lin”, aggiunge Pao Chai. “Lei lo sa, come può…”.
Irene alza lo sguardo desolato dal disastro di cocci e caffelatte ai suoi piedi. “Ma perché?”.
Wanda si scopre con rabbia un braccio, e lo esibisce fin quasi davanti al naso di Vera. “Abbiamo scrutato questi tatuaggi tutti i giorni, aspettando una chiamata”. Guarda irata il cielo grigio dalla finestra, come aspettandosi di intravedere una fortezza ergersi sopra le nubi. “E proprio ora che lo cose ci vanno bene, che abbiamo uno scopo, ci esigono per schiavizzarci di nuovo!”.
Carol incrocia le braccia, mentre torreggia in piedi appoggiata al muro opposto. “Perché lo hanno chiesto ad Elyon, quando potevano teletrasportarci?”.
“Perché ora potremmo reagire, è chiaro!”, le risponde Wanda.
Vera alza una mano a reclamare silenzio. “Per quanto mi ha detto lei, ci sono molte ragioni per questa intimazione. Una è che l’Oracolo vede molto male la nostra attività sulla Terra. La considera un’ingerenza eccessiva tra due mondi che dovrebbero restare…”.
Carol  la interrompe: “E non gli basta se cessiamo questa attività?”.
Giraffa indisponente! “No. Ci sono altre ragioni. La seconda è che le guardiane hanno un bisogno disperato delle loro gocce astrali per farsi sostituire. Lo sapete meglio di me”.
Wanda si batte un pugno su un palmo. “Maledette anche loro. Avevano promesso!”.
Therese le tocca un braccio, come per farla tacere con discrezione. “Aspetta. Ed Elyon non può opporsi?”.
Vera scuote il viso. “Per lei è rischioso. Se a Meridian la regina è quasi onnipotente, sulla Terra lo è di meno. Il problema maggiore, però, è il passaggio tra i due mondi. Se l’Oracolo riattivasse la muraglia, le impedirebbe di venire sulla Terra o, peggio ancora, di rientrare a Meridian”.
Therese insiste. “Ma anche senza arrivare ad una rottura con l’Oracolo, può cercare qualche compromesso”.
Irene si sposta di lato a Vera, con un rumore di calpestio di latte e cocci. “Non posso credere che le WITCH permetterebbero tutto questo. Noi schiavizzate, Elyon ricattata!”.
Vera si volta verso di lei, spostando un piede sotto cui percepisce un senso di umido e appiccicaticcio. “Non lo avrei voluto credere neanch’io. Purtroppo anche loro sono molto mal disposte. Si sono risentite con Elyon perché non le ha consultate prima di cercarvi, e hanno fatto ricerche su di voi. Ciò che hanno scoperto non è piaciuto. Kadma, per dirne una, vi ha descritte sotto una pessima luce”.
“Quella maledetta”. Wanda si tormenta le mani. Tendini di acciaio si intravedono attraverso la pelle dei polsi. “Vorrei andare ora a dirle qualcosa!”.
Terry cerca ancora di calmarla con un gesto. “Perché non cerchiamo un chiarimento con le WITCH? Kadma può raccontare ciò che vuole, ma quella che si è comportata peggio in tutta la faccenda è proprio lei!”. Cerca sguardi di consenso dalle altre. “Raccontiamo la nostra versione, e sarà lei a doversi vergognare più di tutte”.
“E per le gocce…”, propone Irene speranzosa, “…magari potremmo tornare a farlo part time, quando serve, e tornare qui nel tempo restante, senza essere riassorbite”.
Carol le regala un inedito sguardo di approvazione. L’idea sembra piacerle.
Anche Pao Chai accenna un assenso. “Potremmo anche rivedere…”.
Vera scuote il viso. “Mi dispiace, Elyon ha già provato tutte queste cose. Ha proposto i compromessi più fantasiosi, ma si è trovata davanti ad un muro. Sia le guardiane che l’Oracolo sono contro di noi. E lei tiene molto alle sue amiche WITCH.”.
Sguardi delusi.
“Per farla breve, l’Oracolo le  ha intimato di consegnarvi, dopo aver usato i suoi poteri mentali per cancellarvi memoria e personalità e mettervi in stato di soggezione…”.
“Certo!”, interrompe Wanda. “Con i poteri, potremmo cercare di reagire!”. Uno scintillio si genera dal palmo della sua mano. “E, con una personalità autonoma, potremmo rendergli la vita impossibile. Lo abbiamo già fatto alla grande, una volta”.
“E lei ha accettato?”, chiede Pao Chai con il cuore in gola.
Vera esita a rispondere. “Elyon ha girato questo incarico a me”.
Un debole piagnucolio della cinesina rompe il silenzio teso.
“Se le obbedissi, dovrei iniziare ora”, riprende Vera.
Sguardi di attesa. Irene, sempre in piedi, parla per tutte. “Ma non lo farai, vero?”.
“No”. Scuote la testa. “Però il mio rifiuto non risolverà la situazione”.
“Ed allora, come cavarcela?”, chiede Wanda, tornando a sedere. “Non sarà sufficiente chiudersi in casa”.
“Non in questa casa”, conviene Vera. Poi il suo tono cambia. “Però ne esiste una assolutamente sicura”.
Le ragazze la guardano speranzose.
“Il palazzo reale di Meridian!”, completa Wanda come illuminata.
“Esatto. Ragazze, una volta lì dentro, né l’oracolo, né le guardiane avrebbero la possibilità di reclamarci”.
Therese cerca di metter a fuoco le idee. “Ma avevi detto che Elyon è ricattabile…”.
“Che Elyon tiene di più alle sue amiche WITCH che a noi…”, aggiunge Pao Chai.
Vera annuisce. “Dovremo farlo contro la sua volontà!”.
“COOOSA?”.

