Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: falling_in_reverse    18/04/2014    1 recensioni
Mi chiamo Ellen ho 16 anni e vivo in Canada precisamente ad Alberta. Ho lunghi capelli rossi, occhi verdi, e un corpo che non mi permette di avere una buona autostima di me stessa. Ho delle curve che mi fanno sembrare grassa, no, il mio corpo non mi pice per niente.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1.Chiedo solo la verità.


-Ellen, tuo padre è qui scendi.- continuava a ripetermi Madison la moglie di
mio padre.
La odio.
Mia madre è andata via quando ancora io ero molto piccola, e mio padre il
giorno dopo è arrivato con una donna bionda, alta e con un fisico da top-model,
aveva per mano un bambina che definisco, ancora ora, la sua fotocopia.
Margaret, sarebbe diventata la mia sorellastra, odiosa, prepotente e
antipatica.
Scesi le scale e andai in macchina, mio padre mi stava aspettando per
accompagnarmi a scuola.
Strano vero?...
Il fatto è che io ero "caduta" e mi ero rotta una gamba che aveva riportato
danni su danni.
Sì, ma, non ero "caduta"... I bulli mi avevano buttato giù da una discesa,
dove a dominare erano soprattutto le grossi rocce. A mio padre non ho detto
niente di tutto ciò.
Non aveva senso. Gli avrebbe denunciati. E poi?
Mi sarei sentita in colpa per avergli rovinato la vita, perchè io ero fatta
così.
No, perdonare, non l'avrei mai fatto.
Ma il mio carattere, non avrebbe sopportato il fatto di rovinare una vita di
un'altra persona. So che sono strana. E anche molto.
Dopo tutto, mi continuano a disprezzare davanti a tutta la scuola, e dopo
questa dovrei odiarli, e in parte è così. Ma non posso odiare e amare allo
stesso tempo.
-Come va la gamba Ellen?- mi chiede mio padre appena salgo in macchina.
-Uh, di male in peggio. Ma il medico ha detto che prima o poi guarirò, quindi
non mi rimane altro che attendere.- dissi.
-Certo.- mi rispose.
E' una delle tante giornate nuvolose e anche se io adoro la moda, con il
fisico che ho, il mio abbigliamento è sempre quello. Felpa, jeans e converse
rosa.

Arrivata a scuola mi dirigo, non molto facilmente, al mio armadieto.
"E chi vuoi che ci sarà?" dico tra me e me.
La risposta? Ovviamente loro.
-Oh poverina, come sta la tua gambina?- dice Lucas tirandomi un calcio,
proprio dove il dolore mi fulmina.
-Lasciami, in pace.- dico, con il resto della voce che mi rimane.
-Oh ma certo, la signorina vuole essere lasciata in pace.-dice Daniel.
Mi prendono e mi portano in bagno, intanto nessuno non si è accorto di niente.
-Ecco fatto. Ora ti meriti questo. - dice Jack mettendomi la testa nel
gabinetto.
L'unica cosa che faccio è iniziare a piangere, e la disperazione non aiuta
molto.
Cerco di spingerli via come posso, ma niente io sono troppo debole, troppo
fragile.
Mi spinge sempre di più, e io non posso farcela.
Tutti iniziano a ridere.
E io piango, piango, piango.
Se ne vanno dopo alcuni minuti e mi lasciano lì. Io tutta sporca mi alzo, con
la gamba che non mi regge più, gli occhi gonfi e i capelli bagniati, mi dirgo
come posso al lavandino.
Perfortuna, non c'è nessuno, ma solo perchè è iniziata la prima ora.
Mi lavo, ma gli occhi rimangono sempre gonfi.
Basta, devono smetterla.
Io devo smetterla, come posso essermi innamorata di un tizio che mi infila la
testa nel gabinetto, mi fa piangere, e mi lascia lì?
Stupida. Stupida. Stupida.
Ho i capelli tutti bagnati e non mi sembra il caso di presentarmi in classe
con questo aspetto. Perciò prendo il primo autobus e ritorno a casa.
Entro e non c'è nessuno, menomale. Vado in camera mia.
Lavare i capelli con un gesso alla gamba e senza fare la doccia mi complica di
più le cose, ma non posso rimanere con questi capelli, perciò li lavo.
Lavati, esco dal bagno.
L'unica cosa che voglio in questo momento è stendermi sul letto.
Mi siedo sul letto e prima di sdraiarmi accendo lo stereo, ieri sera mentre
papà, e le due odiose erano all'opera (cosa che detesto) avevo messo il mio cd
preferito, quello dei Nirvana. Quindi quando accesi inizio la mia canzone
preferita Smells Like Teen Spirit.
So tutte le parole a memoria. E so che in un punto si addice perfettamente
alla mia situazione.
Cos'ho che non va? Tutto.
Non capisco. Molte cose non capisco.
Tutti mi stanno abbandonando.
Tutti mi stanno rovinando la vita.
Ascolto questa canzone  ma il mio sonno prevale e mi addormento, sfinita, pur
essendo solo le undici di mattina.
Dormo per circa tre ore e a svegliarmi sono le risatini di Margaret e Daniel.
-Sai che non possiamo farlo. Di là c'è Ellen, non voglio che si scandalizzi.-
sono le parole di Maragert.
Come se fossi una bambina di dieci anni, ho sedici anni. La sua età. E a
scandalizzarmi non è questo, ma il suo comportamento da ochetta infantile.
Sento salire la rabbia.
-Ma chissene frega di quella, grassona.- questa volta è Daniel a parlare.
Come?
Sì, ho capito benissimo. E fare finta di niente non è la cosa da fare. Devo
cambiare. Devo.
Ma per chi? Me?
No, io non cambio per me. Non ha un senso.
Non voglio essere diversa da quel che sono. Sì il corpo, quello sì. Ma il
carattere, fa di me la mia persona.
La mia persona. Che bella parola.
Smetto di sentire le loro criticate scendo, sbatto la porta e scappo via.
Via da questo inferno.
Perchè io sono costretta a tutto questo? Forse io qui non centro niente. Tutto
questo è sbagliato.
Tra me e il mondo la conessioni via cavo è interrota.
Non c'è niente che mi spinge ad andare avanti, nulla.
Vado nel bosco. Il mio rifugio.
Lì non viene mai nessuno. Lì nessuno mi giudica, mi strattona o mi chiama
"grassona" lì ci sono io e basta.
Come può una persona camminare con una gamba ingessata, e fare finta di
niente.
Me lo chiedo anche io. Ma la forza supera tutto.

