Ciao!
A voi il capitolo 14! Visto
che sono riuscita a postare oggi?
Allora, per cominciare, il
nome della bambina ve lo svelerò o nel cap 15 o,
più probabilmente, nel 16.
Oltre ad essere il nome che vorrei dare a mia figlia, credo che sia
l’unico
nome che loro potrebbero dare alla bambina.
Grazie a tutte voi che
leggete e commentate!
bimbaemo
Ecco l’aggiornamento!
Ps: Non mi avevi offesa per
niente XD Anzi, mi hai dato una mano!
summer718
Sai, credo che
descriverò anche un
po’ di gravidanza e di vita insieme alla bambina, anche
se all’inizio non ne
avevo intenzione! Mi sono venute in mente un paio di belle cose!
_Natsuki_
Sono contenta di
farti felice!!!
Alice è il mio mito! Anche io adoro il pezzo in cui lui le
bacia la pancia! E
ti assicuro, Edward sarà sempre più dolce!!!
Raki
Neanche
io posso immaginare come si
possa credere che qualcuno tradisca LUI, EDWARD CULLEN! Per il finale,
non
preoccuparti! Non sarà affrettato! Non è da me!
Per la dipendenza, mi spiace
dirti che non c’è cura! XD
LittleBloodyMary
Spero che sia davvero
così! Non
mancherò di fare come dici! E la bambina sarà un
amore!
Ransie88219
Grazie!
Per la reazione di Edward,
vedrai nel cap 15! Spero ti piacerà!!!
Wind
Peccato che tra poco parto di
nuovo …
Spero di riuscire a far apparire la bimba prima della partenza!
Giulls
Una
sola parola per commentare il tuo
commento: Fantavolante XD
yumisan
Anche a me piace
troppo quella
scena!!! È sia dolce che tremenda! E come puoi vederre, ho
postato in fretta!
carlottina
Zia
Alice sarà tutta presa in
completini e vestitini!!! E così, dal giocare a vestire
Bella, passerà al
vestire la piccolina! Spero ti piacerò anche il seguito! Non
mi smentirò.
novilunio Insomma, non
so che fare/dire/scrivere per ringraziarti, quindi, Grazie!
3mo_is_love
lilly95lilly
No!!!
Non piangere! Non
ancora! Cosa farai dopo?
BellaSwan95
No
no, non preoccuparti, non mi
ubriacherò! Chissà che potrebbe venir fuori
però?
MoonlessNight
E
già … povera Bella! Sarà dura per
lei, con tutte quelle attenzioni quasi soffocanti! Io però
per Edward
sopporterei!
grinch
Grazie!
Io continuerò a scrivere, tu
continuerai a recensire? Dimmi di sì!!!!
hachicat
Oh
my darling! From
sophie_95
Non preoccuparti!
L’importante è che
ti piaccia! Ciao e a presto!
giulia9_91
Speriamo
che prenda tutto da quel dio
di suo padre!!!
Zarah
Oddio,
sono contenta che ti piaccia
così tanto!!! Addirittura uno dei preferiti? E
ti ho persino fatto piangere in
ufficio? Sono imperdonabile … un bacio e a presto!
PenPen
È
vero, povero Edward!!!non
preoccuparti, nessuna colazione a base di figlia!!! Il nome
arriverà presto
(già scelto, da tempo) penso che i nonni vedranno la
nipotina!!! Sta
tranquilla!!!
Inuyasha__girl92
Sono molto contenta che ti
piaccia!!!!!! E per i prossimi, sarai molto felice spero!!!
aLbICoCCaCiDa
Io magnanima?
Io? Mhhh … ci sarà il lieto fine … ma
sarà dura per la famigliola! XD. PS: Non preoccuparti, ti
piacerà, saranno
troppo carini con la bimba!!!
francy94
Romantico
e un po’ triste … e
anche i
prossimi lo saranno XD spero ti piaceranno!
sally10989
Grazie!
AngelOfLove
Adoro
i fuochi!
