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Autore: germangirl    15/04/2014    7 recensioni
Dopo un anno difficile, Mac decide di partire per qualche giorno per ritrovare sé stessa.
La sua lontananza apre gli occhi di Harm e lo spinge ad agire.
Questa storia fa parte della serie 'Il lago dorato'
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chloe Madison, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il lago dorato'
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Sarah MacKenzie era rimasta paralizzata.

Non si era mai sentita tanto umiliata o respinta.

Abbassò lo sguardo e trattenne a stento un singhiozzo, frastornata da ciò che avevano cominciato e incredula per come avevano smesso.

Non era possibile che Harm l’avesse baciata, desiderata, toccata, venerata con tutto quel trasporto per poi fare marcia indietro tanto repentinamente.

Harm era, se possibile, ancora più sconvolto di lei. Le si avvicinò di nuovo e le disse, quasi sussurrando: “Perdonami, sono stato un animale. Non ti ho fatto male, vero?” Aveva realizzato solo in quel momento che Mac aveva subito una laparoscopia giusto poche settimane prima e aveva letto da qualche parte che l’endometriosi poteva rendere dolorosi i rapporti sessuali. Per fortuna era riuscito a fermarsi in tempo. Mai e poi mai le avrebbe provocato del dolore, ma trovandosela lì davanti, come una Venere uscente dalle acque, non era riuscito a resistere. Voleva, doveva toccarla, accarezzarla, amarla, diventare una cosa sola con lei. E la passione aveva preso il sopravvento.

Mac cominciò di nuovo a respirare.

Non l’aveva rifiutata!

Non si era pentito!

Era solo preoccupato per il suo benessere. “No, Harm, non mi hai fatto male… e poi la dottoressa ha detto che non ci sono problemi… basta solo fare le cose con calma…” lo rassicurò, accarezzandogli il volto. “La cosa di cui ci dovremmo preoccupare, invece, è la nonna di Chloe. Tiene molto alla puntualità e adesso sono le 18.37… non manca molto alla cena.”

Nonostante quell’incontro sconvolgente, l’orologio interno di Mac spaccava sempre il secondo. Scoppiarono a ridere, poi Sarah lo prese per mano e si avviarono verso la riva. Si asciugarono entrambi velocemente e si rivestirono, senza parlare ma lanciandosi sguardi che valevano più di mille parole, in un’intimità straordinariamente piacevole anche se appena scoperta.

Sul sentiero che conduceva verso la casa di Chloe, Mac gli chiese: “E ora cosa facciamo?”

Harm le prese una mano e gliela strinse, poi le rispose: “Intanto andiamo a cena, non vogliamo certo far arrabbiare la nonna della tua sorellina… poi dovremo trovare un po’ di tempo per noi due e fare le cose per bene. Fino in fondo. Gentilmente, ma fino in fondo. E possibilmente in orizzontale.” Le fece l’occhiolino e le lasciò un bacio sui capelli ancora umidi. Poi riprese, questa volta seriamente: “Mac, te l’ho già detto, voglio far parte della tua vita come coprotagonista, non da spettatore.”

Lei gli sorrise. Era una proposta che le piaceva. Molto. Certo, a complicare le cose c’era persino la loro carriera militare, ma anche per quello si poteva trovare una soluzione. Intanto avrebbero potuto cominciare a frequentarsi per un po’, senza necessariamente rendere pubblica la loro storia. Anche se sapeva che sarebbe stato impossibile nascondere a lungo quel sorriso che l’arrivo del suo flyboy le aveva fatto nascere sul volto. Senza contare le doti amatorie del suddetto marinaio, di cui aveva avuto solo un breve accenno ma che si preannunciavano strepitose. Completamente immersa in questi pensieri, Mac non si accorse che erano giunti a destinazione, ancora mano nella mano, e che Chloe era sulla porta ad attenderli.

“Ecco perché sei venuto a trovarla, Harm! Sei il fidanzato di Mac!!! Oh, era proprio l’ora! Mac è innamorata di te da quando la conosco!” gridò la ragazzina, battendo le mani dalla contentezza e cominciando a saltellare sulla veranda.

“Chloe Madison, non fare l’impertinente!” la rimproverò la nonna. Poi si rivolse ai due adulti e li invitò ad entrare: “Mac, signor Rabb, prego, accomodatevi, la cena è pronta.”

Si sedettero a una tavola riccamente imbandita. La nonna di Chloe invitò tutti a prendersi per mano e chiese alla nipote di recitare la preghiera di ringraziamento. La ragazzina fece l’occhiolino a Harm, poi assunse un’espressione compita e iniziò: “Signore, grazie per il cibo che ci hai donato, grazie per gli amici che lo condividono con noi e grazie, grazie, grazie per aver dato una mossa a Mac e Harm che qui non ne potevamo più. Amen.”

Mac arrossì e Harm non riuscì a trattenere un sorriso, mentre la nonna alzò gli occhi al cielo, avendo perso ogni speranza di insegnare le buone maniere a quella nipotina in piena preadolescenza. Poi si schiarì la voce e annunciò: “signor Rabb”

“Harm, la prego” la interruppe.