Il viso di Carol si distorce in una smorfia di scetticismo. “Dovevo immaginare dove volevi arrivare”.
Tutti gli sguardi sono su di lei.
Continua: “Vera, ci hai raccontato un sacco di panzane. Posso anche capire che l’Oracolo sia preoccupato se commetti degli errori, come hai già abbondantemente fatto, ci fai arrestare e coinvolgi le guardiane. Ma questo rischio si allontanerebbe passando il comando ad una più abile di te”. Conclude con un sorrisetto allusivo. “E poi, questa storia delle guardiane incavolate fa acqua da tutte le parti. Per iniziare….”.
Vera la interrompe con un lampo degli occhi. “Davvero?”. Cara Carol, mi costringi. “Allora, guarda un po’ questa!”. Le compare in mano una rivista per soli uomini. Gliela apre davanti. “Ecco la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Anzi, le immagini della goccia che hanno fatto traboccare il vaso”. Sulla foto a piena pagina campeggia una splendida foto di Carol, vestita come l’avrebbe fatta la mamma se lei fosse stata fatta da una mamma.  “Vogliamo vedere le pagine successive?”.
“No! Aspetta…”. Carol deglutisce imbarazzata. “Quelle foto… sono servite per pagare l’affitto dello scorso marzo”. Guarda i visi imbarazzati delle compagne, cercando un’assoluzione.
“Non devi giustificarti davanti a noi”, risponde Vera con finta nonchalance. “Pensa all’effetto che hanno fatto su Cornelia. Chi credi che sia la più arrabbiata di loro?”. Mostra le foto successive, sempre più imbarazzanti a mano a mano che gira le pagine.
Pao Chai diventa color mozzarella. “Oh…”.
Carol balza avanti, strappa il giornale a Vera e lo richiude. “Basta così! Non c’entra niente!”. Si appoggia con le braccia sul tavolo, sovrastando minacciosa la sua rivale come un enorme cane pronto a mordere.
Vera la guarda con un sorrisino di vittoria. Finalmente la biondona è rossa come un peperone. Adesso, però, ha qualcosa di più importante da vincere. “Vieni in camera, Carol. Ti devo dire qualcosa di personale”.
“Va bene”, ringhia l’altra, erigendosi a braccia conserte.
“E voialtre, non origliate in alcun modo”.
 

