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Autore: Mel_mel98    21/04/2014    4 recensioni
Dal 2° capitolo:
[“Tu sapevi, vero?!”- gridò.
“Sì”- disse lei, guardandolo negli occhi.
“Tu lo sapevi, e non me lo hai detto.”- continuò lui, sempre più in collera.
“Esatto”- rispose lei.
“Perché? Perché Jade?”- fece afferrandola per i polsi.
“Come puoi avermi tenuto nascosta una cosa simile?!”- sbraitò infine.
“Non te l'ho nascosta. Semplicemente, non te l'ho detta.”]
È paura, quella che ormai regna nel cuore del ragazzo. Che lo ha reso pazzo, cieco.
Nella mente dell'altra, invece, vince la rassegnazione. La rassegnazione ad un futuro incontrollabile.
Qualcosa si è rotto. L'amore a volte è capace di distruggere se stesso.
Sta a loro adesso rimettere insieme i pezzi di un amore così fragile.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beck Oliver, Jade West, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Tell me something you like'
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~~Si svegliò di soprassalto, per quella che sarà stata la settima volta, quella notte.
Soffocò in gola un lamento di dolore.
Le fitte che sentiva ogni volta che compiva anche un minimo movimento erano insopportabili.
Ma non voleva mostrare ciò che provava.
Per orgoglio?
No. La ragione per cui teneva dentro di sé tutto quel dolore era un'altra.
Era seduta sulla poltrona in fondo alla stanza e dormiva beatamente appoggiata con al testa al muro.
Jade si passò una mano sulla fronte sudata.
“Accidenti”- sibilò con un filo di voce.
Odiava gli ospedali. Con tutta se stessa.
Si sentiva soffocare, le sembrava di sprofondare nel vuoto.
Ma per fortuna, da quando aveva ripreso conoscenza, lui era sempre stato al suo fianco.
Beck aveva chiesto il permesso di assentarsi dalle lezioni della Hollywood Arts per due settimane.
Aveva davvero bisogno di passare un po' di tempo con lei.
Aveva così tanto da farsi perdonare.
E poi, sapeva che carattere aveva la sua ragazza. Se non ci fosse stato lui, avrebbe mandato a quel paese ogni infermiera di quell'ospedale. Qualcuna si sarebbe sicuramente ritrovata in testa quell'insulsa poltiglia che servivano per pranzo.
A lui piaceva stare lì, con Jade.
Adorava infilarsi nel suo letto, coccolarla, accarezzarle i capelli.
Sentire il suo respiro regolare risuonare nella stanza quando si addormentava.
Però la vedeva, la sua sofferenza.
Soffriva perché ancora non le avevano permesso di alzarsi da letto. Perché la sue gambe erano praticamente immobili, e perché, perlomeno per adesso, da sola riusciva a fare poco.
Soffriva perché si sentiva impotente, insignificante. Non voleva dipendere da qualcuno, nemmeno da lui.
Per questo lui faceva solo quello che gli era esplicitamente richiesto.
Sapeva che il modo migliore per aiutare Jade era non aiutarla fisicamente. Altrimenti sarebbe caduta in depressione.
Jade distolse lo sguardo da un punto indeterminato sul soffitto e lo posò su Beck.
Sorrise.
Era felice che lui fosse lì, non poteva negarlo.
Aveva bisogno di lui, non ci poteva fare niente.
Per tanti anni dopo la morte di sua madre era andata alla ricerca di quell'equilibrio che aveva perduto. E quell'equilibrio lo aveva trovato in lui.
L'unica persona che volesse al suo fianco.
L'unica persona capace di ascoltarla e comprenderla.
Voleva, doveva restare per sempre con lui.
Ma si rendeva conto che quei pensieri erano troppo egoisti, persino per lei.
Non poteva pretendere che Beck si rovinasse la vita solo per starle vicino.
Sapeva che prima o poi, volente o nolente, quella poltrona sarebbe diventata vuota, così come le sue giornate. Ma alla fine, era così che doveva andare.
Lei non avrebbe mai permesso a Beck di perdere l'anno in questo modo.
Però... preferiva non pensarci.
Preferiva non immaginare la notte in cui si sarebbe svegliata senza trovare nessuno nella sua stanza.
Uno schiaffo.
Una porta che sbatte.
Il rumore di un'auto che frena, poi quello di un'ambulanza in arrivo.
E poi, gente che corre, grida, parla concitatamente. Tutti la guardano, la indicano.
C'è chi la chiama, ma lei non può rispondere. C'è chi la porta via, perché lei non riesce più a muoversi.
E quel grido di dolore, di disperazione le muore in gola, non riesce ad uscire. Per quanto lei si sforzi, i suoi occhi cominciano a cedere, si chiudono lentamente.
Si abbandona con la paura nel cuore a quella sensazione, sperando con tutta sé stessa che non stia accadendo davvero.

