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Autore: Greg90_h    11/07/2008    3 recensioni
Serie di FF con Harry e Ron al dipartimento Auror che ne combinano non poche! Leggete e recensite
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA DURA VITA DI UN AUROR!

Ecco postato il secondo capitolo di quella che potrà essere una saga senza fine (in effetti stavo per farla a round robin.). Ovviamente, come si può vedere dal titolo, questo chap è ispirato a…

 

Camera Cafè!

 

I giorni si susseguivano quasi monotoni al Dipartimento Auror. Due vecchi amici si trovavano davanti alla magica macchina del caffè.

«Vuoi un caffè, Harry?» disse Ron preparando già un falci anche per l’amico da inserire nella macchinetta in cambio di un caffè.

«Ok!» disse l’occhialuto. Ron inserì la moneta nella fessura della macchinetta e premette il pulsante dell’espresso.

«Qualcosa di interessante?» chiese Ron all’amico che stava leggendo la Gazzetta del Profeta con le spalle appoggiate al muro.

«Se ti interessa lo stufato di Ippogriffo con contorno di ortiche della rubrica “Magiche Ricette” allora sì.» rispose Harry voltando pagina.

«Allora non mi interessa». Uno squillo di tromba annunciò che i due caffè erano pronti e Ron si precipitò a prenderli prima che la macchinetta decidesse di bersi il caffè al posto suo, con la scusa di aver interpretato la sua scarsa velocità nel ritirare le tazze come “non voglio più il caffè”. Quella storia della macchinetta che beveva i caffè degli altri era già costata a Ron un sacco di Galeoni…

In quel momento arrivo Hermione.

«Ciao» disse lei. Ron si voltò con tanta foga da versarsi il caffè addosso. Ron diede il caffè che non si era buttato addosso ad Harry e corse a prepararsene un altro. Intanto Hermione chiese:

«Come va qui?»

«Bene! – rispose Harry – non abbiamo niente da fare!»

«Capita agli Auror…» assenti Hermione.

«Tu cosa ci fai qui?» chiese Ron

«La macchina del caffè del mio piano non funziona, così sono venuta qui – disse Hermione – Non è che me ne offriresti uno?» fece poi con un sorriso innocente. Ron che dal suo canto era troppo gentile e troppo spaventato dalla reazione che sua moglie poteva avere se non gli dava quel caffè, gli diede il suo e fece per aprire il borsellino: gli restavano due falci in tutto. Proprio in quel momento arrivarono Seamus Finnigan e Dean Thomas.

«Com’è affollato questo posto…» fece ironico Ron.

«Voi due che ci fate qui?» chiese Harry

«Ci lavoriamo» rispose Seamus.

«Al Ministero? Non lo sapevo…» fece Ron

«Be’ – spiegò Dean – visto che Rowling ha dato un lavoro solo a voi tre più Fred e George…»

«Mentre di noi si è totalmente dimenticata» aggiunse Seamus

«Abbiamo deciso anche noi di lavorare come Auror, visto che è il lavoro più conosciuto, e di rompervi un po’ le balle…» finì Dean.

«Meglio così – fece Harry – più siamo meglio è, qui non c’è un piffero da fare!». Detto questo Ron tornò a concentrarsi sulla macchinetta, ma Seamus e Dean gli arrivarono alle spalle e gli fregarono le due falci che teneva in mano.

«Ehi, non potete farlo, sono mie!»

«Suvvia siamo appena arrivati, fai gli onori di casa!» disse Dean. Ron era rossissimo mentre i due arrivati inserivano la monete per prendersi il caffè. Hermione lo guardò per un po’ prima di dirgli:

«Dai, prendi questa» e gli tese una falce. Ron la guardò.

«Allora gli avevi i soldi!!!» fece veemente

«Non ti ho mica detto di non averli – gli disse Hermione – ti ho chiesto solo di offrirmi il caffè!». Il rosso la fulminò con gli occhi ma prese la moneta che lei gli offriva e corse alla macchinetta a farsi questo benedetto caffè. Hermione prese la Gazzetta che Harry aveva finito di leggere e la sfogliò.

«Oh, le Sorelle Stravagarie si sono divise!» fece Hermione eccitata alla notizia.

«Di chi è quell’articolo?» chiese Ron mentre la macchinetta emetteva il suo squillo di tromba.

«Di Rita Skeeter! – rispose Harry – Quindi non sarà neanche vero!». Hermione parve un po’ delusa dalla notizia di un falso scoop.

«È proprio una bugiarda!» esclamò furiosa arrotolando il giornale e posandolo sul tavolo lì accanto. Di colpo arrivò un urlo e un rumore sordo di due cose che sbattono: Ron stava urlando contro la macchinetta prendendola a testate.

«Perché? Perché? Perché questa macchina del caffè ce l’ha con me? PERCHÉ?»

«Che è successo?» chiese Seamus

«Si è bevuta il mio caffè!» disse Ron con le lacrime agli occhi (lacrime che non si sa se fossero dovute alla sofferenza dell’ennesimo caffè mancato o dalle ripetute botte in testa).

«Oh, Ron, mi dispiace!» fece Hermione.

«Nessuno ha una moneta, vero?» fece il rosso sconsolato. Tutti scossero la testa.

«Io ho lasciato i soldi a casa» disse Harry

«Anch’io» disse Hermione

«Idem!» fece Seamus

«Che hai detto?» gli chiese Dean

«Idem, vuol dire uguale.» spiegò Seamus

«Ah, idem anche per me allora!» disse Dean. Ron sconsolato disse:

«Tanto vale che torni in ufficio, a ricominciare il castello di carte!»

«Vengo anch’io! – disse Harry – adoro vedere quando cade tutto il mazzo quando sei arrivato all’ultima carta.»

«Vengo pure io!» esclamò Seamus

«IDEM!» fece Dean giulivo.

«Uffa, io non posso! – disse Hermione – devo andare subito a catalogare tutti gli Elfi Domestici che lavorano ad Hogwarts incidendo lo stemma delle quattro case inciso sul loro sedere!»

«Che schifo!» fece Ron.

«Che vuoi farci…» disse lei avviandosi all’ascensore tutta sconsolata. Harry, Ron, Seamus e Dean si avviarono tutti verso l’ufficio di Harry e Ron senza un occhiata alla macchinetta del caffè che, presa dal rimorso della tristezza di Ron, gli stava preparando una tazza di caffè gratis.

 

 

Eccomi di nuovo! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se era un po’ corto. Se volete recensire…

  
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