In camera, le due, in piedi, si fronteggiano con sguardi di sfida.
Carol sta recuperando la sua sicurezza. “ E così, vuoi dare a me la colpa di questa situazione. Complimenti, bel colpo, una volta tanto. Ma non basterà a rendere credibili tutte le tue frottole”. Le si avvicina, sovrastandola. “Ieri sera sono stata con Elyon fino a mezzanotte, e non mi ha detto niente del genere. Come può essere scoppiato tutto tra la mezzanotte e le tre?”.
Vera alza un sopracciglio. “Semplice. Le è apparsa Yan Lin in sogno”.
“Non sta in piedi. Da come l’hai detta, dovrebbe avere parlato sia con l’oracolo che con le guardiane. Per una cosa così grave, sarebbe il minimo”.
“Certo. L’ha fatto prima, ma non ha voluto turbare nessuna di noi finché non ha ricevuto l’intimazione dell’Oracolo”. Si volta verso la scrivania, aggiustando con indifferenza la posizione di qualche soprammobile. “E poi, se non l’aveva detto prima a me, cosa ti fa pensare che lo avrebbe detto a te?”.
Carol scuote la testa, irritata. “Ci ho passato assieme tutta la serata. Mi sarei accorta se qualcosa la avesse turbata”.
“E quindi, Carol, tu pensi di conoscere Elyon meglio di quanto possa la sua gemella, solo perché esci con lei e le insegni ad ocheggiare nei locali notturni con un aspetto fasullo da ventenne”. Nota il lampo di disagio dell’altra. Può tirare l’affondo. "Dimentichi che il mio ultimo scambio di memorie con lei è stato proprio questa notte?”. Ahi, si rende conto troppo tardi dell’autogol.
Sul viso di Carol si dipinge un sorriso sarcastico. “Vera, i tuoi scambi di memorie sono… come dire… problematici. Il primo errore è stato … vantaggioso, per te. E questo altro?”.
Vera avvampa. “Questo è troppo!”. Si erge, cercando di guadagnare qualche centimetro davanti alla rivale.  “Mi stai accusando di essere stata in malafede con Michel?”.
“Parole tue, non mie”. Si riguarda le unghie, sentendosi in vantaggio. “Io so già come proseguirà il tuo discorso. So, per esperienza vissuta, che tutte le gocce astrali entrano in competizione con il loro originale, ed ora sembra che questo stia succedendo anche a te”. Continua, voltandole il fianco. “Quanto a me, se devo scegliere tra Elyon e la sua pseudo-gemella invidiosa, la scelta è già fatta!”.
Vera le si pone davanti, con finta aria casuale. “Sai già come proseguirà il mio discorso?”. La fissa negli occhi. “Non si direbbe. Non ti saresti appartata con me!”.
A Carol sembra che le pupille dell’altra diventino sempre più luminose. Solo ora capisce l’errore commesso, troppo tardi per voltarsi, troppo tardi per qualunque cosa. Non riesce più  a muoversi. All’inizio la sua faccia si deforma in una smorfia di paura, poi diventa sempre più vuota.
Non muove un muscolo neanche quando Vera le appoggia il palmo della mano destra sulla fronte.
 

Poco dopo, Vera si ripresenta sicura nel soggiorno. “Ragazze, torniamo a parlare di cose serie”.
Alle sue spalle segue Carol, rilassata e con un sorriso un po’ sciocco. Si siede compunta sulla sedia più vicina.
Pao Chai spalanca gli occhi. “E lei…”.
Vera scrolla le spalle. “L’ho dovuta calmare, per il bene di tutte. Non preoccuparti, in qualche giorno tornerà più bisbetica che mai. Abbiamo le ore contate, e non possiamo litigare su chi sbaglia di più. Vi salverete solo se saremo tutte unite”.
La cinesina, a disagio, guarda il viso vuoto di Carol e tace.