Sempre la stessa storia.
Ogni notte, nella sua mente salivano a galla sempre le stesse scene.
E il suo cuore cominciava a battere più veloce, il suo respiro a farsi più agitato.
Aprì gli occhi, in preda al terrore.
Non ne poteva più di rivivere quell'incidente ogni volta che provava ad addormentarsi.
Senza che lei riuscisse a far niente, le lacrime cominciarono a rigare il suo volto.
Si coprì la bocca con la mano.
Si faceva pena.
Poi una mano robusta si avvicinò alla sua guancia, togliendo le lacrime.
“Ehi, ancora quell'incubo?”
Lei fece cenno di sì con la testa.
Sentì un caldo bacio sulla sua fronte “È finito adesso, non ti preoccupare”
Lasciò che il silenzio riempisse di nuovo la stanza.
“Beck... Non ne posso più. Voglio andarmene da qui.”
Lo guardò quasi supplicandolo.
“No, Jade, ancora non puoi andare via di qui.”-rispose calmo lui.
Lei si lasciò prendere da un impeto di rabbia.
“Perché! Perché! Non voglio più stare qui, basta!”- gridò strattonando le lenzuola.
Beck le prese dolcemente le mani. Cercò nel buio della stanza i suoi occhi.
“Jade, ti prometto che appena mi daranno l'ok ti porterò via di qui. Ti porterò nella mia roulotte. Sarò io a prendermi cura di te, e di quello che è successo non dovrai più preoccuparti. Ma fino a quel momento devi resistere, ti prego.”
“Va bene...”- mormorò.
Nei suoi occhi era tornato un barlume di lucidità. Ma le sue mani tremavano ancora.
“Che posso fare per te adesso? Come posso tranquillizzarti?”- fece Beck, senza aspettarsi realmente una risposta.
“Dimmi che mi ami”- la risposta arrivò poco dopo- “... per favore.”
Beck sorrise. “Ti amo”
E mentre l'abbracciava sentì un sommesso “Grazie”

“Ehi... sei sveglia...?”
“Sì... da un po'...”-disse Jade.
“Perché non mi hai chiamato?”
“Dormivi così bene... mi scocciava svegliarti”
“Mhm...”- fece Beck avvicinandosi al letto. “Tutto ok?”
Conosceva già la risposta che gli sarebbe arrivata. E sapeva anche che non era una risposta sincera.
“Sì, tutto a posto”- disse, senza troppa convinzione. “Stavo solo... pensando.”
Beck si distese al suo fianco. “E a cosa pensavi?”
“Pensavo... che domani è venerdì.”
“Jade, ne abbiamo già parlato. Non devo tornare a scuola necessariamente lunedì, posso anche...”
“È fuori discussione. Non ti permetterò di passare un giorno di più a poltrire in questa camera.”- fece lei in un tono che non ammetteva repliche.
Lui rise “Va bene, va bene!”
“Non ti voglio più tra i piedi”- continuò lei, con il sorriso sulle labbra.
“Però...”- Jade si fermò.
“Però...?”
“...Mi mancherai, Beck.”
“Sarà per poco tempo, te lo giuro.”- disse, per poi baciarla.
 

Angolo dell'autrice:
TA-DAA!
Sono tornata! Che ne pensate di questo primo capitolo?
Io sono così emozionata! Ho creato la mia prima serie... :)
Spero che questo inizio vi sia piaciuto quanto a me è piaciuto scriverlo!
Detto questo...
A presto!
   
 
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