Lei gli sorrise in risposta, poi riprese: “Harm, Chloe mi ha detto che lei è vegetariano. Per noi avevo già preparato un roastbeef, per lei ho solo dei maccheroni al formaggio. Mi dispiace ma non sono riuscita a inventarmi altro con questo breve preavviso!”

Rabb rimase colpito dalla delicatezza di quel pensiero e la ringraziò per la gentilezza. Si chiese come facesse Chloe a saperlo e si ricordò di quanto lei stessa gli aveva detto appena arrivato: Mac raccontava tutto alla sua sorellina e parlava sempre di lui. Anzi, semprissimo.

La cena proseguì in modo sereno, mentre le leccornie preparate dalla nonna di Chloe vennero spazzolate fino all’ultima briciola. Una volta terminato il pasto, Harm e Mac si offrirono di lavare i piatti. La nonna non ne voleva sapere, ma Rabb le regalò la doppia combinazione di sguardo e sorriso, dicendole che era il minimo che potevano fare per sdebitarsi di tutto il disturbo che le aveva creato presentandosi all’ultimo minuto, e lei capitolò, lasciando loro campo libero in cucina e spostandosi sulla veranda, trascinandosi dietro una riluttante Chloe.

I due avvocati lavorarono in tandem, come tante volte avevano fatto in ufficio, dividendosi i compiti: Harm lavava e Mac asciugava e metteva in ordine. Una volta sbrigata l’incombenza, Rabb l’abbracciò e la strinse a sé, senza dire una parola, mentre la donna si rese conto che non c’era posto più bello al mondo: era fra le braccia dell’uomo che amava. Poi lui interruppe il silenzio: “Sarah, torna a casa con me.”

Mac non poté fare a meno di sorridere: quanto le piaceva il suono del suo nome pronunciato dalla voce calda di Harm!

“Harm, non vorrai mica metterti in viaggio a quest’ora? E’ troppo pericoloso e tu hai l’aria stanca. Resta a dormire qui, partiremo insieme domani.”

“Non vorrei recare ulteriore disturbo alla nonna di Chloe… le sono piombato qui come un fulmine a ciel sereno e si è anche prodigata per cucinarmi un piatto vegetariano… non vorrei che mi odiasse”

“Oh, Harmon Rabb Jr, non conosco nessuna donna che ti odi. Forse giusto quelle che hai respinto… ma posso dire con certezza che il tuo sorriso e i tuoi occhioni hanno conquistato anche la nonna di Chloe, quindi sono sicura che le farà piacere ospitarti anche per la notte.”

Harm si abbassò e le sussurrò sensualmente in un orecchio: “Nel qual caso potremmo riprendere il discorso cominciato al lago…” Poi le baciò il collo e un brivido percorse la spina dorsale di Mac e le fece venire la pelle d’oca.

Una volta ripreso possesso delle sue facoltà mentali, lei gli rispose: “Non credo proprio, flyboy. Io divido il letto con Chloe e a te toccherà la stanza degli ospiti. In fondo al corridoio. Accanto alla camera della nonna. E ricordati che questa è una vecchia casa, con i pavimenti di legno che cigolano… Dovremo rimandare.” Poi gli dette un bacio sulla guancia, quasi a volersi far perdonare per la ferale notizia che gli aveva appena comunicato, e si allontanò da lui per recarsi sulla veranda e avvertire tutti che Harm sarebbe rimasto anche per la notte.

Dopo essersi sistemati ognuno nella propria stanza (e dopo che Mac ebbe risposto all’interrogatorio di Chloe), Morfeo accolse tutti fra le proprie braccia e il silenzio regnò sulla casa.

Durante la notte, Harm rifletté sulla proposta – egoista – che aveva fatto a Mac di rientrare insieme: non poteva sottoporla allo stress del lungo tragitto in auto. La mattina a colazione le disse dunque che lui sarebbe tornato in macchina, mentre lei avrebbe dovuto mantenere fede al suo programma di viaggio prestabilito. Avevano resistito tanti anni, potevano aspettare qualche altro giorno.

Si baciarono a lungo, poi Harm saltò a bordo della Corvette e dette inizio al suo viaggio di ritorno. In meno di 24 ore la sua esistenza era stata rivoluzionata: adesso il cuore era colmo dell’amore per la sua Sarah.

 

Nota dell’autrice

OK, niente panico. Il dietrofront di Harm era dettato solo dal suo grande amore per Mac: semplicemente non voleva farle del male!

Con la preghiera di Chloe ho voluto dare voce al pensiero di tutti i fan di JAG, mentre, purtroppo, i nostri amanti non riescono a portare a termine quanto iniziato sul lago dorato. Toccherà aver pazienza… fino al prossimo capitolo.

Grazie ancora per l’affetto con cui seguite questa storia e per avermi dedicato il vostro tempo arrivando fino qui.

Al prossimo capitolo,

Deb

  
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