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Autore: CassandraLeben    10/07/2008    30 recensioni
Questa storia è ambientata dopo Eclipse ed è stata elaborata prima dell’uscita di BD.
HO AGGIORNATO!!!!!!!
In breve: un racconto alternativo, avventuroso e romantico, nonché triste, di ciò che avevo immaginato potesse accadere dopo il fatidico “Sì” tra Edward e Bella.
Il ritorno dei Volturi, di Jack, Alec e Jane sconvolgeranno la vita dei novelli sposi
ATTENZIONE, PUò CREARE ASSUEFAZIONE E PROBLEMI CARDIACI! XD
< Isabella. > Una voce familiare risuonò nella camera. Sobbalzai. Non mi ero accorta della presenza di qualcuno nella stanza.
< Bella! Quanto tempo, desideravo con ansia rivederti. > Aro mi si avvicinò e mi prese la mano. Con gentilezza, me la baciò. Notai i suoi occhi guizzare sulla mia fede e poi incontrare i miei. Mi sorrise tranquillo e mi fece accomodare sul divano.
< Prego cara, siediti. Non avere paura. Non devi preoccuparti. > Sapevo che non potevo rifiutare. Tanto valeva stare al gioco. Magari sarei riuscita a sopravvivere un po’ più a lungo.
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao!
A voi il capitolo 14! Visto che sono riuscita a postare oggi?

Allora, per cominciare, il nome della bambina ve lo svelerò o nel cap 15 o, più probabilmente, nel 16. Oltre ad essere il nome che vorrei dare a mia figlia, credo che sia l’unico nome che loro potrebbero dare alla bambina.