Wanda morde il freno, fa fatica a restare seduta.  “Allora, Vera, il tuo piano?”.
“Eccolo”. Breve pausa ad effetto. “In primo luogo, cancelliamo i vostri tatuaggi. L’Oracolo potrebbe usarli contro voi stesse. Scoprite il braccio…”.
Wanda si sfila per prima la felpa pesante dalla spalla. Guarda il suo marchio con disprezzo. Una promessa mancata. “Senza rimpianti!”.
Una dopo l’altra, le gocce porgono il loro braccio. Dopo poche passate del palmo di Vera, i simboli non si vedono più, come se non ci fossero mai stati.

“Bene, ragazze”. Fa il segno due con la mano. “In secondo luogo, sottrarremo il Cuore di Kandrakar a Will Vandom”.
Quattro sguardi allibiti.
“Geniale”, commenta estasiata una inedita Carol-agnello.
“E’ impossibile”. Wanda lo sa bene. “Il cuore può lasciare Will solo se lei lo consegna, o se lui stesso sceglie un’altra guardiana”.
Vera la guarda sicura. “Me lo darà. Anzi, te lo darà. So come fare”.
Wanda resta incredula più di qualche secondo, chiedendosi se ha capito bene. Gli sguardi sbalorditi delle compagne glielo confermano. A poco a poco, un sorrisino quasi cattivo si disegna sul suo viso. “Mi piace!”.

Vera sventola tre dita. “In terzo luogo, ci trasferiremo in un albergo per essere irreperibili, ma dovremo essere pronte a partire per Meridian da un momento all’altro”.
“E tutte le nostre cose?” chiede Irene, con uno sguardo di rimpianto alla cucina.
“Raccogliete quello che potete, ed usate il trucco della tasca virtuale per farlo stare. Agite rapidamente. Tra poco, io e Wanda ci trasferiremo ad Heatherfield, ed i vostri poteri svaniranno quando io sarò lontana. Voi andrete a cercare un albergo per sei, e non ritornate più qui. Stabilirò un contatto mentale con voi al mio ritorno”.

Vera fa il segno quattro. “In quarto luogo: appena Elyon avrà messo piede sulla Terra, ad Heatherfield o a Midgale, noi ci trasformeremo in copie convincenti di lei e delle guardiane, ed useremo il Cuore di Kandrakar per trasferirci a Meridian, nel palazzo”.
“Sai già quando arriverà Elyon?”, chiede Terry.
“Non so. Può essere oggi, come tra una settimana”. Guarda l’orologio. “Ma scommetterei di più su oggi”.
Wanda si alza in piedi. “Non c’è un momento da perdere. Sono pronta, al diavolo i bagagli”.

Vera mostra tutta la mano aperta.“Quinto”. Si rivolge a Wanda. “Appena a Meridian, tu userai il Cuore di Kandrakar per riattivare la muraglia, così né Elyon, né le guardiane potranno seguirci”.
“Ma io non…”. L’altra la guarda perplessa. “Davvero tu sapresti riattivarla?”.
“Sì. Ti spiegherò io come fare”. Almeno, come provarci.

Vera torna a mostrare la mano aperta. Per un attimo le ragazze hanno l'impressione di vedere sei dita, ma sono troppo prese per meravigliarsi di questi giochetti di prestigio.
“Sesto: una volta lì, assumeremo il potere e cercheremo tutto ciò che può rafforzarci”. Enumera sulle dita: “La Corona di luce, gli incantesimi di protezione del palazzo, la sorgente di energia magica, l’esercito, la biblioteca segreta… e una vasta scelta di amuleti il cui potere sfida l’immaginazione”.
“Per…”.
“Per respingere un eventuale tentativo di ritorno di Elyon e delle guardiane”.
Therese si adombra. “Non basterebbe la muraglia?”.
“Dovrebbe bastare…”. Vera cerca di sembrare sicura. “Se non fosse, saremo comunque più forti di loro”.