Grazie! Visto che ho
postato di giovedì? Felice? PS: Alice for ever!
emily
ff
Eh
sì, povera Bella! Sarà proprio
dura, ma per Edward, questo ed altro!!! Ah, sì …
quella ragazza non ha proprio
tatto … Povero Edward … se viene da noi, sono
certa che lo consoleremo
benissimo!
Lilian
Potter E sì, cara
… sono astemia
… (tutti hanno i propri scheletri nell’armadio!)
se ti va, scolati tutti gli
alcolici anche da parte mia!!! Ti do io il permesso, poi
però dovrò scappare
dai tuoi!!! Ora vado a raggiungere un gelato alla mela verde (quello
vero …
uffa … io volevo l’altro! XD) e poi vado a leggere
la seconda parte di Fiore
Impuro –Federica? Io avrei pensato che le avresti dato un
altro nome … chissà perché
… ?) ci vediamo tra le tue recensioni!
Deimos
Sono
diventata tutta rossa!!!!! Sei
troppo buona!!!!! La bimba sarà adorabile!
alice
brendon cullen Sarò già
in
fumetteria!!! Anche se l’ho già letto in inglese
… ti piacerà troppo il prox
numero. È a dir poco splendido!!! Morirai! Io e le altre
abbiamo passato un
mese, anzi molti di più, dato che lo ha lasciato in sospeso,
con il fiato in
sospeso. Edwardddddddddd!!!!!!!!!
Hanairoh
Mamma
mia, il tuo povero cuore!!!
Anche a me piacciono troppo quei punti! E invidio Bella, con tutti quei
pretendenti!!!
memi16
Edward è
dolcissimo!!! Grazie per i
complimenti!!!
Krisma
Tutto
d’un fiato???? Mamma mia! Ti
sarà venuto mal di testa!!! Edward sarà un padre
perfetto, ma io lo vorrei come
marito!!!
yuyutiamo
Ma
ti pare? Mi dispiace per te che ti
sei dovuta dare alla matematica!!! Io ho scampato la fisica per un
soffio!
Proprio mentre leggevo il tuo commento, stavo scrivendo il cap 15, dove
lei
glie lo dice … Ma tu per caso sei come Edward? Di la
verità … leggi nella mia
mente! Spero che oggi tu riesca a leggere il cap 14!
Anche se so che la matematica forse ha la
precedenza!!! Un bacio e a presto!
Bene, e ora vado a pranzare!!!! Anche
se sono quasi le 4 …
Ci vediamo Sabato pomeriggio!
Cassandra
Bella's Pov
Edward diceva che era colpa dello
stress e del fatto che, negli ultimi due mesi, non avessi riposato
abbastanza e
nel modo giusto, sta di fatto che ero stanchissima.
Appena finito di mangiare, mi
appoggiai a lui che mi accolse nelle sue braccia.
Mi resi a mala pena conto, non so
quanto tempo fosse passato, di Edward che mi allacciava le cinture.
Mi accorsi poi che mi prendeva in
braccio ma non aprii neanche gli occhi. Stavo troppo bene in quella
posizione.
Fui però costretta a
sollevare le
palpebre quando, nel caos dell’aeroporto, la voce ansiosa di
Esme mi raggiunse.
< Bella, tesoro … Edward,
cos’ha? Sta male? > si stava avvicinando sempre di
più.
< No, non preoccuparti. È solo
molto stanca. È un po’ debilitata. > Sentii
le sue mani fredde accarezzarmi
il capo e sistemarmi una giacca addosso.
< Edward, vieni, da questa
parte … La macchina. >
Quando sentii Jasper dire: <
Quella? > sollevai le palpebre e vidi una bella auto dai
finestrini scuri.
Era molto grossa, a otto posti …
Carlisle era già al posto di guida.
Esme si sedette in quello del passeggero mentre Alice e Jasper, dopo
avermi
abbracciato, presero posto dietro nei sedili posteriori.
Carlisle tenne aperta la portiera
ed aspettò che Edward mi facesse sdraiare. Il mio sposo
scivolò al mio fianco e
mi fece appoggiare a lui.
< Bella? >
< Si, Carlisle? >
< Te la senti di viaggiare un
altro po’? > Mi
domandò voltandosi
verso di me.
