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Autore: FlyLoveBelieve    10/04/2014    1 recensioni
Don’t ever say you’re lonely
Just lay your problems on me
And I’ll be waiting there for you
The stars can be so blinding
When you get tired of fighting
You know the one you can look to
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Non dire mai che sei sola
Solo affida i tuoi problemi a me
E io starò qui ad aspettarti
Le stelle possono essere così accecanti
Quando sei stanca di combattere
Sai a chi puoi rivolgerti
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Shelley, Josh Cuthbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO SESTO
 
“Oddio papà ma è bollente!” urlò Cece con la lingua ustionata e il viso contratto in una smorfia.

“Se ti sbrigassi la mattina non dovrei riscaldarti il latte due volte ed eviteresti di strozzarti per fare colazione!” le rispose suo padre di rimando, alzando gli occhi dal giornale e guardando sua figlia con un’occhiata di rimprovero.

“Sono disposta a scottarmi la lingua e a correre per arrivare in tempo a lezione tutte le mattine  pur di poter dormire 10 minuti in più! Avrei voluto vedere te alla mia età, da come parli sembra che saltavi giù dal letto non appena i nonni ti venivano a chiamare!”

“Guarda signorina che io alla tua età mi svegliavo sempre da solo dato che i miei erano già al lavoro quando mi alzavo! Perciò ti consiglio di accontentarti del latte che scotta se non vuoi dovertelo scaldare da sola da domani in poi!”

“Ok ok hai vinto tu, tregua! Non mi va di litigare di prima mattina…e comunque ti volevo chiedere una cosa…potresti accompagnarmi al college oggi? Non posso permettermi di farmi segnare un altro ritardo, rischio di perdere l’anno se continuo così!”

“Esagerata! Non potrebbero mai farti perdere l’anno per i ritardi, lo sai!”

“Magari l’anno no, ma la media ne risentirebbe di sicuro! Ti prego accompagnami, è anche lunedì!”

“Mi dispiace ma con me non attacca Cece, lo sai…e smettila di guardarmi con quella faccia, sembri un baccalà !! Sbrigasti piuttosto, hai esattamente 17 minuti per prepararti”

“Ma non ce la farò mai in 17 minuti papà!!”

“Stai perdendo secondi preziosi tesoro..”

“Oh mio Dio!! Quanto mi urti quando mi rispondi così, sei così testardo!”

“Sali a prepararti Cece, hai un quarto d’ora scarso.”

Cece si alzò da tavola di scatto, facendo grattare la sedia sul parquet della cucina, e dopo aver lanciato un’ occhiata lapidaria a suo padre salì di corsa in camera e spalancò l’armadio per scegliere cosa mettersi. Odiava doversi preparare in fretta, specie se sapeva che suo padre poteva accompagnarla a scuola e risparmiarle ben 15 minuti di strada a piedi. Non che le dispiacesse camminare, anzi era lei stessa quando era tempo bello a rifiutare il passaggio del padre e a fare in modo di uscire di casa in tempo per potersi godere la passeggiata fino al college e arrivare a lezione in tutta calma; ma se era in ritardo e per di più era toccato a suo padre svegliarla non capiva perché lui si ostinasse così tanto a negarle uno strappo fino al college,  tanto più che in auto ci volevano 7 minuti per andare e tornare.

Afferrò le prime cose che le capitarono sotto mano quando aprì l’armadio, prese le sue amate blazer verde acqua e si chiuse in bagno . Anche se si era fatta il bagno la sera prima, si spogliò, si infilò nella doccia e si lavò velocemente per togliersi di dosso quella sgradevole doppia pelle che le si era appiccicata addosso a causa della sudata che si era fatta quella notte. Lasciò che l’acqua tiepida le scivolasse lungo il corpo, cullata dall’aroma del suo bagnoschiuma al cocco, poi uscì e si rivestì di fretta.

Indossò una felpona blu dell’ Abercrombie, larga e comoda, che le aveva regalato Liz per Natale quando era stata a Londra, un paio di jeans chiari e aderenti e le Nike, raccolse i capelli in una coda di cavallo che fece ricadere su una spalla, idratò il viso con una crema fresca e profumata, mise un leggero filo di eyeliner nero, si lavò accuratamente i denti, si passò il burro cacao sulle labbra e infine si spruzzò  sul collo e sui polsi due gocce del suo profumo preferito. Uscì velocemente dal bagno, riproponendosi di sistemarlo quando sarebbe tornata a casa, prese lo zaino, il cellulare, le cuffie, infilò giubbetto e sciarpa e scese le scale di corsa.

L’orologio nel corridoio segnava le 8.49..ottimo, era in ritardo di due minuti. Non sarebbe mai arrivata in tempo per la lezione di Filosofia, e il professore era già al suo secondo richiamo, al terzo non avrebbe esitato ad accompagnarla in presidenza..tanto più che Mr. Johnson la odiava tanto quanto lei non sopportava lui.

“Papà io vado, sta’ pronto a venire in ospedale se dovesse venirmi un infarto lungo la strada!” urlò Cece aprendo il portone di casa.

“Buona giornata anche a te tesoro” - le urlò di rimando suo padre dallo studio -“ci vediamo stasera!”

Cece sbuffò ed uscì di casa, attraversò la strada e cominciò a camminare speditamente con le cuffie infilate nelle orecchie. Quella mattina fu Ed Sheeran ad accompagnarla a scuola, uno scambio tutto sommato vantaggioso dato che se fosse andata in macchina con suo padre avrebbe iniziato la giornata con i “mitici” Bee Gees.