Sono arrivata. Non c'è nessuno, come immaginavo.
Mi siedo ad una delle tante panchine abbandonate. E' così bella la natura. Il
silenzio. Vedere gli animali liberi e non chiusi in una gabbia. Non si chiamano
animali per essere chiusi dentro una gabbia come se fossero al circo. Non
aspetterei un solo secondo a rinchiudere colui che ha rinchiuso un animale
nella gabbia.
Passano i minuti, e inizio a sentirmi meglio, più libera.
Per un minuti chiudo gli occhi ed è come essere in paradiso, e anche se non so
come sarà il paradiso, di sicuro lì la cattiveria non esisterà. Lucas, Daniel,
Jack e Alan non ci saranno.

Riapro gli occhi solo perchè sento dei passi dietro di me. Mi giro
involontariamente.
E' un ragazzo, alto, con i capelli castani scuri, gli occhi castani chiaro.
Era perfetto.
Indossa dei pantaloni lunghi fino a dopo le ginocchia, e una maglia a maniche
corte bianca.
E' diverso dagli altri, guarda in basso e alla mia vista sembra un po'
stupito.
Penso che anche lui venga qui e che vedermi non era ciò che si aspettava.
A mio stupore...
-Ciao.- mi dice.
- C..-Ciao- dico timidamente.
-Oh, mi dispiace per la tua gamba deve aver avuto una brutta caduta.- dice, il
ragazzo sconosciuto.
-Bh..-Bhè, sì.- sono le uniche parole che mi escono.
-Piacere sono Marco.- dice porgendomi la mano.
-Piacere Ellen. Sei italiano?- chiedo.
-Oh, sì, ma sono nato qui.- dice sorridendo.
-Ah, okay.- riesco a dire.
-Sembri preuccupata, va tutto bene?-
-Sì, certo va tutto bene.-
-Sono venuto qui nell'intento di stare da solo, ma ho incontrato te, strano
qui non c'è mai nessuno.- dice.
-Anche io sono venuta qui per stare da sola, e anche a me sembrava che qui non
venisse nessuno. Ma mi sbagliavo. Se vuoi posso andare.- dico facendo il gesto
di alzarmi.
Inaspettatamente lui mi affera dolcemente il braccio e mi dice:
- No resta pure, non volevo dire questo.-
-Sicuro, magari la mia presenza ti disturba.-
-Perchè dovrebbe disturbarmi?-
-Perchè la mia presenza disturba molte persone.- le parole mi escono senza
nessuna paura, parlare con lui non è come parlare con Daniel.
-A chi disturba? Chi puoi disturbare? Tu?-
-Vedi questa gamba?- mostrandogli quella ingessata.
-Sì, certo.-
-Delle persone a cui disturba la mia presenza me l'hanno ridotta così..-
Gli racconto tutto e parlare con lui mi rende libera. Non vengo giudicata...
...O presa in giro...



La cosidetta "scrittrice"...
Premetto che questo capitolo era già pronto da almeno 3 giorni e che a causa
di questo computer che è lentissimo l'ho pubblicato solo oggi!
Che ne pensate? Ora vediamo un nuovo personaggio quello di Marco...Secondo voi
aiuterà la nostra cara Ellen? Quale segreti potrà mai nasconderle?
Il loro incontro è stato veramente una coincidenza?
Se vi inizia ad interessare questa storia che aspettate? Recensite!! Accetto
consigli, tanti consigli!!
E i Nirvana? Vi piacciono? Io li adoro.
Vorrei ringraziare _GocciaDiSangue_ per aver messo tra le seguite questa
storia. E ringrazio voi tutti che leggete!!!
Al prossimo capitolo...
Un bacio,
Bea<3
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: falling_in_reverse