< Sì … > e sorrisi. Lui
fece altrettanto e mi carezzò il volto. Poggiò
due dita sulle vene del mio
collo e poi guardò Edward negli occhi. Sicuramente, lui
aveva letto la domanda
nella mente di Carlisle, visto che scosse il capo e gli disse: <
Non
preoccuparti per quello. Dopo ti spiego. >
Carlisle annuì e poi
mise in moto.
Dopo un po’ di tempo, trascorso
nel silenzio, Esme disse:
< Abbiamo una casetta, non
lontano da Gibsons. A un’ora di traghetto … e poi
un altro po’ in auto. Ecco,
siamo quasi arrivati al porto. Se vuoi, possiamo andare in albergo, per
questa
notte. >
Cercando di non sbadigliare,
biascicai: < No, non preoccupatevi. Preferisco andare subito a
casa. >
Poi Edward mi abbracciò e mi
sussurrò: < Ti amo. >
Risi e dissi: < Anche io. >
Nonostante il buio, lo intravidi
sorridermi.
Mi fece mettere comoda,
sistemandomi meglio la giacca.
< Dormi. Amore … > e io
ubbidii.
Venni investita da un vento
gelido che mi sferzava il volto facendomi ondeggiare i capelli davanti
al volto.
Riaprii gli occhi a fatica ed Edward mi sorrise. Mi teneva in braccio,
seduto
su una panchina.
< Ben svegliata … > Di
sottofondo, il suono di onde che s’infrangono sulle rocce.
< Siamo arrivati. Abbiamo
appena attraccato. Alice è andata a noleggiare
un’altra auto. Tornano a Forks,
a prendere le nostre cose. Ci raggiungeranno presto. Tra
un’ora saremo a casa.
>
Annuii e poi mi strinsi di più al
suo corpo.
< Hai freddo? > mi chiese
preoccupato, mentre i soffi di vento mi scompigliavano i capelli.
< No. Solo, volevo sentire il
tuo odore. Mi è mancato così tanto …
>
Poggiò le sue labbra sulla mia
fronte e poi scese lungo la mascella. Quando raggiunse le mie di
labbra, io le
dischiusi, accogliendo il suo respiro.
Mi accarezzò il palato e fece
scorrere le sue dita lungo il mio collo e sulle mie spalle.
Quando mi permise di respirare,
si spostò a baciarmi il lobo dell’orecchio.
La sua voce, poco più di
un impercettibile
sussurro, mi chiedeva:
< Come va? >
< Sto bene. >
Quando le sue mani raggiunsero la
mia pancia, lo fissai e lo rassicurai:
< Stiamo bene. Non
preoccuparti. >
Alzò lo sguardo e mi
disse:
< Stanno arrivando con l’auto.
Andiamo. >
< Lasciami camminare. >
Mi poggiò le mani sul bacino e mise
in piedi davanti a lui.
Dopo avermi preso le mani, mi
squadrò e poi si alzò.
Mi cinse le spalle con un braccio
e con la mano libera si portò la mia, quella destra, al
volto.
La baciò e poi mi
condusse ad una
vettura scura.
Dato che la mia goffaggine non
era miracolosamente svanita, inciampai nei miei stessi piedi.
Naturalmente, il
mio sposo non mi permise neanche di avvicinarmi all’asfalto.
Le sue mani gelide mi afferrarono
e mi strinsero al suo corpo.
< Bella, devi fare attenzione.
>
Mi stava rimproverando?
Lo fissai incredula e lui scosse
la testa, scoccandomi un bacio sulle labbra.
< Ora più che mai. >
Non gli risposi e mi infilai in
auto. Non volevo litigare, ma non volevo neanche che si comportasse
così. Che
le cose cambiassero tra noi, per colpa della bambina.
Fu un viaggio silenzioso e mi
parve molto lungo.
E nel silenzio dell’abitacolo
scuro, ad un certo punto si sentì il mio stomaco brontolare.
< Carlisle, fermiamoci … >
Disse Edward. E così parcheggiammo in una stazione di
servizio.
< Vieni Bella. Devi mangiare.
> sospirai ed uscii.
