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Autore: criceto killer    13/04/2014    1 recensioni
Questa è una storia che realizza il sogno di ogni ragazzo/a.. Ambientato in un contesto dove i bambini-adolescenti si sono ribellati agli adulti riducendoli ad uno stato di schiavitù, tutto sembra andare per il meglio, finalmente liberi, almeno fino a quando il nuovo governatore, un ragazzo di 17 anni fa spargere degli strani e sospetti dischetti bianchi... 5 ragazzi capiscono che c'è qualcosa che non va e stanchi della situazione partono per fare ciò per cui sono nati, ribellarsi..ribellarsi a chi li vuole controllare.. il governatore..
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Squadrai il tipo senza sapere cosa rispondere, era logico che non volessi morire ma poteva essere una domanda retorica: avrebbe potuto uccidermi e non uccidermi ignorando la mia risposta. Sospirai, stare lì dentro mi stava facendo friggere il cervello -È la tua stanza?- lui mi guardò da capo a piedi appoggiandosi interessato allo stipite della porta incrociando le braccia -Può darsi..- -Vuoi dire che non sei sicuro che questa sia la tua stanza?- lui mi guardò inclinando leggermente la testa di lato, o c'era rimasto male o semplicemente non capiva quali assurdi problemi avessi, non che io lo capissi, cambiai argomento -Li ha fatti tu?- non potevo credere che quel ragazzo avsse potuto ideare delle cose del genere -No, li ha fatti il proprieario della stanza- alzai le sopraciglia. No, ma mi stava pigliando per il culo? Vedendo la mia espressione scoppiò in una risata stranamente familiare, tuttavia non riuscivo a collegarla ad un volto -Tu devi essere la piccola ribelle di cui tanto si parla.. Leyla, giusto?- si parlava di me? Quel ragazzo aveva sentito parlare di me? Da chi? Cosa sapeva? Misi da parte le domande -S-si, tu chi sei? Non dirmi il proprietario di questa stanza o ti uccido!- lui rise ancora -Fatti sotto!- mi sfidò muovendo un dito per far cenno di avvicinarmi e io non ero certo io tipo che esita dopo essere stato sfidato così apertamente. Presi la carica e corsi verso di lui, all'ultimo feci una scivolata siccome supereva di qualche centimetro il metro e ottanta per me fu un gioco da ragazzi passargli sotto le gambe e colpirlo con un calcio sulla schiena mettendo l'altro piede davanti al suo. L'avevo colto di sorpresa e lui si ritrovò a terra senza capire il come o il perchè, tuttavia si riprese piuttosto velocemente, appoggiò una mano sul pavimento usandola come perno, incassai un bel calcio sullo stomaco, appena sopra il livido che mi ero procurata la notte. Rimasi immobile qualche istante, non riuscivo a respirare e barcollai, tuttavia riuscii a non cadere e a parare un pugno che mi avrebbe fatto sicuramente un occhio nero. Era forte, quindi, pensai sarebbe stato meglio schivare i colpi che rischiare di rompermi un braccio per pararli perchè un pugno lo incassi, un braccio rotto.. bhe le braccia mi servono. Nei movimemti non era affatto male, era veloce, preciso e usava da dio l'esplosività che gli permetteva di reagire in modo assolutamente pazzesco. Tutto questo mi divertiva e non potevo fare a meno di sorridere, mentre sentivo una calda e familiare sensazione crescere dentro di me, scorrere nelle vene per raggiungere ogni parte del corpo: Benvenuta adrenalina. Dopo il primo pugno non esitò a tirarmene degli altri, io li schivavo agilmente indietreggiando e scoppiai in una mezza risata quando mi ritrovai con le spalle al muro, lui fece un sorrisetto con gli occhi che gli brillavano il tutto sembrava voler dire "ti ho fregato" ma quando mi tirò l'ennesimo pugno mi accucciai per poi scattare di lato e correre via, non sentii l'urlo di dolore che mi ero preparata a sentire. Forse era riuscito a bloccarsi prima, sentivo già i suoi passi dietro di me. Avevo iniziato a correre, ma non per scappare, volevo testare la sua velocità. Corsi attraverso tutto il corridoio che sembrava non finire mai, mi trovai, quindi, davanti ad un incrocio, voltai a sinistra senza esitare e poco prima che riuscissi ad aprire la porta che si trovava in fondo al corridoio lui mi superò fermandosi di colpo, io mi slanciai di lato appoggiando un piede sul muro, riuscii a superarlo nuovamente ma mi ritrovai faccia a terra in mezzo secondo, mi aveva fatto uno sgambetto. -Bhe non sei male, forse riusciresti a spaventare un pulcino o un coniglietto..- scoppiò di nuovo in quella risata familiare, mi alzai, dovevo essere leggermente arrossita perchè sentivo le guance pizzicare. Squadrai quel ragazzo, non doveva avere più 20 anni, capelli arruffati quasi ricci sul castano chiaro, gli occhi azzurri risaltavano sulla pelle che pareva abbronzata, spalle larghe e un fisico ben allenato -Non mi hai ancora detto come ti chiami..- dissi io per cambiare argomento e capirne di più su quel tipo -Non mi hai ancora detto che ci facevi nella mia stanza- ok, eravamo pari, sospirai - Stavo cercando lo zolfo!- mi accorsi che detto così poteva sembrare una cosa a dir poco assurda, ma lui sembrava aver capito al volo, e sembrava.. Impressionato? -Wow, non sei una che perde tempo! Pensavo che prima avrei avuto l'onore della tua presenza nelle mie lezioni- Mie.. Lezioni? Lezioni? Avevo appena fatto la lotta con qualcuno che assomigliava a qualcosa come un'insegnante? What?
  
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