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Autore: liliii3    18/04/2014    1 recensioni
E' la prima volta che pubblico qualcosa di mio, non lo avrei mai fatto se non sotto minaccia della mia migliore amica. Non sono brava a scrivere le introduzioni, quindi entrate e leggete...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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vCapitolo  1
Verde.
Ero circondata dal verde, ciò che all’inizio mi sembrava sfuocato stava acquistando forma e dimensione, iniziai a guardarmi intorno,alberi, cespugli, fiori erano tutto ciò che mi circondava.
Iniziai a camminare  accarezzando le foglie ,mi sentivo parte della natura, in pace con me stessa, parte di quella tranquillità naturale.
Rosso.
All’improvviso comincio a fare caldo, ciò che mi circondava divenne tutto rosso. Fuoco. Ero circondata da fiamme enormi, ma non avevo paura- dovevo aver lasciato il buon senso a casa-mi trovavo all’interno di un enorme cerchio di fuoco e non avevo paura. Tutt’altro, ne ero attratta talmente tanto che decisi di avvicinarmi, allungai la mano verso quella fonte di calore e lo toccai,contro ogni mia aspettativa non mi bruciai, anzi quel contatto divenne quasi piacevole, come se quello stesso fuoco facesse parte di me.
Azzurro.
In un attimo lo scenario cambio, precipitai in acqua , mi trovavo interamente sommersa da essa, ma non avevo paura di affogare, anzi, mi lasciai trasportare  in superficie, così da farmi cullare dolcemente dal rumore delle onde. Mi sentivo parte di esse.
Grigio.
Aprì gli occhi di scatto, una folata di vento mi fece rabbrividire, l’acqua scomparve, mi ritrovai in un luogo isolato, spoglio.
Notai che mi si stava avvicinando quello che sembrava di essere un tornado, non scappai, lasciai che mi inghiottisse senza paura, divenni parte di esso. Poi tutto si fermo ed iniziai a cadere……….
 
 
Mi ritrovai con il sedere sul pavimento della mia camera e una delle gambe attorcigliata alle coperte. Intontita per essermi svegliata in malo modo, decisi di alzarmi. In quel momento realizzai che quello che avevo visto era solo un sogno eppure sembrava tutto reale.
Driin driiin
Il suono della sveglia che suonava mi fece sobbalzare a tal punto che caddi nuovamente. Imprecai contro quell’aggeggio infernale e mi rialzai,mi ricordai che quel giorno sarebbe iniziata la scuola.’Fantastico!’ pensai
<< Amelia è ora di alzarsi, oggi ricomincia la scuola>> non bastava la sveglia, anche mia madre si metteva a ricordarmi che quel giorno sarebbe ricominciato l’inferno.
Decisi di andare a farmi una doccia veloce, dopodichè  tornai in  camera a vestirmi, indossai un semplice paio di jeans, una t-shirt azzurra e le convers dello stesso colore.
Subito dopo mi recai di sotto a fare colazione, trovai mio padre che leggeva il giornale,la mia sorellina che mangiava il latte con i cereali e la mamma che beveva il suo caffè. Visto dall’esterno potevamo sembrare una normalissima famiglia, ma noi sapevamo di non esserlo. Ognuno di loro aveva una bellezza particolare, mio padre, Edoardo Massa, con i suoi capelli e gli occhi neri, la mamma,Eleonora Abruzi in Massa, con i capelli castano chiaro e gli occhi verdi entrambi con la stessa aria da eterni ragazzini , ed Elisa-la mia sorellina- che aveva ereditato i capelli della mamma e gli occhi del papà,lei era la figlia  prodigio, io ero l’unica nota stonata,non perché non somigliassi ai miei genitori,anche perché io  Amelia Massa, avevo dei lunghi capelli neri come la pece ereditati da mio padre e gli occhi verdi- ma non del verde intenso e brillante di mia madre- erano di un verde spento, delle volte non sembravano nemmeno verdi, ma castani.
Mi sentivo fuori luogo perché ero l’unica della casa a non possedere quell ’abilità che la distingueva. Si perché la mia famiglia, e non solo , avevano l’abilità di dominare gli elementi della natura, mia madre dominava la terra, mio padre l’acqua ed in fine la mia sorellina di soli 8 anni –ecco perché prodigio- dominava l’aria, io invece non possedevo nessuna di queste abilità, ecco perché mi sentivo un’estranea. Per i miei non era un problema, mi avevano detto che era normale, che non tutti in una famiglia avevano queste abilità ,che anche la bis-nonna della mamma non aveva sviluppato nessuna di esse, che magari si sarebbe sviluppate in seguito, ma sapevo che non sarebbe potuto succedere.
Ricordo che, quando avevo una decina d’anni circa, trovai un  libro di mio padre che raccontava la storia degli elementi, lo lessi tutto d’un fiato, lessi le antiche leggende, le spiegazioni che venivano date su come dominare i poteri, ma soprattutto che, essi si sarebbero sviluppati prima del diciottesimo anno di età. Da quel giorno aspettai con ansia lo sviluppo dei miei poteri, ma ciò non avvenne mai, la delusione fu straziante! Ora mi trovavo a diciotto anni a vivere come una nomale adolescente con una famiglia un po’ meno normale.
Feci colazione, dopodichè decisi di recarmi a scuola.
 
