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Autore: AlexCasey    13/04/2014    0 recensioni
Mondo Post-Apocalittico. Gli zombie padroneggiano le strade, divorano i sopravvissuti, e regna soltanto il caos. I vivi si uccidono a vicenda, usano i non-morti per i loro scopi morbosi, e sono poche ormai le persone rimaste con un briciolo di umanità. Combattere con la forza delle idee non ha più senso ormai. Scegli tu se vivere o morire in base alle decisioni che prendi.
La verità è che i superstiti stessi sono i morti che camminano. Alex ed Iris si troveranno ad affrontare tutto questo in una lotta morale e fisica, uniti soltanto dal desiderio di non perdersi mai.
Genere: Avventura, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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[...] Forse, da sempre, era stata la sua debolezza più grande quella di ricordare ogni minimo particolare delle persone a lui care, o che una volta lo erano. I visi e gli occhi e i loro pensieri martellavano il cervello di Alex senza il bisogno di far forza.

Il barista puliva il bancone con naturalezza mentre s'accingeva a sorridere all'ennesima ordinazione del centesimo cliente.
« Sempre il solito?», « Sì, grazie Rufus.»
L'ora era tarda ed Alex, in quell'appartamento molto più simile ad una gabbia, non era riuscito a prendere sonno. Uscì e si recò al primo punto affollato della zona di Jacksonville. Rabbrividiva al solo pensiero di che gente fosse, ma... sentiva il bisogno di rapporti interpersonali. Anche solo una lite. Un pugno nell'occhio, allo stomaco. Anche vedere il proprio sangue colare. Ma... necessitava di dolore fisico per sostituirlo a quell'altro. Più infimo, irresistibile. Doveva provare qualcosa. Qualsiasi cosa. Sul soppalco al centro del locale una donna dalla pelle scura iniziò a strimpellare la sua chitarra. Calò il silenzio. Ad ogni nota, una smorfia di dolore per quelle ferite che riportava su tutto il viso:

« Dormi e prendi sonno che se dormi non vedrai tante infamie e tanti guai che succedono tra le bombe ed i fucili, per i popoli che sono civili. Tu non senti i sospiri ed i lamenti della povera gente che si scanna? Che si scanna e che s'ammazza a vantaggio della razza... Della gente che si scanna per un matto che comanda a vantaggio d'una fede, per un Dio che non si vede ma che serve da riparo. Dormi che domani rivedremo ancora i sovrani che si scambieranno la stima. Senza l'ombra d'un rimorso sai che bel discorso ci faranno tutti insieme sulla pace e sul lavoro per quel popolo coglione?»

La donna piangeva, fra i singhiozzi la chitarra suonava cavalcando quelle note malinconiche e quelle parole veritiere. Alex ascoltava al centro del corridoio, accerchiato da persone cieche e sorde che continuavano a bere imperterrite. 
Strinse i pugni e si morse il labbro. La strimpellatrice fu alzata con la forza e trascinata dietro le quinte. Si udirono delle urla e dei pugni volanti, poi un altra band occupò il palco, e finì tutto. Invasero la sala con della musica rock e dentro la testa di Alex calò il silenzio.
[...]
  
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