Sarah MacKenzie
era rimasta paralizzata.
Non si era
mai sentita tanto umiliata o respinta.
Abbassò
lo
sguardo e trattenne a stento un singhiozzo, frastornata da
ciò che avevano
cominciato e incredula per come avevano smesso.
Non era
possibile che Harm l’avesse baciata, desiderata, toccata,
venerata con tutto
quel trasporto per poi fare marcia indietro tanto repentinamente.
Harm era, se
possibile, ancora più sconvolto di lei. Le si
avvicinò di nuovo e le disse,
quasi sussurrando: “Perdonami, sono stato un animale. Non ti
ho fatto male,
vero?” Aveva realizzato solo in quel momento che Mac aveva
subito una
laparoscopia giusto poche settimane prima e aveva letto da qualche
parte che
l’endometriosi poteva rendere dolorosi i rapporti sessuali.
Per fortuna era
riuscito a fermarsi in tempo. Mai e poi mai le avrebbe provocato del
dolore, ma
trovandosela lì davanti, come una Venere uscente dalle
acque, non era riuscito
a resistere. Voleva, doveva
toccarla,
accarezzarla, amarla, diventare una cosa sola con lei. E la passione
aveva
preso il sopravvento.
Mac
cominciò
di nuovo a respirare.
Non
l’aveva rifiutata!
Non si era
pentito!
Era solo
preoccupato per il suo benessere. “No, Harm, non mi hai fatto
male… e poi la
dottoressa ha detto che non ci sono problemi… basta solo
fare le cose con
calma…” lo rassicurò, accarezzandogli
il volto. “La cosa di cui ci dovremmo
preoccupare, invece, è la nonna di Chloe. Tiene molto alla
puntualità e adesso
sono le 18.37… non manca molto alla cena.”
Nonostante
quell’incontro sconvolgente, l’orologio interno di
Mac spaccava sempre il
secondo. Scoppiarono a ridere, poi Sarah lo prese per mano e si
avviarono verso
la riva. Si asciugarono entrambi velocemente e si rivestirono, senza
parlare ma
lanciandosi sguardi che valevano più di mille parole, in
un’intimità
straordinariamente piacevole anche se appena scoperta.
Sul sentiero
che conduceva verso la casa di Chloe, Mac gli chiese: “E ora
cosa facciamo?”
Harm le prese
una mano e gliela strinse, poi le rispose: “Intanto andiamo a
cena, non
vogliamo certo far arrabbiare la nonna della tua sorellina…
poi dovremo trovare
un po’ di tempo per noi due e fare le cose per bene. Fino in
fondo.
Gentilmente, ma fino in fondo. E possibilmente in
orizzontale.” Le fece
l’occhiolino e le lasciò un bacio sui capelli
ancora umidi. Poi riprese, questa
volta seriamente: “Mac, te l’ho già
detto, voglio far parte della tua vita come
coprotagonista, non da spettatore.”
Lei gli
sorrise. Era una proposta che le piaceva. Molto. Certo, a complicare le
cose
c’era persino la loro carriera militare, ma anche per quello
si poteva trovare
una soluzione. Intanto avrebbero potuto cominciare a frequentarsi per
un po’,
senza necessariamente rendere pubblica la loro storia. Anche se sapeva
che
sarebbe stato impossibile nascondere a lungo quel sorriso che
l’arrivo del suo
flyboy le aveva fatto nascere sul volto. Senza contare le doti amatorie
del
suddetto marinaio, di cui aveva avuto solo un breve accenno ma che si
preannunciavano strepitose. Completamente immersa in questi pensieri,
Mac non
si accorse che erano giunti a destinazione, ancora mano nella mano, e
che Chloe
era sulla porta ad attenderli.
“Ecco
perché
sei venuto a trovarla, Harm! Sei il fidanzato di Mac!!! Oh, era proprio
l’ora!
Mac è innamorata di te da quando la conosco!”
gridò la ragazzina, battendo le
mani dalla contentezza e cominciando a saltellare sulla veranda.
“Chloe
Madison, non fare l’impertinente!” la
rimproverò la nonna. Poi si rivolse ai
due adulti e li invitò ad entrare: “Mac, signor
Rabb, prego, accomodatevi, la
cena è pronta.”
Si sedettero
a una tavola riccamente imbandita. La nonna di Chloe invitò
tutti a prendersi
per mano e chiese alla nipote di recitare la preghiera di
ringraziamento. La
ragazzina fece l’occhiolino a Harm, poi assunse
un’espressione compita e
iniziò: “Signore, grazie per il cibo che ci hai
donato, grazie per gli amici
che lo condividono con noi e grazie, grazie, grazie per aver dato una
mossa a
Mac e Harm che qui non ne potevamo più. Amen.”
Mac
arrossì
e Harm non riuscì a trattenere un sorriso, mentre la nonna
alzò gli occhi al
cielo, avendo perso ogni speranza di insegnare le buone maniere a
quella
nipotina in piena preadolescenza. Poi si schiarì la voce e
annunciò: “signor
Rabb”
“Harm,
la
prego” la interruppe.