Fuori, nel fresco della sera,
afferrai la mano di Edward. Lui mi si avvicinò e mi
bisbiglio:
< Ti prego, non essere adirata
con me. Ti amo. Sono solo preoccupato. >
Con il dito indice mi accarezzava
le labbra. Mi prese la mano sinistra e, dopo avermi baciato la fede, mi
alzò la
manica della camicetta mostrandomi le bende leggermente macchiate di
sangue.
< Ho davvero avuto molta
paura. >
Scossi il capo e poggiai il palmo
della mia mano sulla sua guancia. Con dolcezza, lui se lo
portò davanti al
volto ed inspirò a fondo l’odore del mio sangue.
Senza che me ne potessi neanche
accorgere, mi ritrovai le sue labbra sulle mie. La mia bocca aperta
accoglieva
la sua.
Chiusi gli occhi e mi appoggiai a
lui che intanto faceva scorrere le sue mani lungo la mia schiena.
Quando mi scostai per riprendere
fiato, con voce grave e tormentata, Edward mi disse:
< Ed ora, dovremo fare ancora
più attenzione. Lo sai … >
< Sì. > capivo le sue
preoccupazioni. Mi rimise a posto la manica e mi accompagnò
dentro l’area di
servizio.
Esme mi venne vicina e mi chiese
educata: < Tesoro, vuoi che ti accompagni in bagno? >
Annuii e la seguii. Sentii lo
sguardo di Edward scortarmi finché
non
scomparvi dietro la porta.
Mi diedi una bella rinfrescata e,
quando fui pronta, seguii Esme fuori, nella sezione ristornate.
Edward e Carlisle mi stavano
aspettando ad un tavolo. Mio marito mi aveva preso da mangiare.
Finii l’insalata velocemente,
affamata.
Quando il piatto fu vuoto, chiesi: <
Quanto ci manca ancora? >
< Circa quaranta minuti. Sei
stanca? >
< Un po’. > Sentii Edward
osservarmi e mi voltai. I suoi occhi mi esaminavano.
< Ho solo mal di testa. >
< Quando arriveremo, ti
visiterò. Con calma, non c’è fretta.
> mi disse Carlisle, più per
rassicurare Edward, che non me.
Senza
dire niente, afferrai un panino e gli
diedi un morso. Il lungo viaggio mi aveva scombussolata e
improvvisamente mi
pareva di avere un nodo allo stomaco.
Appoggiai il cibo nel piatto e
subito Edward mi poggiò la mano sulla spalla.
< Bella? >
Mi voltai a
fissarlo: < Sì, Edward? >
< Non ti va? >
< Mhh … veramente, non ho più
tanta fame. Magari dopo. Sai, la macchina … >
Vidi che non era per niente
contento ma, da bravo gentiluomo, non disse nulla e mi
sfiorò la fronte con le
labbra.
< forse sarà meglio andare.
Hai bisogno di stare tranquilla. > Carlisle mi
accarezzò la mano destra, che
tenevo poggiata sul tavolo. Il braccio sinistro ciondolava inerte.
Quando fummo nuovamente in auto,
rimasi a fissare fuori dal finestrino, mentre Edward mi cullava tra le
sue
braccia.
Stavamo attraversando un bosco,
su di una strada sterrata, quando Carlisle girò a destra
lungo a un sentiero di
pietra. Dopo circa dieci minuti, intravidi una vecchia casa, grande ma
non come
quella di Forks.
Era seminascosta dagli alberi.
Aveva l’aria di essere abbastanza vecchia, di sicuro aveva
bisogno di essere
restaurata. Due piani, tetto rosso, intonaco bianco con alcune crepe.
Due
balconi e una terrazza.
L’auto si
fermò proprio davanti
al porticato ricoperto d’edera ed Esme, dopo neanche un
secondo, venne ad
aprirmi la portiera. Quando uscii, lei mi strinse in un abbraccio saldo
ma al
contempo delicato.
< Oh Bella, sono così felice!
>
< Grazie Esme. Mi siete
mancati tantissimo. >
Quando ci separammo, Edward mi
prese in braccio come se fossi stata una principessa o una sposa e
salì i
gradini davanti alla porta.
