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Autore: spiritodellaspada    11/04/2014    3 recensioni
Era furibonda. [...] Ma cos’era che la faceva sentire così? Che cosa la faceva andare a fuoco? Era forse per quello scherzo? In fondo non le ne era importato nulla. Era uno scherzo così stupido…eppure la rendeva furiosa. Rivide mentalmente i fatti accaduti e realizzò.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Può una piscina contenere tutta l’acqua del mare?

Piove.  Fuori piove. Bene, è bella la pioggia quando  ti trovi al chiuso, quando non può raggiungerti, quando ti senti protetta. Quando sei all’aperto non fai altro che scappare e correre qua e là per non bagnarti. Corri, corri, più veloce! Di più! Ti rendi conto solo dopo che in fondo è così stupido scappare dall’acqua quando essa e proprio ciò quello che ti tiene in vita, ciò che ti dà un nome, ciò che per te sarà un giorno sinonimo di amore.

La piscina era mezza vuota. Marina stava svolgendo gli esercizi di riscaldamento che l’istruttrice diceva di fare. Sul tappeto da ginnastica c’erano poche persone…  nessuno con cui aveva particolare confidenza, benché appartenessero tutti al suo corso.
“Ma dove diavolo sono finiti tutti? Oggi mi hanno lasciato da sola…”pensò.  
Decise che avrebbe passato l’ora pensando alla sua vita, soprattutto a qualcosa da scrivere nel nuovo capitolo del libro a cui stava lavorando (lavoro che ormai durava da diversi anni).                                        
“Maledizione, Nove, dove sei finita! Oggi che mi serve ispirazione non ci sei!” pensava a una sua amica. Si  chiamava Arianna, anche detta “Orizzonte cosmico” o più semplicemente “nove”. Il numero in realtà si riferiva al distretto che nell’impeto di un giorno la poverina aveva risposto di fronte a una Marina tredicenne, innamorata di “Hunger games”, che le aveva chiesto: «Quale distretto ti piace di più?». Scelse nove, cereali. Per il semplice fatto che le piacevano i cereali a colazione…Erano passati quattro anni da allora ma i soprannomi erano rimasti. Quello di Marina era “viandante” ma erano talvolta usati anche “sole che filtra nel ghiaccio” e “petali aperti alla luna”… (lo so, lo so). Il suo distretto era il quattro ed Arianna era solita sottolineare che i numeri dei distretti erano anche i voti che ciascuna prendeva sempre, anche se Marina controbatteva urlando che non era vero. Comunque, quel giorno Arianna non c’era. C’erano solo Giada, Luca, Giulia e Mirko. Quello con cui aveva più confidenza era Mirko, che veniva al corso con lei da ormai più di 6 anni. Anche se più che di confidenza si dovrebbe parlare di un “rapporto basato su reciproci insulti e lotte varie”: si intendevano bene solo quando c’era di che discutere. Pensando ad Arianna le ritornò in mente  la sua ammirazione per il “Mariko”: insensata unione del suo nome con quello di Mirko. Ma Arianna diceva sempre che sarebbero stati benissimo insieme. Mah! Lei pensava ancora al suo “Caio”,  nome in codice con cui chiamava il ragazzo che le piaceva per non far scoprire a chi ascoltava di chi era innamorata…non aveva tempo per pesare a scemenze del genere.
Durante tutta questa profondissima analisi interiore, naturalmente non si era accorta che l’istruttrice aveva detto: «Bene! Mettetevi le ciabatte e andate in acqua». E lei era rimasta impalata sul posto continuando a cercare di toccarsi i piedi con le mani (senza riuscirci tra l’altro).
Mirko quel giorno era più morto che vivo: le due ore di educazione fisica che aveva avuto in quinta e sesta ora erano state in stile campo di concentramento. Inoltre non aveva ancora capito come può essere mentalmente concepibile mettere le due ore di educazione fisica della settimana una dopo l’altra lo stesso giorno. I cinque minuti di corsa sul tappeto erano stati il colpo di grazia e alla fine non si reggeva in piedi. Ma questo non gli avrebbe certo impedito di notare che Marina era rimasta da sola sul tappeto e di architettare qualcosa.
Si avvicinò alla povera ragazza ancora assorta nei suoi pensieri che ormai aveva rinunciato a toccarsi i piedi e con fare soppiatto le si piazzò accanto fissandola intensamente.
«Aaah!» l’infarto venne evitato per un puro miracolo.
«AHAHAAHAHAAHAH» lui rideva di gusto di fronte alla sua faccia spaventata.  
«Ma…ma..cosa..?» non aveva ancora capito cos’era successo…                        
«Eri assorta nei tuoi pensieri… stavi pensando a me vero?»                                
Il fatto che stesse scherzando era la cosa più palese del mondo, ma per oscuri motivi, vuoi perché il sorriso di Mirko poteva quasi sembrare dolce in quel momento, vuoi perché il mancato attacco di cuore aveva spinto inconsciamente Marina a prendere la vita con più serietà, lei  rispose con un’ingenuità a dir poco terrificante:« Come l’hai capito?»                
Lui fece una faccia che andava dall’interdetto al sorpreso e disse con tono sconcertato:« Stavi davvero pensando a me?....»                                    
Il cervello di Marina ebbe il tempo di processare qualche informazione in più e finalmente capì come si erano svolti realmente i fatti. Le guance, più arrossire, “avviolarono” e  rimase terrorizzata da quello che aveva appena detto. «Eh? No ..no. Cioè io non  stavo.. io.. ecco..» Si attivò la modalità “guardare il pavimento è bello” e rimase in silenzio cercando di formulare una frase di senso compiuto.            
Lui nel frattempo rimaneva a fissarla come se fosse stata un alieno. Marina, una volta resasi conto di ciò che Mirko aveva fatto, non ebbe più alcuna difficoltà a trovare qualche parola da dire:« MA SEI IMPAZZITO? Volevi uccidermi?»    
«Ma io non…»                                                                                        
«Ti sembra normale apparire così alle spalle di una persona?»                    
«Io veramente…»                                                                                    
«Sarai il primo che ucciderò nell’arena!» e se ne andò sbuffando. Cominciò poi a correre, visto che tutti gli altri erano già sul bordo pronti a tuffarsi e lei doveva ancora ricordarsi dove aveva poggiato le ciabatte.




Bene, questa è una storia ispirata a una mia carissima amica, Marina. Io sarei Arianna e Mirko è un ragazzo che viene in piscina con me e lei. Io ho coniato il termine Mariko e questa storia è il frutto di una specie di scommessa tra me e Marina. La storia è ambientata fra quattro anni, pertanto nulla di ciò che accade nella storia è mai accaduto. Sono vere le vicende che si riferiscono a oggi, quindi a quattro anni prima dell'inzio della storia.
La frase inziale è un gioco di parole (un tentativo di gioco di parole XD) basato sul fatto che l'ambientazione è un piscina e sul nome della protagonista.
Ok, detto questo, dedico tutto ciò a
Marina, che è registrata come Fenio394Sparrow        e   a
Aurora, che è registrata come mirtilla98.  
 Un ringraziamento speciale anche a Federica, che già so troverà questo capitolo scorrevole.
Grazie per aver letto questo capitolo e alla prossima!
  
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