Mentre le note di Give Me Love le rimbombavano in testa Cece pensò alla giornata che le si prospettava davanti…avrebbe dovuto seguire due ore di Filosofia e altrettante di Letteratura Latina, poi avrebbe mangiato qualcosa di veloce alla mensa e sarebbe tornata a casa per finire di preparare il test di chimica. Non voleva assolutamente restare indietro con gli esami, perciò non poteva permettersi distrazioni, tipo il pomeriggio insieme che le aveva proposto Liz. In tutto questo un pensiero speciale lo riservò al suo misterioso ragazzo che forse oggi avrebbe visto al college per la prima volta..era strano come nel giro di appena due giorni avesse visto quel ragazzo dappertutto…al ballo, nei sogni, nei pensieri ad occhi aperti… era talmente assorta che non si accorse neppure di essere ormai arrivata.

Dopo esattamente 12 minuti varcò la soglia del college; i corridoi si stavano svuotando, la campana doveva essere suonata da appena un minuto, ma per Cece la corsa non era ancora finita, doveva  raggiungere l’aula 37B che si trovava nell’ala est, completamente dall’altra parte del complesso rispetto all’entrata. Dopo 6 minuti arrivò nel corridoio alla fine del quale c’era la sua aula, e la prima cosa che vide furono i suoi compagni di corso ancora fuori dalla classe..bene, il professore non era ancora arrivato.

Ma nel momento esatto in cui Cece si concesse di rallentare il passo per riprendere fiato, ecco che dall’ ufficio del rettore uscì Mr. Johnson in persona.

“ Cazzo ” - pensò Cece - “ quando si dice che la fortuna gira dal verso giusto… ”

Accelerò di nuovo il passo ed entrò in aula dietro il professore, dirigendosi velocemente al suo posto. Liz era già lì e la stava aspettando con un sorrisone in viso da far invidia a Bradley Simpson*.

“Signorina Frey si accomodi per favore, non vorrà mica continuare a perdere tempo ancora per molto!”

La voce sprezzante del professore raggiunse le sue orecchie nello stesso istante in cui Liz le stampò un bacio sulla guancia sussurrandole
“Buongiorno!”

“E la smetta con queste effusioni signorina White, siete terribilmente fuori luogo!”

“Oh  Liz, buongiorno anche a te!” – rispose ironicamente Cece all’amica, poggiando sul banco lo zaino pieno di libri, togliendosi il giubbetto e la sciarpa e lasciandosi cadere di peso sulla scomoda sedia accanto a quella di Liz – “Giuro che se torno a casa oggi rimango a letto per tutto il pomeriggio e non mi alzo fino all’ora di cena!”

“E’ sempre così bello cominciare la giornata con te Cece! Già che questo posto è un inferno, poi la tua gioia è talmente contagiosa…”

“Scusami Liz hai ragione, stamattina devo essere proprio odiosa..ma ti prego non mettertici pure te perché non voglio assolutamente metterti in mezzo, non c’entri niente…”

“Ma cos’è successo? Ti va di parlarne…?”

“Oh beh niente di che, solo che mi sono dovuta svegliare nel bel mezzo di un sogno, mi sono quasi strozzata per fare colazione, ho discusso con papà perché non voleva accompagnarmi a scuola (e infatti ho fatto tardi) e come se non bastasse ci si mette pure Johnson a rompere le
palle!”

“Oh beh direi che si prospetta una bella giornata allora!”

“Già! Ti consiglio di starmi sempre accanto se anche te vuoi vivere qualche avventura mozzafiato oggi!”

“Signorina Frey, signorina White, avete intenzione di seguire la lezione? Altrimenti vi devo invitare a lasciare l’aula, non è ammesso il brusio!”

“Ci scusi la prego, non disturberemo oltre” rispose Liz prontamente, girandosi poi verso Cece per sussurrarle in un orecchio parole poco carine nei confronti del professore, di sua moglie e della loro scarsa capacità di “relazione”.

Cece dovette coprirsi la bocca con la mano per non scoppiare a ridere. Adorava Liz, era capace di strapparle un sorriso in ogni momento e quando aveva bisogno di una spalla su cui piangere era l’unica ad offrirsi sempre.

Ora basta o davvero Johnson ci caccia” mimò Liz con le labbra verso l’amica. Cece le rivolse un sorriso e annuì, ma non riusciva proprio ad accettare di dover stare due ore in silenzio a seguire una lezione di Filosofia…
 
*per chi non sapesse chi è, Bradley Simpson è la voce del gruppo inglese “The Vamps” J http://weheartit.com/entry/104778607/tag/brad%20simpson?context_user=kidrauhl_swag&page=4
 

Saaalvee! Eccoci arrivati al sesto capitolo..è un pochino più lungo delle altre volte ma mi piacciono più così che brevi perché gusta di più scriverli quando sono lunghi…questo  è un capitolo di passaggio ai fini della storia, ma  mi è anche servito per farvi capire quali altri cantanti mi piacciono oltre agli Union J, Ed e i The Vamps ! Naturalmente non solo loro, se ne avrò occasione inserirò anche altri artisti che amo! Spero vi sia piaciuto, come sempre vi invito a recensire se avete un minutino da dedicarmi, e naturalmente a leggere il prossimo capitolo, ci saranno delle novità ;)
A presto, Fly <2
 

  
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