Sì, una sposa. La sua
sposa. E
quella sarebbe stata la nostra casa.
Fece scorrere la punta del naso
sulla mia guancia e poi cercò le mie labbra.
Quando le trovò, le carezzò
gentilmente con la lingua.
Mi baciò e fu come se
fosse stata
la prima volta. Mi aggrappai ai suoi capelli e avvicinai di
più la sua testa
alla mia. Le palpebre si abbassarono contro la mia volontà,
mentre il mio corpo
veniva invaso da tremori.
Sentivo il sangue pompare furioso
nelle vene e il cuore battere impazzito.
Si allontanò leggermente da me e
soffiò divertito sul mio volto, facendomi ondeggiare un
ciuffo ribelle e
impedendomi di riaprire gli occhi.
< Bella, sei sempre così
impetuosa. > rideva.
Mi sfiorò con le labbra umide le
occhiaia e mi sussurrò:
< stiamo varcando la soglia …
non vuoi guardare? >
Annuii e spalancai gli occhi,
stringendo le braccia attorno al suo collo e appoggiando il capo sulla
sua
spalla, per poter inebriarmi del suo odore.
Non mi ero neanche accorta che mi
stesse reggendo con un braccio solo, finché non lo vidi
aprire la porta.
Con un passo lungo e teatrale,
varcò la soglia.
A pochissimi centimetri dal mio
orecchio, mi bisbigliò:
< Mi dispiace che non sia la
luna di miele che avevo organizzato, ma ti prometto, ti giuro, saremo
felici. Vi
farò felici. >
Sentii le lacrime formarsi agli
angoli degli occhi e mi strinsi di più a lui che, con la
mano libera, cominciò
ad accarezzarmi la testa. Lo sentii sospirare:
< Ah, gli ormoni … > e poi
passò delicato le sue labbra sul mio collo, con tutta la
delicatezza e la
dolcezza possibili.
Se non fosse che non avevamo gli
abiti da cerimonia, si sarebbe potuto credere che ci fossimo sposato
quello
stesso giorno.
Quando fummo in casa, mi fece
sedere sul divano e mi baciò la fede.
Mi osservai intorno e potei
constatare che la casa non era fatiscente.
Certo, i mobili erano un po’
vecchi, le tende ingiallite e i libri intrisi di polvere, ma
tuttosommato era
accogliente, semplice. Mi piaceva ed ero sicura che Esme
l’avrebbe rimessa a
nuovo.
Edward non parlava. Si limitava a
guardarmi. Ad un certo punto mi domandò: < Vuoi
vedere la nostra camera?
>
< Sì … >
Mi prese per mano e mi fece
strada attraverso l’ampia sala. Si fermò davanti
una porta ed abbassò la
maniglia.
La stanza non era molto grande.
Un letto matrimoniale, i comodini, un
armadio e una scrivania. A destra, una porta.
< Da su un bagno personale.
> Mi rivelò quando vide che la fissavo curiosa.
< Questo era uno studio. Esme
ieri ha sistemato qui una camera da letto. Appena Alice l’ha
avvisata che eri
con noi, al sicuro.
È stata lei a chiederle di prepararla al piano terra. Non
posso che essere d’accordo con lei. Per il futuro,
sarà meglio che tu non abbia
le scale da fare per andare in camera.
Sai, vorrei evitare scivoloni sui
gradini … >
Eccolo, il mio Edward … che
cercava di proteggerci persino dalla mia sbadataggine.
< Edward … ti prego. Non
cominciare. >
< Bella … > e mi abbracciò.
Parlava talmente piano che a mala pena riuscivo a sentirlo io.
Sicuramente
Carlisle ed Esme, intenti com’erano a sistemare la cucina e
la sala.
Mi girai pancia all’aria
e
spalancai le braccia. Risi della faccia scandalizzata di Edward.
< Che
c’è? > domandai
quando vidi che non si avvicinava.
< Bella, per favore, non fare
così. Niente movimenti bruschi. >
Sbuffai e mi portai a sedere.