Grazie a tutte voi che leggete e commentate!
bimbaemo Ecco l’aggiornamento! Ps: Non mi avevi offesa per niente XD Anzi, mi hai dato una mano!
summer718 Sai, credo che descriverò anche un po’ di gravidanza e di vita insieme alla bambina, anche se all’inizio non ne avevo intenzione! Mi sono venute in mente un paio di belle cose!
_Natsuki_ Sono contenta di farti felice!!! Alice è il mio mito! Anche io adoro il pezzo in cui lui le bacia la pancia! E ti assicuro, Edward sarà sempre più dolce!!!
Raki Neanche io posso immaginare come si possa credere che qualcuno tradisca LUI, EDWARD CULLEN! Per il finale, non preoccuparti! Non sarà affrettato! Non è da me! Per la dipendenza, mi spiace dirti che non c’è cura! XD
LittleBloodyMary Spero che sia davvero così! Non mancherò di fare come dici! E la bambina sarà un amore!
Ransie88219
Grazie! Per la reazione di Edward, vedrai nel cap 15! Spero ti piacerà!!!
Wind
Peccato che tra poco parto di nuovo … Spero di riuscire a far apparire la bimba prima della partenza!
Giulls Una sola parola per commentare il tuo commento: Fantavolante XD
yumisan Anche a me piace troppo quella scena!!! È sia dolce che tremenda! E come puoi vederre, ho postato in fretta!
carlottina Zia Alice sarà tutta presa in completini e vestitini!!! E così, dal giocare a vestire Bella, passerà al vestire la piccolina! Spero ti piacerò anche il seguito! Non mi smentirò.
novilunio  Insomma, non so che fare/dire/scrivere per ringraziarti, quindi, Grazie!
3mo_is_love Dato il padre, sarà molto bella! La gioia dei ragazzi! Ma te lo immagini, Edward che fa il padre geloso! È proprio il tipo! E Bella che cerca di farlo ragionare!!! XD
lilly95lilly No!!! Non piangere! Non ancora! Cosa farai dopo?
BellaSwan95 No no, non preoccuparti, non mi ubriacherò! Chissà che potrebbe venir fuori però?
MoonlessNight E già … povera Bella! Sarà dura per lei, con tutte quelle attenzioni quasi soffocanti! Io però per Edward sopporterei!
grinch Grazie! Io continuerò a scrivere, tu continuerai a recensire? Dimmi di sì!!!!
hachicat Oh my darling! From Providence! From USA!!! I miss you! ( senti, so che è un po’ fuori mano, ma perchè non fai un saltino nello stato di Washington –esattamente dall’altra parte degli USA- e dai un occhiata al confine con il Canada … sulla costa occidentale? ) S U S!!!!
sophie_95 Non preoccuparti! L’importante è che ti piaccia! Ciao e a presto!
giulia9_91 Speriamo che prenda tutto da quel dio di suo padre!!!
Zarah Oddio, sono contenta che ti piaccia così tanto!!! Addirittura uno dei preferiti? E ti ho persino fatto piangere in ufficio? Sono imperdonabile … un bacio e a presto!
PenPen È vero, povero Edward!!!non preoccuparti, nessuna colazione a base di figlia!!! Il nome arriverà presto (già scelto, da tempo) penso che i nonni vedranno la nipotina!!! Sta tranquilla!!!
Inuyasha__girl92 Sono molto contenta che ti piaccia!!!!!! E per i prossimi, sarai molto felice spero!!!
aLbICoCCaCiDa Io magnanima? Io? Mhhh … ci sarà il lieto fine … ma sarà dura per la famigliola! XD. PS: Non preoccuparti, ti piacerà, saranno troppo carini con la bimba!!!
francy94 Romantico e un po’ triste … e anche i prossimi lo saranno XD spero ti piaceranno!
sally10989 Grazie!
AngelOfLove Adoro i fuochi! Grazie! Visto che ho postato di giovedì? Felice? PS: Alice for ever!
emily ff Eh sì, povera Bella! Sarà proprio dura, ma per Edward, questo ed altro!!! Ah, sì … quella ragazza non ha proprio tatto … Povero Edward … se viene da noi, sono certa che lo consoleremo benissimo!
Lilian Potter E sì, cara … sono astemia … (tutti hanno i propri scheletri nell’armadio!) se ti va, scolati tutti gli alcolici anche da parte mia!!! Ti do io il permesso, poi però dovrò scappare dai tuoi!!! Ora vado a raggiungere un gelato alla mela verde (quello vero … uffa … io volevo l’altro! XD) e poi vado a leggere la seconda parte di Fiore Impuro –Federica? Io avrei pensato che le avresti dato un altro nome … chissà perché … ?) ci vediamo tra le tue recensioni!
Deimos Sono diventata tutta rossa!!!!! Sei troppo buona!!!!! La bimba sarà adorabile!
alice brendon cullen Sarò già in fumetteria!!! Anche se l’ho già letto in inglese … ti piacerà troppo il prox numero. È a dir poco splendido!!! Morirai! Io e le altre abbiamo passato un mese, anzi molti di più, dato che lo ha lasciato in sospeso, con il fiato in sospeso. Edwardddddddddd!!!!!!!!!
Hanairoh Mamma mia, il tuo povero cuore!!! Anche a me piacciono troppo quei punti! E invidio Bella, con tutti quei pretendenti!!!
memi16 Edward è dolcissimo!!! Grazie per i complimenti!!!
Krisma Tutto d’un fiato???? Mamma mia! Ti sarà venuto mal di testa!!! Edward sarà un padre perfetto, ma io lo vorrei come marito!!!
yuyutiamo
Ma ti pare? Mi dispiace per te che ti sei dovuta dare alla matematica!!! Io ho scampato la fisica per un soffio! Proprio mentre leggevo il tuo commento, stavo scrivendo il cap 15, dove lei glie lo dice … Ma tu per caso sei come Edward? Di la verità … leggi nella mia mente! Spero che oggi tu riesca a leggere il cap 14!  Anche se so che la matematica forse ha la precedenza!!! Un bacio e a presto!

Bene, e ora vado a pranzare!!!! Anche se sono quasi le 4 …
Ci vediamo Sabato pomeriggio!

                                       Cassandra

Bella's Pov

Edward diceva che era colpa dello stress e del fatto che, negli ultimi due mesi, non avessi riposato abbastanza e nel modo giusto, sta di fatto che ero stanchissima.
Appena finito di mangiare, mi appoggiai a lui che mi accolse nelle sue braccia.
Mi resi a mala pena conto, non so quanto tempo fosse passato, di Edward che mi allacciava le cinture.
Mi accorsi poi che mi prendeva in braccio ma non aprii neanche gli occhi. Stavo troppo bene in quella posizione.