Lei gli
sorrise in risposta, poi riprese: “Harm, Chloe mi ha detto
che lei è
vegetariano. Per noi avevo già preparato un roastbeef, per
lei ho solo dei maccheroni
al formaggio. Mi dispiace ma non sono riuscita a inventarmi altro con
questo
breve preavviso!”
Rabb rimase
colpito dalla delicatezza di quel pensiero e la ringraziò
per la gentilezza. Si
chiese come facesse Chloe a saperlo e si ricordò di quanto
lei stessa gli aveva
detto appena arrivato: Mac raccontava tutto alla sua sorellina e
parlava sempre
di lui. Anzi, semprissimo.
La cena
proseguì in modo sereno, mentre le leccornie preparate dalla
nonna di Chloe
vennero spazzolate fino all’ultima briciola. Una volta
terminato il pasto, Harm
e Mac si offrirono di lavare i piatti. La nonna non ne voleva sapere,
ma Rabb
le regalò la doppia combinazione di sguardo e sorriso,
dicendole che era il
minimo che potevano fare per sdebitarsi di tutto il disturbo che le
aveva
creato presentandosi all’ultimo minuto, e lei
capitolò, lasciando loro campo
libero in cucina e spostandosi sulla veranda, trascinandosi dietro una
riluttante Chloe.
I due
avvocati lavorarono in tandem, come tante volte avevano fatto in
ufficio,
dividendosi i compiti: Harm lavava e Mac asciugava e metteva in ordine.
Una
volta sbrigata l’incombenza, Rabb
l’abbracciò e la strinse a sé, senza
dire una
parola, mentre la donna si rese conto che non c’era posto
più bello al mondo:
era fra le braccia dell’uomo che amava. Poi lui interruppe il
silenzio: “Sarah,
torna a casa con me.”
Mac non
poté
fare a meno di sorridere: quanto le piaceva il suono del suo nome
pronunciato
dalla voce calda di Harm!
“Harm,
non
vorrai mica metterti in viaggio a quest’ora? E’
troppo pericoloso e tu hai
l’aria stanca. Resta a dormire qui, partiremo insieme
domani.”
“Non
vorrei
recare ulteriore disturbo alla nonna di Chloe… le sono
piombato qui come un
fulmine a ciel sereno e si è anche prodigata per cucinarmi
un piatto
vegetariano… non vorrei che mi odiasse”
“Oh,
Harmon
Rabb Jr, non conosco nessuna donna che ti odi. Forse giusto quelle che
hai
respinto… ma posso dire con certezza che il tuo sorriso e i
tuoi occhioni hanno
conquistato anche la nonna di Chloe, quindi sono sicura che le
farà piacere
ospitarti anche per la notte.”
Harm si
abbassò e le sussurrò sensualmente in un
orecchio: “Nel qual caso potremmo riprendere
il discorso cominciato al lago…” Poi le
baciò il collo e un brivido percorse la
spina dorsale di Mac e le fece venire la pelle d’oca.
Una volta
ripreso possesso delle sue facoltà mentali, lei gli rispose:
“Non credo
proprio, flyboy. Io divido il letto con Chloe e a te
toccherà la stanza degli
ospiti. In fondo al corridoio. Accanto alla camera della nonna. E
ricordati che
questa è una vecchia casa, con i pavimenti di legno che
cigolano… Dovremo
rimandare.” Poi gli dette un bacio sulla guancia, quasi a
volersi far perdonare
per la ferale notizia che gli aveva appena comunicato, e si
allontanò da lui
per recarsi sulla veranda e avvertire tutti che Harm sarebbe rimasto
anche per
la notte.
Dopo essersi
sistemati ognuno nella propria stanza (e dopo che Mac ebbe risposto
all’interrogatorio di Chloe), Morfeo accolse tutti fra le
proprie braccia e il
silenzio regnò sulla casa.
Durante la
notte, Harm rifletté sulla proposta – egoista
– che aveva fatto a Mac di
rientrare insieme: non poteva sottoporla allo stress del lungo tragitto
in
auto. La mattina a colazione le disse dunque che lui sarebbe tornato in
macchina, mentre lei avrebbe dovuto mantenere fede al suo programma di
viaggio
prestabilito. Avevano resistito tanti anni, potevano aspettare qualche
altro
giorno.
Si baciarono
a lungo, poi Harm saltò a bordo della Corvette e dette
inizio al suo viaggio di
ritorno. In meno di 24 ore la sua esistenza era stata rivoluzionata:
adesso il
cuore era colmo dell’amore per la sua Sarah.
Nota
dell’autrice
OK, niente
panico. Il dietrofront di
Harm era dettato solo dal suo grande amore per Mac: semplicemente non
voleva
farle del male!
Con la preghiera
di Chloe ho voluto
dare voce al pensiero di tutti i fan di JAG, mentre, purtroppo, i
nostri amanti
non riescono a portare a termine quanto iniziato sul lago dorato.
Toccherà aver
pazienza… fino al prossimo capitolo.
Grazie ancora
per l’affetto con cui seguite
questa storia e per avermi dedicato il vostro tempo arrivando fino qui.
Al prossimo
capitolo,
Deb