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Autore: elefiore    18/04/2014    0 recensioni
[Thief]"Credo di aver sentito qualcosa..."
Maledizione. Che diavolo succedeva in quel periodo? O le guardie erano sensibilmente migliorate, o... nah, dovevo essere io. Ultimamente ero distratto senza motivo, era già la terza volta che una dannata guardia mi sentiva camminare. E io non sono il tipo da camminare rumorosamente.
"Dah, devo smettere di saltare ad ogni minimo rumore. Sarà stato qualche topo."
Per fortuna aveva smesso subito di cercarmi.
"AH-AH!! Non mi scappi, ora!!"
Come non detto.
Imprecai e corsi via in velocità, cercando di non attirare altre guardie.
Destra, sinistra, strada chiusa.. ma non strada qualunque.
Per fortuna la guardia mi aveva perso di vista, ma mi stava cercando anche tra le ombre.
Tirai fuori l'arco e presi una freccia a corda.
Mirai al soffitto in legno di una casa e scoccai la freccia.
Perfetto.
Afferrai la corda e mi arrampicai, ritirandola una volta salito.
Anche questa volta, nonstante tutto, ero riuscito a fuggire.
Forse.
***
Fanfic sul ladro protagonista del gioco stealth "Thief" (Dark Project)
***
Scusate, ma per via di un ransomware ho perso tutti i dati.. appena riesco a recuperare qualcosa o a trovare un po' di tempo per riscrivere tutto.. continuerò.. al più
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erin stava cercando in ogni modo di farmi felice: diceva sempre che ero troppo serio e non sorridevo mai.
A dir la verità, sorridevo senza farmi vedere: la bambina s'impegnava ed aveva talento.
Come me, mi ritrovai a pensare, prima che mi distogliesse dalle mie riflessioni
“G-Garrett?”
“Dimmi pure”
“Chi è quello?” chiese, indicando alle mie spalle.
Mi voltai.
Artemus?! Ma lui...
“So ciò che stai pensando, Garrett. Sono morto... ma non riesco a raggiungere la pace”
“Per quale motivo?”
“I Glifi mi trattengono. Devo distruggerli”
“No.” dissi, guardandolo negli occhi con aria di sfida
Lui scosse il capo.
“Credevo di averti insegnato come si comporta con i Guardiani.”
 “Ho imparato a non fidarmi dei vecchi Guardiani”
“Così come io ho imparato a non fidarmi dei nuovi”
Mi sollevò da terra, prendendomi per il collo.
“Morirai così come sei vissuto, ladro: solo e senza onore”
Gli presi il polso, cercando di allentare la presa.
“C'è molto più onore nella mia morte che nella tua finta vita!” dissi a fatica.
Avevo immaginato molti motivi e modi per morire, ma non per mano di Artemus, o meglio, del suo fantasma.
Lentamente, la mia presa sul suo polso si affievolì e la vista iniziò ad annebbiarsi.
“Addio, Garrett”
Non volevo morire. Non ancora.
Non volevo morire, non ancora...
Non-
 