Fui però costretta a sollevare le palpebre quando, nel caos dell’aeroporto, la voce ansiosa di Esme mi raggiunse.
< Bella, tesoro … Edward, cos’ha? Sta male? > si stava avvicinando sempre di più.
< No, non preoccuparti. È solo molto stanca. È un po’ debilitata. > Sentii le sue mani fredde accarezzarmi il capo e sistemarmi una giacca addosso.
< Edward, vieni, da questa parte … La macchina. >
Quando sentii Jasper dire: < Quella? > sollevai le palpebre e vidi una bella auto dai finestrini scuri.
Era molto grossa, a otto posti …
Carlisle era già al posto di guida. Esme si sedette in quello del passeggero mentre Alice e Jasper, dopo avermi abbracciato, presero posto dietro nei sedili posteriori.
Carlisle tenne aperta la portiera ed aspettò che Edward mi facesse sdraiare. Il mio sposo scivolò al mio fianco e mi fece appoggiare a lui.
< Bella? >
< Si, Carlisle? >
< Te la senti di viaggiare un altro po’? >  Mi domandò voltandosi verso di me.
< Sì … > e sorrisi. Lui fece altrettanto e mi carezzò il volto. Poggiò due dita sulle vene del mio collo e poi guardò Edward negli occhi. Sicuramente, lui aveva letto la domanda nella mente di Carlisle, visto che scosse il capo e gli disse: < Non preoccuparti per quello. Dopo ti spiego. >

Carlisle annuì e poi mise in moto.
Dopo un po’ di tempo, trascorso nel silenzio, Esme disse:
< Abbiamo una casetta, non lontano da Gibsons. A un’ora di traghetto … e poi un altro po’ in auto. Ecco, siamo quasi arrivati al porto. Se vuoi, possiamo andare in albergo, per questa notte. >
Cercando di non sbadigliare, biascicai: < No, non preoccupatevi. Preferisco andare subito a casa. >
Poi Edward mi abbracciò e mi sussurrò: < Ti amo. >
Risi e dissi: < Anche io. >
Nonostante il buio, lo intravidi sorridermi.
Mi fece mettere comoda, sistemandomi meglio la giacca.
< Dormi. Amore … > e io ubbidii.

Venni investita da un vento gelido che mi sferzava il volto facendomi ondeggiare i capelli davanti al volto. Riaprii gli occhi a fatica ed Edward mi sorrise. Mi teneva in braccio, seduto su una panchina.
< Ben svegliata … > Di sottofondo, il suono di onde che s’infrangono sulle rocce.
< Siamo arrivati. Abbiamo appena attraccato. Alice è andata a noleggiare un’altra auto. Tornano a Forks, a prendere le nostre cose. Ci raggiungeranno presto. Tra un’ora saremo a casa. >
Annuii e poi mi strinsi di più al suo corpo.
< Hai freddo? > mi chiese preoccupato, mentre i soffi di vento mi scompigliavano i capelli.
< No. Solo, volevo sentire il tuo odore. Mi è mancato così tanto … >
Poggiò le sue labbra sulla mia fronte e poi scese lungo la mascella. Quando raggiunse le mie di labbra, io le dischiusi, accogliendo il suo respiro.
Mi accarezzò il palato e fece scorrere le sue dita lungo il mio collo e sulle mie spalle.
Quando mi permise di respirare, si spostò a baciarmi il lobo dell’orecchio.

La sua voce, poco più di un impercettibile sussurro, mi chiedeva:
< Come va? >
< Sto bene. >

Quando le sue mani raggiunsero la mia pancia, lo fissai e lo rassicurai:
< Stiamo bene. Non preoccuparti. >

Alzò lo sguardo e mi disse:
< Stanno arrivando con l’auto. Andiamo. >
< Lasciami camminare. >
Mi poggiò le mani sul bacino e mise in piedi davanti a lui.
Dopo avermi preso le mani, mi squadrò e poi si alzò.
Mi cinse le spalle con un braccio e con la mano libera si portò la mia, quella destra, al volto.

La baciò e poi mi condusse ad una vettura scura.

Dato che la mia goffaggine non era miracolosamente svanita, inciampai nei miei stessi piedi. Naturalmente, il mio sposo non mi permise neanche di avvicinarmi all’asfalto.
Le sue mani gelide mi afferrarono e mi strinsero al suo corpo.
< Bella, devi fare attenzione. >
Mi stava rimproverando?
Lo fissai incredula e lui scosse la testa, scoccandomi un bacio sulle labbra.
< Ora più che mai. >
Non gli risposi e mi infilai in auto. Non volevo litigare, ma non volevo neanche che si comportasse così. Che le cose cambiassero tra noi, per colpa della bambina.