< Va bene … >
Si sedette al mio fianco e mi
sorprese. Nel modo in cui mi abbracciò. Con la mano,
avvicinò la mia testa al
suo corpo e mi obbligò con grazia ad appoggiarla
nell’incavo del suo collo.
I movimenti furono talmente
veloci che non mi accorsi neanche del come, ma improvvisamente mi
ritrovi
sdraiata con Edward inginocchiato su di me.
Teneva il capo sul mio seno ma
naturalmente Edward non pesava minimamente sul mio corpo, dato che
scaricava il
peso sulle gambe.
< Ti amo. >
Non risposi, limitandomi a far
scorrere le mie mani tra i suoi capelli e lungo la sua schiena.
Era agitato. Io no.
Gli sfiorai le guance con le
labbra, alzandomi sui gomiti per raggiungerle.
< Andrà tutto bene. Starò
attentissima in futuro. Te lo prometto. >
< Lo so. Ora arriverà
Carlisle. Controlleremo che vada tutto bene. >
< Cosa gli diremo? >
< Cosa vorresti dire loro?
>
Mi portai le mani al volto per
coprire le guance. Ero arrossita. Edward me le levò dal viso
e mi domandò
curioso:
< Che
c’è? >
< Niente, è solo che mi
vergogno. È così imbarazzante. >
< Come sarebbe a dire imbarazzante? è meraviglioso!
Sei assurda … Siamo sposati.
Ricordi? >
Lo fissai negli occhi e gli
dissi: < Sposati, e genitori … >
< Già … > e annuì
convinto.
Rimanemmo sdraiati ad abbracciarci
alcuni minuti, in silenzio, finché non bussarono alla porta.
< Avanti Carlisle … > e lui
entrò, insieme ad Esme.
Eravamo tutti lì, io tra
le
braccia di Edward; Esme e Carlisle poggiati al muro. Due statue che mi
sorridevano gentili. Lui teneva tra le mani la sua valigetta da medico.
< Allora Bella, ora
controlleremo che non ci siano problemi … >
< Carlisle. > Feci io prima
che potesse proseguire < Esme … > Lei si
sedette al mio fianco, dalla
parte opposta a quella di Edward, e mi prese la mano.
< Non preoccuparti Bella. È solo
un controllo. > Non risposi. La bocca secca e lo stomaco in
subbuglio.
Fu Edward a proseguire:
< Bella aspetta una bambina.
> La sua voce era calma, tranquilla. L’unico
sentimento che traspariva, ma
solo dai suoi occhi, fu la gioia.
Esme
s’irrigidì, spaesata.
Carlisle invece, con tutta la sua professionalità, mi venne
vicino e mi carezzò
la guancia. Con uno sguardo d’altri tempi, mi disse:
< Felicitazioni. >
Era
cauto. Temeva di ferirmi. Che mi fosse successo qualcosa. Lo vedevo nei
suoi
occhi
Non mi fecero domande. Esme evitò
accuratamente il mio sguardo, stringendomi in un abbraccio materno,
come quello
che avrei ricevuto da Reneè, se mai fossi riuscita a
dirglielo.
Quel pensiero mi fece venire
l’ansia. Cominciai a piangere in silenzio mentre lei mi
carezzava la schiena.
Edward mi prese la mano e poi rispose ad una domanda inespressa.
< No, no … il padre sono io. È
già al secondo mese. Ma comunque, non avrebbe la minima
importanza ... > Era
felice.
Carlisle gli diede un paio di pacche sulla spalla e poi vidi mio marito
annuire
e fare segno: “dopo”.
Esme mi baciò la fronte e mi
sussurrò: < Sono così felice per voi.
> I suoi occhi erano asciutti ma la
sua voce era commossa.
Io non riuscivo a trattenere le
lacrime. Mi voltai e mi lasciai avvolgere dalle braccia di Edward che,
ansioso,
mi domandò: < Cosa c’è, Amore?
Sei stanca, devi riposare. >
Tra i singhiozzi, biascicai: <
Vorrei tanto dirlo a Reneè e Charlie … >
Mi strinse a sé e mi rassicurò:
< Faremo tutto il possibile, ma la priorità
è la tua sicurezza. Così come la
loro. Non possiamo rischiare. > Annuii e lasciai che mi facesse
sdraiare.