Pao Chai è sempre più a disagio. “Ma Vera… Elyon è un’amica, oltre che la regina. E’ giusto farle questo?”. Guarda Carol, cerca di scuoterla. “E tu cosa ne dici?”.
L’amica le risponde con un sorriso vacuo. “Certo….”.
Anche Irene è turbata da quello sguardo innaturale. “La piccoletta masticherà amaro”. Al pensiero, sospira e allunga la mano verso il sacchetto dei frollini, ghermendone uno.
Vera alza le spalle. “Le rimanderemo sulla Terra i suoi genitori adottivi e Caleb. Tornerà  nella sua casa, a frequentare lo Sheffield, a passeggiare con le sue amiche ed a sospirare dietro ai ragazzi”. Abbozza un sorriso. “Anzi, chissà che non cerchi di sottrarre a Will le attenzioni di Matt…”.
Carol allarga il suo sorriso di intensa vacuità. “Le ho insegnato bene….”.
“Sciuccesscioo ascicurato, alloua”, le risponde Irene a disagio, senza smettere di masticare.
Wanda si adombra ancora di più. Will… Elyon… Matt!
E’ un momento. Si riscuote. “Allora, andiamo?”.
Vera osserva gli sguardi di disagio delle altre compagne. “Aspetta. Devo dirvi ancora una cosa importante. Mi rendo conto che molte di voi si sentono in colpa. Non dovete. Quello che faremo non sarà solo per salvare la vostra libertà e, a questo punto, anche la mia. Sarà fatto per Meridian”.
Sguardi interrogativi.
Vera continua: “Esiste una profezia, fatta dalla stessa Elyon, secondo la quale lei è destinata a diventare la tiranna del metamondo”.
“Lei, una tiranna?”, chiede incredula Irene. “La piccoletta?”.
“E’ vero”, conferma inaspettatamente Carol, come in trance. “Ne ha parlato anche a me”.
Vera impiega un attimo per riprendersi dalla sorpresa di questa conferma inattesa. “Beh, con la nostra azione, noi impediremo che tutto questo si realizzi. Sottrarremo Elyon a questo destino odioso, e risparmieremo a Meridian secoli di sofferenza!”.
“Secoli?”, chiede una Irene sempre più incredula.
Vera assente con un sorriso un po’imbarazzato. “Sapete, le regine Escanor sono piuttosto longeve”.
“Ah, ecco….”. La compagna allunga ancora la mano verso il sacchetto dei frollini. “Perchè sono Escanor, o perchè sono regine?”.
Wanda la zittisce con un’occhiataccia.
Therese solleva un’altra obiezione. “Stiamo parlando di impadronirci del controllo di una intera città, se non di un intero mondo. Non mettiamola come se fosse rubare una roulotte! Saremo in grado di governare al suo posto?”.
Vera sorride sicura, ha già una risposta anche per questa obiezione: “Sì, vi posso dire che Elyon ha molto trascurato i suoi doveri, delegandoli a ministri e dignitari. Era troppo occupata a leggere in giardino, o sulla Terra a fare le sue ricerche. Stava recuperando un po’ di interesse per il governo solo negli ultimi mesi”.
Guarda lontano, fuori dalla finestra, verso il cielo. Quando la sua attenzione torna alle compagne, il suo viso sembra quasi ispirato. “Ormai quelle ricerche le abbiamo fatte noi, siamo in sei, siamo competenti. Conosciamo i suoi errori passati ed il destino previsto dalle sue profezie. Noi eviteremo questi e quello. Sì, governeremo Meridian molto meglio di lei, in suo nome”.
Uno squarcio nelle nuvole inonda la cucina con una limpida luce solare.
“Allora? Siete tutte d’accordo?”, chiede Vera, squadrando le sue compagne.
Una dopo l’altra, le gocce assentono.
Wanda è già in piedi, e si infila una giacca a vento nera uscita da chissà dove. “Ebbene? Cosa aspettiamo?”.
 

  
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