Fu un viaggio silenzioso e mi parve molto lungo.
E nel silenzio dell’abitacolo scuro, ad un certo punto si sentì il mio stomaco brontolare.
< Carlisle, fermiamoci … > Disse Edward. E così parcheggiammo in una stazione di servizio.
< Vieni Bella. Devi mangiare. > sospirai ed uscii.

Fuori, nel fresco della sera, afferrai la mano di Edward. Lui mi si avvicinò e mi bisbiglio:
< Ti prego, non essere adirata con me. Ti amo. Sono solo preoccupato. >
Con il dito indice mi accarezzava le labbra. Mi prese la mano sinistra e, dopo avermi baciato la fede, mi alzò la manica della camicetta mostrandomi le bende leggermente macchiate di sangue.
< Ho davvero avuto molta paura. >

Scossi il capo e poggiai il palmo della mia mano sulla sua guancia. Con dolcezza, lui se lo portò davanti al volto ed inspirò a fondo l’odore del mio sangue.
Senza che me ne potessi neanche accorgere, mi ritrovai le sue labbra sulle mie. La mia bocca aperta accoglieva la sua.
Chiusi gli occhi e mi appoggiai a lui che intanto faceva scorrere le sue mani lungo la mia schiena.
Quando mi scostai per riprendere fiato, con voce grave e tormentata, Edward mi disse:
< Ed ora, dovremo fare ancora più attenzione. Lo sai … >
< Sì. > capivo le sue preoccupazioni. Mi rimise a posto la manica e mi accompagnò dentro l’area di servizio.

Esme mi venne vicina e mi chiese educata: < Tesoro, vuoi che ti accompagni in bagno? >
Annuii e la seguii. Sentii lo sguardo di Edward scortarmi finché  non scomparvi dietro la porta.
Mi diedi una bella rinfrescata e, quando fui pronta, seguii Esme fuori, nella sezione ristornate.

Edward e Carlisle mi stavano aspettando ad un tavolo. Mio marito mi aveva preso da mangiare.
Finii l’insalata velocemente, affamata.
Quando il piatto fu vuoto, chiesi: < Quanto ci manca ancora? >
< Circa quaranta minuti. Sei stanca? >
< Un po’. > Sentii Edward osservarmi e mi voltai. I suoi occhi mi esaminavano.
< Ho solo mal di testa. >
< Quando arriveremo, ti visiterò. Con calma, non c’è fretta. > mi disse Carlisle, più per rassicurare Edward, che non me.

 Senza dire niente, afferrai un panino e gli diedi un morso. Il lungo viaggio mi aveva scombussolata e improvvisamente mi pareva di avere un nodo allo stomaco.
Appoggiai il cibo nel piatto e subito Edward mi poggiò la mano sulla spalla.
< Bella? > 
Mi voltai a fissarlo: < Sì, Edward? >
< Non ti va? >
< Mhh … veramente, non ho più tanta fame. Magari dopo. Sai, la macchina … >
Vidi che non era per niente contento ma, da bravo gentiluomo, non disse nulla e mi sfiorò la fronte con le labbra.
< forse sarà meglio andare. Hai bisogno di stare tranquilla. > Carlisle mi accarezzò la mano destra, che tenevo poggiata sul tavolo. Il braccio sinistro ciondolava inerte.
Quando fummo nuovamente in auto, rimasi a fissare fuori dal finestrino, mentre Edward mi cullava tra le sue braccia.

Stavamo attraversando un bosco, su di una strada sterrata, quando Carlisle girò a destra lungo a un sentiero di pietra. Dopo circa dieci minuti, intravidi una vecchia casa, grande ma non come quella di Forks.
Era seminascosta dagli alberi. Aveva l’aria di essere abbastanza vecchia, di sicuro aveva bisogno di essere restaurata. Due piani, tetto rosso, intonaco bianco con alcune crepe. Due balconi e una terrazza.