Qualcuno stava piangendo, potevo sentirlo chiaramente.
Non riuscivo ad aprire gli occhi.
“Piccolina, perché stai piangendo?” chiese una donna.
“I-io... p-per proteggere... una persona... un uomo voleva ucciderla.... volevo solo stordirlo...” balbettò tra i singhiozzi “l'ho ucciso! N-Non volevo... vi prego, signora, non mi denunciate!”
“Lo hai fatto per difesa, piccola, e non volevi. Va tutto bene”
“Ma quella persona, quella che difendevo... è morta!” mormorò, disperata, singhiozzando ancor più di prima.
Poco dopo, con fatica, aprii gli occhi e tossii. Con stupore, la bambina mi corse incontro urlando “Sei vivo!!” e mi abbracciò gettandomi le braccia al collo.
Una fitta al petto mi mozzò il respiro: “P-Piano...”
La bambina disciolse l’abbraccio prima ancora che finissi di parlare, ponendo una breve distanza tra di noi, e abbassò il capo come se l’avessi rimproverata: “Scusa... credevo fossi morto!”
“Lo credevo anch'io” dissi a bassa voce, quasi come se mormorassi tra me e me.
La donna si voltò nella mia direzione e si avvicinò:”Vedo che state bene, ora. La bambina era preoccupata”
Mi alzai lentamente, cercando di non far aumentare il dolore.
Solo allora mi accorsi che i miei vestiti e la faretra erano stati sostituiti da abiti comuni e un piccolo pugnale.
“Siete suo padre, non è vero? Vi somigliate molto”
“No, non è mio padre... però si prende cura di me” intervenne Erin, stupendomi, e la donna sorrise.
”Che uomo gentile ad accogliere una bambina e crescerla come vostra”
“Ed è anche da solo!”
“Solo? E vostra moglie?”
“È morta da qualche mese mentre stava facendo nascere un bambino, però è morto anche lui”
“Oh, mi dispiace”
“Ma lui è forte, non si fa rattristare troppo”
La donna sorrise con dolcezza.
“Ora devo andare. Spero che per voi vada tutto bene, d'ora in poi”
Non appena la donna se ne fu andata, la bambina mi abbracciò ancora.
“Scusa, dovevo inventare qualcosa in fretta per non far capire che eri tu”
“Dove-”
“Lì in fondo,  in un angolo, nell’ombra”
Presi le mie cose  e mi spostai in un vicolo lì dietro per cambiarmi.
Ripensandoci, Erin mi aveva-
Se non fossi stato cinico probabilmente sarei arrossito ma, al contrario, la cosa mi infastidì.
Mi aveva sempre irritato anche solo che qualcuno mi sfiorasse per errore, figurarsi lei che era una bambina e, come se non bastasse, mi aveva addirittura spogliato.
Potevo capire che fosse un’emergenza ma… spogliato? Spogliato?!?!?!
Spogliato!
Con un umore a dir poco pessimo, tornai da lei.
“Ah, Garrett?”
 “Mh?” mugugnai controvoglia
“L'uomo che diceva di essere un fantasma... non lo era. È lì, se vuoi vederlo”
Mi avvicinai. Qualcosa negli abiti di quell'uomo era familiare.
Cercai tra di essi un simbolo che potesse farmi capire chi fosse... e trovai un amuleto pieno di simboli pagani.
Lo strinsi tra le mani e mi alzai di scatto.
“Cos'hai?”
“Ho qualcuno con cui parlare. E a lungo. Tu resta qui.” risposi, e corsi al porto.
 
“Buonasera, cosa ti porta da queste parti?” mi chiese il pagano di guarda.
“Esigo spiegazioni”
“Spiegazioni?”
“Un pagano ha tentato di uccidermi”
Incredulo e visibilmente irritato, la guardia disse:”È una grave accusa, questa”
“Se accuso è perché ne sono convinto”
“Non rompiamo gli accordi”
“Allora questo dove potrei averlo preso?” gli mostrai l'amuleto.
“Potresti benissimo averlo rubato, come qualunque altra cosa, ladro.” disse a denti stretti.
Non dovevo farmi sopraffare dall'ira, mi costrinsi a restare calmo.
“Chiedi al tuo oracolo, allora, e vedrai che dico la verità”
“Come osi?! Non sei degno anche solo di nominarlo!”
Una donna, sciamana, si avvicinò e con voce pacata chiese: “Che succede qui?”
Le rispose la guardia, dal volto scarlatto per l’ira: “Il ladro ci accusa di aver tentato di ucciderlo!
Inoltre dice di controllare nell'Oracolo!”
La donna mi guardò un po’ storto e prese l'amuleto, rigirandolo tra le mani, esaminandolo.
“È falso. L'hai fatto tu? È di ottima fattura, chiunque se non pagano lo crederebbe vero”
“Come puoi dire che sia falso? Quell'uomo aveva i vostri abiti, il vostro amuleto, una bacchetta magica come la vostra...”
“Consulteremo l'Oracolo per capire chi fosse e, soprattutto, se ciò che dici è vero. Ti lasceremo un messaggio qui fuori entro dodici ore”
“Non un minuto di più. Odio aspettare.”
“È una minaccia?”
“No,  un consiglio”
  
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