< Stai calma. Per la bambina.
> chiusi gli occhi e inspirai profondamente.
< Io ed Esme andiamo di là. Ci
vediamo dopo. > Mi voltai e lo fissai negli occhi.
< Resta. > le mie parole
furono una via di mezzo tra un ordine e una supplica.
Si chinò per baciarmi le labbra e
poi il suo respiro mi accarezzò le palpebre.
< Va bene. >
Intravidi Esme alzarsi ed Edward
mi disse sottovoce: < È andata a prepararti una
camomilla. >
Carlisle appoggiò la sua
borsa su
una sedia che aveva avvicinato al letto e cominciò a
slacciarmi la camicetta.
Notai, sorpresa, che le sue dita tremavano leggermente mentre passavano
leggere
e dolci sulla mia pancia, quasi fossero delicate come le ali di una
farfalla.
Mi sentì il battito e mi misurò la pressione.
< In ospedale cosa ti hanno
detto? Ti hanno fatto anche una visita ginecologica? > mi
domandò riponendo
lo strumento nella sua borsa.
< Sì … e mi hanno detto che va
tutto bene. >
Edward mi sollevò il
braccio
ferito e mi baciò la mano.
< Avrei voluto esserci. In un
momento così importante … > Sembrava
davvero triste. Con il dorso della
mano, gli carezzai la guancia e lo rassicurai: < Non
preoccuparti. Tu sei
qui, ora. Con me. Ed era come se ci fossi stato anche in quel momento.
Davvero.
>
Mi sorrise malinconico e mi
baciò, casto, sulle labbra.
Carlisle si rivolse a me: <
Purtroppo, non ti posso
portare in ospedale. Sarebbe rischioso. Ti potrebbero riconoscere.
Dovrò
visitarti qui … anche quando la gravidanza sarà
in uno stadio avanzato. Temo
anche che dovremo farti partorire in casa. Non preoccuparti, sono
perfettamente
in grado di gestire questa situazione.
Ti terrò costantemente sotto
controllo. Devi stare tranquilla. Faremo in modo che ti tu ti trovi
persino meglio
che in ospedale. > Mi
sorrideva
cercando di tranquillizzarmi.
Edward intuì i miei pensieri e mi
disse: < Non preoccuparti per la salute della bambina.
Starà bene. Alice ha
visto chiaramente che lei è sana. Limiteremo al minimo i
rischi del parto. >
Le sue mani mi carezzavano
ansiose. Era molto agitato, anche se non voleva darlo a vedere,
soprattutto a
me.
Lasciò il posto a Carlisle,
alzandosi in piedi.
Esme entrò portando una
bacinella
piena d’acqua e delle garze.
Mi disse:
< La camomilla è quasi pronta. >
Le sussurrai: < Grazie. >
Prima che svanisse di nuovo dietro la porta.
Carlisle mi sciolse le bende e mi
disinfetto nuovamente le ferite.
Mi rifiutai di prendere medicine
contro il dolore. Non volevo fare ulteriormente male alla creaturina
nella mia
pancia.
Il bruciore era però molto
intenso e mi ritrovai con la mascella serrata e il pugno stretto
intorno al
lenzuolo. Edward mi venne vicino e mi prese la mano, sciogliendo la
presa
stritolatrice delle mie dita. Per calmarmi, cominciò a
baciarmi e il suo
respiro agì come il più efficace degli
anestetici, facendo saltare tutti i miei
recettori e facendomi confondere il dolore con il piacere.
Carlisle terminò la
medicazione e
poi ci salutò dicendoci:
< Io ed Esme adesso andremo in
città. Ci sono ancora alcuni negozi aperti. Andiamo a
comprare alcuni generi di
prima necessità. Staremo via circa quattro ore. >
Uscì dalla stanza ed
Edward si
abbassò su di me, a baciarmi la fronte.
< Soli … > mi bisbigliò.
Abbracciandolo, risposi: <
finalmente … >
E assaporai nuovamente il
sapore delle sue labbra.