L’auto si fermò proprio davanti al porticato ricoperto d’edera ed Esme, dopo neanche un secondo, venne ad aprirmi la portiera. Quando uscii, lei mi strinse in un abbraccio saldo ma al contempo delicato.
< Oh Bella, sono così felice! > 
< Grazie Esme. Mi siete mancati tantissimo. >
Quando ci separammo, Edward mi prese in braccio come se fossi stata una principessa o una sposa e salì i gradini davanti alla porta.

Sì, una sposa. La sua sposa. E quella sarebbe stata la nostra casa.

Fece scorrere la punta del naso sulla mia guancia e poi cercò le mie labbra.
Quando le trovò, le carezzò gentilmente con la lingua.

Mi baciò e fu come se fosse stata la prima volta. Mi aggrappai ai suoi capelli e avvicinai di più la sua testa alla mia. Le palpebre si abbassarono contro la mia volontà, mentre il mio corpo veniva invaso da tremori.
Sentivo il sangue pompare furioso nelle vene e il cuore battere impazzito.
Si allontanò leggermente da me e soffiò divertito sul mio volto, facendomi ondeggiare un ciuffo ribelle e impedendomi di riaprire gli occhi.
< Bella, sei sempre così impetuosa. > rideva.
Mi sfiorò con le labbra umide le occhiaia e mi sussurrò:
< stiamo varcando la soglia … non vuoi guardare? >

Annuii e spalancai gli occhi, stringendo le braccia attorno al suo collo e appoggiando il capo sulla sua spalla, per poter inebriarmi del suo odore.

Non mi ero neanche accorta che mi stesse reggendo con un braccio solo, finché non lo vidi aprire la porta.
Con un passo lungo e teatrale, varcò la soglia.
A pochissimi centimetri dal mio orecchio, mi bisbigliò:
< Mi dispiace che non sia la luna di miele che avevo organizzato, ma ti prometto, ti giuro, saremo felici. Vi farò felici. >
Sentii le lacrime formarsi agli angoli degli occhi e mi strinsi di più a lui che, con la mano libera, cominciò ad accarezzarmi la testa. Lo sentii sospirare:
< Ah, gli ormoni … > e poi passò delicato le sue labbra sul mio collo, con tutta la delicatezza e la dolcezza possibili.
Se non fosse che non avevamo gli abiti da cerimonia, si sarebbe potuto credere che ci fossimo sposato quello stesso giorno.

Quando fummo in casa, mi fece sedere sul divano e mi baciò la fede.

Mi osservai intorno e potei constatare che la casa non era fatiscente.
Certo, i mobili erano un po’ vecchi, le tende ingiallite e i libri intrisi di polvere, ma tuttosommato era accogliente, semplice. Mi piaceva ed ero sicura che Esme l’avrebbe rimessa a nuovo.
Edward non parlava. Si limitava a guardarmi. Ad un certo punto mi domandò: < Vuoi vedere la nostra camera? >
< Sì … >
Mi prese per mano e mi fece strada attraverso l’ampia sala. Si fermò davanti una porta ed abbassò la maniglia.

La stanza non era molto grande. Un letto matrimoniale, i comodini,  un armadio e una scrivania. A destra, una porta.

< Da su un bagno personale. > Mi rivelò quando vide che la fissavo curiosa.
< Questo era uno studio. Esme ieri ha sistemato qui una camera da letto. Appena Alice l’ha avvisata che eri con noi, al sicuro. 
È stata lei a chiederle di prepararla al piano terra. Non posso che essere d’accordo con lei. Per il futuro, sarà meglio che tu non abbia le scale da fare per andare in camera. 
Sai, vorrei evitare scivoloni sui gradini … >
Eccolo, il mio Edward … che cercava di proteggerci persino dalla mia sbadataggine.
< Edward … ti prego. Non cominciare. >
< Bella … > e mi abbracciò. Parlava talmente piano che a mala pena riuscivo a sentirlo io. Sicuramente Carlisle ed Esme, intenti com’erano a sistemare la cucina e la sala. < Lo dico per te, sul serio. Quando sarai più avanti con la gravidanza, sarà complicato riuscire a muoverti. Già ti fai sempre male, figuriamoci con il pancione che ti sbilancerà in avanti. Sarai una specie di mina vagante! Dobbiamo contenere i rischi. > Sorrideva ma io sapevo perfettamente che era convinto di quello che diceva. Ed io, in gravidanza, non avrei potuto permettermi leggerezze, sbadataggini. Quindi sorrisi e mi buttai sul letto, facendo sussultare Edward.