 
 
Arrivata di fronte all’edificio scolastico, un vecchio edificio ricoperto da graffiti scoloriti, sospirai
 ‘ Un altro anno d’inferno comincia !’
Frequentavo l’ultimo anno di un liceo artistico, perché l’arte era l’unica cosa che mi piacesse davvero, ricordo di aver avuto questa passione fin da piccola, quando comunicai ai miei di voler frequentare l’artistico m’incoraggiarono subito conoscendo la mia passione. Adoravo la scuola che frequentavo, l’arte per me era una forma di sfogo, ma adoravo un po’ meno i miei compagni. In quei cinque anni di scuola non avevo legato quasi con nessuno, l’unica con il quale ero diventata amica era la mia ex  compagna di banco, anche se il nostro rapporto non si era evoluto al di fuori della scuola. Sono sempre stata un tipo abbastanza freddo con le persone che non conoscevo, tendevo a fidarmi poco, Ho sempre avuto la paura che avrebbero scoperto le capacità della mia famiglia e saremmo stati additati come mostri. Se avessi avuto i poteri avrei potuto frequentare una scuola adatta, si perché per coloro che possedevano quelle capacità c’era una scuola che insegnava a controllarle. Ma dato che non possedevo nessuna di esse mi toccava frequentare un liceo normalissimo.
Ero talmente assorta nei miei pensieri che non mi accorsi del suono della campana, solo quando qualcuno mi venne addosso e un  <>  mi accorsi che era arrivato il momento di entrare in classe, così iniziai ad entrare  nell’edificio insieme alla calca di studenti che cercava di fare in fretta per accaparrarsi i posti in ultima fila.
‘Amalia è l’ultimo anno, sarà il migliore!’ con questi pensieri entrai in classe e mi accomodai al banco in prima fila vicino alla finestra, iniziai ad osservare fuori –in attesa che la professoressa entrasse in classe-  ed iniziai a pensare al sogno fatto, era lo stesso che mi tormentava da qualche settimana, all’inizio non ci feci caso, ma ora volevo coglierne il significato nascosto, la luce colorata che mi accecava ogni qualvolta cambiava scenario, le situazioni inverosimili, la sensazione di essere parte della natura, del fuoco, dell’acqua e anche dell’aria, forse il mio desiderio di essere speciale –come i miei familiari- mi portava a fare quel sogno ‘deve essere così-pensai- probabilmente voglio dominare al tal punto un elemento che solo nei miei sogni posso farlo ’.
Il rumore della sedia della cattedra che si muoveva mi distolse dai miei pensieri, la professoressa Cisano aveva preso posto così come anche parola << Ragazzi, è un piacere rivedervi! Oggi abbiamo le prime due ore insieme, iniziamo subito>>
‘Fantastico, due ore di italiano, non poteva andare meglio!’ pensai con sarcasmo, sarebbe stato un lungo anno scolastico.
 
  
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