Mi girai pancia all’aria e spalancai le braccia. Risi della faccia scandalizzata di Edward.

< Che c’è? > domandai quando vidi che non si avvicinava.
< Bella, per favore, non fare così. Niente movimenti bruschi. >
Sbuffai e mi portai a sedere. < Va bene … >
Si sedette al mio fianco e mi sorprese. Nel modo in cui mi abbracciò. Con la mano, avvicinò la mia testa al suo corpo e mi obbligò con grazia ad appoggiarla nell’incavo del suo collo.

I movimenti furono talmente veloci che non mi accorsi neanche del come, ma improvvisamente mi ritrovi sdraiata con Edward inginocchiato su di me. 
Teneva il capo sul mio seno ma naturalmente Edward non pesava minimamente sul mio corpo, dato che scaricava il peso sulle gambe.
< Ti amo. >
Non risposi, limitandomi a far scorrere le mie mani tra i suoi capelli e lungo la sua schiena.
Era agitato. Io no.
Gli sfiorai le guance con le labbra, alzandomi sui gomiti per raggiungerle.
< Andrà tutto bene. Starò attentissima in futuro. Te lo prometto. >
< Lo so. Ora arriverà Carlisle. Controlleremo che vada tutto bene. >
< Cosa gli diremo? >
< Cosa vorresti dire loro? >

Mi portai le mani al volto per coprire le guance. Ero arrossita. Edward me le levò dal viso e mi domandò curioso:

< Che c’è? >
< Niente, è solo che mi vergogno. È così imbarazzante. >
< Come sarebbe a dire imbarazzante? è meraviglioso! Sei assurda … Siamo sposati. Ricordi? >
Lo fissai negli occhi e gli dissi: < Sposati, e genitori … >
< Già … > e annuì convinto. 

Rimanemmo sdraiati ad abbracciarci alcuni minuti, in silenzio, finché non bussarono alla porta.
< Avanti Carlisle … > e lui entrò, insieme ad Esme.

Eravamo tutti lì, io tra le braccia di Edward; Esme e Carlisle poggiati al muro. Due statue che mi sorridevano gentili. Lui teneva tra le mani la sua valigetta da medico.
< Allora Bella, ora controlleremo che non ci siano problemi … >
< Carlisle. > Feci io prima che potesse proseguire < Esme … > Lei si sedette al mio fianco, dalla parte opposta a quella di Edward, e mi prese la mano.
< Non preoccuparti Bella. È solo un controllo. > Non risposi. La bocca secca e lo stomaco in subbuglio.
Fu Edward a proseguire:

< Bella aspetta una bambina. > La sua voce era calma, tranquilla. L’unico sentimento che traspariva, ma solo dai suoi occhi, fu la gioia.

Esme s’irrigidì, spaesata. Carlisle invece, con tutta la sua professionalità, mi venne vicino e mi carezzò la guancia. Con uno sguardo d’altri tempi, mi disse: 
< Felicitazioni. >
Era cauto. Temeva di ferirmi. Che mi fosse successo qualcosa. Lo vedevo nei suoi occhi
Non mi fecero domande. Esme evitò accuratamente il mio sguardo, stringendomi in un abbraccio materno, come quello che avrei ricevuto da Reneè, se mai fossi riuscita a dirglielo.
Quel pensiero mi fece venire l’ansia. Cominciai a piangere in silenzio mentre lei mi carezzava la schiena. Edward mi prese la mano e poi rispose ad una domanda inespressa.
< No, no … il padre sono io. È già al secondo mese. Ma comunque, non avrebbe la minima importanza ... > Era felice.  
Carlisle gli diede un paio di pacche sulla spalla e poi vidi mio marito annuire e fare segno: “dopo”.
Esme mi baciò la fronte e mi sussurrò: < Sono così felice per voi. > I suoi occhi erano asciutti ma la sua voce era commossa.
Io non riuscivo a trattenere le lacrime. Mi voltai e mi lasciai avvolgere dalle braccia di Edward che, ansioso, mi domandò: < Cosa c’è, Amore? Sei stanca, devi riposare. >
Tra i singhiozzi, biascicai: < Vorrei tanto dirlo a Reneè e Charlie … >
Mi strinse a sé e mi rassicurò: < Faremo tutto il possibile, ma la priorità è la tua sicurezza. Così come la loro. Non possiamo rischiare. > Annuii e lasciai che mi facesse sdraiare.
< Stai calma. Per la bambina. > chiusi gli occhi e inspirai profondamente.
< Io ed Esme andiamo di là. Ci vediamo dopo. > Mi voltai e lo fissai negli occhi.
< Resta. > le mie parole furono una via di mezzo tra un ordine e una supplica.
Si chinò per baciarmi le labbra e poi il suo respiro mi accarezzò le palpebre.
< Va bene. >

Intravidi Esme alzarsi ed Edward mi disse sottovoce: < È andata a prepararti una camomilla. >

Carlisle appoggiò la sua borsa su una sedia che aveva avvicinato al letto e cominciò a slacciarmi la camicetta. Notai, sorpresa, che le sue dita tremavano leggermente mentre passavano leggere e dolci sulla mia pancia, quasi fossero delicate come le ali di una farfalla. Mi sentì il battito e mi misurò la pressione.
< In ospedale cosa ti hanno detto? Ti hanno fatto anche una visita ginecologica? > mi domandò riponendo lo strumento nella sua borsa.
< Sì … e mi hanno detto che va tutto bene. >

Edward mi sollevò il braccio ferito e mi baciò la mano.
< Avrei voluto esserci. In un momento così importante … > Sembrava davvero triste. Con il dorso della mano, gli carezzai la guancia e lo rassicurai: < Non preoccuparti. Tu sei qui, ora. Con me. Ed era come se ci fossi stato anche in quel momento. Davvero. >
Mi sorrise malinconico e mi baciò, casto, sulle labbra.

Carlisle si rivolse a me: < Purtroppo, non ti posso portare in ospedale. Sarebbe rischioso. Ti potrebbero riconoscere. Dovrò visitarti qui … anche quando la gravidanza sarà in uno stadio avanzato. Temo anche che dovremo farti partorire in casa. Non preoccuparti, sono perfettamente in grado di gestire questa situazione.
Ti terrò costantemente sotto controllo. Devi stare tranquilla. Faremo in modo che ti tu ti trovi persino meglio che in ospedale. >  Mi sorrideva cercando di tranquillizzarmi. Edward mi coccolava, ma sapevo che non era entusiasta di quella condizione. Un parto in casa era un rischio. Se fosse successo un imprevisto, non avrebbero avuto gli strumenti necessari per intervenire. Ed inoltre, non avremmo potuto effettuare gli esami di routine …
Edward intuì i miei pensieri e mi disse: < Non preoccuparti per la salute della bambina. Starà bene. Alice ha visto chiaramente che lei è sana. Limiteremo al minimo i rischi del parto. >
Le sue mani mi carezzavano ansiose. Era molto agitato, anche se non voleva darlo a vedere, soprattutto a me.
Lasciò il posto a Carlisle, alzandosi in piedi.

Esme entrò portando una bacinella piena d’acqua e delle garze.  Mi disse: < La camomilla è quasi pronta. >
Le sussurrai: < Grazie. > Prima che svanisse di nuovo dietro la porta.
Carlisle mi sciolse le bende e mi disinfetto nuovamente le ferite.
Mi rifiutai di prendere medicine contro il dolore. Non volevo fare ulteriormente male alla creaturina nella mia pancia.
Il bruciore era però molto intenso e mi ritrovai con la mascella serrata e il pugno stretto intorno al lenzuolo. Edward mi venne vicino e mi prese la mano, sciogliendo la presa stritolatrice delle mie dita. Per calmarmi, cominciò a baciarmi e il suo respiro agì come il più efficace degli anestetici, facendo saltare tutti i miei recettori e facendomi confondere il dolore con il piacere.

Carlisle terminò la medicazione e poi ci salutò dicendoci:
< Io ed Esme adesso andremo in città. Ci sono ancora alcuni negozi aperti. Andiamo a comprare alcuni generi di prima necessità. Staremo via circa quattro ore. >

Uscì dalla stanza ed Edward si abbassò su di me, a baciarmi la fronte.
< Soli … > mi bisbigliò.
Abbracciandolo, risposi: < finalmente … > 

E assaporai nuovamente il sapore delle sue labbra.

 

  
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